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Dagospia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Dagospia
StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Generepubblicazione web
FondatoreRoberto D'Agostino
Fondazione22 maggio 2000
EditoreDagospia S.p.A. (95 % Roberto D'Agostino, 2014)[1]
DirettoreRoberto D'Agostino
Sito webwww.dagospia.com
 

Dagospia è una pubblicazione web di rassegna stampa[2] e retroscena su politica, economia, società e costume curata da Roberto D'Agostino, attiva dal 22 maggio 2000.

Caratteristiche

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Dagospia si definisce "Risorsa informativa online a contenuto generalista che si occupa di retroscena. È espressione di Roberto D'Agostino".[3] Sebbene da alcuni sia considerato un sito di gossip, nelle parole di D'Agostino «è un bollettino d'informazione, punto e basta».[4]

Lo stile di comunicazione è volutamente chiassoso e scandalistico.[5] L'impostazione grafica della testata ricorda molto quella del news aggregator americano Drudge Report, col quale condivide anche la vocazione all'informazione indipendente fatta di scoop e indiscrezioni. Questi due elementi hanno contribuito a renderlo un sito molto popolare, specialmente nell'ambito dell'informazione italiana.

Il sito aveva in media 12 000 visite quotidiane nel 2000 e 600 000 pagine consultate in un giorno nel 2010.[6] Gli utenti unici nel mese erano 2,6 milioni nel 2014[1] (metodo di calcolo non specificato) e 0,5 milioni secondo audiweb nel 2020, sufficienti a renderlo uno dei 50 siti di informazione più consultati in Italia.[7]

A partire da febbraio 2011 si finanzia con pubblicità e non è necessario un abbonamento per consultare gli archivi.

Nel sito è presente la rubrica fotografica Cafonal, curata fino al 2012 dal fotoreporter e "paparazzo" romano Umberto Pizzi (insieme al fratello Mario) e in seguito dal fotografo Luciano Di Bacco[8], dove sono immortalati protagonisti e partecipanti agli eventi mondani nella capitale. Dalle fotografie sono stati tratti i libri Cafonal. Gli italioni nel mirino di Dagospia e UltraCafonal. Il peggio di Dagospia pubblicati rispettivamente nel 2008 e nel 2010. Nell'estate 2012 Umberto Pizzi ha lasciato Dagospia con un addio polemico.[9]

Per alcuni periodi fonte di informazioni e retroscena fu anche il Presidente emerito della Repubblica Italiana Francesco Cossiga.[10]

Nel giugno 2011 fece scalpore la notizia che Dagospia ricevesse 100 000 euro all'anno per pubblicità all'Eni grazie all'intermediazione del faccendiere Luigi Bisignani, già condannato in via definitiva per la maxi-tangente Enimont e di nuovo sotto inchiesta per il caso P4.[11][12]

Il quotidiano la Repubblica, riportando le dichiarazioni di Bisignani ai pubblici ministeri sulle soffiate a Dagospia, la definì “il giocattolo” di Bisignani. Dagospia ha querelato la Repubblica per diffamazione.[13][14]

Pubblicazioni

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  1. ^ a b Claudio Plazzotta, Dagospia, ecco i conti svelati da Roberto D'Agostino, su Formiche.net, 7 dicembre 2014. URL consultato il 24 maggio 2020.
  2. ^ Intervista a Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 19 marzo 2008 Archiviato il 2 dicembre 2013 in Internet Archive. "Io leggo e taglio di tutto. E pubblico."
  3. ^ Alexa.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato il 9 maggio 2019).
  4. ^ Stefano Lorenzetto, Dogoscopia, in Panorama (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
    «Che palle 'sto termine gossip! Dagospia è un bollettino d’informazione, punto e basta»
  5. ^ Intervista a Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 19 marzo 2008 Archiviato il 2 dicembre 2013 in Internet Archive. "I quotidiani ammorbidiscono i titoli. Io li ravvivo."
  6. ^ Stefano Lorenzetto, Panorama, su altrimondi.gazzetta.it. URL consultato il 22 novembre 2013 (archiviato il 3 dicembre 2013).
  7. ^ TOP 100 informazione online. A marzo crescite record per quasi tutti i quotidiani, su Prima Comunicazione, 14 maggio 2020. URL consultato il 24 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2020).
  8. ^ Estate: Di Bacco, addio a foto simbolo ormai è tempo di selfie - ADN Kronos
  9. ^ Addio caro Dago, il cafonal è finito, su Panorama, 9 agosto 2012. URL consultato il 13 marzo 2020 (archiviato il 20 febbraio 2019).
  10. ^ Intervista a Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa, 19 marzo 2008 Archiviato il 2 dicembre 2013 in Internet Archive. "Cossiga è un tuo informatore?" "È di più. È la guida spirituale di Dagospia. È stato il primo a darmi fiducia. All'epoca della guerra da parte di Profumo e Geronzi a Maranghi per la conquista di Mediobanca, Cossiga scelse Dagospia come veicolo per picconare a difesa di Maranghi."
  11. ^ Lorenzo Fuccaro, È rottura tra Berlusconi e Alfano Il vicepremier annuncia i nuovi gruppi, su Corriere della Sera, 16 novembre 2013. URL consultato il 3 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  12. ^ 1- ecco in cosa si riduce la \"cogestione occulta da parte del bisignani del noto sito scandalistico\": papa che dice al lobbista di mandare a dagospia un pettegolezzo su vietti attovagliato a trastevere con \"quattro avvenenti ragazze\"! notiziola, va subito sottolineato, che non è mai comparsa sul sito! 2- ma lo \"scandalo\" per woodcock è dagospia che ottiene un contratto dall’eni per pubblicità! (l’eni la fa anche sulla gazzetta dell’appetito). quanti milioni? 100mila euro l’anno! pure poco per un sito che, dati nielsen, ha 600 mila pagine viste al giorno 3- la nostra risposta: \"bisignani non “cogestisce” questo sito. scrivere una castroneria va bene. diffamare, già meno. i giornalisti prendono le notizie dalle fonti, le verificano e le pubblicano. le fonti le scelgono liberamente loro. non se le fanno indicare dalle procure. fare pubblicità su un sito che dà notizie liberamente come pochi altri in italia dovrebbe essere un dovere civico dell’industria\" 4- prestigiacomo profetica al telefono con bisi: \"se mi intercettano con te mi rovini\" 5- masi: \"parlavo con bisignani perché aveva con letta un rapporto più diretto\" 6- il rapporto di bisi con d’alema e la visita del gen. santini (prima o dopo la nomina?), su dagospia.com, 20 giugno 2011. URL consultato il 13 marzo 2020 (archiviato il 4 marzo 2016).
  13. ^ Elisa D'Alto, Bisignani, Dagospia querela il giornalista di Repubblica Bonini, su blitzquotidiano.it, 22 giugno 2011. URL consultato il 3 settembre 2024 (archiviato il 5 gennaio 2023).
  14. ^ Dagospia contro Repubblica, su Giornalettismo, 21 giugno 2011. URL consultato il 13 marzo 2020 (archiviato il 3 settembre 2019).

Collegamenti esterni

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