Ierocle (filosofo)
Ierocle (in greco antico: Ἱεροκλῆς?, Hieroklês; fl. I-II secolo) è stato un filosofo greco antico appartenente al tardo stoicismo vissuto tra la seconda metà del I secolo d.C. e la prima metà del II.
Di Ierocle sono arrivate a noi, riportate nell'antologia filosofica di Stobeo, alcune parti delle Φιλοσοϕούμενα ("Riflessioni filosofiche"), dove si elencano i doveri morali ai quali gli uomini sono tenuti. Ierocle è anche noto per i suoi Ηϑικὴ στοιχείωσις (Elementi di etica) dove, in forma piana ed essenziale, si analizzano filosoficamente valori etici che si allontanano dallo stoicismo e cominciano invece ad essere influenzati da quelli cristiani dell'amore del prossimo.[1]
In particolare negli Elementi di etica Ierocle sostiene che alla base del comportamento morale vi sia la sensazione e questo vale sia per gli uomini sia per gli animali che attraverso la sensazione prendono coscienza non solo del loro corpo, ma anche di sé stessi; solo gli sciocchi «pensano che la facoltà della sensazione sia stata data dalla natura per la percezione delle cose esterne e non anche per la percezione di sé».[2]
Infatti «la percezione di una cosa esterna non si compie senza la sensazione di sé»: per esempio con la sensazione del caldo abbiamo quella di noi stessi scaldati e così l'animale appena nato ha la percezione di qualcosa congiunta con la percezione di sé.[3] Anzi, aggiunge Ierocle, la sensazione di sé «è facoltà iniziale e dominante» e quindi primaria rispetto a quella delle cose esterne.
Questa sensazione di sé significa che il senziente sente che il proprio corpo gli appartiene e che egli vuole conservarlo con un comportamento di autoconservazione che è "amore di sé" come provano anche gli esseri minori della natura «che sentono un intenso amore per se stessi», senza il quale «la sopravvivenza sarebbe impossibile».[4] La sensazione dunque è il fondamento dell'etica e se si considera che essa, quando è rivolta all'esterno, assume il ruolo di amore verso i beni esterni, può anche esprimere amore verso quegli oggetti esterni che sono gli altri esseri viventi (οἰκείωσις).[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Guido Calogero, Enciclopedia Italiana, 1933 alla voce "Ierocle lo stoico"
- ^ Roberto Radice, Giovanni Reale, "Oikeiosis": ricerche sul fondamento del pensiero stoico e sulla sua genesi, Vita e Pensiero, 2000 p.189
- ^ R. Radice, G. Reale, Op. cit., p.190
- ^ R. Radice, G. Reale, Op. cit., p.191
- ^ R. Radice, G. Reale, Op. cit., p.192
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Karl Praechter, Hierokles der Stoiker, Lipsia, 1901.
- Nicola Festa, Un filosofo redivivo, "Atene e Roma", n. 96, pp. 356–67.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ierocle
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ièrocle lo Stoico, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guido Calogero, IEROCLE lo Stoico, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Ierocle lo Stoico, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- (EN) Opere di Ierocle, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 10227403 · ISNI (EN) 0000 0003 7427 8366 · SBN PUVV280117 · BAV 495/166550 · CERL cnp00253505 · LCCN (EN) n2009044984 · GND (DE) 102036160 · BNF (FR) cb162583097 (data) · J9U (EN, HE) 987007515274605171 |
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