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Melanocita

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Melanocita e melanina

I melanociti sono cellule presenti nell'epidermide responsabili parzialmente del colore della cute. Risiedono a livello della giunzione dermo-epidermica, negli spazi intercellulari formati dai cheratinociti basali dello strato basale (o germinativo).

I melanosomi sono dei granuli contenuti all'interno del citoplasma delle cellule dei melanociti. Caratteristica peculiare di questi granuli è che presentano al loro interno un pigmento comunemente denominato melanina. I granuli prendono origine nel corpo cellulare per poi spostarsi verso i prolungamenti dai quali vengono trasferiti ai cheratinociti [1].

I melanociti si formano dai melanoblasti che derivano, per migrazione durante lo sviluppo embrionale, dalle creste neurali. La migrazione in diversi distretti (strato basale di epidermide e mucose, derma, follicoli piliferi, involucri del sistema nervoso centrale e nella tonaca vascolare dell'occhio) porta i melanoblasti a differenziare in melanociti.

Microscopio ottico

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I melanociti non vengono evidenziati con le normali colorazioni. Vengono in genere usate colorazioni argentiche che risaltano i prolungamenti facendoli apparire come cellule ramificate i cui rami si insinuano tra i cheratinociti basali e spinosi[1].

Hanno forma tondeggiante presentano dei prolungamenti che vanno a formare un reticolo a livello della giunzione dermoepidermica. Tramite i loro numerosi processi citoplasmatici trasferiscono melanina nei cheratinociti dell'epidermide.

La DOPA-reazione è specifica per i melanociti ed evidenzia l'enzima tirosina chinasi caratteristico di questa famiglia cellulare. La reazione mediata dall'enzima permette di distinguere i melanociti dai cheratinociti che presentano la melanina trasferita dai primi[1].

Caratteristiche dei melanociti

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Nello strato basale melanociti e cheratinociti sono organizzati in unità epidermico-melaniche, cioè formazioni presentanti in media un melanocita centrale e 36 cheratinociti intorno ad esso. I melanociti differiscono dai cheratinociti basali sotto molteplici aspetti:

Melanocita Cheratinocita basale
Potenziale

rigenerativo[2]

Basso Alto (il resto dell'epidermide si

rinnova grazie a loro e in poco tempo)

Origine embrionale[1] Creste neurali Ectoderma
Programmazione

dell'apoptosi[2]

Assente Molto evidente (il cheratinocita basale

programma la morte cellulare delle cellule

spinose tramite il processo di citomorfosi cornea)

Numero[1]
  • Costituiscono il secondo citotipo più frequente della cute: in media sono 1500 per mm2[3]
  • Sono presenti generalmente nello strato germinativo e costituiscono circa un quarto di tutte le cellule basali.
  • Sono più numerosi nel viso dove sono 2700 per mm2 circa e meno numerosi negli arti superiori in numero di 1000 per mm2[3] .
  • Sono presenti anche nel bulbo pilifero, appena sopra la matrice, da dove producono e liberano melanina che viene assorbita dai cheratinociti del pelo.
Costituiscono il citotipo più frequente della cute.

La melanogenesi è il processo biochimico, svolto dai melanociti, che porta alla formazione della melanina. La formazione di melanine è correlata con la pigmentazione cutanea ed è influenzata da diversi ormoni: il α-MSH (α-melanocyte-stimulating hormone) secreto dall'adenoipofisi, il β-MSH, il β-LPH (β-lipotropic hormone), l'ACTH, il BFGF (basic fibroblast growing factor), gli estrogeni e il testosterone.[4]

Lo stesso argomento in dettaglio: Melanina e Colore della pelle umana.

La melanina è un polimero chinonico di alto peso molecolare capace di assorbire l'energia emessa dalle radiazioni luminose visibili e dai raggi ultravioletti. Le melanine sono di diversi tipi, possono essere di colore giallo-bruno o bruno-nero e si trovano nei cheratinociti dello strato basale, nei peli e nel derma. L'esposizione ai raggi solari fa aumentare la produzione e l'espressione di melanine con conseguente scurimento della carnagione. Insieme al carotene (presente nel derma) è responsabile appunto del colore della pelle. I principali gruppi in cui le melanine vengono classificate sono:

  • eumelanina, azotata e insolubile, è un pigmento scuro;
  • feomelanina di colori meno forti;
  • tricocromo, simile alla feomelanina, è presente nei capelli rossi umani.

Dettagli di reazione

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La produzione di melanina parte dall'amminoacido tirosina, da ossigeno molecolare e viene effettuata grazie all'enzima tirosinasi (un cuproenzima, cioè che contiene rame).

I melanociti sintetizzano un enzima detto tirosinasi o DOPAossidasi contenuto all'interno dei premelanosomi (organuli a forma di pallone di rugby nei soggetti biondi o bruni mentre sferico nei soggetti con i capelli rossi).

L'enzima tirosinasi è in grado di convertire l'amminoacido tirosina o monoidrossifenilalanina in melanina, la tirosina se esposta ai raggi ultravioletti si ossida divenendo diidrossifenilalanina o DOPA che funge anch'essa da substrato della tirosinasi ossidandosi a DOPA-chinone[4]. La tirosinasi trasforma la tirosina in melanina molto lentamente, mentre la formazione della melanina a partire da DOPA è molto più veloce. Le eumelanine si formano per polimerizzazione ossidativa di 5,6-diidrossiindoli grazie anche ai due enzimi TRP-1 e TRP-2 (tyrosinase-related protein). Le feomelanine e i tricromi invece nascono per l'aggiunta di sostanze contenenti zolfo al DOPA-chinone.[4]

Compartimentazione

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La melanina viene raccolta dai melanosomi che si trasformano un poco alla volta in un granulo pigmentato. Nel momento in cui la produzione cessa, i melanosomi vengono liberati attraversando i prolungamenti citoplasmatici e vengono trasferiti ai cheratinociti basali. Le cellule che accettano la melanina sono chiamate melanofori. Si pensa che la melanina sia trasferita anche alle cellule del connettivo come i macrofagi creando così uno schermo melaninico.

  1. ^ a b c d e Anastasi et al., p. 23.
  2. ^ a b (EN) Normal Human Melanocyte Homeostasis as a Paradigm for Understanding Melanoma, in Journal of Investigative Dermatology Symposium Proceedings, vol. 10, n. 2, 1º novembre 2005, pp. 153–163, DOI:10.1111/j.1087-0024.2005.200407.x. URL consultato il 30 gennaio 2018.
  3. ^ a b Anastasi et al., p. 22.
  4. ^ a b c Anastasi et al., p. 24.
  • Giuseppe Anastasi, et al., Trattato di anatomia umana, volume I, Milano, Edi.Ermes, 2012, ISBN 978-88-7051-285-4.
  • M. Pippione, et al., Dermatologia e venereologia, Torino, Edizioni Minerva Medica, 2009. ISBN 88-7711-635-8.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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