WA D
WA D Tomba di Hatshepsut | |
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Civiltà | Antico Egitto |
Utilizzo | Tomba rupestre |
Epoca | Nuovo Regno (XVIII dinastia) |
Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Località | Luxor |
Scavi | |
Data scoperta | 1916 |
Date scavi | 1916 |
Archeologo | Howard Carter |
Amministrazione | |
Patrimonio | Tebe |
Ente | Ministero delle Antichità |
«Era mezzanotte quando arrivammo sul luogo e la guida mi indicò una fune che penzolava nel vuoto lungo la faccia della rupe. Ci mettemmo in ascolto e sentimmo i ladri che stavano operando proprio in quel momento… quando raggiunsi il fondo ci furono un paio di momenti di tensione. Diedi loro l’alternativa di sloggiare per mezzo della mia fune, o restare dov’erano senza alcuna fune e quelli, capita l’antifona, fuggirono»
WD A è la sigla che identifica una tomba rupestre situata nel Wadi Sikket Taqa el-Zaide (ad ovest della Valle dei Re) in Egitto.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nella Valle dei Re si trova la tomba KV20 occupata dal re/regina Hatshepsut[2][3]. In origine, Hatshepsut era stata Grande sposa reale del faraone Thutmosi II e fu dapprima co-reggente in nome del figlio di questi e di una regina minore (Iset), il futuro Thutmosi III, e successivamente assumendo il pieno potere regale come reggente autonoma[4].
A seguito di tale variazione di status, Hatshepsut occupò la tomba KV20[5], già originariamente predisposta per il proprio padre Thutmosi I, non occupando, perciò, la tomba che per lei era stata predisposta nel Wadi Sikket Taqa el-Zaide (ad ovest della Valle dei Re).
Architettura e ritrovamenti
[modifica | modifica wikitesto]Scoperta da Howard Carter nel 1916, venne contrassegnata dalla sigla WD A.
Si trattava di una tomba scavata in una parete rocciosa perpendicolare, all'altezza di circa 70 m. dal suolo e ad oltre 40 dalla sommità della parete, accessibile perciò solo calandosi dall'alto, nascosta in una spaccatura della roccia. La struttura è tipica delle tombe della XVIII dinastia, ad “asse piegato” ed è costituita da una breve scala che immette in un corridoio in lieve pendenza lungo circa 10 m. Il corridoio curva quindi a 90° in una sorta di anticamera che immette in un altro corridoio lungo circa 5 m. che si apre nella camera funeraria da cui si diparte un breve e non finito ulteriore corridoio. Al centro della camera funeraria si trovava un sarcofago in quarzite gialla (oggi al Museo egizio del Cairo) iscritto per: La principessa ereditaria, grande di favori e di grazia, Signora di tutte le terre, figlia del re, sorella del re, la Grande Sposa e Signora delle Due Terre Hatshesput.
Oltre al sarcofago, Carter rinvenne anche alcune giare, verosimilmente utilizzate dagli operai che lavorarono alla tomba, e lastre in pietra, simili ad altre trovate in KV20 e KV38, già predisposte per accogliere testi tratti dall’Amduat.
A seguito dell’assunzione del potere da parte di Hatshepsut la tomba venne abbandonata e dimenticata[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, p. 94.
- ^ Hatshepsut assunse la titolatura regale completa comprendente cinque nomi, ma fece riferimento a se stessa sempre con terminologia maschile proclamandosi re e non regina.
- ^ Joice Tyldesley, Hatshepsut, l'unica donna che fu faraone, Piemme.
- ^ Franco Cimmino, Hasepsowe e Tuthmosis III, Rusconi.
- ^ Theban Mapping Project.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franco Cimmino, Hasepsowe e Tuthmosis III, Sant’Arcangelo di Romagna, Rusconi, 1994, ISBN 8818700391.
- Christiane D. Noblecourt, La regina misteriosa: storia di Hatshepsut, Milano, Sperling & Kupfer, 2003, ISBN 8820035693.
- Joice Tyldesley, Hatshepsut, l'unica donna che fu faraone, Segrate, Piemme, 2000, ISBN 8838448906.
- Christiane Leblanc e Alberto Siliotti, Nefertari e la Valle delle Regine, Firenze, Giunti, 1993, ISBN 8809202759.
- (EN) Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete Valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, ISBN 0-500-05080-5.
- Christian Jacq, La Valle dei Re, traduzione di Elena Dal Pra, O. Saggi, n. 553, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-44270-0.
- Alessandro Bongioanni, Luxor e la Valle dei Re, Vercelli, White Star, 2004, ISBN 88-540-0109-0.
- Alberto Siliotti, La Valle dei Re, Vercelli, White Star, 2004, ISBN 88-540-0121-X.
- Alberto Siliotti, Guida alla Valle dei Re, ai templi e alle necropoli tebane, Vercelli, White Star, 2010, ISBN 978-88-540-1420-6.
- Erik Hornung, La Valle dei Re, traduzione di Umberto Gandini, ET Saggi, n. 1260, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 88-06-17076-7.
- Alessandro Roccati, L'area tebana, Quaderni di Egittologia, n. 1, Roma, Aracne, 2005, ISBN 88-7999-611-8.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Theban Mapping Project, su thebanmappingproject.com. URL consultato il 23 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).