Kepler-11
Kepler-11 | |
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Rappresentazione artistica del sistema di Kepler-11 | |
Classificazione | Nana gialla |
Classe spettrale | GV[1] |
Distanza dal Sole | ~2000 anni luce (613 pc[2]) |
Costellazione | Cigno |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 19h 48m 27,62s |
Declinazione | +41° 54′ 32,9″ |
Dati fisici | |
Raggio medio | 1,1 ± 0,1[3] R⊙ |
Massa | |
Temperatura superficiale | |
Metallicità | [Fe/H] = ± 0,1[3] |
Età stimata | 8 ± 2 × 109 anni[3] |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 14,2[2] |
Nomenclature alternative | |
KIC 6541920, KOI-157[2]
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Kepler-11 è una stella nana gialla visibile nella costellazione del Cigno. Distante circa 2000 anni luce dal sistema solare,[4] la stella possiede un sistema planetario costituito da almeno sei pianeti.[1]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La stella centrale del sistema di Kepler-11 è una nana gialla di classe spettrale GV; si tratta pertanto di una stella molto simile al Sole: possiede infatti circa il 95% della massa solare[3] ed un raggio quasi pari a quello della nostra stella.[3] Con un'età stimata intorno ai 6–10 miliardi di anni,[3] Kepler-11 è caratterizzata da una metallicità molto simile a quella del Sole.[3]
Data la sua magnitudine apparente, pari a circa +14,2 (che la rende invisibile ad occhio nudo), e la distanza di circa 2000 anni luce, è possibile stimare che la stella abbia una temperatura effettiva compresa tra 5500 e 5700 kelvin ed una luminosità simile a quella del Sole.[3]
Sistema planetario
[modifica | modifica wikitesto]In orbita attorno alla stella il telescopio spaziale Kepler ha rilevato la presenza di non meno di sei pianeti;[4] la scoperta è stata eseguita durante una piccola survey osservativa del cielo ed annunciata il 2 febbraio 2011.[4] Tutti e sei i pianeti sono transitanti sulla superficie della stella rispetto alla linea di vista terrestre, in virtù della loro inclinazione rispetto alla nostra linea di vista inferiore al grado. Questa proprietà ha reso possibile una misurazione diretta dei diametri e dei periodi orbitali semplicemente monitorando le eclissi della stella da parte dei pianeti.
Le simulazioni computerizzate suggeriscono che le inclinazioni orbitali medie dei pianeti siano di circa 1°, il che significa che probabilmente il sistema è maggiormente complanare rispetto al sistema solare, in cui l'inclinazione media è uguale a 2,3°.[1] Quello che orbita attorno a Kepler-11 è il primo sistema extrasolare scoperto con più di tre pianeti transitanti.[5] I pianeti sono stati denominati secondo le convenzioni della nomenclatura planetaria, assegnando loro una lettera dell'alfabeto latino; a partire dal più vicino alla stella, b, c, d, e, f e g.
