Giles Corey
Giles Corey (Northampton, agosto 1611 – Salem, 19 settembre 1692) è stato un allevatore inglese.
Nell'aprile del 1692 Corey fu accusato di stregoneria da Ann Putnam Jr., Mercy Lewis e Abigail Williams. Ann Putnam Jr. sostenne che il 13 aprile lo spettro di Giles Corey le si presentò, chiedendole di apporre la firma nel libro del diavolo. In seguito, la Putnam aggiunse che le era apparso un fantasma, che accusava Corey di assassinio. Vi furono altre ragazze che descrissero Corey come "un terribile mago" e narrarono di aver subito aggressioni dal suo spettro.[1]
Durante il processo alle streghe di Salem, Corey si rifiutò di fare qualsiasi dichiarazione. Sottoposto a tortura, morì soffocato per il peso delle pietre postegli sul petto per costringerlo a confessare. Secondo la leggenda, le sue ultime parole furono il sarcastico invito ai carnefici a porre sopra il suo petto «più peso».
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Giles Corey si sposò tre volte. Si ritiene che abbia sposato la sua prima moglie, Margaret, la madre delle sue figlie, in Inghilterra. La sua seconda moglie fu Mary Bright: si sposarono l'11 aprile 1664. Mary Bright morì all'età di 63 anni il 27 agosto 1684, come riportato sulla sua lapide nel cimitero di Salem. Il suo ultimo matrimonio con Martha Corey fu celebrato il 27 aprile 1690.
Martha fu accolta nella comunità di Salem Village (oggi Danvers), dove viveva Giles. Martha aveva avuto un figlio di nome Thomas, che chiese un indennizzo per l'illegale impiccagione della madre durante i processi alle streghe di Salem. Il 29 giugno 1723 gli furono assegnate 50 sterline.
Vicenda giudiziaria
[modifica | modifica wikitesto]Giles Corey fu arrestato il 18 aprile 1692, insieme a Mary Warren, Abigail Hobbs e Bridget Bishop. Il giorno seguente i prigionieri furono interrogati dalle autorità: Abigail Hobbs accusò Giles di essere uno stregone. Corey si rifiutò di fare dichiarazioni di colpevolezza o innocenza, fu imprigionato e poi rinviato a giudizio per l'udienza di settembre. Negli archivi della Corte vi è la deposizione, datata 9 settembre 1692, rilasciata da Mercy Lewis:
«Mercy Lewis contro Giles Corey: Deposizione di Mercy Lewis di circa 19 anni di età, che ha testimoniato e ha detto il 14 aprile 1692: "Io ho visto venire lo spirito di Giles Corey, che mi tormentava, imponendomi di scrivere il mio nome nel suo libro, e così ha continuato più terribilmente a farmi male, a volte battendomi e quasi spezzandomi la schiena. Il 19 di aprile, quando venne interrogato, e poi anche durante tutto il periodo del suo interrogatorio mi ha colpita e torturata ancora più gravemente. Altre volte ancora ho percepito che mi spingeva con forza a scrivere nel suo libro e veramente credo con tutta me stessa che Giles Corey sia un terribile mago, perché, pur essendo in prigione egli o il suo sembiante, è venuto a tormentarmi con ferocia". Mercy Lewis ha affermato davanti alla giuria che la testimonianza sopra scritta è la verità, solo la verità e nient'altro che la verità: Sett. 9, 1692»
Ancora una volta, in questa Corte, Corey si rifiutò di parlare.[2]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la legge dell'epoca, una persona che si rifiutava di fare alcuna dichiarazione agli inquirenti non poteva essere sottoposta a esame formale dinanzi ad un tribunale. Per evitare frodi in danno della giustizia, il rimedio previsto dalla legge era quello di ricorrere a una peine forte et dure. In questo caso il prigioniero era spogliato e disteso supino con una tavola pesante sul suo corpo. Poi sull'asse di legno venivano posti mano a mano dei massi, fino a provocare la morte per schiacciamento del torace.[3]
Come conseguenza del suo rifiuto di parlare, il 17 settembre lo sceriffo George Corwin portò Corey in una fossa in aperta campagna nei pressi del carcere e, alla presenza dei magistrati e dei testimoni, spogliò Giles dei suoi vestiti, lo stese a terra nella fossa e pose delle tavole sul suo petto. Sei uomini sollevarono pesanti pietre e le posero una alla volta sulla pancia e sul petto del prigioniero. Giles Corey non gridò e tanto meno dichiarò alcunché in sua difesa.
«... egli venne portato in una camera bassa e oscura, e disteso sulla schiena per terra, denudato fino al limite della decenza; là venivano posti sul suo corpo all'inizio pesi grossi, che lui poteva sopportare, e poi altri ancora; il suo nutrimento consisteva un giorno in tre morsi del peggior pane e il giorno successivo in tre sorsi di acqua putrida e così alternativamente fino alla sua morte o alla sua confessione.»
Dopo due giorni, a Giles fu chiesto per tre volte di dichiararsi innocente o colpevole di stregoneria. Ogni volta egli rispose: «più peso». Sempre più massi furono ammucchiati sopra di lui e lo sceriffo di volta in volta da sopra i massi fissava lo sguardo negli occhi gonfi di Corey. Robert Calef, testimone oculare insieme ad altri cittadini, più tardi disse: «Durante lo schiacciamento, la lingua di Giles Corey era spinta fuori dalla bocca; lo Sceriffo, di rimando, la spingeva di nuovo dentro la bocca con il suo bastone».[4]
Infine, Giles Corey lanciò l'ultimo grido «Più peso!» e spirò. Il giudice Samuel Sewall così annotava nel suo diario sotto la data lunedì, 19 settembre 1692:
«Verso mezzogiorno a Salem, Giles Corey, per non fare alcuna dichiarazione, morì per schiacciamento; molte pene furono inflitte a lui per due giorni consecutivi dal tribunale e dal Capitano Gardner di Nantucket, che pure era stato un suo conoscente, ma invano.»
È cosa insolita che un imputato rifiuti di proclamarsi colpevole o innocente ed è ancor più raro trovare cronache di persone che siano state in grado di sopportare una tale tortura e morire senza proferir parola. Dato che Corey rifiutò di fare dichiarazioni, morendo conservò appieno il possesso delle sue proprietà, che altrimenti sarebbero state incamerate dal governo, che furono ereditate dai suoi due generi, secondo la sua volontà.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cold Spots - The Curse of Giles Corey
- ^ Salem Witch Trials: Giles Corey Archiviato il 23 giugno 2010 in Internet Archive.
- ^ Salem Witch Trials 1692, su witchway.net. URL consultato il 9 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2010).
- ^ Salem Witch Trials Craft Archiviato il 5 febbraio 2010 in Internet Archive.
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