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Complesso siderurgico dell'Assi

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Progetto di una fornace da costruire nelle regie ferriere di Stilo

Il complesso siderurgico dell'Assi o polo siderurgico dell'Assi o complesso di Ferdinandea è stato un centro di lavorazioni dei metalli calabrese di notevole importanza nel Settecento. È situato perlopiù nella vallata dello Stilaro, prende il nome dalla fiumara Assi attorno alla quale furono costruiti i principali edifici. Dal 1761 Giovanni Francesco Conty con la carica di Amministratore generale delle Regie Ferriere gestirà sia le ferriere di Stilo che dell'Assi e darà avvio al polo siderurgico di Mongiana[1].

È costituito dalle ferriere Francese (o Francesa)[2], Zessi (o Gessi)[2], San Carlo, Ropalà[2], Maglietto e dalle ferriere Vecchie di Stilo (restaurate nel 1757): Arcà, Acciarera, Armi, Murata, Nuova, Molinelle di Sotto e Molinelle di Sopra. Avevano sia un uso civile che militare.

Faceva parte del complesso anche la Fabbrica d'armi del Lamberti, l'acquedotto Carolino costruito da Vanvitelli nel 1754-1755, la Regia Fornace (una fabbrica di cannoni) di Pazzano nel 1742.[3]

In quel periodo vengono anche scoperte nuove miniere come rivela Grimaldi nel 1781: nel paese di Bivongi ci sono ben 3 nuove miniere d'argento, in contrada Raspa, contrada Argentera e in contrada Due Fiumare la miniera S. Luigi, a Stilo in contrada Assi del Notaro una miniera di piombo argentifero e una miniera di Antimonio.[3]

Nuove maestranze

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Nel 1749, per volere di Re Carlo furono importati lavoratori dalla Sassonia e dall'Ungheria per migliorie nella ricerca di filoni minerari e nel processo di produzione. Erano guidati dal professor Hermann dell'Accademia mineraria di Freiberg e dall'ingegnere Bruno Maria Schott, il quale fece delle importanti ricerche sulla condizione mineraria calabrese, indicando scrupolosamente il minerale presente, i filoni e la loro grandezza, l'ubicazione e la profondità delle miniere e dei pozzi. Tutte queste informazioni furono depositate a Napoli, ma ormai disperse come ci informa Carminantonio Lippi.[3]

Amministratori

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  • Giovanni La Rosa (1752-1757)[4][5]
  • Bonaventura De Marco (1757 - 1758)[5][6]

Negli anni sessanta del Settecento si ha notizia che le sole ferriere di Stilo in 6 anni produssero 1034 tonnellate di ferro. Nel 1776, la sua produzione totale ammontava a 308451 chilogrammi di ferro.[3]

Produzione delle ferriere di Stilo:

Ferriera Produzione di Ferro in chilogrammi
Arcà 56782
Acciarera 45123
Armi 36846
Maglietto 29900
Murataa 44500
Nuova 51000
Molinelle di sopra 23500
Molinelle di sotto 20800
  1. ^ Panarello 2015.
  2. ^ a b c Panarello, Fulco 2015, pp. 158.
  3. ^ a b c d Il ferro in Calabria. Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese
  4. ^ gestì anche le regie ferriere di Stilo)
  5. ^ a b Panarello, Fulco 2015, pp. 140.
  6. ^ Viene sostituito da Giuseppe Palatini, il primo Amministratore generale delle Regie Ferriere
  • Danilo Franco, Il ferro in Calabria. Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese, Reggio Calabria, Kaleidon editrice, 2003, ISBN 88-88867-01-5.
  • Mario Panarello e Alfredo Fulco, Dalla natura all'artificio. Villa Caristo. Dai Lamberti ai Clemente, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2015, ISBN 978-88-498-4315-6.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Ecomuseo, su web.tiscali.it. URL consultato il 29 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2008).
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