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Domenico Capano

Breve storia locale corredata da fotografie. Giovanni Concubleth, il suo testamento, San Pietro Spina di Ciano e Fra' Gerasimo, San Lorenzo di Arena. Antichi mulini ad acqua di Dasà. Salendo in direzione Arena, usciti dall’abitato di... more
Breve storia locale corredata da fotografie. Giovanni Concubleth, il suo testamento, San Pietro Spina di Ciano e Fra' Gerasimo, San Lorenzo di Arena. Antichi mulini ad acqua di Dasà.
Salendo in direzione Arena, usciti dall’abitato di Dasà, e proseguendo per circa trecento metri vi è, sulla destra, una fetta di terreno denominato nel dialetto dasaese Mastrufuanzu.
Luogo conosciuto nel paese di Dasà per le tre fontane d’acqua corrente, proveniente dal soprastante monticello, che un tempo erano presenti - prima dell’apparire delle fontane pubbliche nel paese – e fornivano l’acqua necessaria agli abitanti dasaesi per le loro primarie esigenze.
Con l'avvento delle fontane pubbliche nell’abitato, l’acqua si prelevava dalle tre fontane di Mastrufuanzu soltanto in estate poiché era fredda; questo al tempo in cui non esistevano ancora in paese i frigoriferi e le acque minerali.
A tal proposito mi piace inserire, in queste righe di storia locale, una datata poesia dialettale intitolata “Vecchia fontana” di Giuseppe Bruni proposta nel gruppo Facebook Dasà nel cuore (2020). Dipinti di Mike Arruzza.
I Learning Objects I learning objects sono “blocchi” autonomi tra loro ed indipendenti dal contesto che possono essere assemblati (tra loro) in ogni momento in cui ciò è richiesto ed in base alle esigenze del discente[1]. In giro... more
I Learning Objects

I learning objects sono “blocchi” autonomi tra loro ed indipendenti dal contesto che possono essere assemblati (tra loro) in ogni momento in cui ciò è richiesto ed in base alle esigenze del discente[1]. In giro circolano tante definizioni dei Learning Objects, la più accreditata è quella data da David Wiley che definisce i Learning Object come “ogni risorsa digitale che può essere riutilizzata per supportare l’apprendimento” [2] . In questa definizione è inclusa qualsiasi cosa che possa essere resa disponibile on-line. Quindi i learning objects li possiamo pensare come "atomi di conoscenza" autoconsistenti. Oggigiorno i soggetti erogatori di formazione stanno passando alla modalità di erogazione del materiale didattico basata sull’approccio “Learning Object” per via del più alto livello qualitativo riconosciuto ad esso rispetto ai metodi precedenti. Inoltre i Learning Objects possono essere riusati se opportunamente specificati e realizzati[3].


Caratteristiche dei Learning Objects

Le principali caratteristiche che debbono possedere i Learning Objects sono due la combinazione e la granularità . Della combinazione si occupano i “computer agent” che possono comporre in modo automatico ed in modo dinamico le “lezioni”, personalizzandole per i singoli utenti. I Learning Objects grazie al fatto di avere i metadata che li esplicitano (come una specie di “dati di targa”), possono essere individuati, aggiornati e ricomposti, dagli LCMS[4], per formare nuovi “moduli didattici” rispondenti in modo innovativo agli obiettivi formativi dei learners (percorso di apprendimento personalizzato e riadattabile dinamicamente alle esigenze del learner), nel rispetto di alcuni vincoli imposti dalla strategia di obiettivo formativo delle aziende, università ed enti cui il learner “dipende”. La granularità è una caratteristica che esprime quali dimensioni (quanto deve essere grande) debba avere un Learning Object. Vi è abbastanza aleatorietà in ciò e possiamo affermare che una risorsa per attribuire una dimensione al L.O. possa essere sicuramente il buon senso[5] (Argomenti diversi hanno difficoltà diverse) dell’instructional designer che è colui che immette i vincoli di selezione dei Learning Objects all’interno del software LCMS nel rispetto degli obiettivi didattico/formativi prefissati. Maggiore è la combinabilità e la granularità dei L.O. definiti, migliore sarà la loro riusabilità in diversi contesti didattici, più facile sarà la loro localizzabilità e più agevole sarà il loro uso personalizzato alle caratteristiche dello studente.

