Mai stati alla Villa delle Rose? In Romagna si è tornati a ballare

Nonostante la chiusura di molti locali da ballo, a Riccione e dintorni sono tornati i fasti degli anni Novanta. Siamo stati alla Villa Delle Rose di Misano e qui vi raccontiamo come è andata
Villa delle Rose in Romagna si è tornati a ballare
Marco Canova

Il dibattito è stato innescato in primavera da Max Pezzali, sulla scia del suo singolo Discoteche abbandonate e con annesso eloquente videoclip. Una panoramica di quei luoghi straordinari e sprovincializzanti, trionfi d'immaginazione con cui è cresciuta più di una generazione. Palcoscenici rutilanti aperti a tutte le arti e a tutte le culture, incubatori di personaggi e tendenze del mondo dello spettacolo (Pier Vittorio Tondelli docet).

Poi le abitudini notturne collettive sono un po' cambiate e negli ultimi vent'anni hanno chiuso i battenti, in Italia, centinaia e centinaia di locali da ballo. Ma non a Riccione e dintorni, la nostra perpetua Ibiza. Dal Peter Pan al Cocoricò, dal Baia Imperiale all'Altromondo Studios passando per il nuovo arrivato Space. Noi siamo stati per due sere consecutive in una delle discoteche più amate da trent'anni a questa parte: la Villa delle Rose di Misano Adriatico. Celebre per il suo blasone glamour, abbiamo visto code all'ingresso e una folla festosa ed elegante.

Luca Rossetti

Clientela mista dai 20 ai 50 anni, donne e uomini in egual numero o quasi; tecnologia ai massimi livelli, con un nuovissimo maxi-schermi. En plen air e quindi open solo d'estate, posta tra le colline di Misano e a circa 5 km dal mare, la Villa delle Rose è sulla breccia dal 1992, quando un’antica dimora del 1600 (un monastero poi divenuto una struttura ricettiva per famiglie altolocate) venne trasformata in una venue di party esclusivi. La Villa è una meraviglia architettonica, a cominciare dall'imperiosa piramide di vetro che domina la pista da ballo. Cinque bar, un'area privè, un ristorante di qualità al primo piano e l'Asian Lounge, animazione d'alto profilo. La discoteca è sempre stata molto frequentata dal jet-set (showbiz e mondo del calcio in particolare).

A giugno la Villa delle Rose ha festeggiato il traguardo invidiabile dei trent'anni con la stessa gestione e da maggio a settembre è sempre festa grande. Nella summer 2024, la programmazione della Villa prevede Clorophilla, il format creato e diretto da Tanja Monies (il venerdì), Club Couture (il sabato) e Vida Loca (la domenica). Tra i super-dj più attesi in consolle ad agosto, ricordiamo Tedua (2 agosto), il dj e producer olandese Mau P (9 agosto), James Hype il 10 agosto (tra gli artisti britannici preponderanti, resident all’Hï Ibiza), Marco Carola (14 agosto, un top della scena clubbing e festivaliera). Il 16 agosto è invece la volta di Bob Sinclair, semidio del dancefloor, forte di centinaia di dischi di platino e oro, nove album e un’infinità di hit e remix di successo. E alla Villa delle Rose, Bob è di casa.

Marco Canova

Sabato 17 agosto tocca poi al mitologico Ralf, venerato ormai anche da platee extra-disco e sabato 24 agosto a una leggenda come Tony Humphries. La sera prima, il 23 agosto, si esibisce invece Guè, figura nevralgica nella storia del rap tricolore, il primo connazionale a firmare con la Def Jam Recordings, l'epocale label americana che esordì con LL Cool J e i Beastie Boys. E tanto altro.

Tanja Monies è la vocalist resident della Villa delle Rose (oltre che del Peter Pan e del Matis di Bologna) nonché la vera anima storica, la trascinatrice delle notti in Villa. Di origini danesi, tra le voci più note della nightlife europea, ha lavorato con Mtv, in radio e come testimonial di moda. Al suo fianco sono sfilati, e continuano a sfilare, i più famosi dj globali. «Sono arrivata in Italia quando avevo 18 anni. Volevo fare teatro. E volevo cantare. In discoteca ho trovato la possibilità di esprimermi liberamente». Occhi azzurri, camaleontica (alle volte è bionda e altre rossa, scura, castana), a lei il compito di raccontarci forma e sostanza di una discoteca che resiste, anzi, rilancia anno dopo anno la posta. «Ho iniziato la mia carriera disco trent'anni fa proprio qui con loro. In breve tempo la Villa delle Rose è diventata uno dei locali più fashion del Vecchio continente. Abbiamo rimesso in moto l’idea della Dolce Vita, uno dei brand italiani più fascinosi. Ricordo i primi tempi: non c’erano i social, facevamo anche le otto del mattino, ballando con il sole già alto… Ricordi vividi e intramontabili, benché mai postati da nessuna parte online». «Tu mi vedi così, vestita in modo sgargiante, col microfono in mano mentre supporto il dj e lancio la festa. Ma in verità il nostro è un lavoro duro, lungo una settimana intera, in ufficio dal lunedì al venerdì, dalle 9 del mattino alle 8 di sera. Le serate del weekend le prepariamo in maniera certosina, nulla è lasciato al caso. Non è un lavoro leggero, o di pura evasione. Dietro il divertimento del pubblico, c’è tanto impegno, fatica e passione».

Il racconto di Tanja prosegue così: «Una delle soddisfazioni più grandi è quella di vedere in pista i figli e le figlie dei nostri clienti di venti o trent’anni fa. Oggi, per fidelizzare il tuo pubblico, devi dare sempre il massimo in termini di spettacolo, qualità e nome del dj, effetti speciali, bontà del prodotto e del progetto. Non puoi permetterti di sbagliare. Ci ha sempre aiutato il fatto di essere una grande famiglia allargata, la forza della nostra coesione interna. E i momenti belli sono stati tanti. Quelli più brutti durante la pandemia: ma nemmeno in quel caso ci siamo lasciati prendere dall'angoscia. Ci siamo anzi rimboccati le maniche, e organizzato un festival digitale con molti dei top dj che hanno suonato da noi in questi anni». Ogni tanto Tanja Monies si mette a rivedere le vecchie immagini degli anni Novanta. Prima di Facebook, prima di Instagram. Foto stampate, di carta. «Eravamo imperfetti e senza filtri, ma bellissimi».

Luca Rossetti
Luca Rossetti