Equus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Equini)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Equus (disambigua).
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Equus
Equus ferus przewalskii
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdinePerissodactyla
SottordineHippomorpha
FamigliaEquidae
SottofamigliaEquinae
TribùEquini
GenereEquus
Sottogeneri
Ramo pesante del nuovo mondo.

Ramo leggero del vecchio mondo.

Equus è un genere di mammiferi perissodattili, appartenenti alla famiglia Equidae, sottofamiglia Equinae, tribù Equini. È l'unico genere ancora vivente della famiglia.

Il genere comprende diverse specie, di cui molte estinte e due domesticate: il cavallo, da cui deriva il cavallo domestico (Equus ferus caballus), l'asino selvatico africano, da cui deriva l'asino domestico (Equus africanus asinus) e i loro ibridi sterili (mulo e bardotto).

È dimostrato che le specie domestiche sono in grado di ritornare alla vita selvatica con successo. Un esempio sono i cavallini della Giara. La popolazione più estesa di cavalli inselvatichiti si trova nel West nordamericano, dove sono indicati come mustang.

Un importante carattere anatomico proprio della famiglia e del genere è la trasformazione delle estremità degli arti, con atrofia di tutti i raggi metatarsali e metacarpali e delle falangi ad eccezione del III raggio e del III dito[1]. Il II e IV raggio metacarpale/metatarsale si riducono a due strutture vestigiali prive di estremità distale, strettamente addossate al III raggio; del II e IV dito permangono abbozzi costituiti dai cosiddetti sesamoidi prossimali. La terza falange dell'unico dito ben sviluppato assume una particolare forma semilunare, incavata verso il basso, e prende il nome di osso triangolare (coffin bone o P3 in inglese). Alla trasformazione scheletrica della III falange si associano modificazioni dei tessuti molli profondi e modificazioni del rivestimento corneo derivante dall'unghia, dalla solea e dal polpastrello, con formazione dello zoccolo.

Una seconda caratteristica della famiglia è l'apparato digerente, caratterizzato da un intestino molto lungo, e da un particolare sviluppo dell'intestino cieco nel quale la flora batterica degrada i carboidrati vegetali strutturali (in particolare la cellulosa) consentendone l'assimilazione. Questo adattamento del sistema digerente distingue nettamente gli equidi dai ruminanti, in cui è invece fondamentale l'adattamento funzionale di tasche gastriche (il rumine) in cui avviene la prima fermentazione del materiale vegetale, che successivamente viene rigurgitato e rimasticato.

In comune con le altre specie dell'ordine, gli equidi hanno una particolare sensibilità e mobilità del labbro superiore, che utilizzano per selezionare e afferrare i vegetali di cui si nutrono e per smuovere lo strato superficiale del terreno alla ricerca di parti vegetali commestibili sotterranee.

Capo di Equus ferus caballus trattato con tecnica di disidratazione.

Evoluzione e tassonomia

[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione e la tassonomia di questo genere sono uno degli argomenti più complessi ed anche discussi e dibattuti, nell'ambito della teriologia.

Attualmente si ritiene che il genere Equus, originato dal genere Dinohippus, sia comparso in Nordamerica fra la fine del Terziario e l'inizio del Quaternario, circa nel 3,6 Ma BP. La specie più antica pare essere Equus occidentalis, un tempo collocato sotto al genere Plesippus (ora sottogenere, Equus (Plesippus)), considerato il capostipite e progenitore sia del ramo pesante americano che del ramo leggero euroasiatico. La posizione di capostipite era prima attribuita a Equus stenonis, rivelatosi invece il primo esponente del solo ramo del Vecchio Mondo. Analizzando la filogenesi, se Plesippus venisse considerato un genere valido e non un sottogenere di Equus, bisognerebbe collocare separatamente anche il cavallo dalle altre sei specie ancora viventi del genere Equus.

Studi recenti di un gruppo di genetisti guidati da C. Vila indicano che la linea evolutiva del cavallo (Equus (Equus)) si separò da quella dell'asino (Equus (Asinus)) e della zebra (Equus (Hippotigris)) 4 - 2 Ma BP. Equus ferus comparve da 630 000 a 320 000 anni fa. Equus ferus caballus fu ottenuto dall'allevamento selettivo prolungato di molte sottospecie di Equus ferus in Eurasia, di cui le prime prove risalgono circa al 6 000 BP. I dettagli di questo processo sono un obiettivo corrente per le ricerche degli archeologi e dei genetisti.

Esiste la possibilità che alcune specie, durante il corso evolutivo, si siano ibridate tra loro, rendendo ancora più complessa la filogenesi del genere. Questa ipotesi è ancora in fase di studio, come le sue eventuali implicazioni.

Attualmente il genere è suddiviso in due rami principali, nove sottogeneri (di cui quattro viventi), sessantacinque specie (di cui sette viventi) e cinquantatré sottospecie (di cui ventuno viventi), escluse le incertae sedis, elencate e conteggiate nella relativa sezione, insieme alle specie rilocate sotto altri generi. Le specie, sia estinte che non, sono elencate dalla più antica alla più recente all'interno dei rispettivi sottogeneri, anch'essi in ordine cronologico di comparsa sulla Terra. Per chiarezza, le specie ancora viventi sono presentate anche separatamente, sempre nei rispettivi sottogeneri.