I metadata

L'approccio basato sui "Learning Objects" è sempre più diffuso. Standard internazionali come AICC[6], IMS[7] e SCORM .[8] stanno risolvendo il problema della interoperabilità fra le diverse piattaforme di formazione a distanza. Creare Learning Objects efficaci e realmente riutilizzabili, però, non è solo un problema tecnologico: richiede una specifica metodologia di progettazione e realizzazione, seguendo la quale, è possibile realizzare in tempi rapidi e a costi contenuti L.O. di elevata qualità. Per garantire che i learning objects siano aggregati, suddivisi e riutilizzati è necessaria standardizzare la loro descrizione ovvero definire quello che in gergo si chiama “set di metadati”

I meta-dati (o metadata) sono definiti come quei dati che non si riferiscono direttamente ai contenuti concreti di un L.O., li classificano, nel senso che rinviano ai contenuti di apprendimento del L.O. Per esempio in una scheda di identificazione di un testo in una biblioteca sono meta-dati i campi "autore" "titolo" etc. Essi rinviano ai dati contenuti nei relativi campi per esempio "Settembrini" e "Ricordanze della mia vita" questi direttamente connessi ad una determinata opera letteraria. I metadata devono contenere il tipo di oggetto (testo, audio, immagine, etc..), l’autore, il proprietario dell’oggetto, i termini di distribuzione ed il formato. Un esempio di cosa deve contenere un metadata, più completo è il seguente:
FRANCO DI GIORGI, Il dramma dell'esistenza mancata. Dell'esser sé stessi e della falsificazione. Saggio su Ibsen (Mimesis, 2020, 316 pagg.). Professor Di Giorgi, dopo il suo corposo lavoro su Giobbe (Giobbe e gli altri, del 2016), dopo... more
FRANCO DI GIORGI, Il dramma dell'esistenza mancata. Dell'esser sé stessi e della falsificazione. Saggio su Ibsen (Mimesis, 2020, 316 pagg.).

Professor Di Giorgi, dopo il suo corposo lavoro su Giobbe (Giobbe e gli altri, del 2016), dopo il saggio in cui ha avuto modo di riflettere sul vangelo apocrifo di Tommaso (Il Luogo della Vita, del 2018) e quello su San Paolo, Hodòs eirènes. Il "sentiero della pace" nelle lettere paoline (del 2019), ora è uscito per Mimesis questo nuovo saggio su Ibsen, Il dramma dell'esistenza mancata. Dell'essere sé stessi e della falsificazione. Ce ne vuole parlare? A cosa si deve il titolo? Il titolo di questo mio saggio-Il dramma dell'esistenza mancata-trae spunto in generale dai drammi di Ibsen e in particolare dal titolo di un'opera di Ludwig Binswanger, Tre forme di esistenza mancata, del 1956. Nel 1949 però Binswanger aveva già pubblicato un altro scritto, sempre sull'autore norvegese: Henrik Ibsen. La realizzazione di sé nell'arte. Binswanger è uno psichiatra svizzero che ha sviluppato un'antropoanalisi ispirandosi all'analitica esistenziale svolta da Heidegger in Essere e tempo, nel 1927. La tesi di questo studioso è che forme di esistenza mancata come la stramberia, la fissazione e il manierismo non si debbono necessariamente ridurre solo a semplici patologie, ma si possono anche considerare come delle possibilità esistenziali, dei modi di vivere. Egli ravvisa infatti la fissazione in uno dei personaggi di Ibsen più rappresentativi, più noti e più rappresentati, Il costruttore Solness (1892), uno dei drammi della maturità ibseniana, scritti in patria, in Norvegia, dopo aver vissuto e lavorato per molti anni, per 27 anni, all'estero, in Italia (Roma) e in Germania (Dresda e Monaco). In che cosa consiste esattamente l'esistenza mancata? L'esistenza mancata è una categoria esistenziale che, secondo una certa gradualità, si attaglia a molti dei personaggi ibseniani, il cui travaglio, la cui condizione costituisce la sostanza della drammi di Ibsen. L'esistenza mancata viene vissuta come imperfezione, errore ed erranza, come vita deviata, sbagliata, non colta appieno, non vissuta in modo autentico. C'è un termine paolino che la definisce bene, l'hamartía, il peccato. Per poter comprendere la condizione esistenziale travagliata di questi personaggi-nei quali si riflette anche la nostra attuale condizione-occorre distinguere il concetto di esistenza in ex-sistenza e in vivere. Nella prima vi è la consapevolezza dell'essere nel mondo, nel secondo no. Il dramma dell'esistenza mancata prorompe nei personaggi ibseniani quando prendono coscienza della loro condizione. Questa consapevolezza è presente solo in alcuni di essi: ad esempio in Skule ne I pretendenti al trono (1864), in Bernick ne I pilastri della società (1877), nella stessa Nora de La casa di una bambola (1879); ma la maggioranza di essi vive e si lascia vivere senza preoccuparsi della propria vita, anzi cerca in tutti i modi di non preoccuparsene, come ad esempio Hjalmar nell'Anitra selvatica (1886). I più coscienti sono quelli che vogliono instaurare un rapporto
Provincia di Viterbo Assessorato alla Formazione Professionale Stage per CORSO E-FORM su: Progetto Aggiornamento di alcuni segmenti della Formazione Professionale della Provincia di Viterbo attraverso implementazione della FaD con... more
Provincia di Viterbo
Assessorato alla Formazione Professionale
Stage per CORSO E-FORM su: Progetto Aggiornamento di alcuni segmenti della Formazione Professionale della Provincia di Viterbo attraverso implementazione della FaD con metodiche E-Learning e Blended Learning based
1. Analisi dei Fabbisogni del Settore della Formazione Professionale nella FaD
2. Ipotesi progettuali

