Paolo Zerbino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Paolo Zerbino

Ministro dell'Interno della Repubblica Sociale Italiana
Durata mandato21 febbraio 1945 –
25 aprile 1945
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreGuido Buffarini Guidi
Successorenessuno
CoalizioneGoverno Mussolini della RSI

Dati generali
Partito politicoPartito Fascista Repubblicano
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Pisa
Professioneavvocato

Paolo Zerbino (Carpeneto, 21 giugno 1905Dongo, 28 aprile 1945) è stato un politico e prefetto italiano. Fu ministro dell'Interno della Repubblica sociale italiana.

Aderì giovanissimo al movimento fascista, quindi si laureò in giurisprudenza all'Università di Pisa. Terminati gli studi, si trasferì in Tripolitania dove si occupò della gestione di diverse aziende[1].

Federale a Vercelli e Alessandria

[modifica | modifica wikitesto]
Zerbino il 19 marzo 1939 riceve dal suo vice Antonio Bodo la qualifica di squadrista e Sciarpa Littorio

Ricoprì gli incarichi di segretario federale sia a Vercelli dal 28 novembre 1935 al 27 febbraio 1940[2], sia ad Alessandria dal 28 febbraio successivo al 14 giugno 1941[3].

Nel 1941 fu nominato prefetto della nuova provincia di Spalato.

Repubblica Sociale Italiana

[modifica | modifica wikitesto]
Zerbino durante la RSI

Nel settembre del 1943 aderisce al Partito Fascista Repubblicano di cui è commissario speciale presso la Federazione di Roma. Il 30 settembre Zerbino è nominato capo della Provincia di Torino[4] e assume ufficialmente l'incarico il 21 ottobre[5] 1943. Il 7 maggio 1944 diventa sottosegretario agli Interni della Repubblica sociale italiana. Il 21 settembre 1944 è inoltre nominato commissario straordinario per il Piemonte. Lascia l'incarico di sottosegretario il 21 febbraio 1945, quando assume la carica di Ministro dell'Interno al posto di Guido Buffarini Guidi. Nell'aprile del 1945 i partigiani lo presero prigioniero a Dongo e, insieme ad altri membri del governo della Repubblica Sociale Italiana, fu fucilato il 28 aprile 1945.

  1. ^ Copia archiviata, su comune.carpeneto.al.it. URL consultato il 9 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  2. ^ http://spazioinwind.libero.it/littorio/pnf/vc-i.htm
  3. ^ http://spazioinwind.libero.it/littorio/pnf/al-i.htm
  4. ^ Michele Tosca, vol I, p. 40.
  5. ^ Michele Tosca, vol I, p. 51.
  • Michele Tosca, "I ribelli siamo noi, diario di Torino nella Repubblica Sociale Italiana. La crudele cronaca di una guerra civile 1943-1944", Volume I, Roberto Chiaramonte,

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]