Papers by Aldeghi Giovanni
La voce di Olginate, 2023
La peste del 1629-1630 è stata resa famosa in tutto il mondo da Alessandro Manzoni con il suo rom... more La peste del 1629-1630 è stata resa famosa in tutto il mondo da Alessandro Manzoni con il suo romanzo: “I promessi sposi”.
Attingendo alle memorie del Medico Fisico, Collegiato e Conservatore del Tribunale della Sanità dello Stato di Milano, Alessandro Tadino, dal canonico Francesco Ripamonti e altri testimoni, descrisse efficacemente la diffusione della peste in Milano ma non si soffermò troppo a raccontare il suo inizio e le stragi causate da questa epidemia nei territoridel Llecchese e della Valsassina dopo il passaggio dei Lanzichenecchi.
Nell’Archivio di Stato di Milano esistono documenti, finora inediti, che sono solo una parte del carteggio tra il Delegato della Sanità nel territorio lecchese, che va dalla Valsassina al paese di Arlate, Cavalier Carlo Visconti, e i responsabili del Tribunale della Sanità di Milano e le autorità locali e sanitarie dei vari paesi, tra i quali Olginate.
Il Visconti era stato inviato in questi territori all’inizio del dicembre 1629, con pieni poteri, per cercare di contenere e fermare l’espandersi della peste in seguito all’allarmante rapporto avuto dal Tadino sulla grave situazione sanitaria del territorio da lui visitato.
Un nostro lavoro di approfondimento di questi documenti, e su come la peste ha iniziato ad espandersi nel territorio lecchese, è in fase di stesura e sarà reso pubblico prossimamente.
Questa prima parziale pubblicazione di questi documenti è il nostro omaggio ad Alessandro Manzoni in occasione del 150° anniversario della sua scomparsa: la loro conoscenza aiuterà ad approfondire un periodo doloroso da lui reso famoso e da noi già affrontato, nel 1991, in “La peste nella primavera del 1630: speranze e delusioni negli scritti del vicario foraneo Giò Battista Longo”.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La vode di Olginate, 1985
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Costruire confini nelle Alpi. Disegnare, cancellare, riprovare, 2020
Questo contributo tratta la nascita e la storia del confine tra la Repubblica di Venezia ed il Du... more Questo contributo tratta la nascita e la storia del confine tra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano rappresentato dal fiume Adda nel tratto tra Olginate, Brivio ed Imbersago, durante il periodo che va dal XV ed il XVII secolo.
Sulla base anche di documenti d’archivio, alcuni inediti, viene descritto l’influenza di questo confine, definitivamente scaturito dalla Pace di Lodi del 1454, sulla vita degli abitanti delle due sponde e sulle attività economiche, sociali e militari nel territorio circostante che si identifiva con la Brianza, appartenente al Ducato di Milano, e la Val S. Martino, appartenente alla Repubblica di Venezia.
Le vicende di questo tratto di confine, tra contrabbando, spie, banditi, commercio e pesca sono emblematiche dell’adattamento delle popolazioni del luogo alle situazioni contingenti e che, tra attrazione e repulsione, hanno sempre saputo intessere dei rapporti commerciali e umani, seppur difficili, tra le due sponde dell’Adda, favoriti anche dall’unità religiosa esistente tra i due territori appartenenti alla stessa Diocesi, quella Ambrosiana, al contrario della divisione in campo politico.
This paper talks about the beginning and the history of the border between the Republic of Venice and the Duchy of Milan represented by the Adda river in the stretch touching Olginate, Brivio and Imbersago, during the period between XV and XVII centuries.
Based also on archival documents, some unpublished, describes the influence of this border, stated by the Lodi Peace in 1454, on the life of the two riversides habitants and on the economic, social and military activities in the surrounding territory identified with Brianza, belonging to the Duchy of Milan, and S. Martino Valley, belonging to the Republic of Venice.