L’uso delle nuove tecnologie e metodologie nella didattica, nelle strutture di competenza della Provincia di Viterbo, è un tema che si ritiene essere non più rinviabile e di grande interesse sia per rispondere in modo nuovo alle differenziate vocazioni economico-produttive e culturali del viterbese, sia per contrastare i precoci abbandoni e la dispersione scolastica in modo più incisivo e sia per diminuire il digital divide.
Il settore della Formazione Professionale della Provincia di Viterbo si caratterizza per la presenza di “strutture” e personale qualificate/o ma allo stesso tempo anch’essi necessitanti di aggiornamento ed/od ottimizzazione in alcuni suoi segmenti.
Riteniamo che le metodologie di formazione in modalità E-Learning accompagnate da un ammodernamento delle strutture tecnologiche, ove necessario, e da una forte collaborazione e cooperazione del personale interessato all’aggiornamento, possano contribuire fortemente alla qualificazione ed ottimizzazione dei suddetti segmenti.
Fra gli obiettivi di questo adeguamento, (delle metodologie didattiche, degli operatori e delle strutture tecnologiche) ai mutati tempi e nuove esigenze degli Utenti vi sono: la semplificazione del lavoro degli operatori interessati, la maggiore gratificazione professionale ed economica dei citati operatori, l’elevamento qualitativo della didattica offerta agli Utenti, le maggiori offerte formative per l’Utenza avente diritto ovunque essa si trovi dislocata geograficamente (nella provincia di Viterbo e non) e, la possibilità di usufruire di tali offerte formative ad Utenti diversamente abili.
Il Monumento ai caduti di Dasà nella 1ª guerra mondiale Il monumento si trova ubicato in Piazza dei caduti lungo il centrale Corso Umberto I di Dasà (VV), di fronte alla chiesa matrice. Sul basamento in travertino sono incisi i nomi... more
Il Monumento ai caduti di Dasà nella 1ª guerra mondiale

