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Lamberto Gerani

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Lamberto Gerani
NascitaMatelica, 20 settembre 1895
Morte1965
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
CorpoBombardieri
Anni di servizio1915-1946
GradoColonnello R.O.
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Campagna del Nord Africa
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Lamberto Gerani (Matelica, 20 settembre 18951965) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Nacque a Matelica, provincia di Macerata, il 20 settembre 1895, figlio di Giulio e Giovanna Faleschi.[2][3] Nel 1913 conseguì il diploma di ragioniere ad Ascoli Piceno, e nel gennaio 1915 venne chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito.[2] Partecipò alla prima guerra mondiale in reparti dei bombardieri come aspirante ufficiale dal luglio 1917 e come sottotenente di complemento dal gennaio 1918.[2] Prese parte alla battaglia del solstizio nel giugno di quell’anno ed a Meolo fu ferito da una pallottola di mitragliatrice.[2] Posto in congedo nel 1919 con il grado di tenente, iniziò a lavorare come impiegato presso l'Intendenza di Finanza di Milano.[2] Nel luglio 1928, richiamato per istruzione presso il 50º Reggimento artiglieria da campagna, prese parte alle esercitazioni estive del reggimento e nel 1935 fu promosso capitano.[2] Richiamato in servizio attivo dopo la dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna del 10 giugno 1940, venne assegnato al deposito del 4º Reggimento artiglieria d'armata, e successivamente inviato in Albania al comando di una batteria bombarde del VI Gruppo mobilitato.[2] Partecipò alle operazioni belliche sul fronte greco-albanese, rientrando in Italia un anno dopo, e alla fine del mese di agosto partì per l'Africa Settentrionale Italiana a disposizione del Comando Superiore delle FF.AA. (Forze Armate).[2] Destinato al XX Gruppo cannoni da 149/35 del 5º Raggruppamento d'armata, nel gennaio 1942 assunse il comando della 842ª batteria autonoma mobilitata nel presidio di Zella e dal 1º settembre dello stesso anno il comando della batteria di formazione da 77/28 nel caposaldo di Umm el Araneb, nel Fezzan.[2] Ferito in combattimento e catturato dalle truppe della Francia libera di Charles de Gaulle il 4 gennaio 1943, rimpatriò per malattia nel luglio 1945 e il 18 gennaio 1946 venne collocato in congedo assoluto e decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente.[4] Promosso maggiore con anzianità 1º gennaio 1942, fu promosso nel 1955 tenente colonnello nel R.O. (Ruolo d’Onore) con anzianità dal maggio 1952 e colonnello dal dicembre 1962.[2] Si stabilì a Matelica e si spense nel 1965.[3]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di lontano ed isolato presidio del Sud Libico (26º parallelo sud) attaccato da forze nemiche superiori in numero e mezzi, oppone resistenza impavida e disperata malgrado l’impossibilità di ricevere rinforzi. Anima della resistenza, benché ferito, sa mantenere alto lo spirito delle truppe ai suoi ordini che da lui traggono esempio di impareggiabile valore. Dopo nuovi violenti attacchi avversari respinti con gravi perdite e dopo ripetute azioni di bombardamento aereo nemico, malgrado che di tutte le artiglierie e le armi automatiche del presidio non restino in efficienza che due fucili mitragliatori, all’intimazione di resa con l’onore delle armi, offerta dal nemico ammirato, risponde con uno sprezzante rifiuto. Per ben due volte il nemico stesso, quasi incredulo di tanto valore senza speranza, effettua due non richieste tregue, delle quali egli approfitta per riordinare le poche forze e prepararsi alla lotta fino all’ultimo uomo. A nuove reiterate richieste di resa con l’onore delle armi, risponde sempre con nuovo rifiuto, sfidando il nemico a battersi ancora. Solo quando le ultime due armi sono inservibili ed ogni minima resistenza umanamente impossibile, dopo che è stata ammainata la Bandiera con gli onori prescritti, sotto il fuoco nemico, e sono stati distrutti i cifrari, la radio, le riservette ed ogni documento, il nemico riesce ad irrompere nel presidio catturando i pochi valorosi difensori rimasti. Impareggiabile esempio di valore militare. — Umm el Araneb (Sud Libico), 27 dicembre 1942 .[5]»
— Decreto 10 luglio 1947.[6]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una batteria in posizione avanzata, continuamente battuta dall'artiglieria, che causava gravi perdite, dava prova di energia, calma e sprezzo del pericolo. Ricevuto l'ordine di ripiegare, riusciva nonostante le esigue disponibilità di mezzi a porre in salvo tutti i pezzi e si allontanava per ultimo dalla posizione. A.S., 21 novembre-6 dicembre 1941
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.151.
  2. ^ a b c d e f g h i j Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b Colonnelli 2008, p.253.
  4. ^ Rainero 2011, p.388.
  5. ^ Gerani, Lamberto, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato il 19 luglio 2020.
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti il 3 luglio 1947, Esercito registro 15, foglio 103.
  • Igino Colonnelli, Giuseppe Moscatelli «Moschino», Matelica, Halley, 2008.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952, p. 111.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 151.
  • Romain H. Rainero, Il Sahara italiano nella seconda guerra mondiale, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito, 2011.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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