[go: up one dir, main page]

Academia.eduAcademia.edu
CENTRO LIGURE PER LA STORIA DELLA CERAMICA ATTI LII CONVEGNO INTERNAZIONALE DELLA CERAMICA 2019 CERAMICA LIGURE E CERAMICA SICILIANA A CONFRONTO SAVONA CENTRO LIGURE PER LA STORIA DELLA CERAMICA Corrispondenza: Civico Museo Archeologico e della Città – Complesso Monumentale del Priamàr Corso Mazzini, 1 – 17100 Savona Tel /fax +39 019 2211770 e-mail: centro ligure ceramica@gmail com CONSIGLIO DIRETTIVO (2019-2022) RITA LAVAGNA – Presidente MARCELLA GIORGIO – Vicepresidente ELEONORA FORNELLI – Segreteria FABRIZIO BENENTE CARLO BERNAT LUCA BOTTARO CLAUDIO CAPELLI CECILIA CHILOSI ROBERTO GIANNOTTI GIADA MOLINARI CARLO VARALDO Consiglieri REDAZIONE DEGLI ATTI GIADA MOLINARI ELEONORA FORNELLI ISCRIZIONI AL CENTRO S ocio o rdinario S ocio o rdinario Studente (fino a 26 anni) S ocio S oStenitore S ocio B enemerito € 35,00 € 20,00 € 50,00 a partire da € 150,00 I soci hanno diritto allo sconto del 30% sul prezzo di tutte le pubblicazioni del Centro Il Centro Ligure per la Storia della Ceramica presenta gli «Atti» del LII Convegno Internazionale della Ceramica. Si ringraziano per la collaborazione il Comune di Savona, l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, il Civico Museo Archeologico e della Città di Savona e l’Università degli Studi di Genova. La pubblicazione ha beneficiato del contributo della Fondazione “A. De Mari – Cassa di Risparmio di Savona” cui va il più sentito ringraziamento per il prezioso sostegno all’iniziativa. ISSN 2035-5483 ISBN 978-88-9285-026-2 e-ISBN 978-88-9285-027-9 Copyright © CENTRO LIGURE PER LA STORIA DELLA CERAMICA, ALBISOLA, 2020 EDIZIONE E DISTRIBUZIONE: All’Insegna del Giglio s.a.s., via A. Boito, 50-52 – 50019 – Sesto Fiorentino (FI) tel. +39 055 6142 675 sito web www.insegnadelgiglio.it email redazione@insegnadelgiglio.it Stampato a Sesto Fiorentino (FI), MDF print, settembre 2020 Riproduzione vietata. Proprietà letteraria ed artistica riservata a norma di legge e secondo le convenzioni internazionali.. Il Centro non si assume la responsabilità per le opinioni espresse dagli autori. CENTRO LIGURE PER LA STORIA DELLA CERAMICA ATTI LII CONVEGNO INTERNAZIONALE DELLA CERAMICA 2019 CERAMICA LIGURE E CERAMICA SICILIANA A CONFRONTO SAVONA-GENOVA, 11-12 OTTOBRE 2019 SOMMARIO LA CERAMICA LIGURE Interventi a tema marcella giorgio, Ceramica ligure a Pisa tra Medioevo ed Età moderna: una prima analisi dagli scavi urbani degli ultimi 20 anni iSaBella marchetta, Su alcuni manufatti liguri dal feudo lucano dei Doria: Genova-Melfi direttrice di scambi Salvina fiorilla, Maioliche liguri e o di tipo ligure nella sicilia sudorientale 7 16 24 Interventi a tema libero eliSa Sartori, La ceramica invetriata “tipo Sarsina”: una nuova prospettiva di studio giuSeppe clemente, Ceramisti a Pisa nella prima metà del XVII secolo attraverso le fonti storiche Jacopo ruSSo, valeria Beolchini, Attestazioni ceramiche dal borgo medievale di Tusculum: una rilettura dei contesti della trasformazione urbanistica di pieno XII secolo eliSa pruno, gemma alfonSo, La ceramica a matrice Figlinese: produzione “all’antica” o importazione di innovazioni tecnologiche? BarBara ciarrocchi, Ceramica dal casale e osteria di Malborghetto (Roma-Via Flaminia, km 19,400): i serviti bianchi. forme, funzioni, cronologia marco milaneSe, La terraglia in Sardegna 1. Distribuzione, centri di fabbrica e cronologie tra dati archeologici e manufatti sopravvissuti nell’uso 36 41 47 53 59 67 LA CERAMICA SICILIANA Interventi a tema antonio alfano, Produzioni ceramiche come indicatore sociale ed economico tra il IX ed il XIII secolo. Il dato delle collezioni di superficie dai territori dello Jato, del Belìce e dalla Piana di Partinico (PA) elvira d’amico, Ceramiche