L'albero filogenetico del genere Equus è in continua revisione.
Esemplare di Equus quagga quagga esposto al MUSE di Trento.

Ramo pesante del nuovo mondo.

  • Equus (Plesippus) (ex genere Plesippus (Matthew, 1924)).
    • Equus occidentalis (Owen, 1863) (sin. Plesippus simplicidens (Cope, 1892), E. simplicidens (Cope, 1892)[2][3], E. cumminsii (Cope, 1893), P. shoshonensis (Giddley, 1930), E. shoshonensis (Giddley, 1930)) - Cavallo occidentale, cavallo di Hagerman, zebra di Hagerman o zebra americana. Nordamerica, probabilmente arrivato in Beringia, circa 3,6 Ma - 10.000 BP. È il capostipite e il più antico esponente del genere. Probabile progenitore di E. stenonis (quindi anche del ramo del nuovo mondo e del sottogenere principale dello stesso, Equus (Stenonis)), E. fromanius, E. crenidens, E. conversidens, E. scotti (quindi del sottogenere Equus (Equus)), E. idahoensis, E. enormis, E. excelsus, E. francescana e E. parastylidens (quindi del sottogenere Equus (Parastylidequus)).
    • Equus fromanius (Repenning et al., 1995) (sin. Plesippus fromanius) - Idaho, circa 3,5 - 1,8 Ma BP. Specie molto discussa, forse sin. di E. occidentalis o E. excelsus[4].
    • Equus crenidens (Cope, 1884) (sin. Plesippus crenidens (Hibbard, 1955), E. crinidens) - Messico, circa 2,588 - 0,012 Ma BP.
    • Equus conversidens (Owen, 1869) (sin. E. barcenaei (Cope, 1884), E. barcenoei (Cope, 1884), E. c. leoni, E. nevadanus (Hay, 1927)[5], Onager zoyatalis (Mooser, 1959), E. semiplicatus (ED Cope, 1893)) - Cavallo messicano. Nordamerica occidentale, dall'Alaska al Messico, circa 2,588 - 0,009 Ma BP. Da alcuni considerato un nomen dubium[6][7]. Probabile progenitore di E. andium (quindi del sottogenere Equus (Amerhippus)).
    • Equus idahoensis (Scott, 2005) (sin. Plesippus idahoensis (Merriam, 1918)) - Nordamerica sudoccidentale, circa 1,8 - 0,3 Ma BP[8].
    • Equus enormis (Downs and Miller, 1994) - Zebra gigante. Nordamerica, circa 1,8 - 0,3 Ma BP.
    • Equus excelsus (Joseph Leidy, 1858) (sin. Allozebra excelsus (Leidy, 1858)) - Nordamerica, circa 800.000 - 100.000 BP. Un tempo classificato come unico rappresentante del genere Allozebra (Trumler, 1961), a sua volta elevato, per un periodo, sottogenere (Equus (Allozebra)).
    • Equus francescana (Frick, 1921) (sin. Plesippus francescana). Nordamerica occidentale, circa 781.000 - 11.700 BP.
  • Equus (Amerhippus)[9][10].
    • Equus andium (Wagner-Branco, 1883) (sin. E. fossilis (Wagner, 1860), E. quitensis (Wolf, 1875), Hippidium jijoni (Spillmann, 1931), Neohippus rivadeneira (Spillmann, 1938), Neohippus postremus (Spillmann, 1938)) - Sudamerica settentrionale e occidentale, circa 2,588 - 0,012 Ma BP[10]. Probabile progenitore delle altre specie del sottogenere.
    • Equus insulatus (Ameghino, 1904) (sin. E. martinei (Spillmann, 1938), E. rivadeneirae (Spillmann, 1938), E. santaeelenae (Spillmann, 1938)) - Venezuela e Bolivia, circa 126.000 - 12.000 BP[10].
    • Equus neogeus (Lund, 1840) (sin. Hippidium neogaeum (Lund, 1840), E. lasallei (Daniel, 1948), E. curvidens (Owen, 1845), E. macrognathus (Weddell, 1846), E. rectidens (Gervais & Ameghino, 1880), Hipphaplus bravardi (Ameghino, 1889)) - Argentina, circa 21.000 - 10.000 BP[10][11].
  • Equus (Equus). Ci si riferisce a questo sottogenere e a quelli che discendono da esso come al gruppo dei cavalli caballoidi, caballini, o cavallini.
    • Equus scotti (Gidley, 1900) (sin. E. bautistensis) - Cavallo di Scotti. Nordamerica, forse Eurasia, reperti anche in Cile, circa 2,58 Ma - 10.500 BP. Progenitore probabile di E. sanmeniensis, E. giganteus, E. complicatus, E. fraternus, E. hatcheri, E. leidyi, E. niobrarensis, E. pacificus, E. pectinatus, e E. lambei.
    • Equus sanmeniensis (Chardin & Pivetau, 1930) - Dalla Beringia alla Cina, circa 2,55 Ma - 126.000 BP. Tramite questa specie è cominciata quella che viene definita come la seconda colonizzazione dell’Asia da parte del genere. Probabile progenitore di E. huanghoensis, E. wangi, E. yunnanensis[12], E. ferus, E. f. mosbachensis, E. qingyangensis e E. teilhardi[13].
    • Equus huanghoensis (Chow and Liu, 1959) - Cina, circa 2,5 - 1,6 Ma BP[14].
    • Equus wangi (Deng and Xue, 1999) - Cina centrale, circa 2,5 - 2,4 Ma BP[15].
    • Equus giganteus (Gidley, 1901) - Cavallo gigante preistorico, da alcuni considerato sottospecie di E. scotti. Nordamerica, circa 2 Ma - 12.000 BP.
    • Equus complicatus (Leidy, 1858) (sin. Onager complicatus, E. americanus (Leidy, 1847), E. nearcticus (Blake, 1863), Equus intermedius (Cope, 1895)[16], E. eous (Cope, 1895)) - Nordamerica, circa 1.8 to 0.012 Ma BP[17][18].
