Carletto Gavoglio
Carletto Gavoglio | |
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Nascita | Genova, 15 agosto 1916 |
Morte | Russia, 30 dicembre 1942 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Alpini |
Reparto | 8º Reggimento alpini |
Anni di servizio | 1938-1943 |
Grado | Sottotenente di complemento |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Russia |
Battaglie | Battaglia delle Alpi Occidentali Seconda battaglia difensiva del Don |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1] | |
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Carletto Gavoglio (Genova, 15 agosto 1916 – Russia, 30 dicembre 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Genova il 15 agosto 1916.[2] Diplomatosi in ragioneria, nel 1938 fu arruolato nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare la Scuola allievi ufficiali di Bassano del Grappa e nel 1939 venne nominato sottotenente di complemento dell'arma di fanteria, specialità alpini. Assegnato al 3º Reggimento alpini, dopo la dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, partecipò alle operazioni belliche sulla frontiera occidentale.[3] Posto in congedo nel luglio successivo, venne richiamato in servizio attivo nell'aprile 1941 ed inviato al battaglione alpini "Cividale" dell'8º Reggimento alpini, allora dislocato nel territorio della Jugoslavia occupata.[3] Rientrato in Italia dopo aver partecipato per un anno alle operazioni di contrasto alla guerriglia, nell'agosto 1942 partì con il reggimento, inquadrato nella 3ª Divisione alpina "Julia", per l'Unione Sovietica.[3] Sul fronte orientale, in una quota denominata dai tedeschi "Signal", alta circa 176 m, ma che rivestiva una grande importanza tattica si distinse in combattimento.[3] Persa dal reparto tedesco che la presidiava fu riconquistata dal battaglione alpini "Gemona" il 30 dicembre e riconsegnata ai tedeschi.[3] I russi, valutando ne l'importanza strategica, concentrano nuove truppe e la riconquistano, presidiandola in maniera massiccia.[3] Il battaglione alpini "Cividale" ricevette l'ordine di riconquistarla, e per tre giorni le sue compagnie si dissanguarono in una serie di attacchi e di azioni difensive dai contrattacchi lanciati dai russi.[3] La quota fu conquistata e persa più volte, ma alla fine rimase definitivamente in mano agli italiani.[3] I tre giorni e più di combattimento dimezzarono gli effettivi del battaglione, ed in questo fatto d'arme anche lui trovò la morte, colpito da una raffica di mitragliatrice.[3] Nel museo degli alpini di Savignone (provincia di Genava) è conservato il suo piastrino.[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.158.
- ^ Combattenti Liberazione.
- ^ a b c d e f g h i j Bianchi, Cattaneo 2011, p.359.
- ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 167.
- Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.
- Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Torino, Einaudi Ragazzi, 2001, ISBN 88-7926-359-5.
- Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, Milano, Ugo Mursia, 1994, ISBN 88-425-1746-1.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gavoglio, Carletto, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 18 marzo 2023.
- Gavoglio, Carletto, su MOVM. URL consultato il 18 marzo 2023.
- Giuseppe Martelli, Gavoglio, Carletto, su Noi Alpini. URL consultato il 18 marzo 2023.