Books by Renzo Paternoster
Tralerighe libri, 2024
Mentre io sto scrivendo queste righe (e voi le state leggendo) molte guerre sono in corso, un po’... more Mentre io sto scrivendo queste righe (e voi le state leggendo) molte guerre sono in corso, un po’ lontane dal “nostro” Occidente, ma non sempre senza l’Occidente. Così, in questa fase storica, in cui la guerra costituisce una dimensione stabile e ricorrente, parlare di pace diventa urgente.
Questo libro, dunque, parla di pace, un concetto molte volte collegato a progetti utopici che non fanno i conti con la realtà, frequentemente svuotato dalla sua dimensione autonoma o, peggio, spesso abusato nei suoi contenuti.
Non è un saggio pacifista con lettura “radicale”, ma uno studio pragmatico sulle concrete strade da percorrere per “abitare” la pace.
Tutti aspiriamo alla pace… ma quale pace?
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Tralerighe libri, 2023
C’è un filo logico che collega la pena capitale a uno sterminio: entrambi sono una decretazione d... more C’è un filo logico che collega la pena capitale a uno sterminio: entrambi sono una decretazione di morte inclusa in una volontà politica: la prima individuale, la seconda in massa.
Prendendo le mosse dal costrutto della “Banalità del male” di Arendt, l’autore ha elaborato un nuovo punto di vista sugli esecutori, che proprio banali non sono. Non si è trattato di ribaltare completamente il pensiero di Hannah Arendt, ma di aggiungere un’aggravante ai loro comportamenti. Per questo l’autore preferisce utilizzare l’espressione “banalità del bene”. La banalità del male presuppone un vuoto cognitivo, di giudizio; mentre al contrario la banalità del bene è un pieno di nuove norme morali, di nuovi giudizi, di premeditazione e di passione. In questo contesto è un bene che diventa banale, perché instaura una precisa grammatica di potere che decide chi deve vivere e chi deve morire. Un potere che conduce l’Essere all’essere, insomma solo a un principio biologico della vita. Non importa se il programma di salvezza degli esecutori della morte prevede la dannazione di una parte dell’Umanità.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Tralerighe - Lucca, 2021
È un saggio che affronta l’infinito sgranarsi dei dolori delle donne, da sempre relegate in un so... more È un saggio che affronta l’infinito sgranarsi dei dolori delle donne, da sempre relegate in un soffocante spazio simbolico… un simbolico che ha permesso un terribile reale.
Se già in tempo di pace la considerazione della donna come essere umano autonomo, indipendente e uguale al maschio fa fatica a emergere e realizzarsi, figuriamoci in tempo di contese politiche.
Partendo da una disamina su quali e cosa sono in generale le prepotenze sulle donne, l’autore ricerca i significati di queste violenze in politica. È un lavoro, quindi, che porta fuori dall’ombra i tormenti di chi la luce è stata tolta, per rischiararli e ricostruire spiegazioni che fanno comprendere che non sono “bestialità naturali”, ma brutalità razionali che assolvono funzioni precise: non violenze sessuali, dunque, ma violenze sessualizzate.
Nella storia delle donne ogni volta che si pensa di aver raggiunto il fondo, arriva sempre qualcosa che fa ricredere, comprendendo che il fondo proprio non c’è.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Tralerighe, 2020
I «campi per civili (di internamento, di concentramento, di sterminio) sono un prodotto della pol... more I «campi per civili (di internamento, di concentramento, di sterminio) sono un prodotto della politica che si fa totalitaria, dispotica, violenta, padrona, manifestando la volontà di dominare la storia, per accelerarla, deviarla, modificarla, indirizzarla. Sono politica oscena, che cerca il trionfo anche nella carne e nel sangue».
Questo saggio affronta il tema della politica dell’esclusione dove il corpo dell’individuo, del nemico, diventa la posta in gioco delle strategie politiche.
Con il chiaro scopo di spiegare per conoscere e per capire.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Tralerighe, 2019
È questa un’indagine multidisciplinare sulla natura del male politico, sui modi concreti in cui e... more È questa un’indagine multidisciplinare sulla natura del male politico, sui modi concreti in cui esso si è manifestato e sulle origini delle pratiche che l’hanno reso sempre più crudele.
Attraverso la violenza, la politica assegna determinati valori alla vita e alla morte, decidendo quale funzione assegnare al corpo del nemico suppliziato, violentato, imprigionato, da uccidere, ucciso e da far svanire. Un’antologia dei dolori del mondo prodotti da una politica che mortifica la vita e finanche la morte.
È dunque, questo, un lavoro che, smontando la tesi della “belva umana”, secondo la quale lo stato di natura degli esseri umani è violento, spiega che la violenza politica è frutto di atti consapevoli e di utilità programmata per il dominio totale sulle persone. Questo per stimolare il lettore e proiettarlo nella difesa ad oltranza dei diritti umani, dinanzi a qualsiasi politica che si fa criminale, per riconoscersi in valori positivi che devono essere comuni a tutta l’Umanità.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Medioevo in Guerra
a cura di Angelo Gambella
Studi storici sul Medioevo Italiano, 3
Drengo, Roma,... more Medioevo in Guerra
a cura di Angelo Gambella
Studi storici sul Medioevo Italiano, 3
Drengo, Roma, 2008.
ISBN: 978-88-88812-19-9
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Cos'era la guerra nel Medioevo, come si combatteva, chi la combatteva, perchè si combatteva.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Papers by Renzo Paternoster
Storia in Network, 2020
Questa è la storia dei quasi cinquecento anni del servizio segreto del Vaticano, un'Entità per tu... more Questa è la storia dei quasi cinquecento anni del servizio segreto del Vaticano, un'Entità per tutelare non solo gli interessi religiosi ma anche quelli politici ed economici della Santa Sede.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, 2019
"The Silos of Tarcin: a Bosnian concentration camp for Serbs", published in Italian and translate... more "The Silos of Tarcin: a Bosnian concentration camp for Serbs", published in Italian and translated into Serbian. Silos was a concentration camp operated by the Army of the Republic of Bosnia and Herzegovina (ARBiH) during the Bosnian War.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, 2020
In Italia la Guerra fredda non è stata così fredda. Con la strategia delle bombe e il metodo dei ... more In Italia la Guerra fredda non è stata così fredda. Con la strategia delle bombe e il metodo dei depistaggi, sono stati anni terribili per gli italiani e per la democrazia. Molti fanno iniziare la cosiddetta “strategia della tensione” da un convegno nel quale si riunirono esponenti di destra (civili e dello Stato) per disegnare possibili strategie anticomuniste. In questo saggio si ripercorre la storia di questo convegno organizzato nel maggio del 1965 dall’Istituto Pollio nell’hotel Parco dei Principi, incontro imbevuto da un ossessivo anticomunismo e da idee molto sovversive che si trasformarono in azione… e non ci fu bisogno di un secondo convegno, perché iniziarono a “parlare” le bombe
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, numeri 127 e 128, 2007
SIl 4 maggio 1998 si consuma una strage in Vaticano: il capitano della Guardia Svizzera, sua mogl... more SIl 4 maggio 1998 si consuma una strage in Vaticano: il capitano della Guardia Svizzera, sua moglie e il caporale Cédric Tornay sono trovati morti uccisi da colpi di arma da fuoco. Nessuno, all’infuori delle autorità vaticane, ha potuto verificare come si siano svolti realmente i fatti, ciò ha lasciato spazio a ipotesi e illazioni. In questo saggio breve si ripercorre la strana vicenda.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, 2020
1 aprile 2020 - da Storia in Network.
E' il simbolo dei campi nazisti di lavoro forzato, il più d... more 1 aprile 2020 - da Storia in Network.
E' il simbolo dei campi nazisti di lavoro forzato, il più duro fra tutti, il più segreto di tutti. "Dora" è l'acronimo di Deutsche Organisation Reichs Arbeit (Organizzazione del Lavoro del Reich), nome in codice per indicare le strutture concentrazionarie di lavoro forzato degli schiavi di Hitler. Il campo di Mittelbau è il più infernale, nel suo senso letterale, perché si dirama per quindici chilometri nelle viscere della terra, nel cuore della Kohnstein, la collina della Turingia, nei pressi della città di Nordhausen.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, 2010
Quel che accadde nei locali della Questura di Milano pochi giorni dopo l'attentato alla Banca naz... more Quel che accadde nei locali della Questura di Milano pochi giorni dopo l'attentato alla Banca nazionale dell'Agricoltura di piazza Fontana è ancora oggetto di discussioni e polemiche. L'inchiesta ufficiale concluse che la morte non era dovuta a suicidio o omicidio, ma a un "malore attivo".
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, 2019
C'è un popolo che, nel sud dell'Asia, non possiede Stato e neppure viene riconosciuto come grupp... more C'è un popolo che, nel sud dell'Asia, non possiede Stato e neppure viene riconosciuto come gruppo etnico: sono i rohingya del Myanmar.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A seguito del referendum del 1° marzo 1992, che ha stabilito l'autodeterminazione della Bosnia ed... more A seguito del referendum del 1° marzo 1992, che ha stabilito l'autodeterminazione della Bosnia ed Erzegovina dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, il 5 aprile i bosniaci si dichiarano indipendenti. I serbi sono fortemente contrari per la loro grande presenza nel nascente Stato, poiché minoranza. L'evento trascina così anche la Bosnia nella guerra di dissoluzione della Federazione degli Stati jugoslavi. Il conflitto in Bosnia ed Erzegovina è stato la tragedia più immane di tutto lo scontro bellico: una guerra civile in cui i tre principali gruppi nazionali del Paese (bosgnacchi, serbi e croati) si sono combattuti senza sconti, coinvolgendo la popolazione civile. Una guerra dipinta come scontro primitivo fra le diverse etnie del Paese, ma che tuttavia ha nascosto ben altro: interessi politici ed economici, ambizioni personali dei leader politici, convenienze di entità esterne. Nel cuore dell'Europa ricompaiono i campi di concentramento, allestiti da tutte le parti coinvolte nel conflitto, senza eccezioni. I serbi istituiscono campi a Keraterm, Manjača, Omarska, Vilina Vlas, Vojno e altrove. Croati e bosniaci creano campi a Sarajevo, Čelebić, Tarčin, Livno, Bradina, Odzak, Bihac (nel Jedinstvo Football Stadium) e in molti altri luoghi. Sono tutti campi per lo più improvvisati e di breve durata, predisposti in campi sportivi, scuole, vecchie fattorie, fabbriche dismesse, ex miniere, edifici abbandonati, magazzini e terreni incolti.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Storia in Network, 2019
Se Auschwitz è il simbolo dei crimini nazisti in Europa occidentale, il lager di Sajmište rappres... more Se Auschwitz è il simbolo dei crimini nazisti in Europa occidentale, il lager di Sajmište rappresenta il dramma delle popolazioni slave sotto il nazismo.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Neofascisti, servizi segreti, massoni, un corpo in eccesso tra le vittime, presenze inquietanti s... more Neofascisti, servizi segreti, massoni, un corpo in eccesso tra le vittime, presenze inquietanti sul luogo della strage, la mancanza del movente e della rivendicazione, sono gli " ingredienti " di un attentato anomalo, in cui le vittime non hanno ricevuto ancora definitiva giustizia.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Nonostante l'utilizzo di agenti biologici e batteriologici come arma di offesa fosse stato vietat... more Nonostante l'utilizzo di agenti biologici e batteriologici come arma di offesa fosse stato vietato nel 1925 dal Protocollo di Ginevra, tra il 1932 e il 1945 il Giappone mise in piedi un grande apparato di "fabbriche della morte".
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Books by Renzo Paternoster
Questo libro, dunque, parla di pace, un concetto molte volte collegato a progetti utopici che non fanno i conti con la realtà, frequentemente svuotato dalla sua dimensione autonoma o, peggio, spesso abusato nei suoi contenuti.
Non è un saggio pacifista con lettura “radicale”, ma uno studio pragmatico sulle concrete strade da percorrere per “abitare” la pace.
Tutti aspiriamo alla pace… ma quale pace?
Prendendo le mosse dal costrutto della “Banalità del male” di Arendt, l’autore ha elaborato un nuovo punto di vista sugli esecutori, che proprio banali non sono. Non si è trattato di ribaltare completamente il pensiero di Hannah Arendt, ma di aggiungere un’aggravante ai loro comportamenti. Per questo l’autore preferisce utilizzare l’espressione “banalità del bene”. La banalità del male presuppone un vuoto cognitivo, di giudizio; mentre al contrario la banalità del bene è un pieno di nuove norme morali, di nuovi giudizi, di premeditazione e di passione. In questo contesto è un bene che diventa banale, perché instaura una precisa grammatica di potere che decide chi deve vivere e chi deve morire. Un potere che conduce l’Essere all’essere, insomma solo a un principio biologico della vita. Non importa se il programma di salvezza degli esecutori della morte prevede la dannazione di una parte dell’Umanità.
Se già in tempo di pace la considerazione della donna come essere umano autonomo, indipendente e uguale al maschio fa fatica a emergere e realizzarsi, figuriamoci in tempo di contese politiche.
Partendo da una disamina su quali e cosa sono in generale le prepotenze sulle donne, l’autore ricerca i significati di queste violenze in politica. È un lavoro, quindi, che porta fuori dall’ombra i tormenti di chi la luce è stata tolta, per rischiararli e ricostruire spiegazioni che fanno comprendere che non sono “bestialità naturali”, ma brutalità razionali che assolvono funzioni precise: non violenze sessuali, dunque, ma violenze sessualizzate.
Nella storia delle donne ogni volta che si pensa di aver raggiunto il fondo, arriva sempre qualcosa che fa ricredere, comprendendo che il fondo proprio non c’è.
Questo saggio affronta il tema della politica dell’esclusione dove il corpo dell’individuo, del nemico, diventa la posta in gioco delle strategie politiche.
Con il chiaro scopo di spiegare per conoscere e per capire.
Attraverso la violenza, la politica assegna determinati valori alla vita e alla morte, decidendo quale funzione assegnare al corpo del nemico suppliziato, violentato, imprigionato, da uccidere, ucciso e da far svanire. Un’antologia dei dolori del mondo prodotti da una politica che mortifica la vita e finanche la morte.
È dunque, questo, un lavoro che, smontando la tesi della “belva umana”, secondo la quale lo stato di natura degli esseri umani è violento, spiega che la violenza politica è frutto di atti consapevoli e di utilità programmata per il dominio totale sulle persone. Questo per stimolare il lettore e proiettarlo nella difesa ad oltranza dei diritti umani, dinanzi a qualsiasi politica che si fa criminale, per riconoscersi in valori positivi che devono essere comuni a tutta l’Umanità.
a cura di Angelo Gambella
Studi storici sul Medioevo Italiano, 3
Drengo, Roma, 2008.
ISBN: 978-88-88812-19-9
Papers by Renzo Paternoster
E' il simbolo dei campi nazisti di lavoro forzato, il più duro fra tutti, il più segreto di tutti. "Dora" è l'acronimo di Deutsche Organisation Reichs Arbeit (Organizzazione del Lavoro del Reich), nome in codice per indicare le strutture concentrazionarie di lavoro forzato degli schiavi di Hitler. Il campo di Mittelbau è il più infernale, nel suo senso letterale, perché si dirama per quindici chilometri nelle viscere della terra, nel cuore della Kohnstein, la collina della Turingia, nei pressi della città di Nordhausen.
Questo libro, dunque, parla di pace, un concetto molte volte collegato a progetti utopici che non fanno i conti con la realtà, frequentemente svuotato dalla sua dimensione autonoma o, peggio, spesso abusato nei suoi contenuti.
Non è un saggio pacifista con lettura “radicale”, ma uno studio pragmatico sulle concrete strade da percorrere per “abitare” la pace.
Tutti aspiriamo alla pace… ma quale pace?
Prendendo le mosse dal costrutto della “Banalità del male” di Arendt, l’autore ha elaborato un nuovo punto di vista sugli esecutori, che proprio banali non sono. Non si è trattato di ribaltare completamente il pensiero di Hannah Arendt, ma di aggiungere un’aggravante ai loro comportamenti. Per questo l’autore preferisce utilizzare l’espressione “banalità del bene”. La banalità del male presuppone un vuoto cognitivo, di giudizio; mentre al contrario la banalità del bene è un pieno di nuove norme morali, di nuovi giudizi, di premeditazione e di passione. In questo contesto è un bene che diventa banale, perché instaura una precisa grammatica di potere che decide chi deve vivere e chi deve morire. Un potere che conduce l’Essere all’essere, insomma solo a un principio biologico della vita. Non importa se il programma di salvezza degli esecutori della morte prevede la dannazione di una parte dell’Umanità.
Se già in tempo di pace la considerazione della donna come essere umano autonomo, indipendente e uguale al maschio fa fatica a emergere e realizzarsi, figuriamoci in tempo di contese politiche.
Partendo da una disamina su quali e cosa sono in generale le prepotenze sulle donne, l’autore ricerca i significati di queste violenze in politica. È un lavoro, quindi, che porta fuori dall’ombra i tormenti di chi la luce è stata tolta, per rischiararli e ricostruire spiegazioni che fanno comprendere che non sono “bestialità naturali”, ma brutalità razionali che assolvono funzioni precise: non violenze sessuali, dunque, ma violenze sessualizzate.
Nella storia delle donne ogni volta che si pensa di aver raggiunto il fondo, arriva sempre qualcosa che fa ricredere, comprendendo che il fondo proprio non c’è.
Questo saggio affronta il tema della politica dell’esclusione dove il corpo dell’individuo, del nemico, diventa la posta in gioco delle strategie politiche.
Con il chiaro scopo di spiegare per conoscere e per capire.
Attraverso la violenza, la politica assegna determinati valori alla vita e alla morte, decidendo quale funzione assegnare al corpo del nemico suppliziato, violentato, imprigionato, da uccidere, ucciso e da far svanire. Un’antologia dei dolori del mondo prodotti da una politica che mortifica la vita e finanche la morte.
È dunque, questo, un lavoro che, smontando la tesi della “belva umana”, secondo la quale lo stato di natura degli esseri umani è violento, spiega che la violenza politica è frutto di atti consapevoli e di utilità programmata per il dominio totale sulle persone. Questo per stimolare il lettore e proiettarlo nella difesa ad oltranza dei diritti umani, dinanzi a qualsiasi politica che si fa criminale, per riconoscersi in valori positivi che devono essere comuni a tutta l’Umanità.
a cura di Angelo Gambella
Studi storici sul Medioevo Italiano, 3
Drengo, Roma, 2008.
ISBN: 978-88-88812-19-9
E' il simbolo dei campi nazisti di lavoro forzato, il più duro fra tutti, il più segreto di tutti. "Dora" è l'acronimo di Deutsche Organisation Reichs Arbeit (Organizzazione del Lavoro del Reich), nome in codice per indicare le strutture concentrazionarie di lavoro forzato degli schiavi di Hitler. Il campo di Mittelbau è il più infernale, nel suo senso letterale, perché si dirama per quindici chilometri nelle viscere della terra, nel cuore della Kohnstein, la collina della Turingia, nei pressi della città di Nordhausen.