Luigi Di Ruscio

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Luigi Di Ruscio (Fermo, 27 gennaio 1930Oslo, 23 febbraio 2011) è stato un poeta, scrittore e saggista italiano.

«... il sottoscritto è fortunato / il passaggio tra la coscienza e il niente sarà brevissimo / non è destinata a noi una lunga e spettacolare agonia / non sarà per noi l'insulto di essere a lungo vivi senza coscienza / i clinici più rinomati non appresteranno a noi lunghe strazianti agonie / la nostra miseria ci salva dall'insulto di essere vivi senza più lo spirito nostro / ritorneremo tranquillamente nel niente da dove siamo venuti / è già tanto che il miracolo della mia esistenza ci sia stato / riuscendo perfino a testimoniarvi tutti»

Autodidatta (consegue soltanto la licenza di quinta elementare), svolge diversi mestieri, e studia da solo classici americani, francesi e russi, la filosofia greca, saghe della mitologia nordica, l'opera di Benedetto Croce. Nel 1953 una giuria presieduta da Salvatore Quasimodo gli assegna il premio Unità. Nel 1957 si trasferisce in Norvegia, dove lavora per quarant'anni in una fabbrica metallurgica, e si sposa con una cittadina norvegese, da cui avrà quattro figli.

Oltre alla produzione libraria, sia poetica che narrativa[1], ha collaborato con lavori poetici e interventi in prosa a varie riviste e giornali (tra gli altri: "Momenti", "Il Contemporaneo", "Realismo lirico", "Ombre rosse", "Alfabeta", "il manifesto", "Azimuth").

«Abbiamo avuto due genitori, poi quattro nonni e la cosa si raddoppia sempre sino a includere tutto il vertiginoso esistente, eredi di una eternità di cui non sappiamo niente. Tutto poteva non avvenire, la cosa è avvenuta, ci siamo perfino incontrati, nessuno può considerarsi innocente, consideriamoci un sogno![2]»

Tra i suoi recensori (su quotidiani e riviste come Il manifesto, Liberazione, L'Unità, Corriere della Sera, Il Messaggero, Panorama, Il Ponte, La Stampa, La Repubblica, Il Riformista, Allegoria), si ricordano Aldo Capasso, Enrico Falqui, Eugenio De Signoribus, Paolo Volponi, Angelo Ferracuti, Massimo Raffaeli, Roberto Roversi, Sebastiano Vassalli, Biagio Cepollaro, Stefano Verdino, Francesco Leonetti, Silvia Ballestra, Andrea Cortellessa, Tommaso Ottonieri, Flavio Santi, Goffredo Fofi, Giulio Angioni, Massimo Gezzi, Walter Pedullà, Giorgio Falco, Emanuele Zinato, Gilda Policastro.

Franco Fortini ha scritto che le sue «poesie di miseria e fame, di avvilimento e di rivolta, nascono da un'esperienza diretta e ne sono la trascrizione; la loro tematica non si distingue da quella della poesia del Quarto Stato che, nei primi decenni del secolo è stata nel nostro paese, almeno di intenzioni, assai feconda [...] E questi versi sono insomma un documento umano delle aree depresse, di quella parte di noi stessi depressa che chiede, da generazioni, il riconoscimento iniziale del volto umano».[3]

Per Salvatore Quasimodo, «Di Ruscio è uomo d'avanguardia nel senso positivo, cioè della fede nell'attualità e per la violenza del discorso. La follia non è in lui un'accademia che inaridisce l'ispirazione nel bunker dei versi premeditati [...] Le poesie di Luigi Di Ruscio sono nell'angoscia di un crescendo della simbolica mania di persecuzione dell'autore che non ama distrarsi per selezionare una bella pagina da auditorium. Al marchigiano non importa niente che lo si legga o no; il ritmo sordo e perpendicolare nella forma, nei suoi versi viene da una rigorosa ragione di contenuto».[4]

Per Luigi Fontanella «Il meglio della poesia di Luigi Di Ruscio è nel volume Firmum (Pequod, 1999) e in Poesie scelte 1953-2010 (Marcos y Marcos, 2010) a cura di Massimo Gezzi. Ma considerevole è anche la sua produzione narrativa», in Raccontare la poesia 1970-2020 (Moretti & Vitali Editori, 2021).

