Franciacorta
La Franciacorta (Franciacürta in dialetto bresciano[3]) è una zona collinare situata tra Brescia e l'estremità meridionale del Lago d'Iseo, in Lombardia.
Franciacorta | |
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Paesaggio della Franciacorta a Borgonato | |
Stati | Italia |
Regioni | Lombardia |
Territorio | Provincia di Brescia |
Superficie | 275,98[1] km² |
Abitanti | 158 249[2] (30-4-2020) |
Densità | 573,40 ab./km² |
Lingue | italiano, lombardo |
Fusi orari | UTC+1 |
Il territorio della Franciacorta |
Storia
modificaLa prima testimonianza di un territorio con un toponimo simile all'attuale Franciacorta, Franzacurta, si trova negli Statuta Communis Civitatis Brixiae, del 1277, contenuti all'interno del codice Queriniano. Il termine era attribuito a una zona comprendente i comuni di Urago (ora Urago Mella, Frazione di Brescia), Rodengo (dal 1927 parte del comune di Rodengo-Saiano), Ronco e Sale (ora frazioni del comune di Gussago) e lo stesso Gussago. Essi vengono citati in quanto ingiunti a pagare un contributo per la costruzione di un ponte sul fiume Mella.[4] Non si conoscono altre evidenze oggettive sull'esistenza di una Franciacorta comprendente altri territori.
Verso la fine del '400 il territorio della Franciacorta era amministrato per quadre, ossia ogni distretto aveva un proprio capoluogo. L'area era formata dalle quadre di Rovato, di Gussago e in parte da quella di Palazzolo. Venezia riconobbe la fedeltà delle quadre di Rovato e di Gussago con privilegi concessi attraverso le celebri “carte ducali” del 1440, documenti di rinomata importanza per la storia della Franciacorta.
Grazie allo statuto del Doge Francesco Foscari, nel 1429 vennero fissati per la prima volta i confini dell'area franciacortina.[5] Il territorio, diviso tra la Quadra di Rovato e quella di Gussago, comprendeva i seguenti comuni: Rovato, Coccaglio, Cologne, Erbusco, Calino, Cazzago, Camignone, Bornato, Passirano, Paderno, Gussago, Brione, Cellatica, Sale, Castegnato, Ronco, Rodengo, Saiano, Ome, Monticelli Brusati, Valenzano, Polaveno, Provezze e Provaglio. Dalla definizione di Foscari erano esclusi i comuni della quadra di Palazzolo che invece ora sono considerati parte della Franciacorta: Adro, Capriolo, Colombaro, Nigoline e Timoline. I confini indicati dalla rappresentazione geografica di Foscari risultano conformi al disciplinare di produzione dei vini DOC di Franciacorta approvato il 21 luglio 1967.[6]
La prima rappresentazione topologica e toponomastica della regione di Franciacorta risale ad una carta del 1469 conservata nella Biblioteca estense di Modena.
La Franciacorta è caratterizzata dalla presenza di grandi enti monastici che avevano vasti possedimenti ed attuarono opere di dissodamento, bonifica e coltivazione del territorio. Tra di essi vi era il monastero femminile di San Salvatore (in seguito intitolato a Santa Giulia di Brescia), fondato dal re Longobardo Desiderio e da sua moglie Ansa nel 753.[7] Oltre ad esso erano presenti altre corti monastiche, tra le quali: Clusane (priorato cluniacense), Colombaro (cella di Santa Maria), Timoline (corte di Santa Giulia), Nigoline (corte di Sant'Eufemia), Borgonato (corte di Santa Giulia) e Torbiato (corte dei monasteri di Verona e di San Faustino di Brescia).[6]
Etimologia
modificaL'origine del termine Franciacorta si presume derivi da “curtes francae”, cioè quelle piccole comunità di monaci benedettini insediate nell'Alto Medioevo in zona collinare vicino al Lago d'Iseo che erano esentate dal pagamento dei dazi, ai Signori e al vescovo, per il trasporto ed il commercio delle loro merci in altri Stati o possedimenti, poiché i frati erano dediti alla bonifica dei territori assegnati e istruivano i contadini alla coltivazione dei campi. Infatti le “curtes” erano i principali centri di commercio dell'epoca. Nonostante l'unico toponimo esistente sia quello di Franzacurta[8].
Diversi storici danno una, o più spiegazioni, sull'origine del nome così come indicano o tracciano i confini; ma tra loro non vi è accordo. Seguendo un puro ordine cronologico, degli anni in cui è vissuto lo storico, si riportano le varie versioni, sia dell'etimologia sia, dove esiste, della composizione toponomastica nonché le eventuali critiche alle versioni di altri storici.
- Jacopo Malvezzi[9] Questo tratto di paese fu nominato Franciacorta dal lungo soggiorno che vi fecero i francesi sotto Carlo Magno e deriva questo nome sin dall'anno 774 (V. Distin. 4. Cap. 96)[10][11]: Lorenzo Ercoliani nella Storia della conquista di Lombardia fatta da Carlo Magno, ne sostiene la versione e riporta: … Il dottor fisico Jacopo Malvezzi[9] […] ne racconta che que' paesi nei quali innanzi di entrare in Brescia accampò l'esercito del re de' Franchi comandato dal generale Ismondo[12] sono stati detti Franciacorta, perché i Franchi vi stanziarono corta stagione; ed aggiugne che erano indicati con tal nome ancora a' tempi suoi. Per questo avendo Malvezzi[9] prodotta una derivazione etimologica del nome Franciacorta, non appoggiata a tradizioni immaginarie, non a documenti posteriori al pubblico uso del nome medesimo, ma ad un tratto istorico raccontato ancora da altro scrittore accreditato ed antichissimo, qual era il notaio Rodolfo[13][14], io credo essere l'opinione di Malvezzi[9] la meglio documentata.