Il monumento si trova ubicato in Piazza dei caduti lungo il centrale Corso Umberto I di Dasà (VV), di fronte alla chiesa matrice. Sul basamento in travertino sono incisi i nomi dei morti dasaesi nelle guerre coloniali italiane e nella prima guerra mondiale 1915-1918. Sul frontale inclinato del basamento è indicato come costruito A spese degli emigrati dasaesi a Stamford Connecticut 1 negli USA; sul lato sinistro è inciso l'anno 1929. Il monumento ai caduti è opera del famoso scultore Torquato Tamagnini 2 come emergerà dal seguito. Foto, Domenico Capano, 2007. 3 Per anni quasi tutti i dasaesi abbiamo creduto che il monumento fosse opera pregevole e unica nel panorama architettonico calabrese e italiano. Errando. La conferma pubblica di tale errore è datata 11 settembre 2014 quando, nel gruppo Facebook Dasà nel cuore, il dasaese Saverio Di Renzo pubblica una foto del monumento ai caduti di 1 Nel Comune di Dasà esiste una delibera di ubicazione del monumento che attesta l'anno 1929 come dettomi dallo storico dasaese Francesco Romanò. 2 Lo scultore Torquato Tamagnini, nato a Perugia 1886 e morto a Roma 1965, è noto per la sua carica di direttore della Casa per la scultura Corinthia di Roma (1922), il cui nome è legato ad una vasta produzione di monumenti commemorativi, in particolare dedicati ai caduti della prima guerra mondiale. 3 Foto presente nella copertina del calendario 2008 Dasà da Visitare: http://www.comunedasa.it/dasa/dasa-da-visitare.pdf Pag 1 di 11.
Il libro è stato scritto, inizialmente, come Modulo sulle Mappe di Karnaugh e, testato, positivamente, su un gruppo: discenti IPSIA G. Plana di Torino nel 2007; in questa seconda edizione è stato rivisto ed ampliato. Non sono stati... more
Il libro è stato scritto, inizialmente, come Modulo sulle Mappe di
Karnaugh e, testato, positivamente, su un gruppo: discenti IPSIA G.
Plana di Torino nel 2007; in questa seconda edizione è stato rivisto
ed ampliato. Non sono stati introdotti concetti sui sistemi sequenziali.
Nel libro sono trattati i concetti fondamentali della logica booleana
con indicazione di schemi sia logici sia a relais e contatti.
Non mancano nel testo esempi ed esercizi svolti auto-istruttivi.
Nel primo capitolo si parte da semplici concetti come quello di
variabile binaria per poi passare all’interpretazione dei diversi
sistemi di numerazione posizionali: come si interpreta il sistema
decimale, binario ed esadecimale; qual è la formula di conversione
da un numero avente base b qualunque ad un numero decimale e
viceversa. (Si noti che nel testo si parla di combinazioni: a rigore matematico trattasi di Disposizioni)
Nel secondo capitolo sono trattati gli operatori logici e le porte
logiche.
Nel terzo capitolo introduciamo definizioni e concetti applicabili ai
circuiti combinatori: che cosa è un circuito combinatorio, un
mintermine, un Maxtermine, la distanza di Hamming fra due
configurazioni di bit, quali sono le forme canoniche di una funzione
booleana, come si costruisce il codice di Gray, che cosa è una
Mappa di Karnaugh.
Nel quarto capitolo trattiamo dei metodi sistematici per minimizzare
le funzioni booleane: calcolare una uscita Q in funzione di variabili
binarie di ingresso, minimizzare una uscita Q usando le Mappe di
Karnaugh, ricavare il circuito logico di una funzione di uscita Q,
ricavare il circuito elettrico a relais e contatti di una funzione
booleana di uscita Q.
Nel quinto capitolo mostreremo: esercizi di riepilogo e vari esercizi
sulle mappe di karnaugh, conoscere la funzionalità del Multiplexer.
Nel sesto capitolo mostreremo esempi interessanti per superare la
Verifica in Classe.
Nel settimo capitolo mostriamo come si calcola e minimizza,
attraverso le mappe di Karnaugh, una funzione booleana in
funzione di 5 e 6 variabili di Ingresso.
Nell’appendice trattiamo degli assiomi e teoremi dell’algebra
booleana che servono per manipolare le funzioni come ad
esempio: minimizzare le funzioni logiche.
Esercizi svolti in linguaggio C assegnati come prove intermedie nel corso online FIODL (Fondamenti di Informatica in Open and Distance Learning) 2001 agli studenti del primo anno di Ingegneria del Consorzio Nettuno Italy
Con la lettura del libro Domestici Lari ho conosciuto nel 1998 il poeta del Settecento Pier Giovanni Salimbeni, mio conterraneo; oltre che, varie e interessanti notizie sulla storia locale di Dasà: casale dell’allora “Stato” di Arena di... more
Con la lettura del libro Domestici Lari  ho conosciuto nel 1998 il poeta del Settecento Pier Giovanni Salimbeni, mio conterraneo; oltre che, varie e interessanti notizie sulla storia locale di Dasà: casale dell’allora “Stato” di Arena  di Calabria.
Tante informazioni sul poeta, “filosofo” e notaio calabrese, sono state rese note e pubblicate da autori e uomini di cultura del vibonese, e tante altre, penso, siano ancora ignote e, chissà se si riuscirà mai a rispondere, con un grado di attendibilità più soddisfacente, alla domanda: “Chi era veramente Piergiovanni Salimbeni”?

