Two Gallants

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Two Gallants
Paese d'origineStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereIndie folk
Alternative country
Blues rock
Lo-fi
Indie rock
Periodo di attività musicale2002 – in attività (Interruzione dal 2009 al 2012)
StrumentoChitarra, batteria, armonica a bocca
EtichettaATO Records
Album pubblicati5
Studio5
Sito ufficiale

I Two Gallants sono una band indie folk americana formata nel 2002 nella città di San Francisco per mano dei due polistrumentisti Adam Stephens e Tyson Vogel che sono rimasti gli unici due membri del gruppo.

Dal 2004, anno di pubblicazione dell'album d'esordio, il gruppo ha pubblicato 5 album, 2 EP e diversi singoli.

Nascita del gruppo e The Throes (2002-2004)

[modifica | modifica wikitesto]

Adam Stephens e Tyson Vogel nacquero entrambi nel 1981 a San Francisco. I due si conobbero all'età di 5 anni, ma la vera e propria amicizia nacque un anno dopo quando, a causa di un pallone calciato male, i due si trovarono coinvolti in una rissa sul tetto della loro scuola.[1] In seguito a quest'evento, i due crearono una forte e solida amicizia che venne poi consolidata dalla loro comune passione musicale.

Attorno ai 12 anni, ricevettero in regalo dai genitori le loro prime chitarre elettriche con le quali si esercitarono fino a iniziare a riprodurre cover di alcune delle più importanti band heavy metal del momento come, ad esempio, i Guns N' Roses e gli Skid Row. Successivamente i due ragazzi iniziarono a fare pratica nella cantina di Tyson Vogel; attorno ai 18 anni entrarono a far parte di una grunge-band e suonarono al ballo di fine anno della loro scuola.[2][3]

L'anno dopo le strade dei due amici si separarono: Vogel si iscrisse ad una scuola d'arte a Portland, mentre Stephens andò al Bard College nello stato di New York.[4] Non molto tempo dopo, entrambi lasciarono gli studi. Fu proprio in quel periodo, attorno al 2002, che i due decisero di iniziare a suonare assieme fondando una vera e propria band: I Two Gallants. Il nome deriva da una delle storie brevi di Gente di Dublino di James Joyce, storia chiamata, per l'appunto, "I due galanti". La storia affronta temi quali la decadenza e la paralisi sociale e, poiché questi erano temi ricorrenti nelle canzoni dei californiani, sembrò quasi scontato per i due decidere di chiamarsi così.[5]

I piani, inizialmente, prevedevano la presenza di un bassista all'interno della formazione. L'idea venne però scartata in quanto i membri della band non vollero rischiare di minare l'armonia e la complicità che era venuta a crearsi nel corso degli anni e al problema ovviarono collegando la chitarra acustica di Stephens a un amplificatore da basso creando un certo equilibrio tra overdrive e riverbero in grado di amalgamarsi al loro stile.[4][6]

Agli albori della loro carriera, i Two Gallants iniziarono a farsi conoscere lungo la Bay Area, suonando principalmente in piccoli locali e all'interno delle stazioni metropolitane.[7] Dopo due anni di concerti in giro per San Francisco vennero notati dall'etichetta discografica Alive Records con la quale, nel maggio 2004, produssero il loro album d'esordio chiamato The Throes. L'album venne accolto positivamente dalla critica musicale che riuscì a riconoscere al gruppo un'identità tanto da definire i componenti dei veri e propri cantastorie: la maturità dimostrata dai testi delle loro canzoni, infatti, stupì molto i media in relazione alla loro giovane età.[8] Nonostante le duo band fossero all'epoca molto numerose, i Two Gallants riuscirono anche nell'arduo compito di creare un sound originale: il disco, registrato in un tempo record di 9 giorni, si fregia, infatti, di una grande eterogeneità di generi che vanno dal folk al garage rock e palesando diverse sfumature del sound blues e jazz.[9]

All'uscita dell'album seguì una serie di iniziative da parte dei Two Gallants per sponsorizzare e dare visibilità al loro lavoro. Nel giugno 2004 uscì un 7" singolo, I'm Her Man, e nell'inverno successivo i due partirono per un importante tour che, oltre a fare tappa in alcune delle maggiori metropoli americane, permise loro di esibirsi al Reading and Leeds Festival, in Inghilterra[10].

