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Papa Stefano (eletto)

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Stefano (II)
Elezione22 marzo 752
 
NascitaRoma, ?
Ordinazione sacerdotaleprima del 745
Creazione a cardinale745 da papa Zaccaria
MorteRoma, 26 marzo 752
SepolturaBasilica di San Pietro in Vaticano?

Stefano (II) (Roma, ... – Roma, 26 marzo 752) è stato un cardinale e presbitero italiano, eletto papa il 22 marzo del 752 come successore di papa Zaccaria e morto quattro giorni dopo l'elezione, prima di essere consacrato vescovo.

Pur essendo stato eletto legittimamente, non è considerato ufficialmente papa a causa della sua mancata consacrazione: per questo la numerazione dei suoi successori riprende talvolta con lo stesso nome e numero.[1]

Presbitero romano, Stefano fu uno dei 22 cardinali creati da papa Zaccaria: nel 745 fu creato cardinale presbitero con il Titulus della chiesa di San Crisogono[2].

Fu eletto papa all'unanimità la notte del 22 marzo 752 (pochi giorni dopo la morte di Zaccaria o la notte stessa).[3] Insediato nel palazzo del Laterano, poté prendere immediatamente possesso della cattedra di San Pietro poiché non si attendeva il consenso di alcun sovrano, ma solo la consacrazione.[4] Eletto il 22, il 23 però cominciò a stare male. Due giorni dopo (25 marzo), mentre era a letto a causa della sua indisposizione, proprio mentre stava dando ordini ai suoi familiari su come sbrigare alcune faccende domestiche, all'improvviso perse l'uso della parola ed ebbe un ictus. Il giorno seguente (26 marzo) morì, prima d'esser consacrato vescovo e incoronato papa.

Essendo morto appena quattro giorni dopo l'elezione al pontificato, Stefano non ha lasciato importanti ricordi di sé; il suo pontificato, tra l'altro non ancora iniziato, di soli quattro giorni, è di sicuro il più breve della storia.

Fonti su Stefano (II)

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Il Liber Pontificalis menziona Stefano brevemente e non lo considera pontefice, non lo vede come successore di Zaccaria e predecessore di Stefano II; allo stesso modo si comportano tutte le fonti coeve.

Alcuni compilatori dell'elenco papale ancora oggi non lo contano come tale escludendolo dal conteggio dei papi di nome Stefano, dato che allora il pontificato iniziava con la consacrazione e non con l'elezione: era la consacrazione, non l'elezione, che faceva il papa. Poteva essere eletto anche un laico, che però subito dopo l'elezione doveva essere consacrato vescovo, e Stefano non era ancora cardinale vescovo, ma cardinale presbitero: in fin dei conti, un semplice presbitero con un Titulus, ovvero un titolo cardinalizio.

All'epoca, infatti, per divenire papa, bisognava avere due requisiti fondamentali:

  1. Essere vescovo, o prima dell'elezione formale o subito dopo di essa;
  2. Ricevere la consacrazione e l'incoronazione nella cerimonia di rito.[5]

Stefano, morendo dopo soli quattro giorni, non soddisfece nessuno dei due requisiti fondamentali, non venendo quindi considerato papa effettivo.[6]

La controversa numerazione dei papi di nome Stefano

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Dal XVI secolo Stefano (II) fu incluso nell'Annuario Pontificio, per essere escluso di nuovo dal 1961. Gli storici moderni tendono a includerlo, mentre la Chiesa mantiene l'orientamento di non considerarlo tra i papi. Talvolta i successori omonimi sono indicati con una doppia numerazione: ad esempio l'immediato successore può essere indicato come Stefano II (III), com'è oggi nell'Annuario Pontificio che, con la doppia numerazione, non esclude la possibilità di riconsiderare un giorno Stefano II come pontefice, tant'è che - vi si trova scritto - nell'anno 752 furono eletti due papi Stefano II.

Dal 1996, con la costituzione Universi Dominici Gregis promulgata da papa Giovanni Paolo II, vi sono stati aggiornamenti sul regime da tenere durante la vacanza della sede apostolica e l'elezione del romano pontefice. Da quella data Stefano eletto, per il diritto canonico, non può essere ritenuto papa, perché se il papa neoeletto è privo del carattere episcopale, solo dal momento in cui viene ordinato vescovo (cosa che deve accadere subito dopo l'elezione) diventa, per opera dello Spirito Santo, vero papa a tutti gli effetti, coerentemente con il concetto per cui il papa è tale perché è il vescovo di Roma e non il contrario (Universi Dominici Gregis, parte seconda, capitolo VII, paragrafi 88-90).

Nella basilica di San Pietro in Vaticano v'è una tavola di pietra che reca incisi i nomi e la data di morte di tutti i papi ivi sepolti, da Pietro apostolo (67 o 64) a Benedetto XVI (2022); tutti i papi di nome Stefano ivi sepolti, da Stefano II (III) (752-757) a Stefano VIII (IX) (939-942) hanno la numerazione con aggiunta un'unità in più, come a lasciare aperta la possibilità che Stefano eletto (752) sia tra i pontefici.

La numerazione dei papi di nome Stefano con un'unità in più tra parentesi è presente in quasi tutti gli elenchi papali esistenti oggi, anche quelli che escludono Stefano eletto, a testimoniare che esiste tuttora un margine di dubbio sulla legittimità o no di questo pontefice.

La numerazione dei papi iniziò a partire dal X secolo (forse con Giovanni XII); tutti i papi precedenti (e perciò pure i primi nove Stefano) furono numerati a posteriori. L'unico Stefano che diede a sé stesso il numero fu Stefano IX (X) (1057-1058), l'abate tedesco Frederic de Lorraine che, per tutto il suo breve pontificato, si chiamò e si fece chiamare sempre Stefano IX e firmò tutti i suoi documenti con Stephanus Nonus Papa.

  1. ^ Annuario Pontificio ed. 2006, p. 11: "Alla morte di Zaccaria fu eletto il presbitero romano Stefano; ma, essendo morto quattro giorni dopo, e prima della sua consecratio, che secondo il diritto canonico del tempo era il vero inizio del pontificato, il suo nome non si trova registrato nel Liber Pontificalis né in altri cataloghi dei Papi."
  2. ^ Chacón-Oldoini, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S. R. E. Cardinalium, I, col. 520.
  3. ^ Le fonti sono discordi sulla data di morte di Zaccaria, alcune dicono il 4 marzo, altre il 15, altre il 20, altre il 22.
  4. ^ Dal 731 l'elezione del pontefice non era più sottoposta all'approvazione imperiale.
  5. ^ Nel moderno diritto canonico, l'incoronazione (trasformata da Giovanni Paolo I in cerimonia di inizio pontificato) è solo una formalità. Invece, all'epoca, un papa acquisiva la pienezza dei suoi poteri solamente dopo la consacrazione e, in taluni momenti storici, era necessario anche il benestare dell'imperatore.
  6. ^ Nel 1057, il tedesco Frederic de Lorrain (anche lui, come Stefano, cardinale di San Crisogono) prese il nome pontificale di Stephanus Papa Nonus anziché Stephanus Papa Decimus, e nessuno dei contemporanei giudicò errato ciò, essendo nota la storia di Stefano eletto.
  • Liber Pontificalis.
  • Alceste Santini, Dizionario dei Papi e del Papato, Roma, ElleU Multimedia, 2000, p. 113.

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