Nel marzo 2014, la casa editrice Feltrinelli pubblica il volume intitolato Romanzi, con introduzione di Angelo Ferracuti e postfazioni di Andrea Cortellessa, contenente le opere Palmiro, Cristi polverizzati e Neve nera e l'appendice Apprendistato.

Volumi
  • Non possiamo abituarci a morire, prefazione di Franco Fortini, Schwarz, Milano 1953
  • Le streghe s'arrotano le dentiere, prefazione di Salvatore Quasimodo, Marotta, Napoli 1966
  • Apprendistati, Bagaloni, Ancona 1978
  • Istruzioni per l'uso della repressione, presentazione di Giancarlo Majorino, Savelli, Roma 1980
  • Epigramma, Valore d'uso, Roma 1982
  • Enunciati, presentazione di Eugenio De Signoribus, Stampa dell'arancio, Grottammare 1993
  • Firmum. 1953-1999, peQuod, Ancona 1999
  • L'ultima raccolta, prefazione di Francesco Leonetti, Manni, Lecce 2002
  • Iscrizioni, Biagio Cepollaro, 2005
  • Poesie operaie, prefazione di Angelo Ferracuti, postfazione di Massimo Raffaeli, Ediesse, Roma 2007
  • L'Iddio ridente, prefazione di Stefano Verdino, editrice Zona, Arezzo 2008
Plaquettes e libri d'arte
  • Poesie, con Roberto Voller, supplemento al n. 16 (a. VI, 1979) di «Salvo imprevisti»
  • Epigrafi, Grafiche Fioroni, Casette d'Ete 2003
Poesie in antologia (parziale)
  • Poesia e Realtà, a cura di Giancarlo Majorino, Savelli, Roma 1977; poi Marco Tropea Editore, Milano 2000
  • Poesia degli anni settanta, a cura di Antonio Porta, Feltrinelli, Milano 1979-1980
  • Centanni di letteratura, a cura di Giancarlo Majorino, Liviana, Padova 1984

Opere ed edizioni postume

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  • Romanzi, a cura di Andrea Cortellessa e Angelo Ferracuti, Feltrinelli, Milano 2014
  • Lettere dal mondo offeso, romanzo epistolare (con Christian Tito), L’arcolaio, Forlì, 2014.
  • Poesie scelte (1953-2010), a cura di Massimo Gezzi, prefazione di Massimo Raffaeli, Marcos y Marcos, Milano, 2019.
  1. ^ Massimo Gezzi su Cristi polverizzati e la narrativa di Di Ruscio, su puntocritico.eu (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2011).
  2. ^ Cristi polverizzati, Le Lettere, Roma 2009; Feltrinelli, Milano 2014
  3. ^ Franco Fortini, Prefazione a Non possiamo abituarci a morire, Schwarz ed., Milano 1953
  4. ^ Salvatore Quasimodo, Introduzione a Le streghe si arrotano le dentiere, Marotta, Napoli 1966
  • Omaggio a Luigi Di Ruscio, numero monografico di "Nuova Prosa", nuova serie, 52, 2010 (scritti ai Andrea C ortellessa et al.; con un'intervista a Luigi DI Ruscio).
  • Carlo Baghetti, La poetica del confine nei romanzi "continui" di Luigi Di Ruscio, in Daniele Comberiati e Flaviano Pisanelli (a cura di), Scrivere tra le lingue. Migrazione, bilinguismo, plurilinguismo e poetiche della frontiera nell'Italia contemporanea (1980-2015), Aracne, 2017.
  • Massimo Gezzi, Perché (e come) le "Poesie scelte", in Luigi di Ruscio, Poesie scelte (1953-2010), Milano, Marcos y Marcos, 2019, pp. 15-27.
  • Massimo Raffaeli, Prefazione, in Luigi di Ruscio, Poesie scelte (1953-2010), a cura di Massimo Gezzi, Milano, Marcos y Marcos, 2019, pp. 9-14.

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN101194716 · ISNI (EN0000 0000 7888 3115 · SBN CFIV007395 · LCCN (ENno98079138 · GND (DE139457070 · BNF (FRcb167423579 (data)