What The Toll Tells e Two Gallants (2005-2007)

[modifica | modifica wikitesto]

Durante il tour invernale per la promozione del loro primo lavoro, i Two Gallants suonarono al SXSW music festival, prestigioso evento che si tiene annualmente nella città di Austin. Al festival vennero notati da Robb Nansel, co-fondatore dell'etichetta Saddle Creek Records, che espresse un forte interesse nel lavorare al loro successivo disco. Poche settimane dopo, la band stava già lavorando al nuovo album assieme alla Saddle Creek trovando, a detta del chitarrista del gruppo, un ambiente più professionale e naturale[2].

Il 21 febbraio 2006 venne pubblicato il loro secondo lavoro, What the Toll Tells. Con molti richiami ad un ambiente folkloristico pre-guerra civile americana, l’album ricevette dalla critica elogi e complimenti. Il disco, dalle sonorità interessanti ed innovative, proseguì la strada già segnata dal primo lavoro del duo mantenendo, come costante, la profondità quasi biblica dei testi di Stephens.[11] Ci furono anche critiche negative come, ad esempio, quelle relative alla controversa traccia Long Summer Days e al complesso argomento del razzismo.[12]

Dall’album vennero estratti tre singoli: Las Cruces Jail, che venne pubblicato tramite un 7” in edizione limitata, Steady Rollin' e The Prodigal Son.

Dopo poche settimane iniziò il tour per la promozione del nuovo lavoro. Nel giro di un anno, la band californiana si esibì per più di 200 volte girando gli Stati Uniti, il Canada e, durante l'estate, l'Europa.[13] Durante un'esibizione al Walter’s on Washington a Houston in Texas, un poliziotto intervenne in seguito ad una denuncia di disturbo della quiete pubblica da parte di un residente vicino al locale. La situazione, fattasi velocemente molto tesa, sfuggì di mano al poliziotto che, dopo aver rotto una chitarra, colpì con un taser tre persone tra le quali Adam Stephens e un quattordicenne. A seguito di quell'incidente vennero poi arrestate 9 persone fra cui Tyson Vogel. Nonostante questo imprevisto, il tour continuò regolarmente anche se i due dovettero tornare diverse volte a Houston per le udienze preliminari, spendendo alcune migliaia di dollari per spese legali.[14]

Durante il tour, tra una tappa e l'altra, i Two Gallants iniziarono a scrivere materiale e a comparire spesso in radio. Il risultato fu la pubblicazione, il 4 giugno 2007, dell'EP The Scenery of Farewell contenente 5 canzoni acustiche che i due californiani avevano suonato spesso durante il loro precedente tour. La critica, in generale, reagì bene al disco lodando le sonorità e la drammaticità dei testi di Stephens.[15][16]

Il 25 settembre 2007 la band pubblicò l'omonimo Two Gallants, il secondo album assieme alla Saddle Creek Records. Per la prima volta alla registrazione dei brani collaborò il produttore Alex Newport cosa che, a detta di Stephens, fu di grande aiuto per le sorti del disco.[17] La critica ebbe reazioni tutto sommato positive nei riguardi del disco. Venne apprezzata molto la maggiore cura a livello sonoro e strumentale e la vera e propria identità che i due musicisti erano riusciti ad esprimere nel corso degli anni.[18]

Il 3 gennaio 2008 i Two Gallants fecero la loro prima apparizione sul piccolo schermo nella trasmissione americana Jimmy Kimmel Live! all'interno della quale suonarono Despite What You’ve Been Told, primo ed unico singolo del disco, e Reflection of the Marionette.[19]

La pausa (2008-2011)

[modifica | modifica wikitesto]

Una volta terminato il tour che vide impegnato il duo sino all'estate del 2008, i Two Gallants decisero di prendersi un anno di pausa per lavorare a progetti solisti e per riposarsi sia fisicamente che mentalmente dal lavoro degli ultimi anni.

Vogel creò un progetto parallelo a cui diede il nome Devotionals.[20] Del gruppo facevano parte Anton Patzner al violino, Lewis Patzner al violoncello, Andrew Maguire al vibrafono e Jeff Blair alla batteria: tutti musicisti conosciuti nel corso degli anni trascorsi nei Two Gallants o per merito del loro produttore Alex Newport.[21] Devotionals era un progetto solista in quanto Vogel, chitarrista del gruppo, scriveva e cantava le proprie canzoni. Nel 2010, assieme all'etichetta discografica Alive Records, venne pubblicato un omonimo album dalle sonorità tipiche del folk degli anni '60 e prettamente strumentale.[22]

Contemporaneamente Stephens lavorò ad alcuni pezzi e, assieme alla Saddle Creek Records, pubblicò il suo album di debutto da solista, We Live on Cliffs.[23] L'album ottenne reazioni miste da parte della critica: alcuni riconobbero la diversità del lavoro rispetto a quanto fatto con i Two Gallants ed esaltarono le qualità di scrittura del cantante. Altre, invece, etichettarono l'album come scialbo e poco originale.[24]

Inizialmente la pausa avrebbe dovuto durare un anno, ma i lavori solisti prima e alcune complicazioni poi ritardarono la riunione. Vogel si trovò all'interno di una dolorosa rottura con la fidanzata storica, mentre Stephens ebbe a che fare con un grave incidente.[25] Durante il tour per il nuovo album, il furgone della band, guidato dallo stesso Stephens, sbandò sulla strada ghiacciata in Wyoming e si ribaltò più volte. Il batterista si fratturò una vertebra e un dito, il tastierista se la cavò con qualche infortunio minore mentre Stephens si ruppe una costola, si lussò la spalla e soffrì alcuni danni muscolari.[26]

The Bloom and the Blight e We Are Undone (2012-presente)

[modifica | modifica wikitesto]

Dopo 5 anni di distacco, nel 2012 i due musicisti decisero di riunire la band e di lavorare a nuovo materiale. Il 16 luglio 2012, sul canale YouTube ufficiale del gruppo venne pubblicato un video che annunciò la prossima pubblicazione del quarto lavoro dei Two Gallants, The Bloom and the Blight.[27]

Il 4 settembre del medesimo anno, in collaborazione con l'ATO Records, venne messo in commercio il nuovo disco. Le ritmiche si fecero molto più aggressive e incalzanti, il suono più pesante e forte dimostrando una maggior propensione del gruppo per uno stile più simile all'hard rock che al folk, nonostante questo fosse rimasto parte integrante del disco come, ad esempio, nel primo singolo estratto dall'album, Broken Eyes.[28]

La critica ebbe reazioni contrastanti. Il cambio di stile venne accolto positivamente ma i testi, che trattavano argomenti come l'amore, la fine di una relazione ed il bisogno di evadere, vennero considerati poco originali in quanto già visti nei lavori precedenti della band.[29]

Dopo un anno di tour per promuovere l'uscita di The Bloom and the Blight, i Two Gallants tornarono a lavorare su un nuovo disco. Per un mese si trasferirono al Panoramic House in nord California, insieme al produttore Karl Derfler, per scrivere e registrare, simultaneamente, le nuove tracce.[30] Questa fu una novità per i Two Gallants abituati a scrivere materiale durante i tour tra una data e l'altra.

Il 19 novembre 2014 venne pubblicato il singolo che avrebbe dato il nome al nuovo album del duo, We Are Undone. L'album, a livello musicale, riprese quanto lasciato con l'album precedente discostandosi, quindi, dal folk e dal blues caratteristici dei primi tre lavori della band in favore di uno stile molto più graffiante e aggressivo come dimostrato dal successivo singolo, Incidental.[31] Ciò venne ancora una volta apprezzato dalla critica che, inoltre, lodò la profondità stilistica dei testi di Stephens in grado di trattare argomenti complessi come quello del consumismo attraverso immagini allegoriche tipiche dei primi lavori.[32]

Nel febbraio 2016 il batterista Tyson Vogel collaborò con il complesso chiamato Burning Curtains del quale facevano parte anche Andrew Kerwin dei Trainwreck Riders, Stephen Oriolo degli Yogurt Brain e Scott Rideout.[33]

Sonorità e influenze musicali

[modifica | modifica wikitesto]

I Two Gallants vengono descritti come una duo band folk/delta blues con alcune sfumature hard rock e alternative-country. Nonostante la stessa passione per la musica folk e rock, il percorso musicale dei due amici fu completamente diverso. Tyson Vogel venne educato dai genitori, entrambi musicisti, all'ascolto di grandi classici del folk rock come Neil Diamond, Harry Chapin e Phil Collins, venendo inoltre influenzato dal grunge dei Nirvana.[21] Adam Stephens, invece, si avvicinò spontaneamente al fingerpicking di Reverendo Gary Davis, a Bob Dylan, ai Pavement, a Blind Willie Johnson e a John Fahey, maturando una vera e propria passione per il blues e per il country. Tali gruppi e musicisti influenzarono notevolmente i primi lavori della band, caratterizzati da un sound energico e molto vicino al cow-punk e all'indie rock.[5][34]

Gli ultimi due lavori, successivi al momentaneo scioglimento del gruppo, portarono una sonorità e delle ritmiche molto più pesanti e aggressive tipiche di alcuni loro ascolti tardo adolescenziali come i Guns N' Roses, i Poison e gli Skid Row, abbandonando il fingerpicking tipico del folk ed abbracciando il power chord caratteristico del metal e di stili musicali più forti e grezzi.[2] Il blues che, all'interno dei loro primi tre album, era una componente fondamentale e dominante, scomparve lasciando posto ad un hard rock molto ruvido e ad un canto molto più aggressivo e graffiante, consentendo facili paragoni con il duo statunitense White Stripes.[35][36]

