Ryoji Ikeda

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Ryoji Ikeda
Ikeda durante un'esibizione
NazionalitàGiappone (bandiera) Giappone
GenereGlitch
Sound art
Periodo di attività musicale1995 – in attività
EtichettaStaalplaat, Raster-Noton
Sito ufficiale

Ryoji Ikeda (池田亮司?, Ikeda Ryōji) (Gifu, 1966[1]) è un compositore e artista giapponese.

Viene citato fra i maggiori esponenti della computer music contemporanea[2] e i suoi album +/- (1996), 0 °C (1998), matrix (2000), dataplex (2005) e test pattern (2008) sono considerati pionieristici nell'ambito della musica astratta contemporanea.[1] Viene inoltre ricordato per essere uno dei pochi artisti sonori noti a livello internazionale.[1]

Durante la propria carriera, Ikeda ha realizzato numerose installazioni sonore in tutto il mondo,[1] suonato con il gruppo multimediale Dumb Type,[2][3] e lavorato come professore di incisione alla Musashino Art University di Tokyo.[4] Attualmente vive e lavora a Parigi.[1]

Stile musicale

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Le sue composizioni, generalmente austere ed astratte[5][6] e strettamente correlate al sottogenere della musica glitch, possono essere "collage" astratti di campionamenti oppure il risultato di una modulazione dei parametri sonori applicati a pochissime fonti a volte accompagnate da un ritmo.[2][5][7] Per realizzare la propria musica, Ikeda ha spesso adoperato i suoni provenienti da apparecchiature digitali, quali stridii di connessioni fax, rumori di fonti radio, segnali prodotti da un computer o da codici Morse e altri.[8] Sebbene i suoi brani ricordino a volte il minimalismo sperimentale di La Monte Young e Alvin Lucier,[2][6] alcune delle sue pubblicazioni più recenti risentono l'influenza del dub e della techno minimale.[2]

  • 1995 - 1000 Fragments
  • 1996 - +/-
  • 1998 - Time and Space
  • 1998 - 0°C
  • 1998 - Mort Aux Vaches (Live at VPRO Radio)
  • 1999 - 99 [for 20' to 2000]
  • 2001 - Matrix
  • 2001 - Cyclo. (con Alva Noto)
  • 2002 - Op.
  • 2005 - Dataplex
  • 2008 - Test Pattern
  • 2010 - Dataphonics
  • 2013 - Supercodex
  1. ^ a b c d e ryoji ikeda | biography
  2. ^ a b c d e Ryoji Ikeda Biography AllMusic, su allmusic.com. URL consultato il 5 maggio 2014.
  3. ^ Hannes Leopoldseder, Christine Schöpf, Cyberarts 2000, ORF, 2000, p. 212.
  4. ^ Desmond Rochfort, Lines of Site: Ideas, Forms and Materialities, University of Alberta Press, 1999, p. 5.
  5. ^ a b Christopher J. Washburne, Maiken Derno, Bad Music: The Music We Love to Hate, Routledge, 2004, [1].
  6. ^ a b http://www.scaruffi.com/vol6/ikeda.html
  7. ^ Joanna Demers, Listening through the Noise: The Aesthetics of Experimental Electronic Music, Oxford University Press, 2010, pp. 86-87.
  8. ^ Jane Blocker, Seeing Witness: Visuality and the Ethics of Testimony, University of Minnesota, 2009, p. 77.
  • AA.VV., Millesuoni. Deleuze, Guattari e la musica elettronica, a cura di Roberto Paci Dalò e Emanuele Quinz, Napoli, Cronopio, 2006, ISBN 88-89446-13-7.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN81089843 · ISNI (EN0000 0001 2141 4411 · Europeana agent/base/153302 · LCCN (ENno2005117843 · GND (DE136806481 · BNF (FRcb16206246n (data) · NDL (ENJA00931093