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Museo civico del Risorgimento (Modena)

Coordinate: 44°38′51.04″N 10°55′13.37″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Museo civico del Risorgimento
Il museo nel 1926
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàModena
IndirizzoViale Vittorio Veneto 5
Coordinate44°38′51.04″N 10°55′13.37″E
Caratteristiche
Tipostorico-militare
Periodo storico collezionidall'epoca napoleonica e alla prima guerra mondiale
Istituzione14 marzo 1894
Apertura14 marzo 1894
Chiusura1990
Sito web

Il Museo civico del Risorgimento è stata una realtà museale autonoma allestita al piano terra del Palazzo dei Musei a Modena dal 1924 al 1990, anno in cui è stato chiuso al pubblico. Le sue raccolte sono confluite in quelle del Museo Civico, che le ha riordinate e catalogate, pubblicandone il catalogo a stampa[1] e rendendole disponibili sul Portale della Regione Emilia-Romagna[2] e attraverso il proprio sito web[3].

Il salone del museo nel 1937

Costituitosi a partire dal 1884, quando fu organizzata nell’ambito dell’Esposizione Nazionale di Torino la mostra del Risorgimento italiano, il Museo fu inizialmente (1894) ospitato in una delle sale del Museo Civico, al terzo piano di Palazzo dei Musei Solennemente inaugurato nel 1896. Esso fu ben presto trasferito al piano di sotto, per esigenze di spazio connesse all’incremento delle raccolte, negli spazi oggi occupati dalla Biblioteca Estense.

Il Museo acquisì tuttavia una configurazione pienamente autonoma, funzionale alla retorica nazionalista del Ventennio, soltanto tra il 1924, anno in cui fu nuovamente trasferito (questa volta al piano terra dello stesso palazzo), e il 1937, quando fu aggiunta la sezione dedicata al Fascismo. Il percorso documentava la partecipazione dei cittadini modenesi alle vicende nazionali del Risorgimento, dalla seconda metà del Settecento al 1870, ma comprendeva anche materiali relativi alla Guerra italo-turca, alla prima guerra mondiale e alla Rivoluzione fascista. Risale agli anni Sessanta del Novecento l’ultimo dei parziali riallestimenti del Museo, che comportò il ritorno ai confini cronologici 1796 – 1918, una selezione dei materiali esposti e la collocazione a deposito di tutti gli altri, per lo più ridotti in pessime condizioni conservative. Chiuso al pubblico nel 1990 in quanto l’impostazione museografica risultava ormai inadeguata alle moderne esigenze di fruizione, le raccolte furono ricoverate nei depositi del Museo Civico, mentre i locali furono destinati ad altri usi.[4]

Il patrimonio

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Il patrimonio del Museo comprende circa 2.200 tra cimeli e opere d’arte[5], tra cui figurano dipinti, sculture e incisioni, in gran parte di limitato valore artistico ma di grande interesse storico e documentario, che illustrano i più importanti momenti e le principali figure modenesi legate alle vicende del Risorgimento nazionale. I nuclei più importanti di materiali fanno riferimento alla Restaurazione con i ducati di Francesco IV e di Francesco V d’Austria-Este[6], ai moti del 1821 con la figura di don Giuseppe Andreoli, a quelli del 1831 legati al principale eroe modenese del Risorgimento, Ciro Menotti, e a quelli del 1848. Altri nuclei importanti documentano le vicende legate alle figure di Pio IX, di Giuseppe Garibaldi, Nicola Fabrizi e Enrico Cialdini.

Alle raccolte del Museo del Risorgimento modenese appartengono inoltre importanti fondi di fotografie e di materiali archivistici e bibliografici[7]: essi hanno costituito nella storia del museo un corpus unico che contribuiva alla costruzione di un racconto unitario e continuo. Il fondo fotografico, composto da oltre 2400 unità tra positivi, negativi e diapositive documenta figure, luoghi e momenti significativi del processo risorgimentale.[8] Il patrimonio documentario comprende l’Archivio amministrativo del museo[9] ed una collezione documentaria, di cui fanno parte una importante raccolta di autografi ed un gridario composto da 38 volumi che raccolgono grida databili tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento.[10] Il patrimonio librario comprende una cinquantina di volumi antichi e oltre 3000 tra libri e opuscoli moderni.[11]

  1. ^ Lorenzini-Piccinini 2011.
  2. ^ Opere del Museo del Risorgimento, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 17 marzo 2021.
  3. ^ Opere oggi esposte nel Museo Civico di Modena, su museocivicomodena.it. URL consultato il 17 marzo 2021.
  4. ^ Per un approfondimento vedi Massimo Baioni, La città e la memoria patria. Un secolo di storia del Museo del Risorgimento di Modena, in Lorenzini-Piccinini 2011, Bologna, 2011.
  5. ^ 1135 dei quali schedati e presenti sul portale PatER, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it.
  6. ^ Lorenzo Lorenzini (a cura di), Eroiche visioni. Storie di duchi e patrioti, catalogo della mostra – Modena, Museo Civico d’Arte, dicembre 2011 /maggio 2012, Comune di Modena, 2011.
  7. ^ Opere fotografiche del Museo del Risorgimento, su archiviostorico.fmav.org. URL consultato il 17 marzo 2021.
  8. ^ Roberta Russo, Il fondo fotografico, in Lorenzini-Piccinini 2011, pp. 123-128.
  9. ^ Archivio del Museo del Risorgimento di Modena, su archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it.
  10. ^ Roberto Cea, La collezione di autografi e il gridario Messori, in Lorenzini-Piccinini 2011, pp. 117-122.
  11. ^ Prossimamente ricercabili e consultabili su prenotazione all'interno del catalogo della Biblioteca del Museo Civico attraverso il sistema bibliotecario modenese, su bibliomo.it.
  • Giovanni Canevazzi, Il Museo Civico del Risorgimento di Modena, in Rassegna storica del Risorgimento, anno 19, ott.-dic. 1932, Roma, 1833.
  • Giorgio Boccolari (a cura di), Il Museo del Risorgimento di Modena, Modena, 1967.
  • Lorenzo Lorenzini, Francesca Piccinini (a cura di), Il Museo del Risorgimento di Modena, Bologna, 2011, ISBN 9788873956457.
  • Massimo Baioni, Il racconto del Risorgimento, in IBC, XII, 2, 2004.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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