basso e post-medievali da una cisterna di via S. Antonio a San Marco d’Alunzio Salvina fiorilla, Nuove acquisizioni sulle fornaci di Sciacca. Note per una revisione dei materiali italo panella, Un’opera di Olindo Scuto, ultimo erede dei Bongiovanni-Vaccaro, al Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone antonino meo, paola orecchioni, Ceramica da cucina a Mazara tra X e XIV secolo. Primi dati dal progetto Sicily in Transition aleSSandra pepi, criStina menghini, Suggestioni meridionali in alcune ceramiche da scavi recenti dell’Università di Siena marco milaneSe, La ceramica invetriata di Patti tra XVIII e XIX secolo. Un nuovo indicatore per l’archeologia postmedievale mediterranea 73 89 103 112 121 130 142 Interventi a tema libero valeria d’aquino, La testa nel testo. La novella di Lisabetta da Messina su una maiolica fiorentina di Giunta di Tugio françoiSe deJoaS, Gela (CL), Piazza San Giacomo: una rilettura del passato attorno ad un unicum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . adele Bonofiglio, aleSSia Salmena, maria Scarcella, Attestazioni Medievali nella Sibaritide: il caso dei reperti da Parco del Cavallo – Sibari (CS) adele Bonofiglio, ilaria faBiano, marianeve vallone, manuel Zinnà, Monteleone e il suo castello vincenZo valenZano, Le invetriate monocrome della cattedrale di Barletta: dal medioevo all’età moderna carlo dell’aquila, La graffita policroma “tipo Torre Alemanna” (Cerignola, FG). Nuovi reperti ed ipotesi attributive luigi di coSmo, I bacini ceramici delle chiese di San Francesco a Camerino e Fermo. Dall’antica tradizione alla moderna imitazione Norme per gli elaborati 152 . 161 167 173 178 185 193 199 Giuseppe Clemente CERAMISTI A PISA NELLA PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO ATTRAVERSO LE FONTI STORICHE introduZione cronologico piuttosto ristretto, soprattutto se confrontato col numero dei vasai attivi nell’intero secolo precedente (83). Sebbene il dato del Seicento sia ancora parziale e foriero di ulteriori aggiornamenti, a Pisa agli inizi del XVII secolo operano contemporaneamente 46 artigiani, il numero più alto dalla prima metà del XV secolo ovvero dalla fine della Repubblica Pisana (fig. 1). Si tratta per la maggior parte di artigiani residenti in città da una o più generazioni, in alcuni casi ceramisti discendenti da famiglie pisane attive già nella seconda metà del XVI sec. 6. Risulta ancora in attività (dal 1384) anche la famiglia di vasai più longeva della storia pisana, ovvero quella degli Arrighetti 7. A Pisa operano, anche, numerosi ceramisti (19; 37% circa del totale) provenienti da fuori città, in molti casi da centri noti per la manifattura ceramica (fig. 2). Questi artigiani provenivano prevalentemente dall’area basso-valdarnese (5 originari di Pontorme 8, 2 di Palaia 9, 1 rispettivamente da Castelfranco, S. Giovanni alla Vena e S. Miniato 10) e in minor misura da altre zone della Toscana (uno rispettivamente da S. Gimignano, Volterra, Firenze, Castiglion della Pescaia e Pistoia) 11. Come Questo articolo è il risultato della prosecuzione degli studi sui ceramisti pisani di età moderna (XV-XVII secolo) iniziato da chi scrive negli ultimi anni ed edito parzialmente in più sedi 1 Sebbene la proposta di contributo al Convegno Internazionale della Ceramica riguardasse tutto il XVII secolo, a causa della pandemia globale del 2020 e della chiusura degli archivi e delle biblioteche pubbliche e private che non ha permesso di recuperare ulteriori dati, questa pubblicazione verterà solo sui dati della prima metà del Seicento La ricerca si basa su dati archivistici totalmente inediti ricavati dalle fonti documentali conservate presso l’Archivio di Stato di Pisa 2 e l’Archivio Storico della Diocesi di Pisa 3 e dal confronto con le fonti archeologiche edite che riguardano soprattutto i rinvenimenti di scarti di produzione ceramica 4 e gli studi sulle cronotipologie ceramiche 5 i vaSai piSani della prima metà Xvii Secolo Al momento il numero dei ceramisti pisani della prima metà del XVII secolo si attesta a 53 unità (fig. 1). Un numero che appare sicuramente elevato, considerato l’arco 6. Famiglie Bitozzi, Del Trippa, Dini, Maltomi, Petri. 