Canigiani
I Canigiani furono una famiglia patrizia di Firenze.
Storia familiare
[modifica | modifica wikitesto]Tra le principali guelfe d'Oltrarno, vissero nei "popoli" di San Niccolò Oltrarno, Santa Lucia de' Magnoli e Santa Felicita, subendo un primo esilio dopo la battaglia di Montaperti (1260), in quanto guelfi. Rientrati dopo la battaglia di Benevento (1266), furono mercanti dell'Arte di Calimala e ricoprirono spesso incarichi politici. Nel Trecento erano schierati tra i guelfi Bianchi: Dino Compagni ricordò il capofamiglia, Cece Canigiani, tra i "potenti" che nel 1302 avrebbero dovuto firmare la pacificazione tra le due fazioni. Cacciati dalla città, si rifugiarono nella ghibellina Arezzo, dove una di loro, Eletta, si maritò col notaio Petracco e fu madre di Francesco Petrarca.
Più tardi si riappacificarono col Comune e poterono rientrare in città. Durante la rivolta dei Ciompi (1378) ebbero le loro case incendiate, assieme a quelle dei Soderini e dei Serragli. Furono alleati dei Medici, per i quali diressero la filiale del Banco mediceo a Londra. Bernardo Canigiani (1524-1604) fu tra i fondatori dell'Accademia della Crusca. Nel Settecento ottennero il titolo di marchesi.
Vissero a palazzo Canigiani, già Bardi-Larioni, ed ebbero il castello il Palagio, il castello di Volpaia e altri possedimenti a Villamagna, al Galluzzo, a San Martino alla Palma e a San Felice a Ema. In quest'ultima località tennero il patronato della chiesa di San Felice.
Mecenatismo
[modifica | modifica wikitesto]Furono committenti di Cosimo Rosselli, di Andrea del Sarto (Dossale dei quattro santi, agli Uffizi) e di Raffaello: a Firenze, per Domenico Canigiani, l'urbinate dipinse la Sacra Famiglia Canigiani, oggi all'Alte Pinakothek di Monaco, eseguita per le nozze con Lucrezia Frescobaldi nel 1507; allo stesso artista fu commissionata la Madonna del Cardellino in occasione delle nozze tra Lorenzo Nasi e Sandra di Matteo Canigiani.
Stemma
[modifica | modifica wikitesto]D'argento, al crescente rosso con in capo un lambello. Il crescente è tradizionalmente legato alle origini fiesolane della famiglia, mentre il lambello indica la fedeltà alla parte guelfa e alla casa reale francese.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Divo Savelli, Santa Lucia de' Magnoli a Firenze, la chiesa, la Cappella di Loreto, Parrocchia di Santa Lucia de' Magnoli, 2012.
- Marcello Vannucci, Le grandi famiglie di Firenze, Newton Compton Editori, 2006 ISBN 88-8289-531-9
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