The events of this stretch of border, between smuggling, spies, bandits, trade and fishing are emblematic of the population adaptation to contingent situations and that, between attraction and repulsion, have always been able to create commercial and human relationships, even if difficult, between the two riversides, also favoured by the religious unity existing between the two lands belonging to the same Diocese, the Ambrosiana one, in spite of the political divisions.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Trascrizione della relazione del 1772 dopo la demarcazione del confine tra il Ducato di Milano e ... more Trascrizione della relazione del 1772 dopo la demarcazione del confine tra il Ducato di Milano e la Provincia Bergamasca sotto la Repubblica di Venezia, con le relative mappe.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco e della Provincia, 2020
L’Abbazia di S. Pietro di Civate dopo la stabilizzazione del confine tra il Ducato di Milano e la... more L’Abbazia di S. Pietro di Civate dopo la stabilizzazione del confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, che dal 1454 coincise, nel territorio brianzolo, con il letto del fiume Adda, cercò di uscire dalle turbolenze causate dai venti di guerra degli anni precedenti.
Il saggio cerca di raccogliere e collegare fra loro alcuni documenti che possono aggiungere un po' di luce alle vicende che hanno portato alla rinascita di questa Abbazia.
Traffino de la Canale, Gabriele del Mayno, Leonardo Grifo, Leonardo Sforza, gli Abati e i Commendatari che si sono succeduti nella seconda metà del XV secolo, prima di Ascanio Maria Sforza, appaiono i personaggi di un intreccio tra politica e fede che li vede inseriti in un gioco più grande di loro. Lo sviluppo delle relazioni tra il Ducato di Milano, con gli Sforza, ed il Papato è inserito negli equilibri politico-religiosi che erano al centro di alleanze molto variabili.
In questo contesto la figura di Leonardo Sforza appare, dai pochi documenti disponibili, quella più fragile, in balia degli avvenimenti più grandi di lui.
In appendice viene aperta una finestra su un possedimento dell’Abbazia di Civate a Beverate, al centro di una vicenda che coinvolge una torre parte del sistema difensivo sforzesco lungo il fiume Adda.
The Civate Abbey, after the stabilization of the border between the Duchy of Milan and the Republic of Venice, which from 1454 coincided, in the Brianza area, with the Adda river, tried to get out of the turbulence caused by the winds of war of previous years.
The study tries to collect and link together some documents that may clear the events that led to the renaissance of this Abbey.
Traffino de la Canale, Gabriele del Mayno, Leonardo Grifo, Leonardo Sforza, the Abbots and Commendatory who succeeded each other in the second half of the XV century, before Ascanio Maria Sforza, look like figures of an intertwining between politics and faith that see them inserted
In a game bigger than them. The development of relations between the Duchy of Milan, with the Sforza, and the Papacy is inserted in the political-religious balances that were at the centre of very variable alliances.
In this context, the figure of Leonardo Sforza appears, from the few documents available, to be the most fragile, at the mercy of the greatest events of him.
An appendix opens a window on a possession of the Civate Abbey in Beverate, at the centre of a story involving a tower part of the Sforza defensive system along the Adda river.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Con questo saggio, si cerca di aggiungere qualche tassello alla ricostruzione delle vicende di un... more Con questo saggio, si cerca di aggiungere qualche tassello alla ricostruzione delle vicende di un sacerdote, Matteo da Castelletto, che, come Prevosto di Lecco, non fu certo esempio di zelante e indefessa dedizione al suo ministero spirituale.
Omicida, spia per i Veneziani, uomo pericoloso e delatore, inviso agli abitanti del borgo di Lecco, purtroppo non fu l’unico personaggio controverso in quel turbolento periodo in cui il territorio lecchese fu importante snodo delle vicende politiche e militari della guerra che contrapponeva il Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia per definire e poi mantenere stabile il confine dell’Adda e il lago, che aveva come fulcro il borgo fortificato di Lecco.
Anche il suo successore, Gabriele Scarsella non si fece amare dai Lecchesi: risiedendo a Monza, è molto probabile che a Lecco non si facesse vedere molto spesso, godendo solo dei benefici ma preferendo non stare lontano dalla Corte ducale con la quale doveva avere contatti molto frequenti per la sua carica di Economo ducale. Questo Prevosto, al contrario del Castelletto morì ammazzato in una disputa per la nomina a delle cariche ecclesiastiche nel Duomo di Monza.
Purtroppo, questa ricerca non chiarisce definitivamente questa vicenda che interessa questi personaggi che, in modo diverso, non sono certo esempio di limpidezza morale ma specchio del loro tempo.
Come si conclude la tormentata vita di Matteo Castelletto non è ancora dato sapersi: in un periodo nel quale il confine tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia si stava formando e poi consolidando, la delimitazione tra il lecito e l’illecito erano molto variabile anche tra gli ecclesiastici che risentivano molto delle posizioni che sul terreno man mano si costruivano e che variavano velocemente prima di assumere una configurazione definitiva.
Questi preti Essi erano lo specchio fedele del tormentato formarsi delle nuove identità che si stavano adattando alle nuove condizioni che, nel bene e nel male, formeranno la gente di questo territorio.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 2000
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 1993
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 2001
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 1991
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 2003
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 2003
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 1997
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco e della Provincia, 2005
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Archivi di Lecco, 1994
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Aldeghi Giovanni
Attingendo alle memorie del Medico Fisico, Collegiato e Conservatore del Tribunale della Sanità dello Stato di Milano, Alessandro Tadino, dal canonico Francesco Ripamonti e altri testimoni, descrisse efficacemente la diffusione della peste in Milano ma non si soffermò troppo a raccontare il suo inizio e le stragi causate da questa epidemia nei territoridel Llecchese e della Valsassina dopo il passaggio dei Lanzichenecchi.
Nell’Archivio di Stato di Milano esistono documenti, finora inediti, che sono solo una parte del carteggio tra il Delegato della Sanità nel territorio lecchese, che va dalla Valsassina al paese di Arlate, Cavalier Carlo Visconti, e i responsabili del Tribunale della Sanità di Milano e le autorità locali e sanitarie dei vari paesi, tra i quali Olginate.
Il Visconti era stato inviato in questi territori all’inizio del dicembre 1629, con pieni poteri, per cercare di contenere e fermare l’espandersi della peste in seguito all’allarmante rapporto avuto dal Tadino sulla grave situazione sanitaria del territorio da lui visitato.
Un nostro lavoro di approfondimento di questi documenti, e su come la peste ha iniziato ad espandersi nel territorio lecchese, è in fase di stesura e sarà reso pubblico prossimamente.
Questa prima parziale pubblicazione di questi documenti è il nostro omaggio ad Alessandro Manzoni in occasione del 150° anniversario della sua scomparsa: la loro conoscenza aiuterà ad approfondire un periodo doloroso da lui reso famoso e da noi già affrontato, nel 1991, in “La peste nella primavera del 1630: speranze e delusioni negli scritti del vicario foraneo Giò Battista Longo”.
Sulla base anche di documenti d’archivio, alcuni inediti, viene descritto l’influenza di questo confine, definitivamente scaturito dalla Pace di Lodi del 1454, sulla vita degli abitanti delle due sponde e sulle attività economiche, sociali e militari nel territorio circostante che si identifiva con la Brianza, appartenente al Ducato di Milano, e la Val S. Martino, appartenente alla Repubblica di Venezia.
Le vicende di questo tratto di confine, tra contrabbando, spie, banditi, commercio e pesca sono emblematiche dell’adattamento delle popolazioni del luogo alle situazioni contingenti e che, tra attrazione e repulsione, hanno sempre saputo intessere dei rapporti commerciali e umani, seppur difficili, tra le due sponde dell’Adda, favoriti anche dall’unità religiosa esistente tra i due territori appartenenti alla stessa Diocesi, quella Ambrosiana, al contrario della divisione in campo politico.
