Epillio

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L'epillio è un breve componimento a carattere epico, come suggerisce l'etimologia del termine; in greco, infatti, ἐπύλλιον (epýllion) vuol dire "piccolo epos". Ha carattere erudito, è scritto per lo più in esametri, si diffonde in età alessandrina, quando si prediligono forme poetiche brevi e concentrate.

Anche se il termine nacque ufficialmente nel II secolo d.C. con Ateneo, esso veniva usato già da tempo. Callimaco fu uno dei poeti più importanti che adoperarono questo genere, come evidenziato nel poemetto Ecale che servì da modello agli altri. Autori di epilli furono anche Teocrito, Alessandro Etolo e Mosco, la cui produzione poetica frammentaria è troppo scarsa per conoscere il tipo di epilli che scrisse. Nella letteratura latina l'esempio più significativo di epillio è il carme 64 di Catullo, che consta di 408 esametri ed ha argomento epico, le nozze di Peleo e Teti, genitori dell'omerico Achille. Costituisce una delle più importanti novità apportate dalla Poesia Neoterica nella letteratura latina. L'epillio si caratterizza per la sua struttura ad anello: racconti che presentano digressioni interne, ospitando altri racconti. La digressione è introdotta con un pretesto che può essere rappresentato dal racconto di un personaggio o dalla descrizione di un elemento figurativo (come il ricamo del cuscino nuziale nel carme 64 di Catullo). Il rapporto tra le vicende narrate è complesso e spesso, come accade in Catullo, si tratta di vicende affini ma con esiti contrapposti.