Estratto da «Pazzi innocui che consumano il tempo a frugare vecchie carte». Raccolta di saggi per il centenario de I Comuni di Campagna e Marittima di Giorgio Falco, volume I, Roma, UniversItalia, 2020, ISBN 978-88-3293-417-5 , 2020
La ricostruzione qui proposta di (ri)popolamento dei siti antichi nella regione laziale appare co... more La ricostruzione qui proposta di (ri)popolamento dei siti antichi nella regione laziale appare come un anello di congiunzione tra la tesi generale di incastellamento di Pierre Toubert – incardinata sull’assenza di insediamenti concentrati sulle cime delle colline avanti i primi decenni del secolo X – e le critiche ad essa portate, incentrate sulla presenza di alcuni castelli i cui siti erano già occupati in precedenza. Nel contesto qui presentato, l’incastellamento si ricompone come il mezzo e non il fine attraverso il quale le nobili famiglie romane riuscirono a congregare homines e operare sulla popolazione un controllo politico ed economico. Più che come “incastellamento” dovremmo definire l’intero processo di questa révolution castrale come “gestione del popolamento”, operato attraverso l’erezione di castelli non solo nei luoghi che presentavano un insediamento sparso oppure nei siti romani e pre-romani abbandonati, ma anche in quelle aree che già mostravano una precedente occupazione incluso le città della regione che non erano mai state del tutto abbandonate. La stessa fortificazione non fu un elemento assolutamente necessario del processo di primo incastellamento poiché, almeno nel periodo di “popolamento” di X secolo, questa poteva risultare assente
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by franco lazzari
Il presente saggio ne ripercorre, per quanto possibile, le vicende.
Books by franco lazzari
Le strade più nascoste venivano usate come immondezzai, dentro i quali trovavano posto anche carcasse di animali morti che generavano un fetore insopportabile. Le casse comunali erano in perenne difficoltà, stremate dalle numerose tasse imposte dalla Camera apostolica, dalle condanne dei tribunali romani e dalle mancate entrate dovute alle esenzioni concesse dai cardinali governatori, con frati e suore che vivevano delle elemosine stabilite dagli stessi statuti. Ne è la prova il fatto che, la comunità chiese esplicitamente di essere alleggerita di alcune delle tante imposizioni che gravavano enormemente sul bilancio comunale, come la tassa del sussidio triennale, quella per la fortificazione d’Anagni, quella per la guardia della Torre di S. Felice, la tassa cosiddetta del Colonnello, la tassa dei cavalli morti e quella, probabilmente la meno digerita, che pagava al Popolo Romano per la cera del Salvatore e per le feste di Testaccio. Faide tra gli stessi cittadini erano all’ordine del giorno. Banditi e fuoriusciti imperversavano nel territorio taglieggiando, bruciando e uccidendo con ferocia inaudita, riflesso della vera e propria battaglia ingaggiata con la co- munità che a sua volta torturava, giustiziava e metteva al rogo.
Il presente saggio ne ripercorre, per quanto possibile, le vicende.
Le strade più nascoste venivano usate come immondezzai, dentro i quali trovavano posto anche carcasse di animali morti che generavano un fetore insopportabile. Le casse comunali erano in perenne difficoltà, stremate dalle numerose tasse imposte dalla Camera apostolica, dalle condanne dei tribunali romani e dalle mancate entrate dovute alle esenzioni concesse dai cardinali governatori, con frati e suore che vivevano delle elemosine stabilite dagli stessi statuti. Ne è la prova il fatto che, la comunità chiese esplicitamente di essere alleggerita di alcune delle tante imposizioni che gravavano enormemente sul bilancio comunale, come la tassa del sussidio triennale, quella per la fortificazione d’Anagni, quella per la guardia della Torre di S. Felice, la tassa cosiddetta del Colonnello, la tassa dei cavalli morti e quella, probabilmente la meno digerita, che pagava al Popolo Romano per la cera del Salvatore e per le feste di Testaccio. Faide tra gli stessi cittadini erano all’ordine del giorno. Banditi e fuoriusciti imperversavano nel territorio taglieggiando, bruciando e uccidendo con ferocia inaudita, riflesso della vera e propria battaglia ingaggiata con la co- munità che a sua volta torturava, giustiziava e metteva al rogo.
Il volume presenta inoltre il testo latino degli Epigrammi di Mancinelli pubblicati a Roma nel 1503 presso Eucario Silber.
(nota: alla lista dei Monti di pietà laziali presente nel libro sono da aggiungere quello di Tuscania, di fondazione comunale nel 1472, e quello di Alatri promosso dal vescovo Egnazio Danti nel 1584)