La mia cultura tecnica non permette di addentrarmi, più di tanto, in una disquisizione letteraria sulle opere del poeta Pier Giovanni Salimbeni; ma, la curiosità sul personaggio è tanta!
Ci si limita, quindi, alle ricerche e analisi su archivi in rete oltre che su testi, letti, citanti il “Nostro”, ampliando la prospettiva quanto più possibile, e con il massimo del rigore ch’io attualmente possa mettervi, per contribuire a dar risposta alla domanda sopra posta.

Sul web, in Altomesima Online  il 12 gennaio del 2004 ho scritto qualche riga di menzione del poeta che riporto fedelmente di seguito. «Per quanto riguarda Pier Giovanni Salimbeni, ricordiamo il libro (una raccolta di saggi) del letterato dasaese Francesco Romanò, Domestici Lari, pubblicato nel 1998, libro in cui si precisano le origini in Limpidi (frazione di Acquaro), nel 1721 e non in Limbadi (come erroneamente riportato da Vito Capialbi e dai successivi scrittori, che dalle sue opere hanno attinto le fonti), che ha stimolato il riscoprire dell'autore ed i successivi dibattiti tenutisi in questi ultimi anni.
Dopo la pubblicazione del libro Domestici Lari l’autore precisa: «Ho scoperto di recente che un solo autore di cronache letterarie meridionali parla di Limpidi come luogo di nascita del Salimbeni; si tratta di Camillo Minieri Riccio  nelle «Memorie Storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli», Napoli, 1844.». (1)
Bisogna aggiungere che Antonio Tripodi, nel suo libro, In Calabria Tra Cinquecento e Ottocento , nella nota 134 di pag. 56, cita: "Il notaio-poeta Pier Giovanni Salimbeni era nato a Limpidi (ora frazione del comune di Acquaro in prov. di Catanzaro) nel 1721 e verso il 1745 si era trasferito a Dasà, dove ricoprì per alcuni anni l'ufficio di razionale  della confraternita dell'Immacolata". E alla nota 135: «Il Salimbeni soggiornò sia a Napoli che a Catanzaro». Ancora, nella nota 195 di pag. 249, Tripodi cita: «Il notaio e poeta Piergiovanni Salimbeni, nato a Limpidi (ora frazione di Acquaro) nel 1721, morì a Dasà nel 1792». (2)

(1) Opuscolo su Salimbeni Pier Giovanni notaio, filosofo, poeta nella Dasà del XVIII secolo - Atti del Convegno tenuto all'Archivio di Stato di Vibo Valentia il 4 novembre 2002, a pag. 13. (Vedesi biblio-grafia).
(2) Nella Avvertenza a pag. 13 di “Domestici Lari” (1998) viene comunque detto, dall'autore Romanò, che il saggio sul Salimbeni è stato scritto fra il 1992 e 1994, ma non viene citato a pag. 48 il libro “In Calabria Tra Cinquecento e Ottocento” (1994) di Antonio Tripodi.».

Questa notizia sulle errate origini (e data di nascita) del Salimbeni che l’insigne ed erudito scrittore vibonese Vito Capialbi  avrebbe commesso, secondo quanto scritto dal Romanò nel saggio dedicato al Salimbeni del sopra citato libro, e l’interesse per un personaggio, non destinato, dalle sue origini sociali popolari, a lasciar traccia di se – come i molti del tempo e “forse” ancor d’oggi, – nato nella «picciola Terra di Limpidi»  ed arrivato sin alla capitale del Regno: Napoli, hanno fatto sì ch’io potessi incuriosirmi del Salimbeni, al punto tale da farmi sorgere lo spunto letterario necessario per scrivere le “considerazioni” che troverete in queste ricerche d’archivio in rete e, non. Spero che, tali ricerche, (lungi dal poter essere esaustive per via sia del tempo trascorso dagli eventi qui raccontati sia per via di alcune opere manoscritte mai pubblicate dal S. e dispersesi sia per via della rarità delle informazioni disponibili sul “Nostro” e, conscio del fatto che la costruzione della conoscenza, – qualora si condivida come tale, – è un lavorio lungo e frutto di tanti contributi nel tempo) possano apportare qualche altro tassello al puzzle globale, per far ampliare le conoscenze sul poeta Pier Giovanni Salimbeni a cui il Comune di Dasà , il 29 dicembre del 2003, ha intitolato la “struttura biblioteca” comunale;  e, anche, sul passato del nostro entroterra vibonese, al tempo dei fatti qui narrati, identificato come “Stato” di Arena.