7. Per una storia sintetica della parte iniziale della sto- ria degli Arrighetti si veda tongiorgi 1979, pp. 59-60. 8. Antonio di Giovanni di Meo, Benedetto e Giovanni 1. clemente 2013, 2015, 2017, 2018 figli di Marco Bini, Giovanbattista di Giovanmaria del Briga e Antonio di Jacopo Palli. 9. Flaminio e Polito di Antonio Maltomi. 10. Il maestro Giuseppe di Bastiano Spinelli da Castelfranco, il maestro Cesare di Bondo Bondi da S. Giovanni alla Vena e Pierfrancesco di Jacopo Gangalandi da S. Miniato 11. Alessandro di Giovanni Frosinini da S. Gimignano, il maestro Andrea di Leonardo Faldini da Volterra, Chi- 2. ASPi, Fiumi e Fossi (XV-XX sec.), Gabella dei Contratti (XV-XVIII sec.) 3. ASDP, Battesimi e Fondi Parrocchiali. Di particolare interesse sono risultati i registri dei battesimi della diocesi Pisana (XV-XX sec.) e i fondi parrocchiali delle cappelle di San Vito e Santa Lucia dei Ricucchi (XVI-XX secolo). 4. giorgio 2016 e bibliografia precedente. 5. giorgio 2019 e bibliografia precedente. 41 luoghi di produZione e organiZZaZione nel XVI secolo la città continua ad attrarre maestranze anche da altri centri produttivi extraregionali (4 rispettivamente da Liguria, Emilia-Romagna e Marche) 12 Le fonti documentano, al contrario dei secoli precedenti, un’attività produttiva concentrata in due sole aree specifiche della città. La maggior parte dei ceramisti pisani (72% circa), infatti, lavora e vive nella parte nord-occidentale della zona urbana, lungo il fiume Arno tra le cappelle di S. Vito, S. Lucia, S. Nicola e S. Jacopo agli Speronai (figg. 3-4). Tale collocazione trova conferma anche dalle fonti archeologiche perché è l’area dove sono state ritrovate le maggiori concentrazioni di scarti e scarichi di produzione 13. Questa zona torna ad essere occupata dai ceramisti solo a partire nella seconda metà del XVI secolo dopo essere stata abbandonata alla fine XIV secolo 14, e diviene tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo un piccolo distretto produttivo. La concentrazione di artigiani è tale da trovare paralleli solo con quanto accade nel pieno medioevo quando la produzione ceramica pisana ha raggiunto il suo picco 15. La restante parte dei ceramisti si distribuisce in altre due aree più piccole, sempre a nord del fiume, la prima nella cappella di S. Maria della Neve (fig. 3), la seconda nella zona nord-orientale della città tra le cappelle di S. Matteo, S. Andrea e S. Pietro in vincoli (fig. 3) dove vive e lavora circa il 13% della forza lavoro pisana. Agli inizi del XVII secolo risultano abbandonate tutte le aree produttive a sud del fiume, attive fin dal medioevo, e l’area di S. Pietro ad Ischia nota tra la fine del XV e la fine del XVI secolo 16. del lavoro Al momento sono soltanto tre le fornaci conosciute in città attraverso le fonti scritte ed archeologiche, e nessuna di queste è collocabile nella parte nord-occidentale di Pisa, nota per avere la maggior concentrazione di ceramisti nel corso del XVII secolo. Le fornaci individuate finora, infatti, si trovano nelle aree produttive più marginali della città. Le prime due, una delle quali oggetto di scavo archeologico, appartengono entrambe alla bottega della famiglia Bitozzi, sita tra l’Arno e via della Sapienza (fig. 3) e in attività nel medesimo luogo dalla fine del XVI secolo