    • Equus fraternus (Leidy, 1860) (sin. Onager fraternus, Tomolabis fraternus) - Nordamerica sudorientale, circa 1.8 to 0.012 Ma BP[19][20].
    • Equus hatcheri (Hay, 1915) - Nebraska, circa 1.8 - 0.012 Ma BP[23][24].
    • Equus leidyi (Hay, 1913) - USA centro e sudorientali, circa 1,8 - 0,012 Ma BP[25][26].
    • Equus niobrarensis (Hay, 1913) - Alaska e stati canadesi e USA centroccidentali fino al confine col Messico, circa 1.8 - 0.012 Ma BP. Per alcuni sinonimo di E. scotti[27][28].
    • Equus pacificus (Leidy, 1868) - Cavallo del Pacifico. Canada e USA occidentali, 1,8 - 0,012 Ma.
    • Equus yunnanensis (Colbert, 1940) - Cina, India e sudest asiatico, circa 1,1 Ma - 781.000 BP[12][29]. Da non confondere con la razza equina Yannon.
    • Equus ferus (Boddaert, 1785) (sin. E. achenheimensis (Nobis, 1971), E. steinheimensis (Von Reichenau, 1915), E. piveteaui (David & Prat, 1962)) – Cavallo. Europa, Asia e Nordafrica circa 630.000/320.000 BP - presente.
      • Equus ferus ferus (Boddaert, 1785) (sin. E. ferus solutreensis (Nobis, 1997)) – Tarpan o cavallo selvatico, sottospecie originale ed antenato diretto di E. f. lenensis, E. f. algericus, E. f. przewalskii, E. f. torralbae, E. f. antunesi, E. f. germanicus, E. f. latipes (Gromova, 1991) e E. f. caballus. Europa e Asia, estinto nel 1918 o 1919.
      • Equus ferus lenensis (Russanov, 1968) - Cavallo lenskaya o di Lena. Dalla Yacutia all’Arcipelago siberiano, circa 126.000 - 2.000 BP[30][31].
      • Equus ferus algericus (Bagtache, Hadjonis, Eisenmann, 1984) (sin. E. f. pumpelli (Duerst, 1908)) - Dal Nordafrica al Turkmenistan, circa 126.000 - 11.700 BP.[32][33].
      • Equus ferus przewalskii (Poljakov, 1881) – Cavallo di Przewalski o pony della Mongolia. 45.000 BP - presente.
      • Equus ferus torralbae (F. Prat, 1977) (Nomen dubium) - Spagna, circa 45.000 - 40.000 BP.
      • † ''Equus ferus antunesi (Vera Eisenmann et J. L. Cardoso,1989) (Nomen dubium) - Portogallo, circa 45.000 - 40.000 BP.
      • Equus ferus germanicus (Nehring, 1884) (Nomen dubium) (sin. E. f. silvaticus) - Cavallo di foresta. Antenato di E. f. gallicus. Europa centroccidentale, circa 45.000 - 40.000 BP.
      • Equus ferus gallicus (F. Prat, 1968) (Nomen dubium) - Cavallo francese. Antenato di E. f. arcelini. Europa occidentale, circa 40.000 - 15.000 BP.
      • Equus ferus latipes (Gromova, 1991) - Europa centrale e orientale, circa 40.000 - 10.000 BP[34][35].
      • Equus ferus arcelini (J.L. Guadelli, 1991) (Nomen dubium) - Europa occidentale, circa 15.000 - 10.000 BP.
      • Equus ferus caballus (Linnaeus, 1758)[36] (sin. E. laurentius (Hay, 1913)[37], E. agilis, E. anglicus, E. arabicus, E. aryanus, E. asiaticus, E. belgius, E. bohemicus, E. brittanicus, E. celticus, E. cracoviensis, E. domesticus, E. equuleus, E. europaeus, E. ewarti, E. frisius, E. gracilis, E. gutsenensis, E. helveticus, E. ibernicus, E. hippagrus, E. italicus, E. lalisio, E. libycus, E. moldavicus, E. mongolicus, E. muninensis, E. nehringi, E. nipponicus, E. nordicus, E. pallas, E. parvus, E. persicus, E. sequanicus, E. sequanius, E. sinensis, E. sylvestris, E. tanghan, E. tataricus, E. transylvanicus, E. typicus, E. varius, E. equiferus, E. gmelini, E. tarpan, E. hagenbecki, E. prjevalskii) – Cavallo domestico, compresi i reinselvatichiti come i mustang americani e i cavallini della Giara. La prima domesticazione viene fatta risalire circa al 6.000 BP, probabilmente nella Russia settentrionale.
    • Equus mosbachensis (Von Reichenau, 1915) - Europa, circa 609.000 - 40.000 BP. Primo vero cavallo a raggiungere l'Europa. Potrebbe essere una sottospecie di E. ferus, rendendo le seguenti sottospecie non valide[38].
    • Equus qingyangensis (Deng and Xue, 1999) - Cina e Siberia orientale, circa 126.000 - 11.700 BP.
    • Equus teilhardi (Deng and Xue, 1999) - Cina e Siberia orientale, circa 126.000 - 11.700 BP.
    • Equus lambei (Hay, 1917) - Cavallo selvaggio dello Yukon. Dallo Yukon alla Beringia alla Yakutia, circa 40.000 - 10.000 BP[39]. Strettamente imparentato con E. ferus. Fu l'ultima specie vivente di cavallo nordamericano fino alla reintroduzione umana.
  • Equus (Parastylidequus). Sottogenere molto discusso, con tratti ancestrali in comune con E. (Plesippus) (cui alcuni membri erano un tempo raggruppati sotto E. (Dolichohippus))[9][40].
    • Equus parastylidens (Mooser, 1959) - Cavallo di Mooser. Messico, circa 781.000 - 11.700 BP.

