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ecmma committed Feb 11, 2021
1 parent 8b82b7e commit 33a955c
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La Logica è una materia che ha una tradizione millenaria e trae le sue
origini in ambito filosofico: la definizione che vedremo noi è infatti
presa da quell'ambito, e noi la declineremo in una forma moderna.
La Logica è lo studio dei meccanismi del ragionamento razionale.
In altre parole, si intende lo studio della capacità di trarre conseguenze
(corrette) da date assunzioni o premesse. Le assunzioni sono delle informazioni
che affermano che il mondo sta in un certo modo e sono gestibili formalizzandole
in un linguaggio formale. Queste informazioni codificano uno o più mondi possibili:
vogliamo trarne delle conclusioni a partire di esse in un modo razionale.

\section{Motivazioni}
La Logica studia come si ragiona in maniera corretta e, per studiare come
si ragione, si può utilizzare come prima schematizzazione il partire da delle
assunzioni vere e da quelle discendere a delle conclusioni.
Un esempio: ogni uomo è mortale. Socrate è un uomo.
Dunque, Socrate è mortale. Questo è, in linguaggio naturale, un esempio di quanto
detto prima: a partire da due informazioni date per vere (ogni uomo è mortale e
Socrate è un uomo) si traggono delle conseguenze. Quanto fatto prima è un
\textit{sillogismo}, un punto antichissimo nella storia della Logica.

Altro esempio: ogni gatto ha sette zampe. Pluto è un gatto. Dunque, Pluto
ha sette zampe. Anche questa è una deduzione esatta, nonostante per l'esperienza
comune la prima assunzione è falsa; tuttavia, la Logica si occupa di \textit{ogni}
universo e pertanto il ragionamento è valido.
Ogni Blabla è glug. Sbappo è Blabla. Dunque, Sbappo è glug. Questa forma di
ragionamento è altrettanto corretta.
Per non farsi distrarre dalle stranezze irrilevanti, si utilizza un linguaggio
centrale per il discorso della Logica. Si formalizza quindi questo ragionamento:
in primo luogo si astrae, fornendo un modello matematico per ragionare.
$$
(\forall x P(x) \rightarrow Q(x) \land P(s)) \rightarrow Q(s)
$$
Ogni fiore è profumato. La Rosa è profumata. Dunque, la Rosa è un fiore.
Per mostrare che questo ragionamento è falso, si può anche utilizzare l'intuizione:
se Rosa è mia nonna, benché il senso metaforico sia valido, Rosa è un po' vecchia
e pertanto il ragionamento non è valido. In che modo è cambiato il ragionamento?
$$
(\forall x P(x) \rightarrow Q(x) \land Q(s)) \nrightarrow P(s)
$$
In questo caso, si sta cercando di verificare la premessa data la conclusione,
al contrario di quanto accadeva per il sillogismo aristotelico; questo modo
di ragionare non può funzionare.

\paragraph{Matematica}
Vi sono almeno due sensi per cui la Logica è matematica. Il primo è quello che abbiamo
introdotto immediatamente al discorso iniziale: la matematica è utilizzata per
la necessità di \textit{astrarre} solamente le informazioni rilevanti scartando
il resto in un contesto con molte informazioni che non ci interessano, come
accade per il linguaggio naturale. La trasformazione delle assunzioni e delle
conclusioni da una forma in linguaggio naturale alla forma astratta permette
di arrivare a delle \textbf{forme}. I concetti che andremo a formalizzare
avranno una sintassi dettata da un \textbf{linguaggio formale} e un significato
semantico \textbf{algebrico-insiemistico}, ottenendo un \textbf{formalismo}, un
modo preciso, rigoroso e privo di ambiguità per esprimere ciò che si vuole
esprimere in Logica.

In seconda battuta, la Logica si usa per studiare le strutture matematiche,
ossia si usa \textit{per fare} matematica. Aprendo un testo qualsiasi di
Logica matematica si vedrà come gli esempi più interessanti siano basati
sulla matematica: gruppi, campi e teoremi vari. \newline


\noindent
Una terza parola chiave, che conclude la parte motivazionale, è \textbf{Informatica},
intesa come \textit{Computer Science}, inteso come capire il processo dei
sistemi computazionali. \`E stata infatti una grande rivincita della Logica
durante il secolo scorso, che ha visto nascere i fondamenti della computazione
partendo da strumenti logici. Se esiste, la differenza tra \textit{Logica}
e \textit{Informatica} sono i focus diversi: la prima è più vicina ad un
approccio dichiarativo, concentrandosi su ciò che si può concludere da
determinate premesse, mentre la seconda è più vicina ad approcci
procedurali o imperativi.

\paragraph{Esercizio}
Se piove prendo l'ombrello. \`E lo stesso caso di dire che:
\begin{enumerate}
\setlength\itemsep{0pt}
\item Se non piove non prendo l'ombrello
\item Se non prendo l'ombrello non piove
\item Se prendo l'ombrello allora piove
\item O non piove o prendo l'ombrello
\item Piove solo se prendo l'ombrello
\item Se prendo l'ombrello piove
\item Piove se e solo se prendo l'ombrello
\item Nessuna delle precedenti
\end{enumerate}

Benché non si sappia cosa voglia dire ``lo stesso caso'', tentiamo di dare le soluzioni
a questo problema. Nel linguaggio naturale non si può fare a meno di sentire
una dinamica: si vede che piove e allora si prende l'ombrello e si esce. La logica
proposizionale non vede questa dinamicità: per farlo si devono elaborare formule
che esplicitano la dinamicità. Una definizione più precisa di cosa voglia dire
che due ``frasi'' siano ``uguali'': esse sono ``equivalenti'' quando sono
vere nelle medesime circostanze. Questa è nuovamente una definizione che pecca
di precisione in quanto non espressa matematicamente. Cosa vuol dire ``medesime''
e ``circostanze''? Un'interpretazione intuitiva che mette in luce la
``circostanza'' della frase ``Se piove prendo l'ombrello'' è la seguente. Vi
è una dipendenza tra il fatto che \textit{piove} e il fatto di \textit{prendere
l'ombrello}.

In tutte le circostanze possibili, vi sono delle situazioni in cui
è vero che piove e delle situazioni in cui non è vero e analogamente
accade per il fatto di prendere l'ombrello.
Di tutte le possibili circostanze ci interessano
solo quattro: quando non piove e quando non si prende l'ombrello, quando piove
e si prende l'ombrello, quando piove e non si prende l'ombrello e, infine,
quando non piove e si prende l'ombrello.

La frase si può dunque rappresentare nella forma
$$
P \Rightarrow Q
$$
che rappresenta il \textit{se...allora}. L'implicazione è infatti la più
difficile da accettare a livello intuitivo. Senz'altro ci sono delle situazioni
in cui non abbiamo dubbi: per esempio, quando sia $P$ e $Q$ sono vere, cioè,
sapendo che piove e che si prende l'ombrello la relazione causale sembra sussistere
e quindi $P \Rightarrow Q$ è verificata; quando $P$ è vero e $Q$ è falso,
risulta infine che $P \Rightarrow Q$ è falsa. Ora, potrebbe succedere che
la risposta non sia esattamente quella che ci aspettiamo: cominciamo assumendo
che non piova ma si prenda l'ombrello. Risulta che $P \Rightarrow Q$ è vera,
anche se l'antecedente è falso: già questa cosa può suonare strano, in quanto
non suona giusto che il fatto che non piova implichi il fatto che si prenda l'ombrello.
La questione riguarda sostanzialmente il linguaggio naturale di per sé e torneremo
su questo discorso in futuro: con lo stesso approccio, si arriva a dire che se
$P$ e $Q$ sono false allora $P \Rightarrow Q$ è vera.

Allora, per concludere il nostro esempio: si può cominciare dicendo che l'ottava
frase è falsa, ossia vi sono, tra le prime sette frasi, alcune frasi equivalenti.
La prima è sbagliata, in quanto vi è la possibilità di prendere l'ombrello
anche se non piove. Il rapporto di causalità si rivede anche nella terza frase,
che è falsa. La quarta frase necessità l'analisi della disgiunzione, l'OR,
che in questa situazione va interpretato come un OR inclusivo, ossia un
$\lor$. Analizzando la frase ``O non piove o prendo l'ombrello'' ci si accorge
come si possa tradurre in $\neg P \lor Q$, che ha la stessa ``immagine di
verità'' dell'implicazione, pertanto anche la quarta è uguale. Questo è importante
in quanto è una realizzazione materiale dell'implicazione!
La quinta frase si può nuovamente interpretare come $P\Rightarrow Q$ ed è pertanto
vera.
La sesta frase inverte il rapporto, facendo in modo che $Q \Rightarrow P$, che
è falso; analogamente accade per la settima.

Un'ulteriore interpretazione dell'implicazione è: Ogni qualvolta $P$ è vera,
anche $Q$ è vera.

\section{Programma}
Il corso tratterà inizialmente la Logica Proposizionale, mentre la seconda
parte tratterà la Logica Predicativa o del Prim'ordine. Della Logica Proposizionale
si definirà la sintassi, quindi Alfabeto, Connettivi e Formule per poi parlare
di valutazione, tabelle di verità e princìpi come verofunzionalità e bivalenza.
Si discuteranno le tautologie, le contraddizioni, le formule soddisfacibili e
la nozione centrale di Conseguenza logica. Seguentemente si
tratteranno decidibilità, correttezza e completezza, ma in realtà il primo Teorema
che tratteremo sarà quello di Compattezza. Dopodiché si potranno affrontare
i metodi formali di deduzione per la Logica Proposizionale. Accenneremo ai
Seguenti e ai Tableau, oltre che ai calcoli alla Hilbert e i metodi assiomatici.
Ci concentreremo sulla metodologia più adatta alla deduzione automatica, ossia
i metodi refutazionali basati sul principio di risoluzione.

La seconda parte del corso tratterà la Logica dei Predicati, che per noi
sarà un sinonimo di Logica del Prim'ordine. Dal punto di vista sintattico,
si affronteranno più approfonditamente alfabeto, quantificatori, simboli
di predicato e i simboli di funzione. Seguirà la semantica: descriveremo la
semantica di Tarski, con la nozione fondamentale di L-Struttura e modelli; il
concetto di Conseguenza logica,completezza e correttezza nell'ambito
della Logica del Prim'ordine. Termineremo con i metodi di deduzione e le forme
normali. Assieme alla Teoria di Herbrand, quest'ultime ci permetteranno di
arrivare alle tecniche di deduzione automatica.
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