sino al 1660 circa 17. La terza, conosciuta soltanto da fonti documentarie come fornace da maiorica 18, è posta, invece, nell’attuale Piazza Mazzini e risulta operativa tra la fine del XVI secolo e i primi decenni del XVII secolo. Tale fornace riveste, senza dubbio, un ruolo molto importante nella storia della produzione cittadina perché è l’unica identificabile come produttrice di maiolica ed è possibile collegarla, a mio avviso, all’impresa di Niccolò Sisti e del Granduca di Toscana 19. La fornace, infatti, sorgeva proprio accanto al palazzo della famiglia Medici attuale sede della Prefettura cittadina. Inoltre, la produzione di maiolica a Pisa rappresenta un breve esperimento che si esaurisce in pochi decenni ed è legata a manufatti che artisticamente si richiamano ad una tradizione extra-regionale (urbinate/casteldurantina e faentina) 20. Proprio questi influssi stilistici sono da collegare ad alcuni ceramisti che vivono ed operano nelle vicinanze di questa fornace ovvero il maestro Antonio di Bartolomeo Cappucci e il pittore di maioliche Giustino di Francesco Dini entrambi originari di menti di Antonio Dini da Firenze, Giovanni di Antonio da Castiglione della Pescaia e Giovanni di Luca Gherardini da Pistoia. 12. Adriano di Giovanni da La Spezia, il maestro Antonio di Bartolomero Cappucci e Giustino di Francesco Dini da Casteldurante e Pierfilippo di Giovanni Garaccini da Forlì. 13. giorgio 2016, pp. 27-81 14. clemente 2017, pp. 136-137, 142. 15. clemente 2017, pp. 138-140. 16. clemente 2013, p. 35. 17. Stiaffini 2018. 18. clemente 2018, pp. 146-148. 19. de Simone 2018 20. de Simone 2018, pp. 156-157. 42 Fig. 1: Variazione del numero dei ceramisti pisani tra XIII e XVII secolo. Fig. 2: Localizzazione dei siti di provenienza dei vasai giunti a Pisa tra XVI secolo (in blu) e XVII secolo (in arancio). Casteldurante Allo stesso modo a partire dal 1605 intorno alla fornace risiede il ceramista Pierfilippo di Giovanni Garaccini da Forlì. Accanto ai titolari della bottega operano anche alcuni vasai pisani od originari di altri centri di produzione toscani e che vivono nelle aree adiacenti. Questo ci dà la possibilità di discutere dell’organizzazione del lavoro delle botteghe pisane che doveva essere alquanto articolata e in alcuni casi interessare molteplici lavoratori. Molto spesso è stato possibile individuare diverse ‘imprese’ a conduzione familiare, alcune delle quali attive in città da più generazioni oppure trasferitesi a Pisa per impiantare una nuova attività. Generalmente la bottega viene tramandata di padre in figlio o al massimo 43 Fig. 3: Distribuzione dei ceramisti all’interno della città di Pisa nel XVII secolo. Fig. 4: Particolare dell’area nord-ovest della città di Pisa tra le cappelle di S. Vito e S. Nicola (pianta estrapolata da originale del 1640 ca. di M. Merian edita in tolaini 1967, tav. XIV). Al contrario di quanto avvenuto per i secoli precedenti i ceramisti pisani nelle fonti documentarie vengono indicati solo ed esclusivamente come Stovigliai, solo raramente si utilizza vasaio Nel Seicento appaiono come totalmente in disuso i termini barattolaio, scodellaio, orciolaio e broccaio Solo in tre casi si utilizzano termini differenti, denotando l’eccezionalità dell’uso di altre denominazioni Nel primo caso si parla di un lavorante di stoviglie, Jacopo di Bernardo Galli, l’unico finora attestato per il XVI e XVII secolo. Gli altri due casi sono quelli già citati di Antonio di Bartolomeo Cappucci definito maestro Maioricaro e viene ereditata dai parenti più prossimi Ogni componente della famiglia svolge funzioni diverse ma complementari Al centro di tutto era il Maestro, termine con il quale si indicava sempre e solo un ceramista a famiglia e al tempo stesso il