Ramo leggero del vecchio mondo. Anche questo generato da E. occidentalis.

Specie rilocate e incertae sedis

[modifica | modifica wikitesto]

Le specie che occupano una posizione ancora poco chiara all'interno del genere o che sono state ricollocate sotto altri generi sono elencate qui. Si tratta attualmente di 12 specie, tutte estinte.

  • Eohippus angustidens (Cope, 1875) (sin. Equus angustidens) - Eoippo. Nordamerica, circa 56 - 47,8 Ma BP.
  • Hippotherium primigenium (Von Meyer, 1829) (sin. E. primigenius, E. caballus primigenius, Hipparion primigenium, Hippotherium primigenium, E. plicidens (Owen, 1844)) - Africa, Medioriente ed Europa, circa 9,7 - 2,588 Ma BP.
  • Haringtonhippus francisci (Hay, 1915) (sin. E. tau (Owen, 1869), E. littoralis / litoralis (Hay, 1913), E. franciscii / francisi / francisa (Hay, 1915), E. calobatus (Troxell, 1915), E. achates (Hay & Cook, 1930), E. arrelanoi (Mooser, 1958), E. quinni (Slaughter et al., 1962), E. cedralensis (Alberdi et al., 2014)[71]) - Cavallo dalle zampe sottili del nuovo mondo. Nordamerica, dall’Alaska al Messico meridionale, circa 5,7 Ma - 11.700 BP.
  • Hippotherium antelopinum (Falconer & Cautley, 1849) (sin. E. antelopinum, Cormohipparion antelopinum, Hipparion antelopinum) - India, circa 5,332 - 2,588 Ma BP.
  • Dinohippus mexicanus (Lance 1950) (sin. Equus (Hesperohippus), E. mexicanus (Hibbard, 1955), Equus midlandensis (Quinn, 1957), Onager oviedoi (Mooser, 1959)) - Messico centrale, circa 4,8 - 4,7 Ma BP.
  • Equus pseudaltidens (Hulbert, 1995) (sin. Onager altidens (Quinn, 1957)) - Florida, New Mexico, circa 126.000 - 11.700 BP. In una posizione sistematica molto incerta, probabilmente appartiene al genere Haringtonhippus, data la presunta stretta parentela con H. francisci[72][73][74].
  • Equus australis (Moreno, 1888) - Forse Argentina. Nessun’altra informazione[75].
  • Equus holmesi (Hay, 1921) (Nomen dubium) - Oklahoma, pleistocene. Unici resti, soli 4 denti superiori di un unico esemplare (Codice fossile: USNM 8642)[76][77].
  • Equus importante (Nomen dubium) - Nessun'altra informazione[senza fonte].
  • Equus jubatus (Hay, 1927) - USA. Nessun’altra informazione[78].
  • Equus nobisi (Pichardo, 2004) - America. Nessun’altra informazione[79].
  • Equus plurnarnersis (1993) (Nomen dubium) - Questo nome compare una singola volta in un singolo articolo cinese, e non è presente nessun'altra informazione sulla specie[80].

Specie viventi e loro sottospecie

[modifica | modifica wikitesto]

Ramo pesante del nuovo mondo.