- Elia Capriolo[15]una certa parte del Territorio Bresciano fu detta Francia curta da Francesi che vi s'avevano longo tempo fermati, qual nome ancor riserba e lo stesso Carlo Magno… chiamò quella Regione Francia curta[16][17][18][19].
- Lo stesso Capriolo[15] menziona anche Rodendo castelletto di Franciacurta narrando della guerra civile suscitata in Brescia nel 1200, anche se ciò non prova che il nome esistesse già a quel tempo (n.d.r.)[20].
- Ottavio Rossi (archeologo)[21] Il Territorio è diviso in tre membri principali, che sono Francia Curta, Piè di monte, e Pianura. La Francia Curta, così nominata, perche già era essente da tutti i Datij, e da tutte le Gabelle (cioè Franca Corte; contrada, ò vicinanza, ò quadra libera) hà l'aria sanissima, ed è tutta fruttifera, e piena di colline apriche, e delitiose; e si accrescon le sue amate qualità per la Riuiera del Lago d'Iseo, che s'appartiene à questa parte[22]
- Negli Annali universali di statistica, periodico mensile, diretto da Giuseppe Sacchi[23][24] viene riportata la versione di Gabriele Rosa così come citata nel suo libretto Franciacorta:
- La Francia Corta; notizie di Gabriele Rosa. Il popolo invece ha una sua singolare tradizione, ed è quella della breve ed angosciosa dimora che fece in questo paese la nazione franca allorché scese con Carlo d'Angiò, e quivi tenne un suo breve e sanguinolento dominio e diede essa medesima al paese da essa signoreggiato e poi devastato il nome di Francia Corta. L'autore difende questa tradizione del popolo, e reca prove e documenti storici abbastanza evidenti e diremo quasi vittoriosi[25][10].
- Pietro Bravo esordisce con: …esporre quando e di quale maniera lungo tratto dei piedimonte occidentale di Brescia abbia avuta il nome di Franciacorta. Quindi prosegue: Signoreggia in que' paesi una antica tradizione… spiegandola: …non avendo concesso quelle regioni lunga stazione ai francesi siensi poscia denominate Francia corta smentendola subito: …nè le analogie dei fatti nè le memorie di cronista alcuno porgono pur ombra di sospettare che in quelle parti sia mai succeduto un vespro siciliano…, quindi riporta la versione di Ottavio Rossi[21]: …furono detti Francia corta, cioè Corte franca, perché per decreto del Senato veneto non assoggettati ai dazii generali, ai quali erano comunemente soggetti tutti gli altri. Affermando, però, che… quella regione era detta Franciacorta lunghi secoli innanzi che si emanassero quelle ducali di franchigia,[26]. Conclude condividendo la versione del Malvezzi[9][27]
- Federico Odorici Con riferimenti al 1265 narra del passaggio delle truppe di Carlo d'Angiò in zona[28]. Prosegue, quindi, con le sue considerazioni sulla nascita del nome:
- Ma pur troppo l'origine del nome di Franciacorta, storico certamente, non è per anco priva di tenebre e di mistero. Ne parlò in un suo dotto opuscolo il Rosa, e prima d'esso il Malvezzi[9], il Rossi[21] e il Capriolo[15], che per soprassello mi fa provenire la Franciacorta dalla lunga soffermata di Carlo Magno in quelle terre. Ma se fin qui fu creduto che di quel nome non fosse più antica memoria del 1434, una legge del comune di Brescia. probabilmente pubblicata durante la signoria degli Angioini, ordinava che i comuni di Fiumicello, Urago, Celatica, Gussago, Sale, Ronco, Rodengo potessero dal podestà di Brescia venir costretti ad alcune riparazioni della Mandolossa pro sua propria utilitate et omnium amicorum de Francia Curta[29][30]. E perché non poteva quel nome sotto la signoria degli Angiò essere pronunciato impunemente, m'è duopo conchiudere che non per anco se ne conosca la vera derivazione. E quando un cronista si facile accettatore di tradizioni, qual è il Malvezzi[9] non più lontano di un secolo dai fatti Angioini, è costretto a investigare nella calata di Carlo Magno l'origine di quel nome, bisogna esser cauti ad indicarla in un fatto così clamoroso, di cui certo, se fosse vero, sarebbe memoria nelle cronache lombarde e più nel Malvezzi[9] medesimo, il cui silenzio in questo caso e piuttosto inesplicabile che rnaraviglioso[31]
- Cesare Cantù e Carlo Cocchetti[32] esordisce con: Come sull'origine del nome, così intorno alla sua estensione non s'accordano gli scrittori[33][34] e prosegue: Il nome derivò dalla insurrezione del 1265 contro l'armata di Carlo d'Angiò, chiamato dai papi a sottrarre la Sicilia a re Manfredi. Preso il castello di Capriolo, de ogni sexo vi fu facta grande occisione (Corio)[35]; dopo di che l'esercito crocesegnato s'avanzò nella direzione di Brescia, dando per nove giorni il circostante paese a ferro e fuoco, e vergogna. Gli abitanti, alle ventidue ore insorsero contro quelle sfrenate soldatesche, e le costrinsero ad affrettare il loro cammino. Da cui la breve o corta permanenza dei Francesi dette il nome alla zona.
- Ma la ducale veneta 26 gennajo 1450 vi comprende i Comuni di Rovato, Coccaglio, Erbusco, Cazzago, Calino, Bornato, Paderno, Passirano, Camignone, e loro pertinenze, appartenenti alla quadra di Rovato[36][37]; e Gussago[38][39], Cellatica, Rodengo, Ronco, Sajano, Brione, Ome, Polaveno, Monticelli (Brusati), Provezze, Provaglio (d'Iseo), Valenzano e Castegnato colle loro pertinenze spettanti alla quadra di Gussago[38], Nelle altre ducali è compresa tutta la quadra di Rovato[36] e quindi anche Monterotondo.
