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Piero Ferrari

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Piero Ferrari nel 2012

Piero Ferrari, nato Piero Lardi e già Piero Lardi Ferrari (Castelvetro di Modena, 22 maggio 1945), è un imprenditore, dirigente d'azienda e dirigente sportivo italiano.

Piero Ferrari, a destra, in compagnia del padre Enzo

Nato dalla relazione extraconiugale di Enzo Ferrari, fondatore dell'omonima casa automobilistica, con Lina Lardi (1911-2006), e fratellastro da parte del padre di Dino Ferrari, morto all'età di 24 anni a causa della distrofia di Duchenne, viene registrato all'anagrafe con il solo cognome della madre, in quanto le leggi vigenti all'epoca vietano agli uomini sposati di assegnare il loro cognome ai figli nati al di fuori del matrimonio. Dopo l'entrata in vigore del nuovo diritto di famiglia, nel 1975, Piero viene riconosciuto ufficialmente dal padre, ma anziché adottare il solo cognome paterno lo affianca a quello materno.[1] Nel febbraio 1990, Piero e sua figlia Antonella presentano istanza al presidente della Repubblica Francesco Cossiga per poter abbandonare il cognome Lardi ed utilizzare solo Ferrari. La richiesta[2], preventivamente approvata dal ministro di grazia e giustizia Giuliano Vassalli, viene accolta ed il provvedimento diventa operativo con la pubblicazione del D.P.R. 5 dicembre 1990.[3]

Fin da piccolo si appassiona e viene iniziato alla meccanica, anche se, al contrario di quanto sembrerebbe normale nel suo caso, non nelle officine di proprietà del padre a Maranello, ma nella bottega del riparatore di biciclette vicino di casa, con l'aiuto del quale riesce a costruirsi, da ragazzino, un velocipede.[4] Durante quegli anni è molto legato alla nonna paterna Adalgisa Bisbini (1872-1965).

Diplomatosi perito industriale con specializzazione in meccanica nel 1964, presso l'Istituto tecnico industriale Fermo Corni di Modena, l'anno successivo Piero entra nell'azienda paterna ed il 13 settembre 1969 viene eletto nel consiglio di amministrazione della Ferrari.[5] Nello stesso anno riceve dal padre il 10% del pacchetto azionario di Ferrari. Il primo incarico aziendale assegnatogli fu quello di catalogare, descrivere e archiviare tutti i componenti d'automobile risultati inappropriati, inefficaci o difettati, offrendo così a Piero la possibilità di avere un'ampia panoramica delle precedenti esperienze che gli consentirà, nel 1980, di assumere l'incarico di direttore esecutivo della gestione sportiva, con forti responsabilità nella produzione, nella gestione dei contratti, nella programmazione di nuovi progetti, nell'organizzazione del personale e nella supervisione dei regolamenti sportivi.

Nel 1988, in seguito ad alcune divergenze di vedute lascia la gestione sportiva e viene nominato vicepresidente della Ferrari, al fianco dell'allora presidente Vittorio Ghidella.[6] Poche settimane dopo Enzo Ferrari muore, nominando il figlio suo erede universale. Piero assume così la proprietà del circuito di Fiorano[7] e i beni di famiglia, tra cui la vecchia residenza del padre a Modena dove vive. Nel 1989 diventa presidente onorario del Centro Dino Ferrari, un centro di ricerca per le malattie neurodegenerative e muscolari dell'Università di Milano, situato nell'Istituto di Neurologia Clinica del Policlinico Universitario di Milano. Il centro, fondato nel 1981 dal Prof. Guglielmo Scarlato e dal padre Enzo, è intitolato al già citato Dino Ferrari, fratellastro di Piero prematuramente scomparso[8].

Nel 1998 fonda a Modena la High Performance Engineering, un'azienda di progettazione ingegneristica volta a studiare soluzioni tecniche avanzate nei settori motociclistico e automobilistico, particolarmente nella progettazione, calcolo e produzione di componenti per motori ad alte prestazioni[9] e nello stesso anno inizia a dedicarsi al risanamento dell'azienda aeronautica Piaggio Aero Industries[10] reggendone la presidenza dal 1998 al 2014.[11] Per queste sue attività ha ricevute la laurea honoris causa in ingegneria aerospaziale dall'Università degli Studi di Napoli Federico II nel 2004, e la laurea honoris causa in ingegneria industriale meccanica dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia nel 2005. Dal 1998 al 2001 è stato presidente della Commissione Sportiva Automobilistica Italiana.[12] Nel 2022 la rivista Forbes valuta il suo patrimonio personale a 4,6 miliardi di euro, e lo colloca all'ottavo posto come persona più ricca d'Italia.[13]

Piero Ferrari è stato sposato con Floriana Nalin, da cui ha avuto la figlia Antonella, che lo ha reso nonno di due nipoti, Enzo e Piero.[14] Hanno divorziato nel 2019. Nel luglio 2021 a Capri ha sposato Romina Gingașu, ingegnere e dirigente aziendale in campo aeronautico.[15]

  1. ^ Piero Lardi si chiamerà Piero Ferrari, La Stampa, 2 marzo 1990, pag. 19
  2. ^ Gazzetta Ufficiale n.46/1990
  3. ^ Decreto del Presidente della Repubblica del 5 dicembre 1990, registrato alla Corte dei Conti il 30 gennaio 1991, Reg. n. 9 Fog n. 189.
  4. ^ Biografia Corni
  5. ^ La Ferrari nomina il nuovo consiglio, La Stampa, 14 settembre 1969, pag. 15.
  6. ^ Carlo Marincovich, Ferrari sceglie i poveri, in La Repubblica, 7 giugno 1988. URL consultato l'11 novembre 2014.
  7. ^ L'eredita' di Ferrari 'I miei beni a Piero', in La Repubblica, 7 settembre 1988. URL consultato l'11 novembre 2014.
  8. ^ (EN) Centro Dino Ferrari, su Centro Dino Ferrari. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  9. ^ www.confindustriamodena.it (PDF), su confindustriamodena.it. URL consultato il 10 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2014).
  10. ^ Pure Ferrari esce da Confindustria - PRIMO PIANO - Italiaoggi
  11. ^ piaggioaerospace.it
  12. ^ La storia di Piero Ferrari, su Ordine dei Periti Industriali della Provincia di Modena. URL consultato il 18 settembre 2023.
  13. ^ Piero Ferrari, su forbes.com. URL consultato il 15 novembre 2022.
  14. ^ Le donne di casa Ferrari, su www.profilodonna.com. URL consultato il 18 settembre 2023.
  15. ^ Piero Ferrari, matrimonio a Capri e festa sotto la luna (con Al Bano) alla Canzone del Mare, su www.ilmattino.it, 25 luglio 2021. URL consultato il 18 settembre 2023.
  16. ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=271713
  17. ^ [1].

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Controllo di autoritàVIAF (EN90388693 · ISNI (EN0000 0000 7882 0413 · SBN UBOV970043 · LCCN (ENn2008037033 · GND (DE13360876X