  • Equus (Equus).
    • Equus ferus (Boddaert, 1785) (sin. E. achenheimensis (Nobis, 1971), E. steinheimensis (Von Reichenau, 1915), E. piveteaui (David & Prat, 1962)) – Cavallo. Europa, Asia e Nordafrica circa 630.000/320.000 BP - presente.
      • Equus ferus ferus (Boddaert, 1785) (sin. E. ferus solutreensis (Nobis, 1997)) – Tarpan o cavallo selvatico, sottospecie originale ed antenato diretto di E. f. lenensis, E. f. algericus, E. f. przewalskii, E. f. torralbae, E. f. antunesi, E. f. germanicus, E. f. latipes (Gromova, 1991) e E. f. caballus. Europa e Asia, estinto nel 1918 o 1919.
      • Equus ferus lenensis (Russanov, 1968) - Cavallo lenskaya o di Lena. Dalla Yacutia all’Arcipelago siberiano, circa 126.000 - 2.000 BP[30][31].
      • Equus ferus algericus (Bagtache, Hadjonis, Eisenmann, 1984) (sin. E. f. pumpelli (Duerst, 1908)) - Dal Nordafrica al Turkmenistan, circa 126.000 - 11.700 BP.[32][33].
      • Equus ferus przewalskii (Poljakov, 1881) – Cavallo di Przewalski o pony della Mongolia. 45.000 BP - presente.
      • Equus ferus torralbae (F. Prat, 1977) (Nomen dubium) - Spagna, circa 45.000 - 40.000 BP.
      • † ''Equus ferus antunesi (Vera Eisenmann et J. L. Cardoso,1989) (Nomen dubium) - Portogallo, circa 45.000 - 40.000 BP.
      • Equus ferus germanicus (Nehring, 1884) (Nomen dubium) (sin. E. f. silvaticus) - Cavallo di foresta. Antenato di E. f. gallicus. Europa centroccidentale, circa 45.000 - 40.000 BP.
      • Equus ferus gallicus (F. Prat, 1968) (Nomen dubium) - Cavallo francese. Antenato di E. f. arcelini. Europa occidentale, circa 40.000 - 15.000 BP.
      • Equus ferus latipes (Gromova, 1991) - Europa centrale e orientale, circa 40.000 - 10.000 BP[34][35].
      • Equus ferus arcelini (J.L. Guadelli, 1991) (Nomen dubium) - Europa occidentale, circa 15.000 - 10.000 BP.
      • Equus ferus caballus (Linnaeus, 1758)[36] (sin. E. laurentius (Hay, 1913)[37], E. agilis, E. anglicus, E. arabicus, E. aryanus, E. asiaticus, E. belgius, E. bohemicus, E. brittanicus, E. celticus, E. cracoviensis, E. domesticus, E. equuleus, E. europaeus, E. ewarti, E. frisius, E. gracilis, E. gutsenensis, E. helveticus, E. ibernicus, E. hippagrus, E. italicus, E. lalisio, E. libycus, E. moldavicus, E. mongolicus, E. muninensis, E. nehringi, E. nipponicus, E. nordicus, E. pallas, E. parvus, E. persicus, E. sequanicus, E. sequanius, E. sinensis, E. sylvestris, E. tanghan, E. tataricus, E. transylvanicus, E. typicus, E. varius, E. equiferus, E. gmelini, E. tarpan, E. hagenbecki, E. prjevalskii) – Cavallo domestico, compresi i reinselvatichiti come i mustang americani e i cavallini della Giara. La prima domesticazione viene fatta risalire circa al 6.000 BP, probabilmente nella Russia settentrionale.

Ramo leggero del vecchio mondo.

