Ibrahim (sura)
Ibrahim | |
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Sūra | 14 |
Āyāt | 52 |
Tipologia | Sure meccane |
Ibrahim (Abramo) è la quattordicesima Sura del Corano, una sura meccana composta da 52 versetti. Questa sura prende il nome dal profeta Abramo, menzionato nel versetto 35, e si concentra su temi di monoteismo, rivelazione divina, gratitudine, e le storie dei profeti per sottolineare l'importanza della fede e dell'obbedienza a Allah.
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Introduzione e Rivelazione Divina
[modifica | modifica wikitesto]Versetti 1-4: La sura inizia con un'affermazione sulla natura del Corano come rivelazione divina destinata a guidare l'umanità dalle tenebre alla luce, con il permesso di Allah. Viene sottolineato che ogni profeta è stato inviato con un linguaggio comprensibile al suo popolo, per rendere chiaro il messaggio divino.
La Missione dei Profeti e le Risposte dei Popoli
[modifica | modifica wikitesto]Versetti 5-14: Questa sezione narra le storie di vari profeti e le risposte dei loro popoli. Si parla di Mosè e della sua missione di liberare i figli di Israele dall'oppressione del Faraone. Viene sottolineata la necessità di ricordare le benedizioni di Allah e di essere grati per la Sua misericordia. I versetti riflettono sulla reazione di incredulità e ostilità dei popoli ai messaggi dei profeti, e sulle conseguenze negative dell'ingratitudine e dell'incredulità.
Monito e Esortazione alla Gratitudine
[modifica | modifica wikitesto]Versetti 15-27: Viene presentata una riflessione sui moniti e le esortazioni alla gratitudine. I miscredenti sono avvertiti delle punizioni divine, mentre i credenti sono esortati a riconoscere le benedizioni di Allah e a essere grati. La sura utilizza l'analogia dell'albero buono, con radici solide e frutti abbondanti, per rappresentare la fede salda, contrapposta all'albero cattivo, privo di stabilità e frutti, che rappresenta l'incredulità.
Preghiera di Abramo
[modifica | modifica wikitesto]Versetti 35-41: Abramo, come figura centrale nella sura, offre una preghiera sincera a Allah. Egli chiede protezione dall'idolatria per sé e per i suoi discendenti, ringrazia Allah per le benedizioni ricevute e prega per la sicurezza e la prosperità dei suoi discendenti nella città sacra (Mecca). La preghiera di Abramo esemplifica la completa sottomissione e gratitudine a Allah, nonché la speranza nella misericordia divina.
Conseguenze della Fede e dell'Incredulità
[modifica | modifica wikitesto]Versetti 42-52: La sura si conclude con un monito sui risultati della fede e dell'incredulità. Viene descritto il Giorno del Giudizio, quando i miscredenti si renderanno conto della verità e subiranno le conseguenze delle loro azioni. Viene sottolineata la giustizia divina, con la promessa che ogni anima sarà ricompensata o punita in base alle proprie opere.
Analisi
[modifica | modifica wikitesto]La Sura Ibrahim è significativa per la sua enfasi sul monoteismo, la gratitudine e la giustizia divina. La storia di Abramo e la sua preghiera servono come modello di fede e sottomissione totale a Allah. La sura invita i credenti a riflettere sulle benedizioni divine e a essere grati, mentre avverte i miscredenti delle conseguenze della loro ingratitudine e incredulità.
La Sura Ibrahim fornisce conforto e guida ai credenti, incoraggiandoli a rimanere saldi nella fede e a riconoscere la misericordia di Allah. Inoltre, la sura sottolinea l'importanza della rivelazione divina come strumento di guida e illuminazione per l'umanità, invitando tutti a seguire il messaggio di Allah per ottenere la salvezza.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Il Corano, traduzione di Hamza Roberto Piccardo, 7ª ed., Newton Compton, 2015, ISBN 9788854174603.
- Il Corano, collana Le Religioni, traduzione di Martino Mario Moreno, La Repubblica, 2005 [1967], ISBN 9788854174603.
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