104 Tauri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
104 Tauri
104 Tauri
Classe spettraleG4V[2]
Distanza dal Sole50,3 ± 0,3 anni luce (15,422 ± 0,092 pc)
CostellazioneToro
Coordinate
Ascensione retta05h 07m 27.00529s[1]
Declinazione+18° 38′ 42.1815″[1]
Dati fisici
Raggio medio1,63±0,06[3] R
Massa
1,00+0,03
−0,04
[3] M
Acceleraz. di gravità in superficie4,06 Log g[4]
Velocità di rotazione10,00 km/s[2]
Temperatura
superficiale
Luminosità
2,41[5] L
Indice di colore (B-V)0,64[2]
Metallicità−0,22  [Fe/H][4]
Età stimata10,15 Ga[4]
Dati osservativi
Magnitudine app.+4,92[4]
Magnitudine ass.3,75±0,06[3]
Parallasse64,79±0,33 mas[1]
Moto proprioAR: +534.73 mas/anno
Dec: +17.93 mas/anno[1]
Velocità radiale+20,19 km/s[2]
Nomenclature alternative
m Tau, 104 Tau, BD+18° 779, GJ 188, HD 32923, HIP 23835, HR 1656, SAO 94332[6]

104 Tauri (104 Tau) è la designazione di Flamsteed di una stella sita nella costellazione equatoriale del Toro. Ha una magnitudine apparente di 4,92, che la rende abbastanza luminosa da essere visibile ad occhio nudo. Sulla base delle misurazioni di parallasse, si trova a circa 50 al dal Sole[1] e si sta allontanando ulteriormente da esso con una velocità radiale eliocentrica di +20 km/s.[2]

Caratteristiche

[modifica | modifica wikitesto]

La stella ha una classificazione stellare di G4 V,[2] che suggerisce sia una normale stella a sequenza principale di tipo G che sta generando energia attraverso la fusione dell'idrogeno all'interno del suo nucleo. Ha un'età stimata di 10 Ga[4] e ruota su se stessa con una velocità proiettata di 10 km/s.[2]

104 Tauri ha circa la stessa massa del Sole, con un raggio pari 1,6 volte il raggio solare. Sta irradiando 2,4 volte la luminosità del Sole dalla sua fotosfera ad una temperatura effettiva di 5717 K.[4]

La luminosità apparente indica che è una giovane stella di popolazione I, tuttavia, le abbondanze chimiche nella sua fotosfera esterna raccontano una storia diversa, suggerendo che si tratti di una stella di popolazione II con un'età di 12−13 miliardi di anni. Questa discrepanza può essere un indizio che la stella ha subito un periodo di accrescimento di massa nel corso della sua vita. Possibili scenari sono una fusione con una compagna in orbita ravvicinata, oppure l'interazione con la nube progenitrice del vicino ammasso aperto NGC 2516[7].

La stella mostra prove convincenti di un eccesso di infrarossi, suggerendo la presenza di un disco di detriti circumstellare[8].

  1. ^ a b c d e F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy & Astrophysics, vol. 474, n. 2, 2007-11, pp. 653-664, DOI:10.1051/0004-6361:20078357. URL consultato il 2 agosto 2020.
  2. ^ a b c d e f g Russel J. White, Jared M. Gabor e Lynne A. Hillenbrand, High-Dispersion Optical Spectra of Nearby Stars Younger Than the Sun, in The Astronomical Journal, vol. 133, n. 6, 20 aprile 2007, pp. 2524-2536, DOI:10.1086/514336. URL consultato il 2 agosto 2020.
  3. ^ a b c Jan Bernkopf e Klaus Fuhrmann, Local subgiants and time-scales of disc formation, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 369, n. 2, 18 maggio 2006, pp. 673-676, DOI:10.1111/j.1365-2966.2006.10326.x. URL consultato il 2 agosto 2020.
  4. ^ a b c d e f g I. Ramírez, C. Allende Prieto e D. L. Lambert, OXYGEN ABUNDANCES IN NEARBY FGK STARS AND THE GALACTIC CHEMICAL EVOLUTION OF THE LOCAL DISK AND HALO, in The Astrophysical Journal, vol. 764, n. 1, 29 gennaio 2013, p. 78, DOI:10.1088/0004-637x/764/1/78. URL consultato il 2 agosto 2020.
  5. ^ E. Anderson e Ch. Francis, XHIP: An extended hipparcos compilation, in Astronomy Letters, vol. 38, n. 5, 2012-05, pp. 331-346, DOI:10.1134/s1063773712050015. URL consultato il 2 agosto 2020.
  6. ^ 104 Tauri - * m Tau -- Double or multiple star, su SIMBAD Astronomical Database - CDS (Strasbourg). URL consultato il 2 agosto 2020.
  7. ^ K. Fuhrmann, R. Chini e M. Haas, ARCHEOLOGY OF AN ANCIENT STAR, in The Astrophysical Journal, vol. 761, n. 2, 5 dicembre 2012, p. 159, DOI:10.1088/0004-637x/761/2/159. URL consultato il 2 agosto 2020.
  8. ^ E. K. Holmes, H. M. Butner e S. B. Fajardo-Acosta, A Survey of Nearby Main-Sequence Stars for Submillimeter Emission, in The Astronomical Journal, vol. 125, n. 6, 2003-06, pp. 3334-3343, DOI:10.1086/375202. URL consultato il 3 agosto 2020.
  Portale Stelle: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di stelle e costellazioni