  • In letteratura è possibile incontrare la dicitura E. hippo, utilizzata impropriamente per riferirsi a specie non ben identificate, come a sostituzione del termine generico "cavallo".
  • Equus indicus / Asinus indicus - Queste diciture sono errori di trascrizione riporati da un trattato dello zoologo Wotton in cui, oltre a resti di rinoceronti ed Equus sp. (successivamente attribuiti ad E. hemionus), era presente anche Bos primigenius indicus. Ad acuire la confusione si aggiunse il fatto che lo zoologo era convinto che i corni ritrovati fossero degli stessi Equus, attribuendo quindi a quei resti l'identità di asino o zebra unicorno[81]. Compare anche nella tavola "Zebra Indica, Indianisck Maulthier; Equus Indicus, Indianisck Pferd; Equus Hirfutus, Rauh Pferd." (Jonston, John, 1603-1675), assieme alla specie E. hirfutus / hirsutus, di cui esiste solo questa citazione in letteratura[82].
  1. ^ Atlante di anatomia comparata - Apparato Scheletrico, su atlanteanatcomp.unito.it. URL consultato il 26 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ Fossilworks: Equus (Dolichohippus) simplicidens, su fossilworks.org. URL consultato il 3 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2015).
  3. ^ (EN) Equus occidentalis (Leidy, 1865), su gbif.org. URL consultato il 3 agosto 2019.
  4. ^ (EN) U.S. Geological Survey Bulletin, U.S. Government Printing Office, 1983. URL consultato il 6 aprile 2020.
  5. ^ (FR) Amerhippus leoni and "Equus conversidens" - [Vera Eisenmann], su vera-eisenmann.com. URL consultato l'11 aprile 2020.
  6. ^ (EN) Peter D Heintzman, Grant D Zazula e Ross DE MacPhee, A new genus of horse from Pleistocene North America, in eLife, vol. 6, 28 novembre 2017, pp. e29944, DOI:10.7554/eLife.29944. URL consultato il 26 marzo 2020.
  7. ^ Equus conversidens, su utep.edu. URL consultato il 26 marzo 2020.
  8. ^ Fossilworks: Equus idahoensis, su fossilworks.org. URL consultato il 2 aprile 2020 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  9. ^ a b ARTHUR H. HARRIS AND LINDA S. W. PORTER, LATE PLEISTOCENE HORSES OF DRY CAVE, EDDY COUNTY, NEW MEXICO.
  10. ^ a b c d Examining evolutionary trends in Equus and its close relatives from 5 continents., 2019.
  11. ^ (EN) Natalia A. Villavicencio, Derek Corcoran e Pablo A. Marquet, Assessing the Causes Behind the Late Quaternary Extinction of Horses in South America Using Species Distribution Models, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00226. URL consultato il 26 marzo 2020.
  12. ^ a b (EN) Boyang Sun e Tao Deng, The Equus Datum and the Early Radiation of Equus in China, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00429. URL consultato il 3 aprile 2020.
  13. ^ (EN) Raymond Louis Bernor, Gina Marie Semprebon e Florent Rivals, Examining Evolutionary Trends in Equus and its Close Relatives from Five Continents, Frontiers Media SA, 12 marzo 2020, ISBN 978-2-88963-555-9. URL consultato il 1º aprile 2020.
  14. ^ YongXiang Li, YunXiang Zhang, Boyang Sun, Hong Ao., New fossils of the Early Pleistocene Equus huanghoensis (Equidae, Perissodactyla) from Nihewan in Hebei province of China.
  15. ^ (EN) Raymond Louis Bernor, Gina Marie Semprebon e Florent Rivals, Examining Evolutionary Trends in Equus and its Close Relatives from Five Continents, Frontiers Media SA, 12 marzo 2020, ISBN 978-2-88963-555-9. URL consultato il 3 aprile 2020.
  16. ^ (EN) Oliver Perry Hay, Bibliography and Catalogue of the Fossil Vertebrata of North America, U.S. Government Printing Office, 1902. URL consultato l'11 aprile 2020.
  17. ^ Fossilworks: Equus complicatus, su fossilworks.org. URL consultato il 5 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  18. ^ (EN) Earle E. Spamer, Edward Daeschler e Academy of Natural Sciences of Philadelphia, A Study of Fossil Vertebrate Types in the Academy of Natural Sciences of Philadelphia: Taxonomic, Systematic, and Historical Perspectives, Academy of Natural Sciences, 1995, ISBN 978-0-910006-51-4. URL consultato il 5 aprile 2020.
  19. ^ (FR) Amerhippus fraternus and related species, Introduction - [Vera Eisenmann], su vera-eisenmann.com. URL consultato il 5 aprile 2020.
  20. ^ Fossilworks: Equus fraternus, su fossilworks.org. URL consultato il 5 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  21. ^ Fossilworks: Equus pectinatus, su fossilworks.org. URL consultato il 5 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  22. ^ (EN) Earle E. Spamer, Edward Daeschler e Academy of Natural Sciences of Philadelphia, A Study of Fossil Vertebrate Types in the Academy of Natural Sciences of Philadelphia: Taxonomic, Systematic, and Historical Perspectives, Academy of Natural Sciences, 1995, ISBN 978-0-910006-51-4. URL consultato il 6 aprile 2020.
  23. ^ Fossilworks: Equus hatcheri, su fossilworks.org. URL consultato l'11 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  24. ^ (EN) Oliver Perry Hay, Contributions to the Knowledge of the Mammals of the Pleistocene of North America, U.S. Government Printing Office, 1915. URL consultato l'11 aprile 2020.