- Gabriele Rosa comprende nella Franciacorta anche Adro, Capriolo, Borgonato, Nigoline, Torbiato e Timoline; ma da parecchi atti non parrebbe v'appartenessero; e d'alcune la posizione ci persuade ad escluderle: all'insurrezione che diede origine al nome di Franciacorta, non potevano prender parte le due prime, specialmente perché avevano sul collo tutto l'esercito di Carlo d'Angiò, e Capriolo fu anzi dallo stesso distrutto. Queste terre poi appartenevano alla quadra di Palazzolo[40][41], e non godeano dei privilegi concessi a quelle della Franciacorta[42][43].
- Francesco Bettoni afferma: Rimane adunque ancora oscura l'etimologia e smonta le varie versioni:
- Nè miglior trattamento ebbe il nostro territorio dall'esercito di Carlo d'Angiò, che s'avanzava e si diede a infellonire, varcato l'Oglio a Caleppio, contro I'amenissima plaga la Franciacorta, circoscritta a mezzodì dalla grande via tra Brescia e Palazzolo, a nord dal lago d'Iseo, a mattina dalla collina delle Fantasine e a sera dall'Oglio da Sarnico a Palazzolo. E vuolsi che quella plaga acquistasse lo strano appellativo di Franciacorta. per il subito e fiero sollevarsi di quelle popolazioni contro le masnade francesi, sicché queste a Rovato toccarono una grande sconfitta. Così pensano il Rosa e il Cocchetti, ma secondo noi non giustamente, perché non è provato che i francesi soffrissero quivi una sconfitta; di più il nome di Franciacorta lo troviamo usato anteriormente in documenti, che riguardano appunto i paesi circoscritti nella plaga suaccennata. Oltre a ciò, giustamente osserva l'Odorici, come può supporsi che il Malvezzi[9], scrittore di un secolo posteriore a que' tempi, non notasse la clamorosa disfatta? E come può darsi che egli attribuisse invece il nomignolo di Francia corta col Caprioli, ad una lunga fermata di Carlo Magno co' suoi Franchi là ove s'innalzava ancora pochi anni or sono una chiesetta dedicata a S. Dionigi al ponte di Rodengo? Opinione del resto, anche questa di niun valore storico perché da niun documento confermata; come non è sicura neppure la derivazione del nome Francia Corta, dalla corruzione di Franca Contea, perché non mai esistette tale contea in que' paraggi. Rimane adunque ancora oscura l'etimologia[44].
- Antonio Racheli Riporta la versione del Rosa e completa il quadro con: Quando all'ora ventiduesima dal colle di Rovato parte un segnale: in un attimo Rovato, Coccaglio, Cologne, Erbusco, Adro, insorgono a pugna disperata contro le avvinazzate milizie straniere, che ignare d'un tanto valore devono o soccombere o fuggire, inseguite dai coraggiosi rovatesi, i quali avrebbero riportata completa vittoria se non avveniva il tradimento di Buoso da Dovara, negato ora da Gabriele Rosa, ammesso allora da Frà Pipino[45], da Malespini, da Villani, da Dante[46]. Per tale fatto alla quadra di Rovato[36] davasi il nome di Francia-corta e gli argomenti negativi addotti a provare il contrario, non valgono a distruggere i molti positivi e la costante tradizione del popolo rovatese che fino al 1797 ne conservava la memoria, suonando a distesa ogni dì alle ventidue ore la campana maggiore[47].
- Mons. Paolo Guerrini[48] La tesi più ricorrente e storicamente plausibile, allude alle corti franche cioè al fatto che i principali centri dell'arco morenico erano all'origine corti altomedievali, che con l'arrivo dei monaci cluniacensi godettero di franchigie (curtes francae) …ed è molto probabile - la storia si fa anche per intuizione - che da esso sia provenuta sulla fine del secolo XI, nel periodo delle numerose fondazioni cluniacensi intorno al Sebino (Isola di S. Paolo, Clusane, Colombaro, Sarnico, Provaglio, ecc.) anche la fondazione di questo piccolo priorato, una delle varie francae curtes, esenti da ogni onere fiscale come enti di pubblica beneficenza e che hanno dato a questa zona collinare il nome di Franciacorta[49][50][51]. Riporta inoltre:
- Sulla etimologia di questo nome si sono affermate le più strane sentenze. Senza accennare a quanto ne hanno scritto il Rosa, il Cocchetti[32], e l'Odorici, mi permetto di avanzare anch'io la mia, che sembrerà forse più strana delle precedenti. Franciacorta potrebbe derivare da fragia o frangia, nome dato alla parte esterna del comune della città, quella che altrove vien chiamata Corpi santi (così afferma il Tiraboschi - Storia degli Umiliati - sull'autorità del Ducange): ovvero bisogna ricercarne l'origine intorno al mille, e nella riforma portata dai benedettini francesi di Cluny nei decaduti monasteri italiani. A Brescia il centro di questa riforma cluniacense fu Rodengo, e da Rodengo derivarono tutti gli altri piccoli priorati cluniacensi di Verziano[52], di Provaglio (d'Iseo), di Cazzago, di Sale di Gussago, di Erbusco, di Colombaro, ecc., abitati o diretti in maggior parte da monaci francesi, all'opera dei quali si deve la resurrezione agraria di questa fertilissima plaga […] l'antichissima porta di S. Faustino, detta poi Porta delle Pile, era chiamata la porta Gallia (francese) […] Si aggiunga che le vie di questo quartiere, sole fra tutte le vie della città, ebbero la denominazione francese di rua […] Siamo adunque in perfetto quartiere francese, presso la porta gallia, per la quale usciva la via che da Gussago metteva in Franciacorta. E conclude esortando chi può essere un valido interlocutore a… sobbarcarsi l'incarico di ampliare e approfondire lo studio per risolvere un… arcano di secoli[53].
