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Claudio Renato Fantone

CONNESSIONI SISTEMICHE
Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende un viaggio epico per ricostruire la vita e l'opera di suo padre, viene riportata una conversazione con gli studenti nel corso della quale il... more
Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende un viaggio epico per ricostruire la vita e l'opera di suo padre, viene riportata una conversazione con gli studenti nel corso della quale il maestro americano interpreta teatralmente il dialogo fra architetto e mattone:"Chiedete ad un mattone cosa vuole diventare e lui risponderà un arco.Voi direte che è troppo costoso, al massimo è possibile una piattabanda e lui risponderà: voglio diventare un arco". (1) Sono parole che suscitano commozione-soprattutto quando accostate alle immagini delle massive costruzioni che Khan realizza in India-e che inducono a riconsiderare il rapporto fra architettura e materia. Un rapporto che, negli anni recenti, è stato spesso annullato dalla ricerca di una architettura immateriale o della trasparenza, peraltro energeticamente costosa, nella convinzione che grazie alla tecnologia-sia nella fase progettuale, mediante sofisticati software, sia nella fase esecutiva-si possano indistintamente racchiudere gli spazi, lasciando alle soluzioni d'involucro il compito di assecondare principalmente la scelta estetica. Architetture decontestualizzate, concepite dal pensiero dominante fondato sulla priorità dell'apparenza, si rivelano frequentemente come scenografie a scala urbana, perdendo il potere evocativo dell'edificio ideato per la collettività. L'unità progetto-materia-spazio-costruzione, che ha determinato la dimensione atemporale della grande architettura, sembra essere stata abbandonata a vantaggio dell'oggetto architettonico che resta svincolato dalla sua consistenza materiale. Un atteggiamento che alla lunga porta a svilire il ruolo del progettista, accentuando sempre più la distanza fra idea e costruzione, quest'ultima demandata 'necessariamente' ad altri attori del processo edilizio. Pensare al mattone che vuole essere arco è per l'architetto l'occasione per calarsi nella concretezza statica spaziale e costruttiva, nella definizione materica del confine tra interno ed esterno, del ritmo del percorso dell'uomo e della luce. Nella transizione poi dal piano allo spazio, l'architetto scopre il rapporto fra equilibrio delle masse e relazioni funzionali, la magia del coprire, il frutto del gesto arcaico laddove l'arco diviene volta o cupola, e il mattone rivela la sua ulteriore volontà, quella di essere una spirale ascendente, come è stata acutamente espressa dall'architetto messicano Ramirez Ponce. (2) Questa aspirazione rappresenta la ricchezza, il valore aggiunto del laterizio cui può attingere la capacità creativa dell'architetto-costruttore, in grado di concepire contenente e contenuto in una visione unitaria, governata dalla statica e dalla natura del materiale utilizzato. Un'attitudine progressivamente messa in crisi nelle accademie e nel mondo professionale dalla diffusione della logica compositiva della struttura intelaiata in cemento armato e solai piani che, svincolando la progettazione funzionale dall'aspetto strutturale, ha permesso sì la pianta libera ma ha mortificato molto spesso la qualità acustica e visiva dello spazio interno. La volta e la cupola, per la loro peculiarità costruttiva, come noto, hanno avuto sin dalle origini anche una valenza simbolica, giacché, come ha osservato lo storico delle religioni Mircea Eliade, l'uomo arcaico riconosceva se stesso nella misura in cui identificava le proprie funzioni nel Cosmo."Ciò che differenzia la vita dell'uomo arcaico dalla vita dell'uomo moderno-spiega Eliade-è la coscienza antropocosmica e la partecipazione ai ritmi cosmici, che scompaiono nell'Europa urbana al momento delle rivoluzioni industriali. L'uomo moderno è il risultato di una lunga guerra di indipendenza di fronte al Cosmo. Egli è riuscito, in verità, a liberarsi in buona parte dalla dipendenza in cui si trova entro la Natura, ma ha conquistato questa vittoria al prezzo del suo isolamento nel Cosmo.Alle azioni dell'uomo moderno non corrisponde più nulla di cosmico; e meno ancora agli oggetti da lui fabbricati" (3). Nella casa arcaica, lungi dall'essere una "macchina da abitare", l'uomo "non si
In Messico esiste una lunga tradizione costruttiva basata sull'impiego del laterizio in murature e coperture di spessore contenuto. Si ricorda la grande diffusione delle costruzioni voltate 'tabicade' o catalane negli Stati Uniti prima e,... more