titolare dell’impresa o l’artigiano più anziano con una funzione apicale all’interno della bottega 21 21 Come maestri vengono indicati 14 ceramisti che corrispondono grosso modo ad una decina di botteghe contemporaneamente attive in città nel corso della prima metà del XVII secolo 44 Giustino di Francesco Dini dipintore di maioliche Entrambi i personaggi formano insieme anche l’unico caso finora conosciuto di compagnia e società tra ceramisti nel XVII secolo 22. Per quanto riguarda, infine, l’approvvigionamento delle materie prime sembra che il sistema adottato nei secoli precedenti risulti immutato e che il prelievo dell’argilla e del combustibile avvenga con le stesse modalità e nelle medesime zone 23. La vendita e la circolazione dei prodotti finiti è attestata, invece, dalle fonti storiche e archeologiche che mostrano come i manufatti pisani fossero venduti e circolassero diffusamente in Toscana e nel Mediterraneo 24. Il volume delle ceramiche esportate doveva essere piuttosto elevato, vista la capillarità della distribuzione dei rinvenimenti anche se sono al momento sconosciute le modalità di vendita e i relativi prezzi. Probabilmente, molti ceramisti erano sia produttori che rivenditori come i Bitozzi che nella loro bottega producevano e commerciavano le ceramiche. Il laboratorio era posto nella parte più interna della proprietà mentre la vendita dei prodotti avveniva nella parte più esterna che si affacciava sull’Arno 25. scarti di produzione nelle aree di maggiore densità produttiva 26. L’aumento di produzione è strettamente correlato all’aumento del volume delle esportazioni di ceramiche pisane che vengono favorite dall’apertura del porto di Livorno alla fine del XVI secolo, dove sono presenti numerosi mercanti Inglesi e Olandesi che commerciano e trasportano ceramiche toscane e pisane 27. Sotto la spinta delle iniziative Granducali cresce l’economia cittadina e con essa aumenta il numero della popolazione e la domanda interna, compresa quella di ceramica. Si sviluppano e si sperimentano nuove produzioni di manufatti ed esplode l’uso delle stoviglie ingobbiate (nelle varianti graffite, marmorizzate, monocrome ecc.) 28. Il picco si interrompe bruscamente negli anni ’30 del Seicento a seguito di numerosi fattori sia locali che internazionali. A livello locale la peste del 1630 si abbatte fortemente su Pisa sia a livello di perdita di vite umane che sul tessuto economico della città. Inoltre, numerosi eventi climatici estremi causano una perdurante carestia nelle campagne toscane che si trasforma in una profonda crisi economica e di contrazione del mercato di consumo interno 29. A livello internazionale, invece, la fine dell’unione tra Spagna e Portogallo (1580-1640) e l’inizio delle guerre AngloOlandesi (1650-1674) segnano un momento di grande instabilità nei commerci che si traduce nella forte riduzione delle esportazioni pisane, comprese le ceramiche, che perdono il loro accesso diretto ai mercati internazionali soprattutto quelli atlantici. A partire dagli anni ’30 del XVII secolo, infatti, si riduce di 2/3 il numero dei ceramisti pisani e si interrompe quasi del tutto l’arrivo in città di nuove maestranze. Questa tendenza si nota anche nella concluSioni La prima metà del Seicento rappresenta per Pisa un momento di grande cambiamento e trasformazione a seguito di grandi stravolgimenti politici ed economici che si riflettono anche sul mondo della ceramica. Il primo quarto del secolo rappresenta un momento di picco per la produzione ceramica pisana come testimoniato sia dall’aumento del numero dei ceramisti che dal maggior numero di ritrovamenti di 22. clemente 2013, pp. 38, 40. 26. giorgio 2016, pp. 27-81. 23. clemente 2017, p. 143. 27. Blake 2019, pp. 269, 274-275. 