- Francesco conte Gambara[54] Furono gli Ambasciatori di Milano accolti con distinzione, ma, come avviene sovente, partendosi le opinioni, ed i nobili inclinando per la guerra, i popolani per la pace, costoro assunsero il titolo della prima, ed i nobili della seconda fazione. Rimasta questa soccombente e costretta a lasciare la città, quelli che la componevano si ripararono nella così detta da noi Francia - corta; che vuolsi acquistasse tale nome non già perchè Carlo Magno coll'esercito suo vi dimorasse, ma sì bene perchè porzione di paese eravi immune da tutti i Dazj e Gabelle, e quindi Franca Corte appellavasi[55].
- Giovanni Donni Presidente dell'Associazione per la storia della Chiesa bresciana. Conferma questa versione: …fortunata e non ultima occasione dello sviluppo agricolo e civile della Franciacorta. Difatti la ripresa della città e dei mercati nel sec. VIII° promosse grandi opere di dissodamento e la valorizzazione di nuove ed ampie estensioni agricole ed a questo fine i sovrani concessero esenzioni da gravami e imposizioni, col sorgere di «curtes francae» certo così diffuse in questo angolo di terra bresciana da prenderne il nome ad indicare che il fenomeno vi si manifestava nella forma più ampia[56]
L'unica certezza che sembra evincersi dalla consultazione di tutte le fonti è l'incertezza sia dell'etimologia sia della composizione toponomastica della Franciacorta.
Territorio
modificaLa Franciacorta attuale comprende un territorio che si estende sulla superficie dei seguenti 19 comuni, tutti situati in provincia di Brescia: Adro, Capriolo, Castegnato, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d'Iseo, Rodengo-Saiano e Rovato.
Il territorio, per lo più collinare e anticamente cosparso di boschi, è stato ultimamente trasformato con l'impianto di numerosi vigneti che ne caratterizzano la peculiarità.
Gli enti locali sono impegnati a salvaguardarne l'aspetto paesaggistico e conservativo sia dal lato fisico sia dal punto di vista storico-culturale: numerose infatti le testimonianze architettoniche dell'antichità (monasteri, chiese, abbazie, ville e castelli dell'epoca medioevale).
Al confine meridionale della Franciacorta è situato il Monte Orfano, che raggiunge 451 m di altitudine massima.[57]
Il territorio tradizionalmente e localmente considerato "Franciacorta" è più esteso di quello rigorosamente indicato nella relativa denominazione vitivinicola franciacorta.
Viticoltura antica
modificaSulle colline della Franciacorta la vite è stata impiantata in epoche remote e ne sono una testimonianza i rinvenimenti di vinaccioli di età preistorica ed il materiale archeologico rinvenuto su tutto il territorio. Sono presenti inoltre altre testimonianze di autori classici come Plinio e Columella a Virgilio. Attraverso prove storiografiche è possibile rintracciare il passaggio di diversi popoli: i galli Cenomani, i Romani, i Longobardi. Il materiale più abbondante è quello romano ed è formato principalmente da iscrizioni funebri commemorative e da pietre militari. Anche i toponimi e alcuni nomi di località come Cazzago e Gussago sono di derivazione gentilizia romana.[58]
Il reperto archeologico di maggior valore è l'architrave di tempio (proveniente da Erbusco) che fu portato a Brescia e poi murato a vista nella facciata del palazzo del Monte di Pietà della Loggia.
Viticoltura moderna
modificaPur vantando una lunga storia, il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta inizia a tutti gli effetti al principio degli anni sessanta con la nascita delle prime cantine.
Sul finire degli anni settanta l'enologia italiana visse una fase di grande fermento e in Franciacorta diversi imprenditori investirono e puntarono sulla coltivazione della vigna. Infatti, ancora oggi moltissime cantine che producono Franciacorta (tra le quali diverse appartenenti alle prime quindici) sono state fondate da imprenditori bresciani nei classici settori economici diffusi in provincia.
Da lì la crescita è stata rapidissima fino ad arrivare all'odierna Franciacorta, zona vinicola italiana di sicuro riferimento nazionale per quanto attiene alla produzione di spumante. La produzione e commercializzazione di metodo classico vi è andata assumendo un'importanza sempre maggiore negli ultimi vent'anni, tanto da fregiarsi del marchio DOCG e farsi conoscere nel mondo enologico per l'alta qualità raggiunta. Il nome "Franciacorta" è nel tempo diventato sinonimo del medesimo vino DOCG prodotto nei numerosi vigneti della zona.
Dal luglio 2008, con la pubblicazione del nuovo disciplinare, il nome della DOC "Terre di Franciacorta", utilizzata per i vini fermi rossi e bianchi, è stato sostituito con Curtefranca[59].
La superficie vitata oggi in Franciacorta supera di poco i duemila ettari. L'incremento di tale superficie che nel primo decennio degli anni 2000 è stato considerevole, oggi ha subito una brusca frenata, complice anche la crisi globale, e per i prossimi anni non si prevedono ulteriori importanti sviluppi della crescita. Questo rallentamento è anche dovuto ad alcune scelte del consorzio Franciacorta volte a non creare un eccesso di offerta al fine salvaguardare i produttori attualmente presenti sul territorio.