  25. ^ Fossilworks: Equus leidyi, su fossilworks.org. URL consultato il 7 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  26. ^ (EN) David W. Anthony, The Horse, the Wheel, and Language: How Bronze-Age Riders from the Eurasian Steppes Shaped the Modern World, Princeton University Press, 26 luglio 2010, ISBN 978-1-4008-3110-4. URL consultato il 7 aprile 2020.
  27. ^ Fossilworks: Equus niobrarensis, su fossilworks.org. URL consultato il 27 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  28. ^ Equus niobrarensis, su mindat.org. URL consultato il 27 marzo 2020.
  29. ^ Fossilworks: Equus yunnanensis, su fossilworks.org. URL consultato il 3 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  30. ^ a b O. F. Chernovaa, G. G. Boeskorovb, and A. V. Protopopov, Identification of the hair of a Holocene "Yukagir Horse" (Equus spp.) mummy, in Academician Yu.Yu, 3 ottobre 2014.
  31. ^ a b Artem V. Nedoluzhko, Fedor S. Sharko e Eugenia S. Boulygina, The complete mitochondrial genome of the extinct Pleistocene horse (Equus cf. lenensis) from Kotelny Island (New Siberian Islands, Russia) and its phylogenetic assessment, in Mitochondrial DNA Part B, vol. 5, n. 1, 2 gennaio 2020, pp. 243–245, DOI:10.1080/23802359.2019.1699877. URL consultato il 27 marzo 2020.
  32. ^ a b Deb Bennett and Robert S. Hoffmann, Equus caballus, in Mammalian species, vol. 628, 1-14 pp..
  33. ^ a b Cenozoic Mammals of Africa.
  34. ^ a b Eline N. van Asperen, Krzysztof Stefaniak, Iurii Proskurnyak, and Bogdan Ridush, Equids from Emine-Bair-Khosar Cave (Crimea, Ukraine): co-occurrence of the stenonid Equus hydruntinus and the caballoid E. ferus latipes based on skull and postcranial remains.
  35. ^ a b (EN) Valentina Yanko-Hombach, Allan S. Gilbert e Nicolae Panin, The Black Sea Flood Question: Changes in Coastline, Climate and Human Settlement, Springer Science & Business Media, 15 novembre 2006, ISBN 978-1-4020-5302-3. URL consultato l'11 aprile 2020.
  36. ^ a b Robin Pellew, Comments On The Proposed Conservation Of Usage Of 15 Mammal Specific Names Based On Wild Species Which Are Antedated By Or Contemporary With Those Based On Domestic Animals, in The Bulletin of zoological nomenclature., vol. 54, 1997, pp. 119–120, DOI:10.5962/bhl.part.89. URL consultato il 30 luglio 2019.
  37. ^ a b Eric Scott, Thomas W. Stafford Jr., Russel W. Graham, Larry D. Martin, Morphology and metrics, isotopes and dates: determining the validity of Equus laurentius (Hay, 1913).
  38. ^ (EN) Nicolas Boulbes e Eline N. van Asperen, Biostratigraphy and Palaeoecology of European Equus, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00301. URL consultato l'8 aprile 2020.
  39. ^ 40-year-old moon dust discovered in storage, in New Scientist, vol. 218, n. 2919, 2013-06, p. 7, DOI:10.1016/s0262-4079(13)61340-8. URL consultato il 19 ottobre 2019.
  40. ^ Phylogeny of american horses of blancan and pleistocene age..
  41. ^ a b aiqua.it, http://www.aiqua.it/index.php/volume-24-extended-abstract-il-quaternario-italiano-conoscenze-e-prospettive-roma-24-e-25-febbraio-2011/122-the-early-to-early-middle-pleistocene-stenonoid-horses-from-italy. URL consultato il 1º agosto 2019.
  42. ^ (EN) Boyang Sun e Tao Deng, The Equus Datum and the Early Radiation of Equus in China, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00429. URL consultato il 6 aprile 2020.
  43. ^ Equus cf. livenzovensis from Montopoli, Italy (early Pleistocene; MN16b; ca. 2.6 Ma), su researchgate.net.
  44. ^ a b LIGHT AND SHADOWS IN THE EVOLUTION OF SOUTH EUROPEAN STENONOID HORSES (PDF), su fi.nm.cz.
  45. ^ Véra Eisenmann, Unexpected finding of a new Equus species (Mammalia, Perissodactyla) belonging to a supposedly extinct subgenus in late Pleistocene deposits of Khakassia (southwestern Siberia), in Muséum national d’Histoire naturelle, Département Histoire de la Terre, UMR 5143 du CNRS, Paléobiodiversité et Paléoenvironnements..
  46. ^ (EN) Véra Eisenmann, Sussemionus, a new subgenus of Equus (Perissodactyla, Mammalia), in Comptes Rendus Biologies, vol. 333, n. 3, 2010-3, pp. 235–240, DOI:10.1016/j.crvi.2009.12.013. URL consultato il 1º agosto 2019.
  47. ^ (EN) (PDF) Sussemionus, a new subgenus of Equus (Perissodactyla, Mammalia), su ResearchGate. URL consultato il 10 agosto 2019.
  48. ^ a b c Download Limit Exceeded, su citeseerx.ist.psu.edu. URL consultato il 1º agosto 2019.
  49. ^ Phylogenetic relationships of the Chinese fossil species of the genus Equus, Perissodactyla, Equidae. (PDF), su researchgate.net.
  50. ^ Jun-Xia Yuan, Xin-Dong Hou e Axel Barlow, Molecular identification of late and terminal Pleistocene Equus ovodovi from northeastern China, in PLoS ONE, vol. 14, n. 5, 16 maggio 2019, DOI:10.1371/journal.pone.0216883. URL consultato il 4 agosto 2019.
  51. ^ a b c d Download Limit Exceeded, su citeseerx.ist.psu.edu. URL consultato il 18 agosto 2019.
  52. ^ Fossilworks: Equus nalaikhaensis, su fossilworks.org. URL consultato il 6 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2021).
  53. ^ (EN) Vera Eisenmann: Venta Micena et Equus granatensis, su vera-eisenmann.com. URL consultato il 10 agosto 2019.
  54. ^ EISENMANN 1999 - Equus Granatensis Venta Micena | Equus (Genus) | Equidae, su Scribd. URL consultato il 10 agosto 2019.