Il sistema è il più compatto conosciuto: le orbite dei pianeti da "b" ad "f" infatti giacciono tutte ad una distanza inferiore a quella che separa Mercurio dal Sole, mentre l'orbita di g è più larga del 20% rispetto all'orbita di Mercurio. A dispetto della compattezza delle orbite, le simulazioni indicano che il sistema è potenzialmente stabile in una scala temporale di milioni di anni.[1]
I pianeti
[modifica | modifica wikitesto]Le masse stimate dei pianeti da "b" ad "f" ricadono in un range compreso tra la massa della Terra e quella di Nettuno; si tratterebbe dunque di super Terre. Tuttavia, le loro densità piuttosto basse sembrano indicare che nessuno di questi presenti abbia una composizione simile a quella del nostro pianeta;[6] per i pianeti "d", "e" e forse "f" sembra più probabile una significativa atmosfera di idrogeno, mentre i pianeti "b" e "c" probabilmente contengono delle cospicue quantità di ghiacci e/o idrogeno ed elio.[1] Tali densità potrebbero anche indicare la presenza di un piccolo nucleo solido (roccioso o ferroso) circondato da una vasta atmosfera.[7]
Nessuno dei pianeti presenta una risonanza orbitale a basso rapporto,[7] anche se "b" e c sono molto prossimi ad una risonanza 5:4.[1]
Prospetto
[modifica | modifica wikitesto]Segue un prospetto con le caratteristiche del sistema planetario:[8]
Pianeta | Massa | Raggio | Densità | Periodo orb. | Sem. maggiore | Eccentricità | Incl. orbita | Scoperta |
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b | 2,78+0,64 −0,66 M⊕ | 1,83 r⊕ | 2,45 g/cm³ | 10,3039 giorni | 0,091 UA | 0,045 | 89,64° | 2011[3] |
c | 5,0+1,3 −1,35 M⊕ | 2,89 r⊕ | 1,11 g/cm³ | 13,0241 giorni | 0,107 UA | 0,026 | 89,59° | 2011[3] |
d | 8,13±0,67 M⊕ | 3,21 r⊕ | 2,33 g/cm³ | 22,6845 giorni | 0,155 UA | 0,004 | 89,67° | 2011[3] |
e | 9,48+0,86 −0,88 M⊕ | 4,26 r⊕ | 0,66 g/cm³ | 31,9996 giorni | 0,195 UA | 0,012 | 88,89° | 2011[3] |
f | 2,53+0,49 −0,45 M⊕ | 2,54 r⊕ | 0,83 g/cm³ | 46,6888 giorni | 0,25 UA | 0,013 | 89,47° | 2011[3] |
g | <27 M⊕ | 3,33 r⊕ | <4,5 g/cm³ | 118,3807 giorni | 0,466 UA | 0,15 | 89,87° | 2011[3] |
Dimensioni relative e posizioni dei sei pianeti di Kepler-11. (La stella a, in giallo, presenta un diametro in scala reale, mentre i diametri dei pianeti sono ingranditi cinquanta volte) | ||||||||
Confronto tra il sistema solare interno e il sistema di Kepler-11 (tutti i pianeti sono ingranditi cinquanta volte). |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f J. J. Lissauer, et al., A closely packed system of low-mass, low-density planets transiting Kepler-11 (PDF), in Nature, vol. 470, 3 febbraio 2011, pp. 53–58, DOI:10.1038/nature09760. URL consultato il 4 febbraio 2011.
- ^ a b c Kepler Discoveries, su kepler.nasa.gov, NASA Ames Research Center. URL consultato il 4 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2017).
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Star : Kepler-11, in Extrasolar Planets Encyclopaedia. URL consultato il 4 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2012).
- ^ a b c (EN) www.NASA.gov Archiviato il 15 luglio 2012 in Internet Archive.;NASA's Kepler Spacecraft Discovers Extraordinary New Planetary System; 2 febbraio 2011
- ^ Michael Mewhinney; Rachel Hoover; Trent J. Perrotto, NASA's Kepler Spacecraft Discovers Extraordinary New Planetary System, su nasa.gov, NASA, 2 febbraio 2011. URL consultato il 4 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2012).
- ^ Alan Boyle, Planetary six-pack poses a puzzle, in MSNBC Cosmic Log, 2 febbraio 2011. URL consultato il 4 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2011).
- ^ a b Robert Naeye, Kepler's Outrageous System of Six Planets, in Sky & Telescope, 2 febbraio 2011. URL consultato il 4 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2014).
- ^ D. Kubyshkina et al., The Kepler-11 system: Evolution of the stellar high-energy emission and initial planetary atmospheric mass fractions, in Astronomy & Astrophysics, vol. 632, A65, 2019, p. 2, DOI:10.1051/0004-6361/201936581, arXiv:1910.09877.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kepler-11
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Comunicato stampa della NASA sulla scoperta (NASA's Kepler Spacecraft Discovers Extraordinary New Planetary System), su nasa.gov. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2012).