Palazzo Giugni
Palazzo Giugni | |
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Facciata di Palazzo Giugni | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | via degli Alfani 48 |
Coordinate | 43°46′30.72″N 11°15′40.68″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1570 - 1577 |
Realizzazione | |
Architetto | Bartolomeo Ammannati |
Committente | Simone da Firenzuola |
Il palazzo Giugni Fraschetti o Da Firenzuola si trova in via degli Alfani 48 a Firenze.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel luogo in cui fu costruito, esisteva anticamente un convento di monache terziarie Camaldolesi, dedicato a Santa Margherita, detto di Santa Margherita delle Romite di Cafaggiolo.
Il palazzo attuale fu disegnato e costruito, per conto del ricco banchiere Simone da Firenzuola, da Bartolommeo Ammannati, nell'ambito di un cantiere aperto attorno al 1570 e chiuso nel 1577 circa.
Fu ereditato dai Giugni, marchesi di Camporsevoli, nel 1640. Il senatore Niccolò Giugni, maritato a Cassandra Bandini, ebbe in dono da uno zio di sua moglie, il cardinale Ottavio Bandini, una splendida collezione di statue antiche, che andarono ad abbellire il pregevole cortile dell'Ammannati. Nel 1691, in occasione del matrimonio tra Niccolò Giugni e Luisa Giraldi, la proprietà immobiliare fu ampliata con l'aggiunta di due ali laterali e di una grotta e arricchita, al piano nobile, da una galleria.
La famiglia mantenne la dimora fino al 1830 (legando il proprio nome al palazzo a discapito degli originari fondatori), quando questa passò ai Della Porta: essi, tra il 1869 e il 1871, commissionarono un restauro all'architetto Emilio De Fabris, colui che aveva da poco vinto il concorso per la realizzazione della nuova facciata di Santa Maria del Fiore. Fu in questo periodo che la residenza fu affittata al pittore e scrittore inglese Walter Savage Landor, che qui visse con la famiglia tra il 1828 e il 1839. Pervenne infine ai Fraschetti nel 1800, che lo posseggono tutt'oggi.
Più recentemente, nei primi anni settanta del Novecento, è stato restaurato su progetto dell'architetto Lando Bartoli.
Nel palazzo hanno sede il Circolo Internazionale femminile Lyceum, un'associazione culturale nata nel 1908 che originariamente aveva soci solo donne, ed altri enti.
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Nel suo insieme l'edificio è da considerarsi "il più notevole esempio di architettura civile dell'Ammannati e tipico dell'architettura fiorentina" (Fossi), in altri termini una "fra le sue architetture più belle ed equilibrate nella fusione fra le parti costruttive con quelle ornamentali" (Firenze 1974). Lo stesso Federico Fantozzi così annotava nella sua guida del 1842: "Bella, semplice e regolare ne è la facciata, ma soprattutto è bellissimo il portone dorico che sostiene un elegante terrazzino con ringhiera di bronzo... Anco il cortile è vago, originale, grazioso".
In effetti il portone occupa un posto di assoluto rilievo nell'economia del prospetto, così come in generale il piano terreno rispetto ai piani superiori, presumibilmente enfatizzato in ragione del limitato spazio offerto dalla via, che non consente una visione a distanza della facciata nel suo insieme. Pienamente godibile, invece, è appunto il portale con bugnato e arco a tutto sesto, dove l'elemento della pietra rustica che lo incornicia è chiamato a confrontarsi con una raffinatissima trabeazione dorica (liberamente interpretata e decisamente prossima a quelle impiegate nelle porte aperte sul cortile ammannatesco di palazzo Pitti) sorretta da esili e bizzarre mensole che si risolvono in volute e discendono verso terra. Ai lati sono due brevi sedute da via, con un basamento decorato dallo stesso motivo nastriforme che incornicia la porta. Sempre al piano terreno sono le tipiche finestre inginocchiate a timpano. Il bugnato d'angolo incornicia l'insieme, con le fasce orizzontali dei marcapiano, le due file di cinque finestre a cornice piana ai piani superiori.
Lo stemma della facciata con l'arme dei da Firenzuola (d'oro, alla pantera al naturale, cinta di rosso, tenente con la branca destra una falce d'argento) è una copia eseguita dall'Opificio delle Pietre Dure nel 1950; l'originale, restaurato, si trova sotto il loggiato.
Il palazzo ha un bel cortile, porticato su quattro lati con archi a tutto sesto poggianti su colonne con capitelli dorici; la particolarità degli ambienti interni che riempiono gli angoli del cortile, disegnando un sorta di croce greca, è risolta con pilastri angolari parzialmente incassati nella parete. Al primo piano vi si affacciano le finestre e due loggette prospicienti (sui lati est e ovest) con colonne ioniche; l'insieme è reso più aggraziato dalle lesene in pietra serena che corrono verticalmente fino al secondo piano.
