Giovanni d'Aragona (1317)
Giovanni d'Aragona | |
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Duca di Atene e Neopatria | |
In carica | 1338 - 1348 |
Predecessore | Guglielmo d'Aragona |
Erede | Federico d'Aragona |
Successore | Federico d'Aragona |
Reggente del regno di Trinacria | |
In carica | 1342 - 1348 |
Altri titoli | Marchese di Randazzo |
Nascita | Catania, aprile/maggio 1317 |
Morte | Milo, 7 aprile 1348 |
Casa reale | Casa d'Aragona-Sicilia |
Padre | Federico III di Trinacria |
Madre | Eleonora d'Angiò |
Consorte | Cesarina Lancia |
Figli | Federico Eleonora Costanza |
Religione | Cattolicesimo |
Giovanni di Randazzo, ma anche di Sicilia o di Atene[1] (Catania, aprile o maggio 1317 – Milo, 7 aprile 1348), fu Infante d'Aragona, sin da giovane marchese di Randazzo, duca di Atene e Neopatria (Neai Patriai) dal 1338 e reggente del regno di Trinacria dal 1342 al 1348.
Origini familiari
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Catania[2], era il settimo (quinto maschio) figlio del re di Sicilia, Federico III d'Aragona (figlio maschio terzogenito del re d'Aragona, di Valencia e conte di Barcellona e altre contee catalane, poi anche re di Sicilia, Pietro III il Grande) e di Costanza di Sicilia[3], che era figlia del re di Sicilia Manfredi (figlio illegittimo dell'imperatore Federico II di Svevia, quindi pretendente al trono di Sicilia) e di Eleonora d'Angiò, figlia del re di Napoli, Carlo II d'Angiò e di Maria d'Ungheria.[2][4][5][6]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la Cronaca piniatense[7], Giovanni era il figlio secondogenito dei tre figli maschi ancora in vita (gli altri due erano Pietro, il primogenito e Guglielmo, il terzo) di Federico III e di Eleonora (el primero... Don Pedro... et el otro Don Johan... el tercero Guillem), attestando altresì che fu duca di Atene (Duch de Atenas)[4].
Ancora in giovane età il padre gli concesse il titolo di marchese di Randazzo[4].
Nel 1338, alla morte del fratello, Guglielmo, che non aveva lasciato eredi, ereditò il titolo di duca di Atene e Neopatria, e come i suoi predecessori, anche Giovanni non si recò mai nei territori dei due ducati[4]. A partire da quello stesso anno, cominciò ad esercitare la reggenza per conto del fratello, il re di Trinacria, Pietro II[4].
In quel periodo, prima del 1340[8], sposò Cesarina (o Cesarea) Lancia (1320/1325-?), figlia del signore di Delia e conte di Caltanissetta, Pietro Lancia[4].
Nel 1342, alla morte del fratello, Pietro II, assieme alla cognata, Elisabetta di Carinzia, fu nominato tutore del nipote Ludovico, che gli era successo sul trono, e la reggenza fu affidata a Giovanni[4]. Elevò a sua residenza, e quindi capitale, la città di Randazzo. Per curare la perdurante gotta soggiornò spesso a Milo, dove fonderà il cenobio di Sant'Andrea.
La sua reggenza si caratterizzerà per la diplomazia e la ricerca di un compromesso che ponesse fine ai Vespri siciliani. Con il Papa Clemente VI e la regina Giovanna d'Angiò preparò una bozza di un trattato: gli Angioini avrebbero rinunciato alle pretese sulla Sicilia, il Regno di Trinacria avrebbe riconosciuto di far parte, come stato indipendente, del Regno di Sicilia. L'accordo prevedeva inoltre il soccorso di Napoli in caso di guerra e un tributo annuo di 3000 onze al Papa da parte della Sicilia.
L'accordo, noto come Pace di Catania, venne firmato dai contendenti, ma non ratificato dal Parlamento siciliano. Infatti il 3 aprile 1348 Giovanni, colpito dalla tragica epidemia di Peste Nera, spirò a Milo dove invano aveva cercato scampo dalla pandemia. Dopo la sua morte, la reggenza passò alla regina madre, Elisabetta di Carinzia, e nuovo tutore di Ludovico fu Blasco II Alagona. La contrastata successione del tutore Blasco II Alagona poco amato dalla fazione latina del Parlamento bloccò il recepimento di questi trattati.
Nei ducati di Atene e Neopatria, a Giovanni, successe il figlio Federico[4], mentre nel marchesato di Randazzo gli successe il nipote, Federico, futuro re di Trinacria[4]. Giovanni fu sepolto nella Cattedrale di Catania[4], accanto al padre Federico d'Aragona.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Giovanni da Cesarina ebbe tre figli[4][5]:
- Federico (1340-11 luglio 1355), dal 1348, duca d'Atene e di Neopatria, fu tumulato nella cattedrale di Palermo;
- Eleonora (1346-1405) divenne contessa consorte di Caltabellotta, e signora di Sciacca sposando Guglielmo II de Peralta, conte di Caltabellotta, val di Mazara e signore di Sciacca;
- Constanza.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Chuan in aragonese, Joanes in basco, Juan in spagnolo e in asturiano, João in portoghese, Xoán in galiziano, Joan, in catalano, e Jean in francese John in inglese, Johann in tedesco e Johan in fiammingo.
- ^ a b (EN) Manfredi di Trinacria - familyhistory. URL consultato il 18 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
- ^ Costanza di Hohenstaufen anche detta di Sicilia, non deve essere confusa con Costanza d'Altavilla, anch'essa detta di Sicilia, bisnonna di Costanza di Hohenstaufen.
- ^ a b c d e f g h i j k (EN) Reali di Sicilia.
- ^ a b (EN) Casa di Barcellona- genealogy (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2011).
- ^ (DE) Federico III di Sicilia genealogie mittelalter (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
- ^ La Crónica de San Juan de la Peña è una cronaca storiografica, voluta dal re d'Aragona, Pietro IV, del regno di Aragona, dalle sue origini comitali sino alla Corona d'Aragona (1336, morte di Alfonso IV di Aragona).
- ^ (EN) Nobiltà del Monferrato.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Giunta, ARAGONA, Giovanni d', in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- (ES) Giovanni d'Aragona, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.