Gioacchino Assereto
Gioacchino Assereto (Genova, 1600 – Genova, 28 giugno 1649) è stato un pittore italiano, considerato uno dei maggiori esponenti del barocco genovese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Genovese, Assereto fu allievo, fin dai dodici anni, del pittore Luciano Borzone e in seguito di Giovanni Andrea Ansaldo. Fu dotato di uno straordinario stile autonomo già in età molto precoce (a sedici anni dipinge una tela per l'oratorio di S. Antonio in Sarzano) e diviene presto un quotatissimo maestro cittadino con una propria bottega. L'attenzione di Assereto si rivolge soprattutto alla maturità di Bernardo Strozzi che guarda ai modelli milanesi di Cerano, Procaccini e Morazzone e da cui ha modo di attingere spunti per elaborare una convinta visione naturalistica. Dallo Strozzi però si distaccherà però presto, rimanendo fedele a questo suo schietto e severo naturalismo.
Oltre ai grandi maestri del barocco milanese,[1] è riscontrabile anche una certa affinità e una probabile collaborazione con Orazio De Ferrari, già presso la bottega dell'Ansaldo.
Le due volte della basilica della Santissima Annunziata del Vastato, dipinte intorno al 1630, rappresentano il raggiungimento della sua maturità artistica. Nel 1644 viene chiamato a portare a termine l'affresco di Marsia scorticato da Apollo iniziato dal Bottalla in palazzo Negrone, che esegue senza la leggerezza barocca del suo predecessore ma con il suo distintivo tratto concreto e popolare.[2] Nello stesso palazzo Negrone è presente un suo grande dipinto dello stesso soggetto dell'affresco e il suo pendant raffigurante Medea che ringiovanisce Esone.
La presenza del pittore principalmente a Genova ha limitato notevolmente la fortuna critica di Assereto rispetto alla fama di cui hanno potuto godere invece Bernardo Strozzi e il Grechetto. Eppure, nel suo personalissimo stile naturalistico, Gioacchino Assereto può essere considerato a pieno diritto un grande autore del Seicento[3] come giustamente evidenziato nel 1926 dal critico d'arte Roberto Longhi.
L'attività del pittore fu proseguita nella sua bottega dal figlio ed allievo Giuseppe Assereto, conosciuto anche come il Maestro dell'Oratorio di San Giacomo alla Marina.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Moisés obteniendo agua de la roca, Museo del Prado, Madrid.
- St. Francis of Assisi comforted by a cherub with a violin, 1628/1630 circa, olio su tela, 174x139,7, Detroit Institute of Arts, Detroit.[4]
- La Flagellazione di Cristo, 1640, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.
- Isacco benedice Giacobbe, 1640, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.
- Apparizione dell'angelo ad Agar e Ismaele, 1640 circa, National Gallery, Londra.[5]
- Tobias guérissant son père de la cécité, Musée des Beaux-Arts, Marsiglia.
- Saint Marc Evangéliste, olio su tela, 96x71, Musée des Augustins, Tolosa.
- Phocion refusant les cadeaux d'Alexandre, olio su tela, 182x219, musée des Beaux-Arts, Nantes.
- Ioas salvato dalla persecuzione di Atalia, 147,5 x 196, Museo del Louvre, Parigi.
- Agar e l'angelo, olio su tela, Palazzo Rosso, Genova.
- San Francesco in estasi confortato dall'angelo musico, 1630, olio su tela, 120x94,8, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- Servio Tullio con le chiome in fiamme, olio su tela, 162x136, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- Cristo deriso, 1620, olio su tela, 181x144, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- Esaù vende la primogenitura, 1640, olio su tela, 98x124, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- Lapidazione di S. Stefano, olio su tela, 77x61, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- Estasi di S. Caterina da Siena, olio su tela, 100x74,5, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- La morte di Catone, olio su tela, 203x279, Palazzo Bianco, Genova.[1]
- Morte di Santa Monica, olio su tela, 122x145, chiesa di Santa Caterina in Begato, Genova.[6][7]
- San Francesco in estasi, olio su tela, 121x98, collezione Zerbone, Genova.
- Enea fugge da Troia con il padre Anchise, olio su tela, 225x146, collezione privata, Genova.
- Apollo scortica Marsia, olio su tela, Palazzo Ayrolo-Negrone, Genova.
- Medea ringiovanisce Esone, olio su tela, Palazzo Ayrolo-Negrone, Genova.
- Vergine con Bambino e San Cristoforo, 147x108, collezione Zerbone, Genova.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Le sale del piano nobile. SALA 9. Firenze tra ’400 e ’500 e la scuola raffaellesca, su Musei di Genova (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2013).
- ^ Palazzo del Marchese Francesco Negroni, su Fonti per la storia della critica d'arte, Università di Genova.
- ^ G. V. Castelnovi, ASSERETO, Gioacchino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962. URL consultato il 29 luglio 2019.
- ^ St. Francis of Assisi comforted by a cherub with a violin, su dia.org (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2010).
- ^ (EN) The Angel appears to Hagar and Ishmael, su nationalgallery.org.uk. URL consultato il 20 settembre 2015.
- ^ G. Assereto, Morte di Santa Monica (XVII secolo), su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 19 settembre 2023.
- ^ Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Raffaele Soprani, Le vite de pittori, scoltori et architetti genovesi, pp. 167–173, Genova, 1674.
- Roberto Longhi, L’Assereto, in Dedalo, VII volume, p. 362, 1926.
- Gian Vittorio Castelnovi, ASSERETO, Gioacchino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962.
- Tiziana Zennaro, Sull’attività giovanile di Gioacchino Assereto, in Paragone, n. 549, novembre 1995.
- Camillo Manzitti, Gioacchino Assereto: tangenze giovanili con Bernardo Strozzi e nuove testimonianze figurative, in Paragone, n. 61, 2005.
- Tiziana Zennaro, Gioacchino Assereto (1600-1650) e i pittori della sua scuola, Soncino Editore, 2011.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gioacchino Assereto
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Grove encyclopedia entry in Artnet, su artnet.com.
- Web Gallery of Art entry, su wga.hu.
- Asseréto, Gioacchino, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 18 settembre 2016.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 25670842 · ISNI (EN) 0000 0000 6681 2416 · CERL cnp00522039 · Europeana agent/base/7972 · ULAN (EN) 500017297 · LCCN (EN) no2012032741 · GND (DE) 129005819 · BNE (ES) XX5217113 (data) · BNF (FR) cb166010488 (data) |
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