In Messico esiste una lunga tradizione costruttiva basata sull'impiego del laterizio in murature e coperture di spessore contenuto. Si ricorda la grande diffusione delle costruzioni voltate 'tabicade' o catalane negli Stati Uniti prima e, successivamente, in quelli del sud, grazie alle numerose opere (circa duemila interventi) realizzate dall'architetto-costruttore Rafael Guastavino Moreno (1842-1908), trasferitosi da Barcellona negli Stati Uniti, e poi da suo figlio e suo nipote. Queste volte, come noto, sono costruite senza centine o con l'ausilio di centine scorrevoli formate da due o tre strati di pianelle di laterizio (1,5÷3x15x30 cm) murate di piatto a giunti sfalsati con malta di gesso, il primo strato, e malta di calce e cemento i successivi. Un'altra tecnica costruttiva tradizionale messicana riguarda l'impiego di muri sottili, conosciuti come muri "ca
Casa,  omaggio al Sole
Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il sapiente controllo del fenomeno luminoso, caratterizzano gli edifici religiosi di Gaudí. Grazie a un nuovo processo ideativo e al ricorso... more
Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il sapiente controllo del fenomeno luminoso, caratterizzano gli edifici religiosi di Gaudí. Grazie a un nuovo processo ideativo e al ricorso spregiudicato a forme di geometria non euclidea, egli afferma una concezione dello spazio basata sulla sintesi fra statica e plastica, impiegando abilmente gli stessi materiali dei costruttori medievali, la pietra e il laterizio
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L'architettura organica nel pensiero di Max Van Huut (studio Alberts&Van Huut) - Intervista
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Francesco Borromini nel quarto centenario della nascita
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ecological complex in Neiderland
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L'originale architettura di un artista completo e poliedrico, fra I maggiori collaboratori di Gaudi, che associa al sapiente Impiego delle tecniche costruttive In laterizio, proprie della tradizione catalana, un personale modo di definire... more
L'originale architettura di un artista completo e poliedrico,
fra I maggiori collaboratori di Gaudi, che associa al sapiente
Impiego delle tecniche costruttive In laterizio, proprie
della tradizione catalana, un personale modo di definire le
forme attraverso il colore.
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Roma, anno 1642. Il lungo regno di papa Urbano VIII Barberini si sta consumando con la sconsiderata e dispendiosa guerra contro il Duca Odoardo Farnese. È carnevale e il popolo romano, aggravato dalle tasse e timoroso per la ripresa del... more
Roma, anno 1642. Il lungo regno di papa Urbano VIII Barberini si sta consumando con la sconsiderata e dispendiosa guerra contro il Duca Odoardo Farnese.
È carnevale e il popolo romano, aggravato dalle tasse e timoroso per la ripresa del conflitto, attraverso le bocche parlanti delle statue di Pasquino e Marforio pronuncia invettive contro il papa e i suoi nipoti per i loro illeciti profitti.
Nella città in festa popolata da Pulcinella e Zanni, due omicidi turbano diversamente monsignor Spada, Governatore di Roma, e il Capitano Passeri, comandante della polizia papalina.
Benché le investigazioni, condotte separatamente dai funzionari di polizia e dai magistrati, procedono in ambiti sociali diversi, ben presto si manifestano intrecci e connessioni. Emergono fatti sorprendenti ma anche dubbi. Vittime per errore? Vittime di tensioni fra bande di borsaioli o di opposte fazioni di Francia e Spagna? Quale impulso ha mosso la mano dell’omicida? Onore, gelosia, orgoglio di parte? Quale la reale natura dei rapporti fra personaggi di rango sociale così diverso?
I due delitti restano come poli magnetici che si attraggono e si separano. Mentre le indagini iniziano a gettare luci e ombre sui vari protagonisti, il rinvenimento di un altro cadavere indica altri inaspettati legami. Per i ministri di giustizia sarà come risalire rischiosamente la corrente del Tevere, ripercorrendo le tracce di avvenimenti scandalosi, fino ad arrivare a rivelazioni conclusive che lasciano tuttavia incertezze sul coinvolgimento diretto o indiretto di alcuni protagonisti.
Con un salto temporale nella Roma contemporanea, la professoressa Ridolfi, nel corso di alcune sue ricerche presso l’Archivio di Stato, concederà al lettore la possibilità di congetturare le connessioni fra episodi e personaggi della narrazione prima di trovarle definitivamente svelate nella ricostruzione del finale storico di uno dei protagonisti degli avvenimenti.
Gli eventi descritti si svolgono, infatti, in un quadro temporale fra verità storica e invenzione romanzesca. Se gli intrecci del thriller sono mera finzione, diversi personaggi sono realmente esistiti e la loro successiva sorte è riferita nell’epilogo del libro. Infine le vicende storiche e sociali trovano una seppure flebile eco negli avvenimenti e costumi attuali, sempre più magneticamente sedotti dal virus dell’apparire, emblema del Barocco.
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