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SEMINARI ROMANI DI CULTURA GRECA QUADERNI QUADERNI DEI SEMINARI ROMANI DI CULTURA GRECA Collana diretta da Maria GraziaBonanno, Roberto Pretagostini l, Luigi Enrico Rossi L0 di ricerca, Problemie prospettiae 1. R. Pretagostini(cur.),La lettersturaellenistica. 2000 pp.224,anno eframmenti,pp.244,anno 2000 Testimonianze 2. E. Dettori, Filitagrammatico. eframmentipoetici,pp.224,anno 2000 3. L. Sbardella,Filita. Testimonisnze pp.272,anno 2002 4. E. Magnelli, Studisu Euforione, nella tecnicomusicale del lessico 5. E. Rocconi,LeparoledelleMuse.Laformazione Greciaantica,pp. 15ó,anno 2003 6. R. Nicolai (cur.),PTtMo>. Studidi poesia,metricae musicagrecaffirti dagli allieuia Luigi EnricoRossiperi suoisettant'anni,pp.400, anno 2003 letterarianel IV sec'a' C. e i Lq comunicazione 7. R. Nicolai, Studi su Isocrate. anno2004 dellaprosa,pp.224, nuoaigenere L'operaletterariae 8. R. Pretagostini- E. Dettori (curr.), La cultura ellenistica. antica,pp. 486,anno 2004 l'esegesi omericadi Risnodi Creta,pp.763, anno2007 9. L. Leurini, L'edizione Persistenzt,inno10. R. Pretagostinif- E. Dettori (curr.),L0 culturaellenistica. pp. 343,anno 2007 trasmissione, aazione, LA CULTURA LETTERARIA ETLENISTICA Persistenza,innovazione, trasmissione Atti del Convegno COFIN 2003, "Tor Vergata" 19-21.settembre2005 Università di Roma , A cura di RobertoPretagostiniI - EmanueleDettori Edizioni Quasar Roma 2007 Q.r"r,o volume è pubblicato con i fondi del Programma di ricerca COFIN 2003 "La cultura letteraria ellenistica. Persistenza, innovazione, trasmissione" @ Roma 2007,Edizioni Quasar di SeverinoTognon srl, via Ajaccio 43, fax (39)0685833591 I-00198Roma, tel. (39)0684241993, ISBN 88-7140-345-2 Finito di stampare nel mese di settembre 2007 presso Arti grafiche La Modema, via di Tor Cervara 171 Roma SOMMARIO 1 3 25 E. DEr.toRI, Premessa "rumore" della porta all'uscita di un personaggio: E. MELaNoRI, Il sviluppo e valenza drammatica di uno stereotipo menandreo "talenti" di Creso (Ps. Theocr. 8. 53 V. Caseoto, La terra di Pelope e i SS.) 33 49 77 87 105 725 141. 159 D. DE SaNcrts,Il cantodi Elena:osservazionisul rapporto di Teocrito con Omero e con Esiodonell'Epitalamio a Theocr.XXII E. DrttonI, Minima exegetica M. Connaor,Apollonio Rodio e il "comando burbanzoso" di Omero alla dea M. Dr MARCo,Lira di Afrodite: Ermesianatterivisitato Gt.7.79-94 Powell) M. FeNruzzr,Dioscoridee la storia del teatro M. Noussra,La preghiera del filosofo: CrateteTebano,SH 359 R. M. Lucmona,Ritorni Argonautici in Ovidio: morte di Absirto C. Dt GtovtNn,Uinaidusdi Ovid. Pont.4. 16: personaggiogenericoo reale? 167 797 209 223 233 247 257 271 C. BsNEorrro, La libertà di Cnido, le benemerenze di Damosseno e la tradizione dell'elogio civile (SGO I 01/01/05) M. S. Cst-ENreNo, L elogio, la brevità: questioni di stile A. Ponno, Archiloco e gli Alessandrini G. Avnzzù, Esegesi e annotazioni drammaturgiche negli scholia aetera sofoclei P. ScerrorrN, Sui meccanismi delle citazioni negli scolî antichi a Sofocle ed Euripide P. CRnRana, Editori e commentari di Euripide della prima età ellenistica F. MoNreNa, Menandro (e Aristofane) ad Alessandria: qualche riflessione T. GavrraacuRre, Copione teatrale o copia di lettura? Il caso di un papiro della commedia nuova 285 305 L. Pacarur,La filologia antica su Teocrito N. Pecs, Nuovi documenti sulla controversia seicentescarelativa al FragmentumTraguriensedella CenaTrimalchionisdi Petronio 337 339 Indice delle parolegreche Indice dei luoshi discussi Velsnlo Casaoro "talenti" di Creso La terra di Pelopee i (Ps.Theocr.8.53 ss.) ' Che l'ottav o ldiltio della sitloge teocritea non debba attribuirsi al poeta siracusano, risulta ampiamente acclaratol. Si dovrà, d'altra parte ritenere acquisita, a proposito della singolare composizione,la felice definizione che recentemenie tr" hu duto L. E. Rossi nel corso di un incontro napoletano2: quella ,,pseudepigrafo preterintenzionale". Il nostro Auctor più che un falsario si di riveia alla coÀplessa analisi cui lo sottopone lo studioso un precoce emulo di Teocrito3,presto destinato ad essereconfuso con l' eùperris della poesia bucolica: la sua fortuna è testimoniata dalle ben note imitazioni virgiliane di più di un luogo del carmea.Si tratta di un poeta manieristico, abile nella pratica dell' oppositlo in imitando5, che predilige una virtuosistica quanto esibita tecnica di accumulazione di autentiche modalità stilistiche teocritee: un poeta che, come "sentimengià indicava il Wilamowitz, apre la via ad una nuova concezione tul",, d"llu campagna6, quale ritroveremo nel mondo romano, ma del tutto estranea al suo modello. Emblematici in questa prospettiva ci sembrano il v' 53 ss.7: prj pot ydu IIé).onos,pri poLKpoíoeLa rrÍtrovro .tq ènet-, grlEZ -p.ioee eé<.., duépov' 1 Gioverà qui ricordare, nella vasta bibliografia, Reitzenstein 1893, p.189 ss, Kattein 7901, p' '1975, p.73 85 ss., Wilamòw itz 1906,p. 122, Merkelbach 195e, p.97 ss.,Rossi 1971, p. 5 ss., Serrao ss., Fantuzzi 1998, P. 61 ss. 2 Rossi 2000, p. 240 ss. 3 Cf. Go* 7952,p.171, Rossi 7971',p.25,-f.V"tg. etcantarepaÍesetrespondereparat.i,per Ecl.i.'4s.amboJTorentesortatibut,A.rcaclesambof oupío6eu cui correttàmente si rinvia al v. 3 s. dpg, róy' r'iorqv nupporpíXor,cíp$oràvópa, I dpSto nelsuo-À.Àorrrrzr", cíp$cu<ieí6e v, .entrambi erano biondi, entrambi impub,eri, /entrambi esperti 01oó nare la zampogna, entrambi nel cantare> (tr. Palumbo stracca 1999): così come il v. 15 s. oi norcn ripuóu, èieì Xo\enòs ó norrip peu 1ci / p<íre,p,rà 6è p1).4 nogéonepa nrivr' riptgpe3vrL <mettere un ag.relíò, mai: è severo mìo padre e anche mia / madre: e la sera contano |e bestie", Stracca sembrano richíamati da Ecl.3.32: e così à.r.o.u u. 57 ss. Ecl.3. 80 s., per cui vd. Palumbo p.775 ss. 7999, s Róssi 2000, p. 253. 6 Wilawowitz 7906, pp.202-209. 7 Mi attengo alla lettura di Gallavotti 1993. 26 V. Casadio d)J.'ùnò rQ nérpg rQ6'{oopat riyrcàsèXov ru, oi:voltct pdì.' èooprîvràv !rrce),ày és d),a. Non voglio la terra di Pelope, non le ricchezze di Creso, né mi sia dato di correre più veloce dei venti, ma sotto questa roccia voglio cantare, tenendoti tra le braccia, mentre guardo le greggi, in faccia al mare di Sicilia (tr. B. M. Palumbo Stracca) È il canto, in distici elegiacis, di Menalca, cui risponde, ancora in distici, Dafni. Il Gowe ne indica quale ascendente un celebre luogo di Tirteo (fr. 12 ry.2;)'di cui converrà riportàre per esteso quanto meno i primi dodici versi: oúr' àv puqooípqu oítr' èv ì.óyrprívEpa rrOeíqu oùre no6óv dperfrg oúre noì.otpooúyns, oúE'ei KurcÀónovpèu é1or péye0ógte Biqv te, urrcrirrlòè 0éoru@prlirrov Bopéqv, oú6'ei Tr0tovoîoQulu lopréorepog eíq, nÀouroíq òè Mí6er,r roì Ktuúper,.rpdÀtou, oúE' ei Tovraì.íEetoIIéì.onos BoorÀeúreposetn, ytrrîooov 6' 'A8prjorou pe tì.rXóyqpuu è1or, oú6'ei ndoov è1or 6ó{ou n}.ì1vOoúprEos<i}.rc4s. où 7àp dvlp riyaOòsyívetat éu no).éprp ei pl rerì.aíq pèu óp6v Qóvovoiporóevra, roì 61ítovópéyotr' èyyúQevior<ípevos. 5 10 Io non posso far gran conto di un uomo per i piedi veloci o per le gare di lotta, neanche se ha statura o forza come i Ciclopi, o vince nella corsa Borea, il vento di tacia, se è più bello di Titone nel corpo, o se è più ricco di Mida e di Cinira o più regale di Pelope figlio di Tantalo, o ha parola più dolce di quella di Adrasto, o insomma qualunque altra fama tranne la forza e il coraggio. No, non è un uomo valoroso in battaglia chi non sopporta di vedere la strage e il sangue e non affronta corpo a corpo il nemico. (tr. G. Paduano) Appaiono e di Cinira, evidenti i punti che divengono di contatto: con elegante il rifiuto aariatio i della ricchezza diMida "talenti" di Creso (su cui 8 Una peculiarità - che contraddistingue il nostro autore - rilevata da tutti i commentatori: e indizio di eterogeneità,cf. Rossi2000,p. 241,. YCf. Gow 7952,p.775. ei La terradi Peloae "talenti"di Creso(Ps.Theocr.8. 53 ss.) 27 peraltro dovremo tornare) e quello della potenza di Pelope, esplicitata neli'antico poeta elegiaco da quel pooLÀeÚtepoS, che il nostro Alessandrino avrà "te inteso come l'identico appellativo di cui si fregia Agamennone in Il. 9.160 più potente"lo e'concretizzata' , sulla bocca del pastore, nel Possessodella yd, "terra"ll. Ma anche della velocità che supera quella dei venti: una marca della ,,riuso" del testo tirtaico. Si tratta in effetti di una dote fisica, la cui condel nessione nel testo del poeta bucolico con Potenza e ticchezza non si direbbe giustificata, se non dal richiamo al poeta arcaico: un richiamo che allude alle "qualità" esplicitamente enumerate da quello, che verrebbero così molteplici glob'almente ricusate. Altrettanto chiara è la divergente impostazione dei due poeti. Se Tirteo subordina i valori tradizionalmente riconosciuti dall'etica aristocratica alla oo0pLgtì\rcrj , in quanto questa sola può connotare l'<ivlp tiya0òS èv noÀ.épc,o, l'emulo di Teocriio, calato nella realtà pastorale di Menalca, esPrime una scelta di vita, in cui quelle caratteristiche, comunqve enfalzzate da Tirteo/ sono ridotte a disvalori. È un punto di vista, che già affiora in un luogo callimacheo, che richiama per certi vèrsi, ma in una non più che apparente consonanza, il frammento tirtaico (Callim. fr.75.44 ss. Pf.): oú oe Eorétorlpo0ros, Aróurte, vurròs èreíuqs àvri rce,rfl pírpr1s fl{-iaonap0euíqs, éntrpé1ov doralúeootv où oóupòv'IÒírcÀ.etov oú6' à Ke ).atvír19 èrcrerírtoro MíEr1s s itv b é € o o 0 o rr,f r i Q o uò ' à v é U n sè n t p r i p r u p e < o(rrves où 1c).enoOv{16és <iot 0eo0. 45 Non credo che allora, Aconzio, in cambio di quella notte in cui toccastila virginale cinfura, il taIIonE di lficle, chc correva in cima aIIe spighe, o quanto arricchì Mida di Celene avrestiaccettato:e tale giudizio saràsottoscritto da chi non è ignaro del dio crudele. (tr. G. B. D'Alessio) sono evidenti i tratti che accomunano callimaco, oltre che a Tirteo, al nostro bucolico: la ricusazione della velocità nella corsa e delle ricchezze, ma anche il contesto - e l'intento - erotico, che vede in sintonia solo Callimaco e il nostro anonimol2. Questi ultimi inoltre si contrappongono entrambi a Tirteo 10Rispetto ad Achille: anche nel nostro luogo non sarà semplicemente "più regale", come traduce Paduano 7990, p.72. 11Uno sterminato possesso, quello dell'intero Peloponneso:la cui énoruupia è del resto associata eià da Thuc. 1. 9 ai 1pr]pcro è alla conseguente, inoppugnabile 6úuapts di Pelope. f2 Il passo callimacheo è segnalato da Gow 7952, p. 179. 26 V. Casadio dlJ.'rlnò rQ nérpg rQ6'{oopot riyrcàsèXoy ru, oúvvop"a pdì.' éoopóu rày l,rrce).àvès rilo. Non voglio la terra di Pelope, non le ricchezze di Creso, né mi sia dato di correre più veloce dei venti, ma sotto questa roccia voglio cantare, tenendoti tra le braccia, mentre guardo le greggi, in faccia al mare di Sicilia (tr. B. M. Palumbo Stracca) È il canto, in distici elegiacis, di Menalca, cui risponde, ancora in distici, Dafrú. Il Gowe ne indica quale ascendente un celebre luogo di Tirteo (fr. 12 W.2), di cui converrà riportare per esteso quanto meno i primi dodici versi: oúr' àv pvrlooípqu o(tr' èv ).óyrpduEpa rrOeíqu oúre no6úiv <iperfrg oúre noÀatpooúv\s, oú6'ei Kurcì.ónoupèv èxor péyeOósre Bíqu re, uLrcqiq6è Oéou@pqÍrtov Bopé1v, oú6' ei Tr0r,ryoîoSulv lapLéore pos e'íq, nì.ouroíq Eè Míòea.rrcoì Krvúpeorprí).tou, oúò' e i TavroÀíòetl IIéì.onos paortreúrepos eír1, yl,6ooov 6' 'A6p{orou per},r1óy1puué1ot, oú6' ei ndoav é1ot 6ó{au n}.lu 0oúpt8os ri}.rcîs. où yàp <iulp dyoOòs ytverctt èu no).éptp ei pf rerÀ.oíq pèv ópóu $óvov ojp.oróevra, rcaì61íou ópéyoir' èyyú\ev lordpevos. 5 10 Io non posso far gran conto di un uomo per i piedi veloci o per le gare di lotta, neanche se ha statura o îorza come i Ciclopi, o vince nella corsa Borea, il vento di Tracia, se è più bello di Titone nel corpa, o seè più riccodi Midae di Cinira o più regale di Pelope figlio di Tantalo, o ha parola più dolce di quella di Adrasto, o insomma qualunque altra fama tranne la forza e il coraggio. No, non è un uomo valoroso in battaglia chi non sopporta di vedere la strage e il sangue e non affronta corpo a corpo il nemico. (tr. G. Paduano) Appaiono e di Cinira, evidenti i punti di contatto: il rifiuto della ricchezza diilll4ida "talenti" che divengono con elegante aariatio i di Creso (su cui ò Una peculiarità - che contraddistingue il nostro autore - rilevata da tutti i commentatori: e indizio di eterogeneità,cf. Rossi2000,p.241.. e Cf. Gow 1952,p.775. "talenti"di La terradi Pelope 53 ss.) ei Creso(Ps.Theocr.8. 27 peraltro dovremo tornare) e quello della potenza di Pelope, esplicitata nell'antico poeta elegiaco da quel pootì.eúre posì,che il nostro Alessandrino avrà "re inteso come l'identico appellativo di cui si fregia Agamennone in /1.9.160 più potente"l0 e'concretizzata', sulla bocca del pastore, nel possessodella yd, "terra"11.Ma anche della velocità che supera quella dei venti: una marca della "riuso" testo tirtaico. Si tratta in effetti di una dote fisica, la cui condel del nessione nel testo del poeta bucolico con potenza e ricchezza non si direbbe giustificata, se non dal richiamo al poeta arcaico: un richiamo che allude alle "qualità" molteplici esplicitamente enumerate da quello, che verrebbero così globalmente ricusate. Altrettanto chiara è la divergente impostazione dei due poeti. Se Tirteo subordina i valori tradizionalmente riconosciuti dall'etica aristocratica alla Oo0pLs<iì.rri , in quanto questa sola può connotare l'<iulp dycOòs év noì.épq, l'emulo di Teocrito, calato nella realtà pastorale di Menalca, esprime una scelta di vita, in cui quelle caratteristiche, comunque enfatizzate da Tirteo, sono ridotte a disvalori. È un punto di vista, che già affiora in un luogo callimacheo, che richiama per certi versi, ma in una non più che apparente consonanza, il frammento tirtaico (Callim. fr.75.44 ss. Pf.): rqpoOros, Ar<óvrte, vurcròs èrceív4s oú oe òorcér,r àwi re, rfl pírpqs fitl.roonopOevír1s, 'lSírc).e rou ènrrpé1ou àorayú<ootv oú oQupòu oú6'à Ke ).aLvírqs èrcre<írroro MíEr1s òéEao0cL,{-rrjgouò' ày èpîs énrp<íprupe 9 eÌeu oírtves oú XoÀenoOv{t6és eior 0eo0. 45 Non credo che allora, Aconzio, in cambio di quella notte in cui toccasti la virginale cintura, il tallone di lficle, che correva in cima alle spighe, o guanto arricchì Mida di Celene avresti accettato: e tale giudizio sarà sottoscritto da chi non è ignaro del dio crudele. (tr. G. B. D'Alessio) Sono evidenti i tratti che accomunano Callimaco, oltre che a Tirteo, al nostro bucolico: la ricusazione della velocità nella corsa e delle ricchezze, ma anche il contesto - e l'intento - erotico, che vede in sintoma solo Callimaco e il nostro anonimol2. Questi ultimi inoltre si contrappongono entrambi a Tirteo 10Rispetto ad Achille: anche nel nostro luogo non sarà semplicemente "più regale", come traduce Paduano 7990. o.1,2. 11Uno sterminato possesso, quello dell'intero Peloponneso: la cui ènovupía è del resto associata g-iàda Thuc. 1. 9 ai Xp{para e alla conseguente, inoppugnabile 6úuapL9 di Pelope. 12I1 passo callimacheo è segnalato da Gow 7952, p.779. 28 V. Casadio per un atteggiamento'ideologico" una sensibilità affatto nuova, il cui modello si può far risalire al celebre Archil. fr.79 W.2: oé uÀ t t , o ù p , , rr à f ú y e t ur o ù n o À u 1 p Ú o p oúE'eitrénó pe (fl).os,oú6'dycíopaL rupouui8os' E' oúrcèpét-r 0e6u èpycr,peyrí).r1g u yap ècsrwóS0alpduèprîv. rìnónpo0e Non mi interessanoi tesori dorati di Gige, non ho invidia né gelosiaper le sue opere -divine, e non desidero il gran potere. È tutto cosìlontanodalla mia vista. (tr. G. Paduano) Come awertiva Aristotelel3, lapersona loquensè l'artigiano (rércrt-rv)Caro"orizzonfe di attesa" non sembra discostarsi troppo da quello che rine, il cui troviamo nel pastore alessandrino. È improbabile che il dotto poeta dell'Idillio VIII abbia ignorato il luogo archilocheo, i cui elementi essenziali, comuni all'elegia di Tirteo (insistita ricusazione di ricchezza e potere, in Archiloco rappresèntati del favoloso Gige, a quel che pare assimilato addirittura agli deila) iono sorretti da una ideologia esplicitamente aliena da prospettive eroiche (riir'ónpooe v ydp èotv ó6ecr\póv é ptîu), perfettamente consona con il proprio intendimento. Si tratta del resto di un testo che doveva essereben noto, potremmo dire "alla moda". Tanto da confluire in una anacreontea(8' 1 ss. W.), che testimonia snaWeltanschauungnon troppo dissimile da quella del nostro poeta, ancorché connessa con la più tradizionale consuetudine del simposio: oú uor uéÀ.e t rà fúyer,r roù Iúpòou riuarcros, r ) U òe L ^ t î u , U e ( n ^ O S / 0ù6è òeov{i rupdvvots. èpoì pé),eL púpoLotr, rcoroBpéxetv úm1v1v, èpoì péÀei ió8otoLv rcorooré$e tu rcdpr1uo1s. 13Aristot. Rhef.1418b23 ss. 1alJenigmatico0e6v épya abitualmenteviene inteso come "opere divine, degne degli dei" (cf. Tarditi1968,p.262s.,Burzacchini7977,p.27,Russello1993,p.85).Ma inomero sonocomunquee semprele impresedivine (1t.76.720,Od.'7.338).Va inoltre ricordatoSimon.ft. 584P.rí5 7àp à6oud5 Lyòsi noí-/o rupcryyis:/ rdo6e rlrep où6è0<óv(1).oròsaióv:un luogoche hq gva-lí,tv gíosnoOe "vita" degli dei? non sembraignorareil nostroArchiloco.CheCaroneprendale distanzeanchedalla (orp, I 1sIl carme"prosegue: ér'eù6i' rís oi6e; ós oùv pé).er poL, rò E' aúptov rò orjpepov / / -rcúBeu? rcoìnîue rcaì / rccìonéy6erQ Auoíq, / pÌ1uoùoosiiu tLs è).01/ Àéyn oe p4tìè níveLu La terradi Pelopee i "talenti" di Creso(Ps Theou'8 53 ss') 29 Non mi interessa laricchezza di Gige, signore di Sardi, non mi Prende invidia, non ho gelosia dei grandi sovrani' A me interessa di Profumi aspergere la barba me interessa di rose incoronare il caPo. esistenziali che Saranno proprio il fr. 19 W.2 di Archiloco e le prospettive nostro autodel riferimento di modello il esso manifestamente presupponel6 definire una potremmo che quella a rinunciato u"ia re: il quale peraltro ttò. ,,contaminazione concettuale" con l' elegia di Titteo e luogo callimacheo: matanto evidente nifestando la sua insaziata predilezionè per l'accumulazione, nell'uso dei registri stilistici. che abbiamo una contaminazione, che ci sollecita ad affrontare un punto to rdì'nvro: è inId.8.53 tradita lezione xpÚoe la momentaneamente tralasciato: jortin. In considerazione tcr di Kpoioe è accettata, congettura, universalmente mantenere il testo del iúye , ro0 noÀu1púooudi Archiloco, si sarebbetentati di 20, che presenta conductis mercede de Lucian. dei codici. Ma ci mette in guardia di Creso: ùnèp quelle e Mida di ticchezze e mitich un,inedita conflazione tra le y ntroorov.Unaformulazioneche MíEo ro0 o rcoì rà K o o i o o u î a\ cr r forse risente di ben attestati Kpoioou (an Kpoíoe ta) rríÀ'cura17' "ideologico" della poesia Il nostro poeta, come si diceva, diviene modello meno ricorsuccessiva.Per quanto riguarda il passo in esame, vorrei quanto di Horat. incipit dall'appagato A partire dare due luoghi della poesia latina. S a t . 2 .6 : hocerdl in notis:mldus ngri nlft ita magnus, hortoubiet tectoaicinusiugisaquae fons ("l,oggim,importa,/ildomanichiloconosce?/finchéc,èserenità/beviegiocaadadi/eliba bere")' à - f-l""o"l che non rrenga una malattia / e ti prescriva di non li purtroppo ci è i$roto quanto seguiva ài versi a noi noti. Né sappiamo se avesse a disposizio(SZOU-c)ne citava la Priamel ne l,intero ie'.stodi Àrchiloà plutaró, che nel de tranquillitate animi Va peraltro osservato che Alfeio ùgupíc. í' e a conseguire adeguata di moderazione "."-pio .-o-" allude al nostro poeta del I sec. d. C., ín un .u..t',e iA. P. 9. 110) in cui sicuramente aì ùitif"""l pa0u).1íou9 dpoúpcrs,/ orépyo où pr16èr, dyau: del Archiloco, lo associauff'unti.o a"íto sapienzale "riyav" ' ;,il';ip;;;;'il;;;;J; piou'Marcfue/ rò."pnoèv"vò'p èpnpoL iJY'ìsl / crj.op.*uùs ricca d'oro, come quelpiricàhi di messi, / non una prosperità"nulla avo, lr. répneL'i.Non a ppr.r""'í" di troppo") -.. il piaie mi troppo Macrino, o / autosufficànte, vrta la '" di Giee: / amo una ìt;;?;i mi ricordaa utteriore supporto della correzione Kpoíoe Lc l'inii-il;;-;h";;;azio, utioìiut" Peloge, i venti, la Lidia (quindi .io a.lt;'oryot, di ione di cîi. t?i'. 17a Sn.), che sembra 'Epprr, Bópetou (scil', [in]nov, dveroL 6' ò6ós 1aúlyoìpev, éÈe / pèv nà"".,t ap"í, [Ìi]ò1 él"r+ appunto, in Lidia). V. Casadio 30 et paullo siloaesuper hisforet. auctius atque di meliusfecere.benest.nil amplius oro. Era il mio sogno: ln pezzo di terra modesto, ove un orto fosse, ed una fonte d'acqua sorgiva vicino alla casa, e aggiungi un po' di selva. Di più mi concessero i Numi, di meglio; e così sia. Null'altro chiedo. (tr. E. Romagnoli) Ma soprattutto non va ignorata la trasognata aspirazione di Tibull. 1. 1. 1 diaitiasaliusfuluo sibi congeratauro et teneatculti iugeramultnsolí, memeapaupertasuita traducatinerti, ailsiduoluceatignefocus. dum meu.s Altri vada adunando ricchezze d'oro fulgente e iugeri infiniti di ben colto terreno anchepossegga, Una vita modesta a me conceda questamia povertà, pur che mi splenda perenneil fuoco sopra il focolare! (tr. G. Vitali) Un'intimità domestica, che ridisegna l'appartata ProsPettiva del pastore che riposa sotto la foccia: mal'idealizzata vita campestre, lontano dalla città e sograrLutto dalle guerre, culminerà (q 45 s.) nella descrizione det poeta, che, che1oriparanodai rigori invernali,tienetra le anc0fatfale parettdellaCaSa braccia la sua donna: quam iuuat immites aentosaudire cubantem et dominam tenerocontinuissesinu. Come è bello, dal letto, udire i venti che imperversano fuori e fra le braccia teneramente stringersi l'amante. (tr. c. Vitali) "ornaggio" al bucolico greco, che manifestava Per così dire, un che pare, omoerotico. pu1, a quel sia desiderio: analogo " 8. 53 ss.) e i talenti"di Creso(Ps.Theocr. La terradi Pelope 31 BInLtocnarIa G. Burzacchini,in E. Degani- G. Burzacchíni,Lirici greci,Firenze1977 Milano 1996 G. B. D'Alessio,Callimaco,I-II, SandtheOrigins of Daphnis:thePseudo-TheocriteanId. M.Fantuzzi,TextualMisadaentures 'Manner', in M. A. Harder - R. F. Regtuit - G. C. Wakker (Edd.), Genre of theBucolic in HellenisticPoetry,Groningen1998,pp.61-79 C. Gallavotti, Theocritus,quiqueferuntur BucoliciGraeci, Roma 19933 A. S. F. Gow, Theouitus,ll, Cambridge 19522 Thèse,Paris C. Katteiry Theouiti idylliis octaooet nonocur abrogandasitfides Theocritea, 1901 "RhM" 99,1956,pp-97-133 R. MerkelbacbBourcoì.Loorai.DerWettgesangderHírten, greca,I,Bologna1.990 G. Paduano,Antologiadellaletteratura Milano 19993 Idilli edepigrammi, B. M. PalumboStracca,Teocrito. R. Reitzenstein,Epigrammund Skolion,Giessen1893 E. Romagnoli, Orazio.Satireed Epistole,Bologna 1927-1928 L. E. Rossi,Mondopastoralee poesiabucolicadi maniera:I'Idillio ottaztodelcorpus teocriteo, "SIFC" 43,!971, pp. 5-25 preterintenzionale Pseudoepigrafia L. E. Rossi,Originí efinalítìt delprodottopseudoepigrat'ico. nel CorpusTheocriteum:L'Idillio vIII, ín G. Cerri (cur.),La letteraturapseudoepigrafa nellaculturagrecae romana,"AION(fiI)" 22,2000,pp.23I-261 con un saggiodi B. Gentili, Milano 1993 N. Russello,Archiloco.Frammenti, letteraria,"QUCC" L9, e stilizzazione campestre realtù V di Teocrito: L'Idillio G. Serrao, 1975,pp.73-1.09 Roma 1968 G. Tarditi,Archilochus, G. Vitali, Tibullo.Elegie,Bologna 1990 der griechischenBukoliker,Betlin U. von Wilamowitz-Moellendorfl Die Textgeschichte 1906 Università di Roma "Tor Yergata"