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Roberto Liberi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Roberto Liberi
NascitaL'Aquila, 17 aprile 1901
MorteMar Mediterraneo, 27 luglio 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaArtiglieria
CorpoBersaglieri
GradoTenente colonnello a.a.r.n. in s.p.e.
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
BattaglieIncidente di Ual Ual
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Roberto Liberi (L'Aquila, 17 aprile 1901Mar Mediterraneo, 27 luglio 1941) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Nacque a L'Aquila il 17 aprile 1901.[3] Dopo aver conseguito la laurea in chimica presso l'università di Roma nel 1923, dal 1924 al 1926 prestò servizio militare di leva nel Regio Esercito in forza al 15º Reggimento artiglieria da campagna con il grado di sottotenente di complemento.[1] Nel 1927 si arruolò volontario nella Regia Aeronautica e fu ammesso a frequentare la Scuola di pilotaggio di Ponte San Pietro, conseguendo nell'agosto 1928 il brevetto di pilota militare.[1] Iscritto con il proprio grado nei ruoli della Regia Aeronautica, fu poi posto in congedo nell'aprile del 1929 e, richiamato in servizio attivo nell'ottobre 1930, fu trasferito all'Aviazione della Tripolitania, dove ottenne il passaggio in servizio permanente effettivo per meriti di guerra.[1] Nel settembre 1931 venne trasferito successivamente all'Aviazione della Somalia, dove fu promosso tenente nel novembre 1932.[1] Prese parte alla guerra d'Etiopia al comando di una squadriglia da O.A. (Osservazione Aerea) con il grado di capitano, conseguito nel novembre 1935, partecipando a numerose azioni di ricognizione, mitragliamento e bombardamento, per cui fu decorato con una medaglia d'argento e una di bronzo al valore militare.[1] Nel 1938 si offrì volontario per combattere nella guerra di Spagna, assumendo il comando di una squadriglia da bombardamento e venendo decorato con una terza medaglia d'argento al valor militare e la promozione a maggiore per merito di guerra per aver compiuto oltre cento azioni di guerra.[1] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia si trovava in servizio presso lo Stato maggiore, ma chiese ed ottenne di essere assegnato ad un reparto operativo.[1] Nel febbraio 1941, con la promozione a tenente colonnello, fu assegnato al 10º Stormo Bombardamento Terrestre che, reduce dall'Africa Settentrionale Italiana, si stava ricostituendo all'aeroporto di Viterbo.[1] Assunto il comando del 30º Gruppo e trasferitosi con il reparto in Sicilia, prese parte a 165 azioni, tra cui due bombardamenti diurni ed una ricognizione fotografica su Malta.[1] Il 27 luglio 1941 con il suo bombardiere Savoia-Marchetti S.79 Sparviero non faceva ritorno da una ricognizione effettuata assieme ad un altro velivolo S.79 nei pressi dell'arcipelago maltese.[1] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo da bombardamento, combattente volontario di quattro guerre, sei volte decorato al valor militare, si attribuiva quale privilegio della sua carica, il compito delle più rischiose azioni. Superando le sofferenze fisiche di una scossa salute, si prodigava, sempre primo alla testa dei suoi reparti, dando superbo esempio ai dipendenti. Nel corso di una ricognizione effettuata in prossimità di munita base aeronavale nemica, attaccato da soverchiante caccia, dopo avere eroicamente combattuto scompariva nel cielo della battaglia. Cielo del Mediterraneo, febbraio - luglio 1941.[4]»
— Regio Decreto 8 febbraio 1943.[3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito ed abile pilota, dava indubbia prova della sua capacità e virtù di Comandante in 150 ore di volo su territorio nemico. Portava a termine ardite ricognizioni su Magalò e Neghelli, nonostante viva reazione antiaerea. Il 22 novembre 1935, durante il combattimento di Lamascilindi, noncurante del fuoco di fucileria nemica, che gli colpiva l'apparecchio, persisteva, da bassa quota, a bombardare e mitragliere l'avversario, contribuendo all'occupazione della posizione. Cielo di Magalò, 22 novembre 1935, di Lammascilindi, 22 novembre 1935, dell'Alta Valle del Giuba, ottobre 1935-gennaio 1936
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia da bombardamento già distintosi in precedenti cicli operativi, partecipava, alla testa del suo reparto, a molte altre difficili azioni belliche, superando spesso avversità atmosferiche ed intensi sbarramenti antiaerei. Animato da elevati sentimenti, infondeva nei suoi compagni coraggio ed abnegazione, mettendo ancora in evidenza le sue doti di combattente valoroso e tenace. Cielo di Spagna, giugno-luglio 1938
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo da bombardamento, partecipava alla testa dei suoi reparti, a numerose azioni belliche contro muniti obiettivi navali e terrestri del nemico, duramente contrastate dalla caccia e dalla reazione contraerea, che più volte colpiva il suo velivolo, riuscendo sempre ad assolvere le missioni. Volontario per ogni incarico, riconfermava il brillante passato di combattente valoroso, dando sempre esempio di belle virtù di comandante. Cielo del Mediterraneo, febbraio-luglio 1941
— Regio Decreto 26 maggio 1942.[5]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale pilota di apparecchio Ca., si prodigava sul rovescio di masse avversarie che avevano attaccato in forze una nostra posizione di confine, e mediante bombardamenti e mitragliamenti eseguiti a bassissima quota, contribuiva efficacemente a volgerle in fuga. Ritornava con l'apparecchio colpito. Ualual (Somalia), 5-6 dicembre 1934
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abilissimo ardito pilota comandante di una Squadriglia da ricognizione dimostrava splendide doti di coraggio e di valore, partecipando a numerose azioni di guerra, mitragliando e bombardando efficacemente a bassa quota il nemico. Tornava con l'apparecchio ripetutamente colpito. Il giorno 15 aprile 1936, malgrado le proibitive condizioni atmosferiche. Eseguiva un collegamento con la Divisione “Libia”, portandosi a bassissima quota per individuare e indicare col mitragliamento le posizioni nemiche riuscendo nel proprio intento, malgrado la violenta reazione aerea nemica, che colpiva ventisette volte il velivolo. Fulgido esempio di ardimento, tenacia, spirito di sacrificio, cielo di Gianagobo e Dagamedò, 21 gennaio 1936-24 aprile 1936.»


  1. ^ a b c d e f g h i j k Combattenti Liberazione.
  2. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 710.
  3. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 200.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Liberi, Roberto, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 24ª, pag.1148 registrato alla Corte dei conti addì 25 agosto 1942, registro n.5 Aeronautica, foglio n.202
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 710.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Liberi, Roberto, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.