Oltre il cortile è, sul retro, un giardino caratterizzato sul muro di fondo dalla manieristica fontana del Gigante travolto dai massi (o Caduta di Titano), attribuita allo scultore Lorenzo Migliorini, del 1690 circa e sempre legata al cantiere tardo seicentesco.
Il fronte sul retro si apra all'ultimo piano con una loggia, il che conferisce al prospetto un carattere quasi di villa.
All'interno molti ambienti sono decorati da affreschi sei e settecenteschi, tra i quali spicca la galleria al piano nobile. Questa conserva ancora oggi il suo originale allestimento, attribuito per la parte architettonica a Massimiliano Soldani Benzi, con stucchi di Giovanni Martino Portogalli e volta affrescata da Alessandro Gherardini con un complesso tema allegorico che include una esaltazione del mecenatismo mediceo, in ragione della carica di Guardaroba Maggiore del Granduca ricoperta dai marchesi Giugni. Vi sono ancora appesi quadri di vari autori, tra i quali si trovano vedute di Firenze, nature morte e ritratti dei granduchi e delle granduchesse di Toscana.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ferdinando Ruggieri, Studio d’architettura civile sopra gli ornamenti di porte, e finestre, colle misure, piante, modini, e profili, tratte da alcune fabbriche insigni di Firenze erette col disegno de’ più celebri architetti, 3 voll., Firenze, nella Stamperia Reale presso Gio. Gaetano Tartini e Santi Franchi, 1722-1728, II, 1724, tavv. 51-60;
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 383–384;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 177, n. 422;
- Filippo Baldinucci, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, con nuove annotazioni e supplementi per cura di Ferdinando Ranalli, 5 voll., Firenze, V. Batelli e Compagni, 1845-1847, II, 1846, p. 358;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, p. 364;
- Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, p. 33;
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 249;
- Janet Ross, Florentine Palace and their stories, with many illustrations by Adelaide Marchi, London, Dent, 1905, p. 115;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 324;
- Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 216, n. LVIII;
- Gino Chierici, 00Il palazzo italiano dal secolo XI al secolo XIX00, 3 voll., Milano, Antonio Vallardi, 1952-1957, II, 1954, p. 279;
- Il palazzo Giugni, in Mazzino Fossi, Bartolomeo Ammannati architetto, Cava dei Tirreni, Morano, 1967, pp. 93–98;
- Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 324;
- Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 211;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 46;
- Guida ai giardini urbani di Firenze, a cura di Vincenzo Cazzato e Massimo De Vico Fallani, Firenze, Regione Toscana, s.d. ma 1981, pp. 38–39;
- Firenze. Guida di Architettura, a cura del Comune di Firenze e della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, coordinamento editoriale di Domenico Cardini, progetto editoriale e fotografie di Lorenzo Cappellini, Torino, Umberto Allemandi & C., 1992, Rosamaria Martellacci, p. 130, n. 94;
- Guido Zucconi, Firenze. Guida all’architettura, con un saggio di Pietro Ruschi, Verona, Arsenale Editrice, 1995, p. 92, n. 130;
- Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995.
- Mariella Zoppi e Cristina Donati, Guida ai chiostri e cortili di Firenze, bilingue, Alinea Editrice, Firenze 1997.
- Giovanni Straffi, La grotta all'interno di palazzo Giugni, in Sandra Carlini, Elena Marazzi, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le grotte. Luoghi di delizie tra natura e artificio a Firenze e nel suo territorio, Firenze, Alinea, 2002, pp. 24–29;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, pp. 22–23;
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 330;
- Marco Calafati, Bartolomeo Ammannati e la 'fabricha di Messer Simone Firenzuola': committenza e cantiere di palazzo Giugni a Firenze, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", L, 2006 (2007), pp. 93-158;
- Marco Calafati, Il palazzo e la collezione Giugni a Firenze tra Sei e Settecento, con l'aggiunta di un inedito inventario del 1775, in "Studi di Storia dell'Arte", 2007, 18, pp. 183-208;
- Atlante del Barocco in Italia. Toscana / 1. Firenze e il Granducato. Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, a cura di Mario Bevilacqua e Giuseppina Carla Romby, Roma, De Luca Editori d’Arte, 2007, Francesca Parrini, p. 415, n. 105;
- Marco Calafati, Bartolomeo Ammannati. I palazzi Grifoni e Giugni. La nuova architettura dei palazzi fiorentini del secondo Cinquecento, Firenze, Olschki, 2011;
- Marco Calafati, Palazzo Giugni. Bartolomeo Ammannati, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, pp. 227–228.
- Claudio Paolini, A Sentimental Journey. Inglesi e Americani a Firenze tra Ottocento e Novecento: i luoghi, le case, gli alberghi, Firenze, Polistampa, 2013, pp. 79–80.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, scheda nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).