  55. ^ a b c (EN) (PDF) Equus apolloniensis n. sp. (Mammalia, Equidae) from the latest Villafranchian locality of Apollonia, Macedonia, Greece. Palaeontologia i Evoluciο, 30-31:49-76, su ResearchGate. URL consultato il 18 agosto 2019.
  56. ^ a b c Equus major Boule, 1927 - Geologie van Nederland, su geologievannederland.nl. URL consultato il 19 ottobre 2019.
  57. ^ (EN) Nicolas Boulbes e Eline N. van Asperen, Biostratigraphy and Palaeoecology of European Equus, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00301. URL consultato il 6 dicembre 2019.
  58. ^ (EN) Véra Eisenmann e Vasiliev Sergej, Unexpected finding of a new Equus species (Mammalia, Perissodactyla) belonging to a supposedly extinct subgenus in late Pleistocene deposits of Khakassia (Southwestern Siberia), in Geodiversitas, vol. 33, n. 3, 2011-9, pp. 519–530, DOI:10.5252/g2011n3a5. URL consultato il 1º agosto 2019.
  59. ^ Jun-Xia Yuan, Xin-Dong Hou e Axel Barlow, Molecular identification of late and terminal Pleistocene Equus ovodovi from northeastern China, in PLoS ONE, vol. 14, n. 5, 16 maggio 2019, DOI:10.1371/journal.pone.0216883. URL consultato il 2 agosto 2019.
  60. ^ Paleobiogeographic and te mporal distribution of Equus numidicus Pomel, 1897.
  61. ^ a b c d e f g h i j k l m n CHAPTER THIRTY-FIVE - Equidae (PDF), su researchgate.net.
  62. ^ (EN) Raymond L. Bernor, Omar Cirilli e Advait M. Jukar, Evolution of Early Equus in Italy, Georgia, the Indian Subcontinent, East Africa, and the Origins of African Zebras, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00166. URL consultato il 22 marzo 2020.
  63. ^ a b Fossilworks: Equus (Dolichohippus) grevyi, su fossilworks.org. URL consultato il 22 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2020).
  64. ^ a b NOTE ON SUBFOSSILTEETH OF EQUUS ZEBRA L. FROM ORANGE FREE STATE, su repository.naturalis.nl.
  65. ^ a b Equus quagga: King, S.R.B. & Moehlman, P.D., su IUCN Red List of Threatened Species, 20 giugno 2016. URL consultato il 30 luglio 2019.
  66. ^ a b (EN) C.P. Groves e C.H. Bell, New investigations on the taxonomy of the zebras genus Equus, subgenus Hippotigris, in Mammalian Biology, vol. 69, n. 3, 2004-03, pp. 182–196, DOI:10.1078/1616-5047-00133. URL consultato il 21 marzo 2020.
  67. ^ a b Yoshan Moodley e Eric H. Harley, Population structuring in mountain zebras (Equus zebra): The molecular consequences of divergent demographic histories, in Conservation Genetics, vol. 6, n. 6, 3 febbraio 2006, pp. 953–968, DOI:10.1007/s10592-005-9083-8. URL consultato il 30 luglio 2019.
  68. ^ a b Wilson, Don E. e Reeder, DeeAnn M., Mammal species of the world : a taxonomic and geographic reference, 3rd ed, Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4, OCLC 57557352. URL consultato il 30 luglio 2019.
  69. ^ Vera Eisenmann, EQUUS CAPENSIS (MAMMALIA, PERISSODACTYLA) FROM ELANDSFONTEIN, in Museum National D ’ Histoire Naturelle.
  70. ^ a b c (EN) Nicolas Boulbes e Eline N. van Asperen, Biostratigraphy and Palaeoecology of European Equus, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 7, 2019, DOI:10.3389/fevo.2019.00301. URL consultato il 6 ottobre 2019.
  71. ^ Eduardo Jimenez-Hidalgo, Roberto Díaz-Sibaja, WAS EQUUS CEDRALENSIS A NON-STILT LEGGED HORSE? TAXONOMICAL IMPLICATIONS FOR THE MEXICAN PLEISTOCENE HORSES.
  72. ^ Fossilworks: Equus pseudaltidens [collegamento interrotto], su fossilworks.org. URL consultato il 9 aprile 2020.
  73. ^ (EN) Jon Baskin, Evidence from Morphological Variation in Large Samples on the Number of Species of Equus in the Late Pleistocene of North America. URL consultato il 9 aprile 2020.
  74. ^ Richard C. Hulbert, Jr., Equus from Leisey shell pit 1A and other irvingtonian localities from Florida..
  75. ^ Fossilworks: Equus australis, su fossilworks.org. URL consultato l'11 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  76. ^ Fossilworks: Equus holmesi, su fossilworks.org. URL consultato il 7 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2021).
  77. ^ Nicholas Anthony Famoso, The evolution of occlusal enamel complexity in middle miocene to recent equids (Mammalia: Perissodactyla) of North America..
  78. ^ (EN) Equus jubatus Hay, 1927, su gbif.org. URL consultato l'11 aprile 2020.
  79. ^ Fossilworks: Equus nobisi, su fossilworks.org. URL consultato l'11 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  80. ^ Cheng Jie, Wang Xinwen, New mammalian materials of middle pleistocene from Lijiang basin in northwest Yunnan and their biostratigraphy.
  81. ^ (EN) Zoology in Early Modern Culture: Intersections of Science, Theology, Philology, and Political and Religious Education, BRILL, 13 ottobre 2014, ISBN 978-90-04-27917-9. URL consultato il 10 aprile 2020.
  82. ^ (EN) John (1603-1675) Jonston, Zebra Indica, Indianisck Maulthier; Equus Indicus, Indianisck Pferd; Equus Hirfutus, Rauh Pferd., su New York Public Library, 1º gennaio 1655. URL consultato il 10 aprile 2020.
  • Manuale di anatomia comparata dei vertebrati, E. Padoa - ed. Feltrinelli, Milano (1986).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 10550 · GND (DE4115547-6 · J9U (ENHE987007553014505171
  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi