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Andrew Lih

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Andrew Lih alla conferenza di Wikimania a Taipei, Taiwan, il 3 agosto 2007

Andrew Lih (酈安治S; ...) è uno scrittore statunitense, ricercatore dei nuovi media, consulente ed esperto di Wikipedia e della censura di Internet nella Repubblica Popolare Cinese[1][2][3][4]. Attualmente[da quando?] è visiting professor della University of Southern California[5].

Lih ha lavorato come ingegnere di software per i Bell Laboratories dal 1990 al 1993. Nel 1994 ha fondato la Mediabridge Infosystems e nello stesso anno ha ottenuto una laurea magistrale in informatica presso la Columbia University[6]. Dal 1995 al 2000, Lih ha prestato servizio come professore aggiunto di giornalismo alla Columbia e come direttore della tecnologia per il loro Center for New Media[7]. Nel 2000 ha fondato il Columbia's Interactive Design Lab, una collaborazione con la Scuola delle Arti dell'Università per esplorare il design interattivo nell'ambito della fiction e non, inclusi pubblicità, notizie, documentari e film[8]. In seguito, Lih prestò servizio presso il Journalism and Media Studies Centre dell'Università di Hong Kong in qualità di assistente professore e direttore della tecnologia[8][9].

Si trasferì a Pechino[9], dove rimase fino al 2009. Attualmente vive a Los Angeles.

Attività connesse a Wikipedia

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Lih è un contributore veterano di Wikipedia[10]. Nel 2009 pubblicò il libro La rivoluzione di Wikipedia. Come un gruppo di illustri sconosciuti ha creato la più grande enciclopedia del mondo. In qualità di esperto di Wikipedia, molte sue interviste sono apparse in diverse pubblicazioni, tra cui Salon.com[11] e il blog Freakonomics del The New York Times[12].

  1. ^ (EN) Laura Sydell, How Do Chinese Citizens Feel About Censorship?, in National Public Radio, 12 luglio 2008. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  2. ^ (EN) Tim Johnson, China relaxes grip on internet and media after quake, in The Australian, 15 maggio 2008. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  3. ^ (EN) Tania Branigan, Beijing Olympics: Government U-turn ends ban on human rights websites, in The Guardian, 2 agosto 2008. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  4. ^ (EN) Richard Spencer, China's growing number of internet users could exceed US, in The Daily Telegraph, 25 gennaio 2007. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  5. ^ "Faculty: Andrew Lih", su annenberg.usc.edu. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  6. ^ Academic curriculum vitae, su annenberg.usc.edu. URL consultato il 3 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2012).
  7. ^ (EN) Staci D. Kramer, Meet Colombia New Media's Guru, in Online Journalism Review, 1º marzo 2004.
  8. ^ a b Andrew Lih, su jmsc.hku.hk. URL consultato il 3 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2011).
  9. ^ a b (EN) James Fallows, “The Connection Has Been Reset”, in The Atlantic, marzo 2008. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  10. ^ (EN) David Sarno, Wikipedia wars erupt, in Los Angeles Times, 30 settembre 2007. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  11. ^ (EN) Vincent Rossmeier, Are we dangerously dependent on Wikipedia?, in Salon.com, 24 marzo 2009. URL consultato il 3 gennaio 2012.
  12. ^ (EN) Annika Mengisen, By a Bunch of Nobodies: A Q&A With the Author of The Wikipedia Revolution, in Freakonomics Blog, 16 giugno 2009. URL consultato il 3 gennaio 2012.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • sito ufficiale, su andrewlih.com. URL consultato il 3 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2012).
Controllo di autoritàVIAF (EN43780319 · ISNI (EN0000 0000 3841 4349 · SBN USMV940584 · LCCN (ENn2008080065 · J9U (ENHE987007314831905171 · NDL (ENJA01173633 · CONOR.SI (SL185180259