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Nippon Kaigi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Nippon Kaigi
(JA) 日本会議
PresidenteTadae Takubo
SegretarioYuzo Kabashima
StatoGiappone (bandiera) Giappone
SedeTokyo
Fondazione30 maggio 1997
IdeologiaUltranazionalismo
Nazionalismo giapponese
Nazionalismo religioso
Negazionismo
Militarismo
Monarchismo
Nativismo
Conservatorismo
CollocazioneEstrema destra
Iscritti40 000 (2020)
ColoriNero e Cocciniglia
Sito webwww.nipponkaigi.org/

Il Nippon Kaigi (日本会議?), in italiano Conferenza del Giappone, è la principale organizzazione non governativa e movimento politico-religioso dell'estrema destra in Giappone.[1] Nasce nel 1997 e al 2020 conta circa 40 000 affiliati, presenti in tutte le 47 prefetture del Paese.[2]

Il movimento nacque dalla fusione di due precedenti organizzazioni reazionarie: Nihon o mamoru kokumin kaigi (日本を守る国民会議? lett. "Assemblea nazionale per la protezione del Giappone") fondata nel 1981 e Nihon o mamoru kai (日本を守る会? lett. "Società per la preservazione del Giappone") fondata nel 1974, la quale comprendeva tra le sue file anche fazioni favorevoli allo shintoismo di Stato, oltre che gruppi fedeli alle shinshūkyō, i nuovi movimenti religiosi giapponesi. [3] L'organizzazione ha riscosso un rapido successo nello stabilire forti legami con l'establishment, influenzandola nell'approvare leggi coerenti con gli ideali del movimento. Nel 1999, la Dieta del Giappone ha difatti riconosciuto formalmente il Kimi ga yo come inno nazionale ufficiale del Giappone e la Hinomaru come bandiera di Stato giapponese.

Nel 2014 il Nippon Kaigi ha creato un'associazione civile con l'intento di modificare la costituzione giapponese, promuovendo a tal proposito un referendum nazionale che si sarebbe dovuto tenere durante il governo conservatore di Shinzo Abe, leader del Partito Liberal Democratico, anch'egli membro del movimento, come i suoi successori: Yoshihide Suga e l'attuale primo ministro del Giappone, Fumio Kishida.[4] Infatti benché non sia molto citato dai principali media del Paese, il Nippon Kaigi continua a essere un'organizzazione estremamente influente, tantoché circa un terzo dei membri della Dieta vi aderisce.[5]

Il Nippon Kaigi si ispira agli ideali politici che animavano il vecchio Impero nipponico, prefiggendosi lo scopo di riformare l'odierna Costituzione del Giappone, in special modo abolendo l'articolo 9. Quest'ultimo fu imposto dagli Alleati dopo la sconfitta della nazione asiatica nella Seconda guerra mondiale e vieta infatti al paese nipponico di possedere un vero e proprio esercito, il quale è sostituito dalle Jieitai, forze armate a carattere prettamente difensivo. Inoltre il Nippon Kaigi è contrario al riconoscimento della Dichiarazione della natura umana dell'imperatore, mentre risulta di conseguenza favorevole per quanto riguarda il ritorno al potere dell'Imperatore del Giappone, il quale sebbene mantenga il proprio ruolo di capo di Stato, è rilegato a una funzione esclusivamente cerimoniale.

L'associazione è oltretutto ostile al progressismo e si impegna nell'intralciare i movimenti a sostegno del femminismo e della comunità LGBT, dichiarando che il diffondersi della cultura LGBT in Giappone sia un pericolo per l'ordine sociale della nazione.[6]

Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti LGBT in Giappone.

Nel suo programma politico ufficiale il Nippon Kaigi ha espresso sei punti principali:[7]

  1. Una meravigliosa sovranità nazionale per il futuro del Giappone. La promozione di un senso di unità e di sviluppo sociale basata intorno alla Famiglia imperiale del Giappone, sull’identità nazionale e su tradizioni e valori condivisi.
  2. Una nuova Costituzione aggiornata ai tempi. La restaurazione del diritto di autodifesa, correggere lo squilibrio tra diritti e obblighi con il rafforzamento del ruolo della famiglia e allentando la separazione tra religione shintoista e lo Stato.
  3. Una politica che difenda l’istituzione statale e la vita delle persone. Affrontare la perdita di interesse pubblico per la politica e il governo, assumendo una posizione più aggressiva nella gestione dei dibattiti storici e nella gestione delle crisi.
  4. Creare un’educazione che promuova un senso di identità giapponese. Affrontare i vari problemi che sorgono nel sistema educativo giapponese e istituire il rispetto per la bandiera e l'inno nazionale nazionale, nonché per la storia del Giappone e la cultura giapponese.
  5. Contribuire alla pace nel mondo rafforzando la sicurezza nazionale. Rafforzare il potere difensivo giapponese per controbilanciare Cina, Corea del Nord, Russia e altre potenze ostili. Ricordare i caduti in guerra del Giappone, omaggiandoli presso il Santuario Yasukuni.
  6. Amicizia con il mondo legata a uno spirito di convivenza e di prosperità reciproca. Costruire relazioni amichevoli con l’estero attraverso programmi di scambio sociale e culturale.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN152897904 · LCCN (ENnr2001000085 · GND (DE16151905-2 · NDL (ENJA00826181