Gates of Eden

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Like a Rolling Stone / Gates of Eden
singolo discografico
ArtistaBob Dylan
Pubblicazione20 luglio 1965
Durata5:48
Album di provenienzaBringing It All Back Home
Dischi1
Tracce2
GenereFolk
EtichettaColumbia
ProduttoreTom Wilson
Registrazione15 gennaio 1965
Formati7"
Bob Dylan - cronologia
Singolo precedente
(1965)
Singolo successivo
(1965)

Gates of Eden è un brano musicale scritto ed eseguito dal cantautore statunitense Bob Dylan, incluso nel suo album Bringing It All Back Home, pubblicato nel 1965 dalla Columbia Records. La canzone venne anche pubblicata su singolo come B-side di Like a Rolling Stone.[1] Dylan suona la canzone in solitudine, accompagnandosi con la chitarra acustica e l'armonica a bocca. Si tratta di uno dei suoi pezzi dal testo più surreale. In un sondaggio del 2005 indetto dalla rivista Mojo, Gates of Eden è stata classificata alla posizione numero 69 nella lista delle migliori 100 canzoni di Bob Dylan.[2]

Secondo il biografo di Dylan Clinton Heylin, Gates of Eden fu scritta alla fine di giugno o di luglio del 1964.

La traccia venne registrata nel corso di un'unica seduta in studio il 15 gennaio 1965, lo stesso giorno nel quale furono incise tutte le altre canzoni della seconda facciata di Bringing It All back Home: Mr. Tambourine Man, It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) e It's All Over Now, Baby Blue.[3][4] Tom Wilson fu il produttore della sessione.[3]

Testo e significato

[modifica | modifica wikitesto]

L'immaginario onirico della canzone risente del linguaggio poetico di William Blake.[5][6] La poesia astratta descrive una visione da incubo.[7] Ogni strofa fornisce una descrizione diversa di una società decadente.[6] Anche se il titolo della canzone stessa sembra riferirsi alla speranza del paradiso ("il giardino dell'Eden"), non esiste nessun paradiso nel luogo descritto nel brano. Al contrario, le immagini evocano uno scenario di corruzione e decadenza.[6] Oliver Trager interpreta Gates of Eden come l'affermazione da parte di Dylan che una "cieca fede in una vita dopo la morte e nel perdono associato ad essa è la bugia più grande in quanto causa compiacenza nella vita terrena".[8] Anche il giornalista e critico musicale Robert Shelton fornisce un'interpretazione simile della canzone.[5] Carolyn Bliss fece notare come il concetto espresso nella canzone fosse che l'Eden è dentro di noi. Qualsiasi altro paradiso è solo una finzione, e il perseguimento ossessivo di esso porta potenzialmente alla morte dello spirito".[5]

Esecuzioni dal vivo

[modifica | modifica wikitesto]

Una versione live di Gates of Eden, registrata alla Philharmonic Hall il 31 ottobre 1964, è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 6: Bob Dylan Live 1964, Concert at Philharmonic Hall.[7] Introducendo la canzone sul palco, Dylan la descrisse "una ninna nanna sacrilega"[8] e una "canzone d'amore". Un'esecuzione di Gates of Eden del 9 maggio 1965 in concerto a Londra è contenuta nel film documentario Dont Look Back.[8]

  1. ^ Krogsgaard, M., Positively Bob Dylan, Popular Culture, Ink., 1991, p. 44, ISBN 1-56075-000-6.
  2. ^ The 100 Greatest Bob Dylan Songs, su rocklistmusic.co.uk, Mojo Magazine, September 2005. URL consultato il 27 maggio 2009.
  3. ^ a b Heylin, Clinton, Bob Dylan: The Recording Sessions (1960–1994), St. Martin's Griffin, 1995, pp. 33–36, ISBN 0-312-15067-9.
  4. ^ Williams, P., Bob Dylan Performing Artist: The Early Years 1960-1973, Underwood-Miller, 1991, pp. 128–133, ISBN 0-88733-131-9.
  5. ^ a b c Shelton, R., No Direction Home, Da Capo Press, 1986, pp. 275–276, ISBN 978-0-306-81287-3.
  6. ^ a b c Gill, A., Don't Think Twice, It's All Right: Bob Dylan The Early Years, Thunder's Mouth Press, 1998, pp. 75–76, ISBN 978-1-56025-185-9.
  7. ^ a b Jurek, T., The Bootleg Series, Vol. 6: Bob Dylan Live 1964 - Concert at Philharmonic Hall, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 27 dicembre 2010.
  8. ^ a b c d Trager, O., Keys to the Rain, Billboard Books, 2004, pp. 202–203, ISBN 0-8230-7974-0.
  9. ^ Gates of Eden covers [collegamento interrotto], su allmusic.com, allMusic. URL consultato il 12 settembre 2010.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rock