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Flidais

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Flidais è una figura femminile della mitologia irlandese. È presente nel ciclo mitologico e nel ciclo dell'Ulster. È stata interpretata come una divinità del bestiame e della fertilità[1].

Flidais è menzionata nel Dindshenchas come madre di Fand[2], e nel Lebor Gabála Érenn come madre di Argoen, Bé Téite, Dinand e Bé Chuille[1][3]. Dinand e Bé Chuille sono menzionate come "coltivatrici" in un passaggio del Lebor Gabála Érenn e come "streghe" nel racconto della seconda battaglia di Moytura[3][4].

Nel glossario medio irlandese Cóir Anmann, si dice che Flidais sia la moglie del leggendario Sommo Re Adamair e la madre di Nia Segamain.

Flidais è una figura centrale nel Táin Bó Flidhais, un'opera del ciclo dell'Ulster, dove è l'amante di Fergus mac Róich e proprietaria di una magica mandria di bovini. La storia, ambientata a Erris, nella Contea di Mayo, racconta di come Fergus portò lei e il suo bestiame lontano da suo marito, Ailill Finn[5]. In questo racconto, Flidais possiede una mucca bianca che può nutrire 300 uomini con una mungitura notturna[6][7].

Durante il Táin Bó Cúailnge, Flidais dormiva nella tenda di Ailill mac Máta, re del Connacht, e ogni sette giorni la sua mandria forniva latte all'intero esercito[8].

  1. ^ a b Monaghan, Patricia, The Encyclopedia of Celtic Mythology and Folklore, Infobase Publishing, 2004, p. 197.
  2. ^ Edward Gwynne (a cura di), Poem 49, in The Metrical Dindshenchas, vol. 3, 1906.
  3. ^ a b Mary Jones, Lebor Gabála Érenn: The Book of Invasions, su Celtic Literature Collective. URL consultato il 26 ottobre 2019.
  4. ^ Whitley Stokes (translator), The Second Battle of Moytura, su Corpus of Electronic Texts Edition, University College, Cork. URL consultato il 26 ottobre 2019.
  5. ^ Leahy (a cura di), The Driving of the Cattle of Flidais, in Heroic Romances, II, pp. 108–128.
  6. ^ Dunford, S. (a cura di), Táin Bó Flidhais, Dublin, 2008.
  7. ^ Leahy (a cura di), Heroic Romances of Ireland, II, pp. 104–105.
  8. ^ Cecile O'Rahilly (a cura di), Táin Bó Cúailnge, in Book of Leinster, 1967, p. 146.
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