Don't Believe the Hype
Don't Believe the Hype singolo discografico | |
---|---|
Screenshot tratto dal videoclip | |
Artista | Public Enemy |
Pubblicazione | giugno 1988 |
Durata | 5:23 |
Album di provenienza | It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back |
Genere | Political hip hop |
Etichetta | Def Jam/Columbia/CBS Records |
Produttore | The Bomb Squad |
Public Enemy - cronologia | |
Don't Believe the Hype è un brano musicale del gruppo rap Public Enemy, terzo singolo estratto dall'album It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back del 1988.
Il brano
[modifica | modifica wikitesto]Il testo della canzone tratta principalmente delle istanze politiche negli Stati Uniti all'epoca della pubblicazione del singolo. Nello specifico è una critica dei mass media statunitensi. L'hype è tutto ciò che fa momentaneamente tendenza e viene propugnato alla gente per ragioni di mercato o propaganda e dunque è la prima cosa a cui non credere mai: «Don't believe the hype, it's a sequel/ As an equal can I get this through to you/ My 98 booming with a trunk of funk/ All the jealous punks can't stop the dunk/ Coming from the school of hard knocks/ Some perpetrate, they drink Clorox/ Attack the Black, because I know they lack exact/ The cold facts, and still they try to Xerox/ The leader of the new school, uncool, never played the fool, just made the rules» ("Non credete alla propaganda, è una continuazione/ Da uguale, posso trasmetterlo/ La mia 98 romba con un pistone funk/ Tutti gli sfigati invidiosi non possono interrompere la pacchia/ Arrivando dalla scuola dei detrattori/ Qualcuno ci prova, bevono conegrina/ Attaccano il Nero, perché conosco bene i loro difetti/ La pura verità, eppure cercano ancora di imitarmi/ Maestro del nuovo corso, impeccabile/ Mai fatto il buffone, ho solo stabilito le regole"). Il ritmo del pezzo è tratto da Synthetic Substitution di Melvin Bliss e da Escape-ism di James Brown.
Don't Believe the Hype raggiunse la posizione numero 18 nella classifica U.S. Hot R&B/Hip-Hop Songs e la medesima posizione in Gran Bretagna nella Official Singles Chart nel luglio 1988. Chuck D dichiarò che il pezzo si ispirava alle opere di Noam Chomsky.[1]
La B-side del 45 giri includeva Prophets of Rage e The Rhythm The Rebel, una versione a cappella della strofa d'apertura della canzone Rebel Without a Pause.[2]
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]- Don't Believe the Hype - 5:23
- Prophets of Rage -
- The Rhythm The Rebel -
Classifica
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (1988) | Posizione massima |
---|---|
U.S. Billboard Dance Music/Club Play Singles | 21 |
U.S. Billboard Hot R&B/Hip-Hop Singles & Tracks | 18 |
U.S. Billboard Hot Dance Music/Maxi-Singles Sales | 17 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Chuck D Talks Romney, Regrets And Why Public Enemy Are The 'Rolling Stones of Rap', su The Huffington Post, 10 aprile 2012. URL consultato il 22 novembre 2015.
- ^ Megan Smolenyak, Huffington Post, su Hey, Prince, Your Roots Are Showing. URL consultato il 12 febbraio 2013.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Don't Believe the Hype, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Don't Believe the Hype, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.