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Triratna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – "Tre Tesori" rimanda qui. Se stai cercando il ruolo nella medicina tradizionale cinese, vedi Tre tesori (medicina tradizionale cinese).
Simbolo del triratna, dallo stupa di Sanchi, I secolo.

Con il termine sanscrito Triratna (Tre Gioielli; pāli tiratana; thai ไตรรัตน์ trairat; singalese තෙරුවන් teruwan; cinese 三寶 sānbăo; giapponese sanbō; vietnamita tam bảo; coreano 삼보 sambo; mongolo ɣurban erdeni; tibetano dkon mchog gsum) nel Buddismo si intendono il Buddha, il Dharma e il Saṃgha, talora indicati anche come Triplice Gemma o Triplice Rifugio o Tre Tesori.

I Tre Gioielli sono gli elementi a cui ricorrono per trovare rifugio i buddisti, che li considerano le principali guide spirituali, ed hanno il seguente significato:

dal Sanscrito e dal Pali: L'Illuminato o Il Risvegliato; (CH) : 佛陀, Fótuó, (JA) : 仏, Butsu, (Tib): sangs-rgyas, (Mong): burqan
può essere riferito alla persona del Buddha (Sakyamuni) o alla sua natura o alla più alta potenziale spiritualità presente in tutti gli esseri umani
Sanscrito: L'Insegnamento; Pali: Dhamma, (CH): 法, , (JA): , (Tib): chos, (Mong): nom
gli Insegnamenti del Buddha
Sanscrito, Pali: La Comunità; (CH): 僧, Sēng, (JA): , (Tib): dge-'dun, (Mong): quvaraɣ
La comunità di quanti hanno ottenuto l'Illuminazione, può anche riferirsi, in senso più ampio, alla comunità di quanti praticano il Buddismo.[1]

Prendere rifugio

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La formula con cui si prende rifugio nei Tre Gioielli viene recitata in gruppo in tutte le feste e cerimonie buddiste, e la sua triplice recitazione individuale, usualmente davanti alla comunità e a dei monaci, viene considerata la formale entrata del recitante nella comunità dei laici e delle laiche buddiste, upāsaka e upāsikā.
In Pāli questa recitazione cantata, nota come Vandana Tisarana viene così scandita:

Prendo rifugio nel Buddha.
Prendo rifugio nel Dharma.
Prendo rifugio nel Sangha

Alla prima recitazione segue una seconda in cui si antepone a ciascuna strofa la parola dutiyampi, "per la seconda volta", e infine una terza in cui si antepone a ciascuna strofa la parola tatiyampi, "per la terza volta".

In Estremo Oriente, parallelamente alla versione in Pāli, vengono anche utilizzate versioni in lingua locale, basate sul testo in cinese classico:

  • 自皈依佛,當願眾生,體解大道,發無上心。
Prendo rifugio nel Buddha, desiderando che tutti gli esseri senzienti comprendano la Grande Via e che vi si dedichino con tutto l'animo.
  • 自皈依法,當願眾生,深入經藏,智慧如海。
Prendo rifugio nel Dharma, desiderando che tutti gli esseri senzienti approfondiscano le Scritture buddiste sì che la loro saggezza sia come il mare.
  • 自皈依僧,當願眾生,統理大眾,一切無礙。
Prendo rifugio nel Sangha, desiderando che tutti gli esseri senzienti siano uniti in armonia, completamente e senza ostruzioni.

In tibetano:

  • སངས་རྒྱས་ཆོས་དང་ཚོགས་ཀྱི་མཆོག་རྣམས་ལ།

Sang-gye cho-dang tsog-kyi cho-nam-la
Prendo rifugio nel Buddha, Dharma e Sangha

  • བྱང་ཆུབ་བར་དུ་བདག་ནི་སྐྱབས་སུ་མཆི།

Jang-chub bar-du dag-ni kyab-su-chi
Finché non abbia ottenuto l'illuminazione.

  • བདག་གིས་སྦྱིན་སོགས་བགྱིྱིས་པའི་བསོད་ནམས་ཀྱིས།

Dag-gi jin-sog gyi-pe so-nam-kyi
Grazie ai meriti che ho accumulato dalla pratica della generosità e dalle altre Pāramitā

  • འགྲྲོ་ལ་ཕན་ཕྱིར་སངས་རྒྱས་འགྲྲུབ་པར་ཤོག །།

Dro-la pan-chir sang-gye drub-par-shog
Possa io ottenere l'Illuminazione, per il beneficio di tutti quanti migrano.

Basi scritturali

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Il Triratna viene trattato nel Discorso dei gioielli (Ratanasutta), "Cūḷavagga" 13, 2.1., del Suttanipāta. Viene citato nel Jātakamālā, nella "Storia della Tigre" e nel Mahaparinibbana Sutta.

Il Triratna, sormontato da una rappresentazione del dharmachakra su una impronta del piede, allegoria del Buddha Śakyamuni. Primo secolo. Gandhara.

La raffigurazione del Triratna con un tridente (sanscrito: trishūla) compare almeno dal II secolo a.C. nei fregi dello stupa di Sanchi e in varie monete diffuse nell'India settentrionale.

Dal primo secolo d.C., compare nelle rappresentazioni aniconiche del Buddha Śakyamuni (il "Trono", l'"Impronta del piede"), spesso sovrapposto a una ruota, il dharmachakra.
Sul portale dello stupa di Sanchi, costruito verso il primo secolo d.C., è rappresentato come nella sottostante fotografia.

Il nodo infinito, Shrivatsa, dentro un triratana sovrasta il Dharmacakra sul portale settentrionale dello stupa di Sanchi.
  1. ^ (EN) Hanh, Thich Nhat, Old Path White Clouds: walking in the footsteps of the Buddha, Parallax Press, 1991, ISBN 0-938077-26-0.

Collegamenti esterni

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