Nel 1995 alla Franciacorta è stato assegnato il primo rifermentato in bottiglia italiano con la denominazione DOCG. Questo si ottiene da uve Chardonnay e/o Pinot Nero e/o Pinot bianco ed è prodotto in tre tipologie: Franciacorta, Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosé. Oltre ad essi si producono anche il Millesimato e il Riserva che necessitano affinamenti più lunghi.
Le cantine vinicole sono oltre cento ed alcune sono situate in edifici di interesse artistico e architettonico. Esse sono aperte al pubblico, pertanto è possibile visitarle e conoscere i metodi di produzione del vino, partecipare alle degustazioni ed infine acquistare il prodotto.[60]
Note
modifica- ^ somma delle superfici dei comuni della Franciacorta
- ^ somma degli abitanti dei comuni della Franciacorta (Dati ISTAT) http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2020&lingua=ita Archiviato il 27 luglio 2020 in Internet Archive.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ Statuti bresciani del secolo XIII, a cura di F. Odorici, in Historiae Patriae Monumenta, XVI/2, Leges Municipales, II, Torino 1876.
- ^ Gli statuti di Brescia dei secoli XII àl XV illustrati e documenti inediti, A. Valentini, edito da Fratelli Visentini, (1898)
- ^ a b Archetti Gabriele, Le origini del Franciacorta nel Rinascimento italiano, 2019, ISBN 9788831425001.
- ^ Fondazione Brescia Musei, Basilica di San Salvatore, su bresciamusei.com, Fondazione Brescia Musei. URL consultato il 17 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2021).«Nel progetto del re Desiderio, che nel 753 d.C. fondò il monastero dedicandolo a San Salvatore, e più tardi facendovi collocare le spoglie della martire Santa Giulia, [...] Lungo la parete destra è una nicchia affrescata nel sottarco: gli scavi hanno rivelato un'antica tomba ad arcosolio, dalla tradizione attribuita alla regina Ansa.»
- ^ Statuti bresciani del secolo XIII, a cura di F. Odorici, in Historiae Patriae Monumenta, XVI/2, Leges Municipales, II, Torino 1876.
- ^ a b c d e f g h i Dizionario Biografico Treccani: Jacopo Malvezzi, su treccani.it. URL consultato il 6 agosto 2014.«Bresciano di origini, nato intorno al 1380, fu medico e consigliere al Comune di Brescia. È ricordato primariamente per il Chronicon Brixianum ab origine urbis ad annum usque 1332»
- ^ a b Antonio Sabatti, Quadro statistico del Dipartimento del Mella, Brescia, Nicolo Bettoni, 1807, pp. 73-76. URL consultato il 30 luglio 2014.«nota 1 a p. 75»
- ^ Salvatore Muzzi, Ospitaletto, in Vocabolario geografico storico statistico dell'Italia nei suoi limiti naturali, Bologna, Giacomo Monti, 1873, p. 389. URL consultato il 3 agosto 2014.«Il lungo soggiorno de' Franchi, in sul finire del secolo VIII […] procacciò il nome di Franciacorta»
- ^ POEMI DI GIORGIO LORD BYRON RECATI IN ITALIANO DA GIUSEPPE NICOLINI CON ALCUNI COMPONIMENTI ORIGINALI DEL TRADUTTORE Milano Giuseppe Crespi e C. 1834, in INDICATORE OSSIA RACCOLTA PERIODICA DI SCELTI ARTICOLI COSÌ TRADOTTI COME ORIGINALI INTORNO ALLE LETTERATURE STRANIERE, ALLA STORIA, ALLE SCIENZE FISICHE, ED ECONOMICHE ECC., TOMO II DELLA III SERIE, Milano, Presso L'ufficio dei Giornali: L'INDICATORE E IL BARBIERE DI SIVIGLIA, 1834, p. 241. URL consultato il 30 luglio 2014.«…nel valore con cui i bresciani tenessero fronte a Carlo Magno in lungo assedio contro l'esercito d'Ismondo capitano di quel re…»
- ^ (FR) T. De Partouneaux, Libro I Capitolo II, in Storia della conquista di Lombardia fatta da Carlo Magno e delle cagioni che mutarono nell'alta Italia sotto Ottone il Grande la dominazione francese in dominazione Germanica, Recata in Italiano da Lorenzo Ercoliani, volume unico, Milano, Angelo Bonfanti, 1842 [1843], p. 32 nota 1. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ Sembrerebbe che questo personaggio fosse un'invenzione dello storico bresciano G. M. Biemmi, così come riporta
François Menant, Lombardia feudale: studi sull'aristocrazia padana nei secoli X e XIII, traduzione di Raffaella Tomadini, Prima ristampa dicembre 1994, Milano, Vita e Pensiero, 1992, p. 18, ISBN 88-343-2533-8. URL consultato il 30 luglio 2014.«G.M. Biemmi, storico bresciano e solo falsario del Settecento identificato nella nostra regione, pubblicava la cronaca di Rodolfo il Notaio, autore del IX secolo che egli aveva inventato contemporaneamente alla sua opera.»