  • Adam Haworth Stephens - voce, chitarra, armonica a bocca.
  • Tyson Vogel - cori, batteria.
  1. ^ Reyan Ali, Two Gallants Find the Bright Side In Heavy Blues, su ocweekly.com, 24 gennaio 2013. URL consultato l'11 settembre 2016.
  2. ^ a b c (EN) Interview: Two Gallants - Modern Fix, su modernfix.com, 1º marzo 2014. URL consultato l'11 settembre 2016.
  3. ^ Two Gallants, su SXSW Schedule 2012. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2012).
  4. ^ a b From BART to Bimbo's, Two Gallants are the latest punk-folkies to shoot for the stars, su sfgate.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  5. ^ a b (EN) Two Gallants' Adam Stephens on early Bob Dylan, fuzz, and the disappearing underground scene - Oakland Local, su oaklandlocal.com, 3 febbraio 2015. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2016).
  6. ^ Electronic Musician - featuring gear reviews, audio tutorials, loops and samples, In the Studio: Two Gallants, su emusician.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  7. ^ Two Gallants, up from the streets, su sfgate.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  8. ^ Two Gallants: The Throes Album Review | Pitchfork, su pitchfork.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  9. ^ Two Gallants - biografia, recensioni, discografia, foto :: OndaRock, su ondarock.it. URL consultato il 14 settembre 2016.
  10. ^ Punknews.org, Two Gallants sign to Saddle Creek, su punknews.org. URL consultato l'11 settembre 2016.
  11. ^ (EN) NME.COM, Two Gallants: What The Toll Tells | NME.COM, su NME.COM. URL consultato l'11 settembre 2016.
  12. ^ Two Gallants: What the Toll Tells Album Review | Pitchfork, su pitchfork.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  13. ^ New Two Gallants – “Seems Like Home To Me”, su stereogum.com, 8 maggio 2007. URL consultato l'11 settembre 2016.
  14. ^ Cop Hates Two Gallants, su stereogum.com, 15 ottobre 2006. URL consultato l'11 settembre 2016.
  15. ^ (EN) Two Gallants: Despite What You've Been Told, su jambase.com, 29 novembre 2007. URL consultato il 14 settembre 2016.
  16. ^ Two Gallants: The Scenery of Farewell EP Album Review | Pitchfork, su pitchfork.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  17. ^ (EN) Angela Watercutter, Two Gallants: The Underwire Interview, su wired.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  18. ^ Album review: Two Gallants – The Scenery of Farewell, su scenepointblank.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  19. ^ (EN) Two Gallants on Kimmel Tonight, su jambase.com, 3 gennaio 2008. URL consultato l'11 settembre 2016.
  20. ^ Play Riffstation, su play.riffstation.com. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  21. ^ a b Interview with Devotionals: the Drummer of Two Gallants Releases Instrumental Project, su The Deli Magazine | sf.thedelimagazine.com/. URL consultato l'11 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2015).
  22. ^ Tyson Vogel - Devotionals, su Discogs. URL consultato l'11 settembre 2016.
  23. ^ We Live on Cliffs - Adam Stephens | Songs, Reviews, Credits | AllMusic, su AllMusic. URL consultato il 14 settembre 2016.
  24. ^ (EN) Adam Haworth Stephens We Live on Cliffs | Album Review | Slant Magazine, su slantmagazine.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  25. ^ Two Gallants prepare for Australian tour, su au.news.yahoo.com. URL consultato l'11 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2016).
  26. ^ Michael Alan Goldberg, Two Gallants Are Back After A Four Year Hiatus, su villagevoice.com, 28 dicembre 2012. URL consultato l'11 settembre 2016.
  27. ^ twogallantsofficial, su YouTube. URL consultato l'11 settembre 2016.
  28. ^ Recensione TWO GALLANTS - THE BLOOM AND THE BLIGHT : www.groovebox.it, su groovebox.it. URL consultato l'11 settembre 2016.
  29. ^ DIY, su DIY. URL consultato l'11 settembre 2016.
  30. ^ Two Gallants - We Are Undone | SENTIREASCOLTARE, su sentireascoltare.com. URL consultato l'11 settembre 2016.
  31. ^ Recensione: Two Gallants - We Are Undone - storiadellamusica.it, su storiadellamusica.it. URL consultato l'11 settembre 2016.
  32. ^ I Two Gallants tornano con il quinto LP a febbraio [collegamento interrotto], su indie-rock.it. URL consultato l'11 settembre 2016.
  33. ^ Ben Van Houten|February 25, Noise Pop Photos & Review: Debuting a new album, La Sera charms the Rickshaw Stop, su The Bay Bridged - San Francisco Bay Area Indie Music, 25 febbraio 2016. URL consultato l'11 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2021).
  34. ^ Drops of Gold | Post Show Interview: Two Gallants, su dropsofgold.net. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  35. ^ Folk is only part of Two Gallants’ musical mix, su theoaklandpress.com. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2016).
  36. ^ We Are Undone, Two Gallants, review: 'a bleeding intensity', su telegraph.co.uk. URL consultato il 13 settembre 2016.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN168494657 · ISNI (EN0000 0001 1541 962X · LCCN (ENno2006040734 · GND (DE1029745560
  Portale Musica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica