Problemi speciali
Il “late preterm”: un neonato pretermine attempato
DOMENICO CIPOLLA, DANTE FERRARA, MARIO GIUFFRÈ, GIUSEPPE PUCCIO, GIOVANNI MOCERI,
GIOVANNI CORSELLO
Dipartimento Universitario Materno-Infantile, Università di Palermo
Esiste una nuova categoria di neonati (circa 1 su 10) che sono “a metà” tra essere a termine o pretermine. Vanno
seguiti alla nascita e anche dopo con particolare attenzione. Una vera sfida per un modello di assistenza integrato tra ostetrici e neonatologi (vedi Editoriale, pag. 347).
L
a nascita pretermine continua ad
essere una delle maggiori cause di
morbilità e mortalità neonatale, nonostante la progressiva evoluzione delle
cure intensive neonatali degli ultimi
decenni. I neonati late preterm (LP),
nati tra 34+0 e 36+6 settimane di gestazione, rappresentano circa il 10% di tutti i nati e più del 75% del numero totale
dei pretermine1.
Negli anni è stata utilizzata una diversa terminologia per denominare
questa categoria eterogenea di neonati (Near Term, Marginally Preterm,
Moderately Preterm, Minimally Preterm, Mildly Preterm), spesso considerati al pari dei neonati a termine, in
considerazione del peso alla nascita
frequentemente al di sopra dei 2500
grammi, soglia di peso dei Low Birth
Weight. Soltanto nel 2005 il National Institute of Child Health and Human Development2 li definì “late preterm” proprio per evidenziare la loro condizione
di prematurità, indipendentemente dalle caratteristiche ponderali. La prevalenza dei LP è in costante aumento3: da
un lato la diffusione delle procreazioni
medicalmente assistite, gravate da un
maggior rischio di gravidanze multiple
e parti pretermine, insieme a una più
attenta e capillare gestione delle gravidanze a rischio con precoce identificazione di ritardi di crescita e sofferenze
fetali, hanno determinato un relativo
aumento del numero dei parti con taglio cesareo condotti proprio tra 34+0 e
36+6 settimane di gestazione. A questi
Medico e Bambino 6/2013
LATE PRETERM INFANTS
(Medico e Bambino 2013;32:369-371)
Key words
Late preterm, SGA (small for gestational age), Hypocalcemia, Hypoglycemia, Jaundice
Summary
Late preterm (LP) infants, defined by birth between 34+0 and 36+6 weeks’ gestation
(WG), represent about 70% of premature infants. Causes of preterm deliveries are: twin
births, premature rupture of membranes (PROM), placental abruption, maternal diabetes,
gestosis, and unknown causes. LP may need assisted ventilation and total parenteral nutrition (TPN). Possible clinical problems in LP are: hypocalcemia, jaundice, hypoglycemia. Clinical and epidemiological parameters are in relation to the WG: LP infants represent then a heterogeneous population. Data in the literature suggest that WG is the main
fact that influences clinical behavior of LP infants and that the cause of preterm birth is
another important element of interpretation.
aspetti si aggiungono inoltre l’età materna avanzata, le malformazioni congenite, la rottura prematura delle
membrane, le infezioni e le gestosi, anche se nella maggior parte dei casi non
è possibile identificare la causa responsabile del parto pretermine.
Il neonato a 36 settimane non ha ancora completato lo sviluppo e la maturazione dei suoi sistemi biologici4: i
neonati LP spesso non sono ancora fisiologicamente e metabolicamente maturi e hanno un rischio maggiore di
morbilità a breve e a lungo termine, un
rischio circa quattro volte maggiore
dei neonati a termine di avere una condizione patologica in età neonatale. Anche i tassi di mortalità neonatale e infantile dei LP sono rispettivamente
quattro e tre volte più elevati di quelli
dei neonati a termine5; le cause più fre-
quenti di mortalità sono rappresentate
da anomalie congenite, asfissia, sepsi,
endocrinopatie, anemia emolitica da
isoimmunizzazione ecc.
APPROFONDIMENTO CLINICO
Sistema nervoso centrale
Le ultime settimane di gestazione
sono cruciali per un corretto sviluppo
del sistema ner voso centrale: incremento del peso e del volume dell’encefalo, sviluppo delle connessioni neuronali, della sostanza bianca, delle sinapsi, dell’arborizzazione dendritica,
nonché maturazione dei sistemi enzimatici e neurochimici2. Durante questa fase di sviluppo cerebrale strategico è il ruolo dei “subplate neurons”, a
funzione plastica di connessione fra ta-
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Problemi speciali
lamo e corteccia: si tratta di neuroni
transitori che regrediscono dopo la
formazione dei circuiti neuronali, presenti esclusivamente durante la vita
fetale, interessati da processi di apoptosi tra la 34a e 40a settimana di gestazione. Insulti ipossico-ischemici durante questo periodo possono causare deficit visivi corticali, convulsioni
perinatali, disturbi motori e deficit cognitivi6. Queste piccole lesioni sottocorticali, oltre ad essere paucisintomatiche, sono di difficile identificazione con le comuni tecniche neuroradiologiche.
Circa il 20% dei neonati LP sono a rischio di sviluppare problemi psico-attitudinali nelle varie età dello sviluppo: disabilità cognitive e correlate con
il linguaggio, problemi comportamentali fra cui l’ADHD (1,7 volte più frequente), scarso rendimento scolastico o alterazioni globalmente incluse
nella definizione “minimal brain damage”7.
Si ha un’instabilità dei processi di
termoregolazione che espongono il
neonato LP a un maggior rischio di
ipotermia: ridotta quantità e immaturità del tessuto adiposo bianco e bruno, incompleta maturazione dell’ipotalamo, ridotta concentrazione ormonale (prolattina, leptina, cortisolo, ormoni tiroidei, norepinefrina) che raggiungono la massima concentrazione
al termine della gravidanza, e un maggiore rapporto tra superficie corporea
e peso8.
Apparato respiratorio
Il vero sviluppo degli alveoli polmonari interviene dopo la 36a settimana di
gestazione. I neonati LP presentano
pertanto una architettura polmonare
ancora di tipo fetale, con conseguente
immaturità funzionale9: ritardato riassorbimento dei liquidi intrapolmonari
da inefficacia della barriera alveolo-capillare, deficit di surfattante da incompleto sviluppo degli pneumociti di II tipo e ridotta superficie di scambio gassoso. Si ha così un’aumentata suscettibilità alla depressione respiratoria in
corso di ipossia, diminuita sensibilità
chemocettiva centrale alla CO2, immaturità dei recettori polmonari, riflesso
inibitorio respiratorio da stimolazione
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laringea, ridotto tono muscolare dilatatorio delle vie aeree superiori, immaturità del tronco encefalico. Vi è quindi
una più alta incidenza di distress respiratorio (rischio 8 volte maggiore), di
apnee rispetto ai neonati a termine
(5,5% vs 1%) e di Sudden Infant Death
Syndrome (SIDS), 1,4 casi per 1000 nei
LP contro 0,7 casi per 1000 nei neonati
a termine10.
Disturbi endocrino-metabolici
Problemi di alimentazione nei LP insorgono nel 32% dei casi contro il 7%
dei neonati a termine, in particolare
mancata coordinazione tra suzione e
deglutizione, immaturità delle funzioni peristaltiche e sfinteriali; ciò comporta spesso un prolungato ricovero
per raggiungere i normali pattern nutrizionali.
L’ittero è la più comune morbilità in
questi neonati e si presenta con forme
più gravi e protratte, da ridotto uptake
e coniugazione della bilirubina negli
epatociti a causa dell’immaturità funzionale e della ridotta concentrazione
di glicuroniltransferasi epatocitaria11:
questi neonati presentano un rischio
doppio di avere elevati livelli di bilirubina tra la quinta e la settima giornata
di vita e in più una maggiore suscettibilità a sviluppare un danno cerebrale
da kernittero, con segni precoci di neurotossicità da bilirubina.
L’ipoglicemia ha un’incidenza tre
volte maggiore di quella osservata nei
nati a termine (15,6% vs 5,3%), in particolare un maggior rischio di ipoglicemia precoce, da immaturità dei sistemi
deputati alla glicogenolisi, lipolisi e gluconeogenesi epatica, insieme a una disregolazione ormonale12.
Anche l’ipocalcemia e altri squilibri
idroelettrolitici si manifestano più frequentemente in questo gruppo di neonati, legati all’immaturità dei sistemi di
produzione e secrezione degli ormoni
che intervengono nella regolazione del
metabolismo calcio-fosforo.
RIFLESSIONI
L’assistenza dei neonati LP ha determinato inevitabilmente un incremento di circa tre volte della spesa sa-
nitaria in ambito neonatologico8: i tassi
di ospedalizzazione raggiungono il 50%
a 34 settimane, contro il 15% e l’8% rispettivamente a 35 e 36 settimane. La
gestione dei late preterm resta spesso a
carico dei punti nascita di primo livello
con dimissione precoce, poiché spesso considerati al pari dei neonati a termine. La dimissione precoce di questi
neonati va scoraggiata, in quanto associata al rischio di riospedalizzazione13,
in particolare a causa della loro vulnerabilità alle infezioni early e late onset
nel primo mese di vita circa cinque volte più frequenti.
Nelle prime settimane di vita particolare attenzione deve essere posta allo stato di idratazione, all’iperbilirubinemia, e a un’attenta valutazione di segni clinici spia di patologie infettive e
respiratorie14. Nell’espletamento dei bilanci di salute sarebbe opportuno pianificare un programma di follow-up
neurologico mirato all’individuazione
di eventuali segni clinici premonitori di
patologie cerebrali (leucomalacia periventricolare, emorragia intraventricolare da sanguinamento della matrice
germinativa, lesioni asfittiche o vascolari, episodi di “stroke”)15. Pertanto, si
rendono necessari un management attento e un follow-up longitudinale, gestiti sinergicamente dal neonatologo e
dal pediatra di famiglia, proprio per il
rischio di sequele a distanza. Inoltre i
LP, specie se SGA, sono a rischio di patologie metaboliche in età successive
(ipertensione arteriosa, sindrome metabolica, diabete mellito, obesità).
Particolare attenzione deve essere
posta all’educazione alimentare. L’allattamento al seno è sostenuto e raccomandato dalle linee guida dell’Academy of Breastfeeding16: il latte materno
costituisce l’alimento ideale per il prematuro e non solo, nonostante la suzione sia spesso debole e non coordinata.
In questa ottica, strategico è il ruolo del pediatra di famiglia con il corretto supporto educativo e il continuo
incoraggiamento e sostegno alla madre. La tempistica per il divezzamento
non si differenzia da quella del neonato a termine: è infatti consigliabile
l’inserimento di nuovi alimenti nel cosiddetto “periodo finestra” (4-6 mesi
Medico e Bambino 6/2013
Il “late preterm”: un neonato pretermine attempato
MESSAGGI CHIAVE
❏ I neonati “late preterm” (LP), nati tra
34+0 e 36+6 settimane di età gestazionale, rappresentano circa il 10% di
tutti i nati e più del 75% del numero totale dei pretermine, spesso considerati
al pari dei neonati a termine, in considerazione del peso alla nascita frequentemente al di sopra dei 2500 g.
❏ La prevalenza è in costante aumento, legata alla diffusione delle tecniche
di procreazione medicalmente assistite
e a una più attenta e capillare gestione
delle gravidanze a rischio, con relativo
aumento dei parti da taglio cesareo.
❏ Il neonato LP può presentare una aumentata morbilità neonatale (ipoglicemia, iperbilirubinemia, distress respiratorio, apnee, problemi di alimentazione) da immaturità biologica e metabolica, con tassi di mortalità neonatale e infantile più elevati rispetto ai nati a termine.
❏ È presente inoltre una maggiore vulnerabilità neurologica rispetto ai neonati a termine, con rischio di sviluppare problemi psico-attitudinali nelle varie
età dello sviluppo.
❏ Andrebbe favorito un maggiore management integrato ostetrico-neonatologico con il fine di programmare e intensificare i controlli per gestire correttamente la gravidanza a rischio, cercando il più possibile di accompagnare la gestante sino al completamento
della gravidanza.
di età anagrafica corretta); è, inoltre,
importante individuare una eventuale insorgenza precoce (intorno ai 3
anni di vita) di “adiposity rebound”,
indicatore di dismetabolismo.
Medico e Bambino 6/2013
La riduzione del numero di neonati
LP può essere raggiunta solo mediante
un miglioramento del management integrato ostetrico-neonatologico, programmando e intensificando i controlli per gestire correttamente le gravidanze a rischio, cercando il più possibile di accompagnare la gravida fino al
completamento fisiologico della gravidanza17. Ci sembra utile riaffermare
l’importanza decisiva di una centralizzazione del ricovero a rischio di parto
pretermine attraverso il trasporto in
utero in strutture in grado di gestire al
meglio questa categoria di neonati, in
presenza di patologie neonatali che necessitano di assistenza intensiva.
Indirizzo per corrispondenza:
Dante Ferrara
e-mail: ferraradnt@libero.it
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