- ^ a b c Dizionario Biografico Treccani: Elia Capriolo, su treccani.it. URL consultato il 30 luglio 2014.«O Cavriolo o Caprioli Nacque a Brescia nella prima metà del sec. XV, fu amministratore politico, storico, letterato, ottimo conoscitore della filosofia e della giurisprudenza. Incerta la data della sua morte 1519 o successiva al 1523. La sua fama è indissolubilmente legata al Delle historie Bresciane… opera che, in dodici libri, narra la storia di Brescia dalle origini al 1500»
- ^
M. Elia Cavriolo, Dell'Istorie della Città di Brescia – Libro V, in Dell'Istorie della Città di Brescia, Diverse aggiunte d'altri Autori, Venezia, Agostino Savioli ed Agostino Camporese, 1744 [Brescia 1630], p. 79. URL consultato il 30 luglio 2014.«Perché dicono che per l'istessa causa fu da' Francesi fabbricata presso a Rodengo vostra Contrada una Chiesuola a S. Dionigi. Perchè avendo giurato Carlo Magno di voler celebrar in Francia la prossima festa di S. Dionigi, nè potendo per non essere sbrigato dalla sopraddetta guerra, chiamò quella Regione Francia curta, ed in quella Cappella dedicata a S. Dionigi celebrò solennemente la festività sua. Dunque l'anno dell'umanato Verbo settecentesimo settuagesimoquarto, restò rovinato e distrutto il Regno de Longobardi, mancandovi (come s'e detto) la giustizia e la carità. Quale per ducento e quattro anni sotto ventun Re s'avea isteso ed ampliato. Altri vogliono che ciò fosse gran tempo dopo, quando cioè Carlo fratello di Lodovico Re di Francia spianò Cavriolo Castello allora fortissimo del Territorio nostro. Il che con questa ragione, quale ella si sia, facilmente si ributta»
- ^ Damiano Muoni, L'antico Stato di Romano di Lombardia ed altri Comuni del suo mandamento cenni storici, monumenti e regesti, Milano, Carlo Brigola, 1871, pp. 152-153 nota 4. URL consultato il 30 luglio 2014.«Carlo Magno, conquistata Brescia longobarda nel 774, pose l'accampamento a Rodengo Saiano e, si racconta, non potendo mantenere la promessa di essere a Parigi per festeggiarne il patrono, S. Dionigi, annesse alla Francia il territorio in cui si trovava decretando che fosse come una "piccola Francia", e ordinando di chiamare così tutta la zona.»
- ^
RODENGO, in Corografia dell'Italia, volume Terzo, Milano, Antonio Fontana, 1834, p. 642. URL consultato il 6 agosto 2014.«Quivi è una chiesuola che dicesi fabbricata sino dall'anno 774 da Carlo Magno, e dedicata a san Dionigi, per cui vuolsi da alcuni che da ciò sia derivato a quel distretto il nome di Franciacorta.»
- ^
FRANCIACORTA, in Corografia dell'Italia, volume Secondo, Milano, Antonio Fontana, 1834, p. 117. URL consultato il 6 agosto 2014.«volgarmente Franca Curta ed anche Franzacorta, è così chiamata una catena di deliziose colline, che si stende dall'Ollio al suo sbocco dal lago d'Iseo, ed allungasi sino all'Ospedaletto ed a Brescia per il tratto di quasi sedici miglia. Tale nome provenne a quel tratto di Bresciano territorio per il lungo soggiorno che vi fecero i Franchi sul finire dell'VIII secolo a' tempi di Carlomagno, benché altri vogliano che gli sia derivato dopo che Carlo d'Angiò nel 1265 prostrò al suolo il villaggio di Capriolo. In questo distretto veggonsi tuttora parecchie castella ed alte torri da que' stranieri erettevi. A Rodengo vi è una chiesa che dicesi eretta da Carlomagno nell'anno 774 e da lui dedicata a san Dionigi.»
- ^ M. Elia Cavriolo, Dell'Istorie della Città di Brescia – Libro V, in Dell'Istorie della Città di Brescia, Diverse aggiunte d'altri Autori, Venezia, Agostino Savioli ed Agostino Camporese, 1744 [Brescia 1630], p. 94. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ a b c Enciclopedia Treccani: Ottavio Rossi, su treccani.it. URL consultato il 30 luglio 2014.«Archeologo, (Brescia 1570 - 1630). Autore dell'opera Memorie Bresciane (1616)»
- ^ Ottavio Rossi, Le memorie bresciane, riveduta da Fortunato Vinaccesi, Brescia, D. Gromi, 1693, p. 208. URL consultato il 2 agosto 2014.
- ^ Enciclopedie on line Treccani: Sacchi Giuseppe, su treccani.it. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ 52. Annali universali di statistica, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ Giuseppe Sacchi, Annali universali di statistica, economia pubblica, geografia, storia, viaggi e commercio, VOLUME CENTESIMOUNDECIMO DELLA SERIE PRIMA VOLUME TRENTESIMOPRIMO DELLA SERIE SECONDA, Società degli Editori degli Annali Universali delle scienze e dell'industria, Luglio Agosto Settembre 1852, pp. 115-117. URL consultato il 2 agosto 2014.
- ^ Pietro Bravo, Delle Storie Bresciane, Volume 3, Brescia, G. Venturini Tipografo, 1840, p. 255. URL consultato il 3 agosto 2014.«aveva questo nome già nel 1152: Una squadra di quelle comandata dal capitano Arnoldo era acquartierata in Monridondo (Monterotondo n.d.r.) castello di Francia corta...»
- ^ Pietro Bravo, Storie Bresciane, Volume 2, Brescia, G. Venturini Tipografo, 1840, pp. 86-88. URL consultato il 3 agosto 2014.
- ^ Federico Odorici, Storie bresciane dai primi tempi sino all'eta nostra, vol. VI, Brescia, Pietro di Lor. Gilberti tipografo librajo, 1856, pp. 181-182. URL consultato il 3 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).«Vedutosi Roberto impedito il passo, prese altra. via: dirizzò le schiere vèr noi, sicchè varcato l'Oglio a Caleppio, dato l'assalto a Capriolo, ne lo atterrava: poi dilatandosi per lo Bresciano mettevane a ferro e fuoco le desolate castella; sicché, tranne Iseo, Pontoglio e Palazzolo, quante venivano attraversate da quel turbine devastatore, altrettante ne andarono disterminate, lasciate in preda alla libidine sfrenata di tanto esercito. Nove giorni durò quello sperpero e quella barbarie. Fama è che i miseri abitanti levatisi a furore, suonando a stormo le loro campane; si risolvessero a far ciò che da Oberto e dal Dovara non ottenevano, e che bersagliando fieramente l'esercito nemico ne sbarazzassero il paese. Primo al segnale par che fosse Rovato; e fu anche detto per alcuno, che a memoria di pubblica vendetta, quel largo tratto dell'agro nostro in cui fu soddisfatta, pigliasse nome di Francia-corta, che tuttavia conserva. L'esercito per sì fatto modo (se è pur vero) bersagliato, passò diffìlato sotto Brescia. Non pare per altro che il passaggio dell'Oglio si facesse dai Franchi senza contrasto, il che spiegherebbe l'ordine del conte di buttare a terra Capriolo ed il ceperunt Palazolum per vim del cronaco Parmense: in uno de’ quali fatti un milite di Fiandra venne appeso dall'irato presidio a merli del castello di Capriolo: donde la rovina di quella sua rocca, tenuta di quel tempo inespugnabile. e la strage de' suoi, nonché la fuga dei superstiti, fra i quali Giovanni Ughetto con Obreste e Lotterengo dei Goizii, che riparando in Brescia, fondavano la nobile famiglia dei Caprioli»
- ^ COMMENTARI DELL'ATENEO DI BRESCIA PER L'ANNO 1888, su archive.org, TIPOGRAFIA DI F. APOLLONIO, BRESCIA 1888, p. 258. URL consultato il 6 agosto 2014.«Vi sono prescrizioni pei fiumi, pei molini: si ordina (1277) ai comuni di Fiumicello, Urago, Cellatica, Gussago, Sale, Ronco, Rodengo, di riparare al torrente Mandolozza prò utilitate sua et omnium amicorum de Franzacurta: il qual nome si credette sinora non si trovasse in documenti anteriori al 1434.»
- ^ Stat. Municip. del sec. XIII, pergamen. origin. pres. la Quirin. pag. 197
- ^ Federico Odorici, Storie bresciane dai primi tempi sino all'eta nostra, vol. VI, Brescia, Pietro di Lor. Gilberti tipografo librajo, 1856, pp. 181-183 v. pag. 183 nota 1. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
- ^ a b Carlo Cocchetti:, su rovato.it. URL consultato il 30 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2012).
- ^ Cesare Cantù, Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni, a cura di Cesare Cantù, altri letterati, Milano, Corona e Caimi Editori, 1858, p. 313. URL consultato il 6 agosto 2014.
- ^ Carlo Cocchetti, Brescia e sua Provincia descritte da Carlo Cocchetti Tratto dalla Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, Milano, Corona e Caimi Editori, 1859, p. 313. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
- ^ M. Bernardino Corio, L'historia di Milano volgarmente scritta dall'oratore M. Bernardino Corio, in Padoa, stamp. di Paolo Frambotto, 1646, p. 238. URL consultato il 6 agosto 2014.«E ne i medesimi giorni il Pontefice un Legato mandò in Lombardia per raccogliere le genti di Carlo quali veniuano di Francia e Prouenza, onde Vberto Pallauicino, e molti Cremonesi con grande honore riceuettero il Conte di Fiandra capo di quelle genti a Brescia, la quale si tenea per gli stipendiati del Pallauicino. Il memorato Conte passò il fiume Oglio con la scorta delle gente d'arme ad esso mandante per il Turriano (Filippo della Torre n.d.r.) presso a Pallazzuolo, e prendendo Capriolo il destrusse e d'ogni sesso vi fu fatta grande uccisione. La cagione fu che a Capriolo haueano impiccato per la gola un soldato Fiandrese, parimente destrusse Montechiaro. D'indi col Legato passò a Mantoa, doue vennero molti Ferraresi e Bolognesi signati di Croce.»
- ^ a b c Il Catastico Bresciano 1609-1610 nell'Esemplare Queriniano H. V. 1-2, Brescia, Biblioteca civica Queriniana, 1973 [1610], pp. 399 e sgg.. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
- ^ Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Istituzioni storiche quadra di Rovato sec. XIV - 1797, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º giugno 2019.
- ^ a b Il Catastico Bresciano 1609-1610 nell'Esemplare Queriniano H. V. 1-2, Brescia, Biblioteca civica Queriniana, 1973 [1610], pp. 171 e sgg.. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
- ^ Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Istituzioni storiche quadra di Gussago sec. XIV - 1797, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º giugno 2019.
- ^ Il Catastico Bresciano 1609-1610 nell'Esemplare Queriniano H. V. 1-2, Brescia, Biblioteca civica Queriniana, 1973 [1610], pp. 425 e sgg.. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
- ^ Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Istituzioni storiche quadra di Gussago sec. XIV - 1797, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 agosto 2014.
- ^ Cesare Cantù, Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni, a cura di Cesare Cantù, altri letterati, Volume Terzo, Milano, Corona e Caimi Editori, 1858, pp. 313 e ssg. vedi pag. 314 nota 70. URL consultato il 6 agosto 2014.
- ^ Carlo Cocchetti, Brescia e sua Provincia descritte da Carlo Cocchetti Tratto dalla Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, Milano, Corona e Caimi Editori, 1859, pp. 313 e ssg. vedi pag. 314 nota 70. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
- ^ Francesco Bettoni Cazzago, Storia di Brescia narrata al popolo (dall'età preistorica sino alla fine del secolo XV), Brescia, Stab. tipo-litografico F. Apollonio, 1909, pp. 164-165. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
- ^ Buoso da Dovara, in Il secolo di Dante commento storico necessario all'intelligenza della Divina Commedia scritto da Ferdinando Arrivabene colle illustrazioni storiche di Ugo Foscolo sul Poema di Dante, Ugo Foscolo, Monza, Tipografia Corbetta, 1838, p. 58. URL consultato il 6 agosto 2014.«I signori della Torre e Oberto Pelavicino che avevano steso il loro dominio sopra molte città uniti finalmente con Buoso da Duara e col marchese d'Este afforzarono i crocesegnati spediti dal pontefice Alessandro IV…»
- ^ Cer. IX zona 2ª Inferno Cantico XXXII, in Divina Commedia, Ventunesima Edizione, Milano, Ulrico Hoepli Editore, 1989, p. 272 nota ai vv. 112-123, ISBN 88-203-0209-8. URL consultato il 6 agosto 2014.«'io vidi' potrai dir 'quel da Duera là dove i peccatori stanno freschi'»
- ^ Antonio Racheli, Francia-corta Memorie storiche di Rovato, Bologna, Atesa Editrice, novembre 1985 [1894], pp. 12-13. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
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Brixia sacra, su brixiasacra.it, ASSOCIAZIONE PER LA STORIA DELLA CHIESA BRESCIANA. URL consultato il 30 luglio 2014.«Mons. Paolo Guerrini. Nasce a Bagnolo Mella il 18 novembre 1880. Bibliotecario, ordinato sacerdote il 6 giugno 1903, curato a Manerbio dal 1906. Ricercatore e studioso storico oltre all'interesse per la musica sacra gli permettono di collaborare con numerose riviste: scrive per i periodici «Santa Cecilia» di Torino, «L'illustrazione bresciana», «Il cittadino di Brescia» e «Miscellanea di storia e di cultura ecclesiastica» di Roma. Nel 1904 inizia a collaborare con la «Rivista di scienze storiche» di Pavia, diretta da mons. Rodolfo Maiocchi; scrive, inoltre per altri periodici quali «Imperial Regia Accademia degli Agiati» di Rovereto, «Società Storica Lombarda» di Milano e «Regia Deputazione di Storia Patria» di Venezia. Archivista e procancelliere della Curia bresciana, fondatore di una rivista di storia della Chiesa bresciana, con il titolo di «Brixia Sacra»; direttore dell'Archivio Storico di Brescia, bibliotecario della Queriniana. Nominato, nel 1947, nel consiglio di redazione della «Rivista di storia della Chiesa in Italia». Muore a Brescia il 19 novembre 1960.»
- ^ Paolo Guerrini, Pagine sparse – VII Note varie sui paesi della provincia di Brescia, Volume VII, Brescia, Edizioni del Moretto, 1986, p. 168. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).«Giornale di Brescia 20 settembre 1956»
- ^ Paolo Guerrini, Pagine sparse – IX Note varie sui paesi della provincia di Brescia, Volume IX, Brescia, Edizioni del Moretto, 1969, p. 814. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2014).«Rivista Benedictina 1949 - Nel secolo XI, durante l'asprissima lotta delle investiture fra Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV, si determinava nella diocesi di Brescia una vasta irradiazione di piccoli monasteri cluniacensi, che si moltiplicarono soprattutto nella pianura occidentale, fra il Mella e l'Oglio, nella regione collinare della cosiddetta Franciacorta (il nome deriva dalle franchae curtes monastiche) nel bacino inferiore del lago d'Iseo e nella valle Camonica.»
- ^ Paolo Guerrini, Monografie di Storia Bresciana XXII - Brescia e Monte Cassino in un carteggio inedito intorno a una reliquia di S. Benedetto, Volume XXII, Subiaco, Tipografia dei Monasteri, 1942, p. XXII. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).«…che fanno dare a questa regione il nome popolare di Francia corta dalle sue numerose franchae curtes monastiche…»
- ^ Giovanni Zanolini, comune di Verziano 1798 - 1805, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 giugno 2019.
- ^ Paolo Guerrini, Pagine sparse – IX Note varie sui paesi della provincia di Brescia, Volume IX, Brescia, Edizioni del Moretto, 1969, p. 880 nota 1. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2014).
- ^ Dizionario Biografico Treccani: Gambara Giovan Francesco, su treccani.it. URL consultato il 30 luglio 2014.«Nacque a Monticelli d'Ongina, nel Piacentino, il 21 dic. 1771, mori a Brescia il 20 nov. 1848. Letterato Storico-Politico e teatrale, Storico, Politico, Militare, Rivoluzionario. Vasto il suo repertorio di Opere teatrali. Tra le sue opere: i Ragionamenti di cose patrie ad uso della gioventù (Brescia 1834-40), in cui, più che l'esattezza storica, è riscontrabile l'annotazione del cronista che si avvale anche dei propri ricordi.»
- ^ Francesco conte Gambara, Ragionamenti di cose patrie, Volume 1, Brescia, Tipografia Venturini, 1839, p. 159. URL consultato il 6 agosto 2014.
- ^ Sac. Giovanni Donni, Capriolo Uomini e Vicende, vol. I, Capriolo, Tipografia Mario Squassina, 1989, p. 35.
- ^ Franciacorta, Geologia e Clima • Franciacorta, su Franciacorta. URL consultato il 28 dicembre 2020.
- ^ Franciacorta, Franciacorta • Unione di Passioni • Franciacorta, su Franciacorta. URL consultato il 15 dicembre 2020.
- ^ Terre di Franciacorta addio - franciacorta.net, 16 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2008).
- ^ (EN) Franciacorta, storia e cultura tra vigneti e cantine [collegamento interrotto], su EXPONet. URL consultato il 21 dicembre 2020.
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