This paper talks about the beginning and the history of the border between the Republic of Venice and the Duchy of Milan represented by the Adda river in the stretch touching Olginate, Brivio and Imbersago, during the period between XV and XVII centuries.
Based also on archival documents, some unpublished, describes the influence of this border, stated by the Lodi Peace in 1454, on the life of the two riversides habitants and on the economic, social and military activities in the surrounding territory identified with Brianza, belonging to the Duchy of Milan, and S. Martino Valley, belonging to the Republic of Venice.
The events of this stretch of border, between smuggling, spies, bandits, trade and fishing are emblematic of the population adaptation to contingent situations and that, between attraction and repulsion, have always been able to create commercial and human relationships, even if difficult, between the two riversides, also favoured by the religious unity existing between the two lands belonging to the same Diocese, the Ambrosiana one, in spite of the political divisions.
Il saggio cerca di raccogliere e collegare fra loro alcuni documenti che possono aggiungere un po' di luce alle vicende che hanno portato alla rinascita di questa Abbazia.
Traffino de la Canale, Gabriele del Mayno, Leonardo Grifo, Leonardo Sforza, gli Abati e i Commendatari che si sono succeduti nella seconda metà del XV secolo, prima di Ascanio Maria Sforza, appaiono i personaggi di un intreccio tra politica e fede che li vede inseriti in un gioco più grande di loro. Lo sviluppo delle relazioni tra il Ducato di Milano, con gli Sforza, ed il Papato è inserito negli equilibri politico-religiosi che erano al centro di alleanze molto variabili.
In questo contesto la figura di Leonardo Sforza appare, dai pochi documenti disponibili, quella più fragile, in balia degli avvenimenti più grandi di lui.
In appendice viene aperta una finestra su un possedimento dell’Abbazia di Civate a Beverate, al centro di una vicenda che coinvolge una torre parte del sistema difensivo sforzesco lungo il fiume Adda.
The Civate Abbey, after the stabilization of the border between the Duchy of Milan and the Republic of Venice, which from 1454 coincided, in the Brianza area, with the Adda river, tried to get out of the turbulence caused by the winds of war of previous years.
The study tries to collect and link together some documents that may clear the events that led to the renaissance of this Abbey.
Traffino de la Canale, Gabriele del Mayno, Leonardo Grifo, Leonardo Sforza, the Abbots and Commendatory who succeeded each other in the second half of the XV century, before Ascanio Maria Sforza, look like figures of an intertwining between politics and faith that see them inserted
In a game bigger than them. The development of relations between the Duchy of Milan, with the Sforza, and the Papacy is inserted in the political-religious balances that were at the centre of very variable alliances.
In this context, the figure of Leonardo Sforza appears, from the few documents available, to be the most fragile, at the mercy of the greatest events of him.
An appendix opens a window on a possession of the Civate Abbey in Beverate, at the centre of a story involving a tower part of the Sforza defensive system along the Adda river.
Omicida, spia per i Veneziani, uomo pericoloso e delatore, inviso agli abitanti del borgo di Lecco, purtroppo non fu l’unico personaggio controverso in quel turbolento periodo in cui il territorio lecchese fu importante snodo delle vicende politiche e militari della guerra che contrapponeva il Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia per definire e poi mantenere stabile il confine dell’Adda e il lago, che aveva come fulcro il borgo fortificato di Lecco.
Anche il suo successore, Gabriele Scarsella non si fece amare dai Lecchesi: risiedendo a Monza, è molto probabile che a Lecco non si facesse vedere molto spesso, godendo solo dei benefici ma preferendo non stare lontano dalla Corte ducale con la quale doveva avere contatti molto frequenti per la sua carica di Economo ducale. Questo Prevosto, al contrario del Castelletto morì ammazzato in una disputa per la nomina a delle cariche ecclesiastiche nel Duomo di Monza.
Purtroppo, questa ricerca non chiarisce definitivamente questa vicenda che interessa questi personaggi che, in modo diverso, non sono certo esempio di limpidezza morale ma specchio del loro tempo.
Come si conclude la tormentata vita di Matteo Castelletto non è ancora dato sapersi: in un periodo nel quale il confine tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia si stava formando e poi consolidando, la delimitazione tra il lecito e l’illecito erano molto variabile anche tra gli ecclesiastici che risentivano molto delle posizioni che sul terreno man mano si costruivano e che variavano velocemente prima di assumere una configurazione definitiva.
Questi preti Essi erano lo specchio fedele del tormentato formarsi delle nuove identità che si stavano adattando alle nuove condizioni che, nel bene e nel male, formeranno la gente di questo territorio.
Attingendo alle memorie del Medico Fisico, Collegiato e Conservatore del Tribunale della Sanità dello Stato di Milano, Alessandro Tadino, dal canonico Francesco Ripamonti e altri testimoni, descrisse efficacemente la diffusione della peste in Milano ma non si soffermò troppo a raccontare il suo inizio e le stragi causate da questa epidemia nei territoridel Llecchese e della Valsassina dopo il passaggio dei Lanzichenecchi.
Nell’Archivio di Stato di Milano esistono documenti, finora inediti, che sono solo una parte del carteggio tra il Delegato della Sanità nel territorio lecchese, che va dalla Valsassina al paese di Arlate, Cavalier Carlo Visconti, e i responsabili del Tribunale della Sanità di Milano e le autorità locali e sanitarie dei vari paesi, tra i quali Olginate.
Il Visconti era stato inviato in questi territori all’inizio del dicembre 1629, con pieni poteri, per cercare di contenere e fermare l’espandersi della peste in seguito all’allarmante rapporto avuto dal Tadino sulla grave situazione sanitaria del territorio da lui visitato.
Un nostro lavoro di approfondimento di questi documenti, e su come la peste ha iniziato ad espandersi nel territorio lecchese, è in fase di stesura e sarà reso pubblico prossimamente.
Questa prima parziale pubblicazione di questi documenti è il nostro omaggio ad Alessandro Manzoni in occasione del 150° anniversario della sua scomparsa: la loro conoscenza aiuterà ad approfondire un periodo doloroso da lui reso famoso e da noi già affrontato, nel 1991, in “La peste nella primavera del 1630: speranze e delusioni negli scritti del vicario foraneo Giò Battista Longo”.
Sulla base anche di documenti d’archivio, alcuni inediti, viene descritto l’influenza di questo confine, definitivamente scaturito dalla Pace di Lodi del 1454, sulla vita degli abitanti delle due sponde e sulle attività economiche, sociali e militari nel territorio circostante che si identifiva con la Brianza, appartenente al Ducato di Milano, e la Val S. Martino, appartenente alla Repubblica di Venezia.
Le vicende di questo tratto di confine, tra contrabbando, spie, banditi, commercio e pesca sono emblematiche dell’adattamento delle popolazioni del luogo alle situazioni contingenti e che, tra attrazione e repulsione, hanno sempre saputo intessere dei rapporti commerciali e umani, seppur difficili, tra le due sponde dell’Adda, favoriti anche dall’unità religiosa esistente tra i due territori appartenenti alla stessa Diocesi, quella Ambrosiana, al contrario della divisione in campo politico.
This paper talks about the beginning and the history of the border between the Republic of Venice and the Duchy of Milan represented by the Adda river in the stretch touching Olginate, Brivio and Imbersago, during the period between XV and XVII centuries.
Based also on archival documents, some unpublished, describes the influence of this border, stated by the Lodi Peace in 1454, on the life of the two riversides habitants and on the economic, social and military activities in the surrounding territory identified with Brianza, belonging to the Duchy of Milan, and S. Martino Valley, belonging to the Republic of Venice.
The events of this stretch of border, between smuggling, spies, bandits, trade and fishing are emblematic of the population adaptation to contingent situations and that, between attraction and repulsion, have always been able to create commercial and human relationships, even if difficult, between the two riversides, also favoured by the religious unity existing between the two lands belonging to the same Diocese, the Ambrosiana one, in spite of the political divisions.
Il saggio cerca di raccogliere e collegare fra loro alcuni documenti che possono aggiungere un po' di luce alle vicende che hanno portato alla rinascita di questa Abbazia.
Traffino de la Canale, Gabriele del Mayno, Leonardo Grifo, Leonardo Sforza, gli Abati e i Commendatari che si sono succeduti nella seconda metà del XV secolo, prima di Ascanio Maria Sforza, appaiono i personaggi di un intreccio tra politica e fede che li vede inseriti in un gioco più grande di loro. Lo sviluppo delle relazioni tra il Ducato di Milano, con gli Sforza, ed il Papato è inserito negli equilibri politico-religiosi che erano al centro di alleanze molto variabili.
In questo contesto la figura di Leonardo Sforza appare, dai pochi documenti disponibili, quella più fragile, in balia degli avvenimenti più grandi di lui.
In appendice viene aperta una finestra su un possedimento dell’Abbazia di Civate a Beverate, al centro di una vicenda che coinvolge una torre parte del sistema difensivo sforzesco lungo il fiume Adda.
The Civate Abbey, after the stabilization of the border between the Duchy of Milan and the Republic of Venice, which from 1454 coincided, in the Brianza area, with the Adda river, tried to get out of the turbulence caused by the winds of war of previous years.
The study tries to collect and link together some documents that may clear the events that led to the renaissance of this Abbey.
Traffino de la Canale, Gabriele del Mayno, Leonardo Grifo, Leonardo Sforza, the Abbots and Commendatory who succeeded each other in the second half of the XV century, before Ascanio Maria Sforza, look like figures of an intertwining between politics and faith that see them inserted
In a game bigger than them. The development of relations between the Duchy of Milan, with the Sforza, and the Papacy is inserted in the political-religious balances that were at the centre of very variable alliances.
In this context, the figure of Leonardo Sforza appears, from the few documents available, to be the most fragile, at the mercy of the greatest events of him.
An appendix opens a window on a possession of the Civate Abbey in Beverate, at the centre of a story involving a tower part of the Sforza defensive system along the Adda river.
Omicida, spia per i Veneziani, uomo pericoloso e delatore, inviso agli abitanti del borgo di Lecco, purtroppo non fu l’unico personaggio controverso in quel turbolento periodo in cui il territorio lecchese fu importante snodo delle vicende politiche e militari della guerra che contrapponeva il Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia per definire e poi mantenere stabile il confine dell’Adda e il lago, che aveva come fulcro il borgo fortificato di Lecco.
Anche il suo successore, Gabriele Scarsella non si fece amare dai Lecchesi: risiedendo a Monza, è molto probabile che a Lecco non si facesse vedere molto spesso, godendo solo dei benefici ma preferendo non stare lontano dalla Corte ducale con la quale doveva avere contatti molto frequenti per la sua carica di Economo ducale. Questo Prevosto, al contrario del Castelletto morì ammazzato in una disputa per la nomina a delle cariche ecclesiastiche nel Duomo di Monza.
Purtroppo, questa ricerca non chiarisce definitivamente questa vicenda che interessa questi personaggi che, in modo diverso, non sono certo esempio di limpidezza morale ma specchio del loro tempo.
Come si conclude la tormentata vita di Matteo Castelletto non è ancora dato sapersi: in un periodo nel quale il confine tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia si stava formando e poi consolidando, la delimitazione tra il lecito e l’illecito erano molto variabile anche tra gli ecclesiastici che risentivano molto delle posizioni che sul terreno man mano si costruivano e che variavano velocemente prima di assumere una configurazione definitiva.
Questi preti Essi erano lo specchio fedele del tormentato formarsi delle nuove identità che si stavano adattando alle nuove condizioni che, nel bene e nel male, formeranno la gente di questo territorio.