24. giorgio 2019 28. giorgio 2016, pp. 380-384. 25. Stiaffini 2018, p. 151. 29. Berti 2014, pp. 15-23, giorgio 2016, pp. 360-364. 45 clemente g 2015, Ceramisti a Pisa nel XVI secolo attraverso le fonti storiche. Nuovi dati per lo studio della ceramica pisana, in “Atti del XLVII Convegno Internazionale della Ceramica”, 2014, pp 165-170 clemente g 2017, Ceramisti e produzione ceramica a Pisa tra medioevo ed età moderna, in “Ricerche Storiche”, 3/2016, pp 133-146 clemente g 2018, Ceramisti e aree produttive a Pisa tra Cinquecento e Seicento, in BaldaSSarri m 2018 (a cura di), Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee, Pisa, pp 145-149 de Simone g 2018, Niccolò Sisti e la maiolica a Pisa tra fine Cinque e primo Seicento, in BaldaSSarri m 2018 (a cura di), Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee, Pisa, pp 155-160 giorgio m 2016, La ceramica nei periodi di transizione: produzione e circolazione di vasellame a Pisa e nel contado tra Quattro e Seicento, tesi di dottorato, Università di Pisa (https://etd adm unipi it/theses/available/etd-01132016-194735/unrestricted/Tesi_dottorato_GIORGIO_2 pdf) giorgio m 2019, The production and export of Pisan pottery in the 16th and 17th centuries, in Blažková g , matĕJková k 2019, Post-medieval pottery between (its) borders, Europa Postmediaevalis 2018 conference, Gloucester, pp 13-23 Stiaffini d 2018, I Bitozzi da Ponte a Signa, vasai a Pisa tra la fine Cinquecento e la metà del Seicento in BaldaSSarri m 2018 (a cura di), Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee, Pisa, pp 150-154 tolaini e 1967, Forma Pisarum. Problemi e ricerche per una storia urbanistica della città di Pisa, Pisa tongiorgi l 1979, Pisa nella storia della ceramica, III, in “Faenza”, LXV, fasc 1-6, pp 17-32, 51-65, 91-103, 129136 diminuzione dei ritrovamenti di scarti di produzione 30 Più in generale tutta la produzione ceramica pisana subisce un indubbio scadimento della qualità dei prodotti che si fanno più corsivi e meno curati soprattutto nella seconda metà del XVII secolo 31 Tale processo si interromperà soltanto nel XVIII secolo con l’introduzione di nuove tipologie di prodotti come la ceramica maculata e schizzata in verde che diverrà il simbolo e la fortuna della produzione del distretto basso-valdarnese BiBliografia Berti f 2014, I mutamenti economici e sociali del 17. secolo e la produzione ceramica a Montelupo ed in Toscana, in peSante l 2014 (a cura di), La ceramica nel Seicento tra Lazio, Umbria e Toscana, Atti della prima Giornata di studi, Civita di Bagnoregio, 19 maggio 2012, Firenze, pp 13-34 Blake h 2019, Dopo il primato della maiolica: una riconversione industriale nel valdarno, in BuSti g , ceSaretti m , cocchi f 2019 (a cura di), La maiolica italiana del Rinascimento: Studi e Ricerche, Atti del Convegno Internazionale, Assisi 9-11 Settembre 2016, pp 369-391 clemente g 2013, Vasai e produzione ceramica a Pisa nel XVI secolo attraverso le fonti documentarie, in alBerti a , giorgio m 2013, Vasai e vasellame a Pisa tra Cinque e Seicento. La produzione di ceramica attraverso le fonti scritte e archeologiche, Pisa, pp 27-46 30 giorgio 2016, pp 27-81 31 giorgio 2016, p 528 46 PUBBLICAZIONI DEL CENTRO 1990 – atti XXIII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 25-27 maggio 1990 € 31,00 1991 – atti XXIV Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 24-26 maggio 1991 € 28,00 1992 – atti XXV Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 29-31 maggio 1992 € 31,00 € 15,00 1993 – atti III Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 31 maggio-2 giugno 1971 XXVI Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 28-30 maggio 1993 € 49,00 € 21,00 1994 – atti IV Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 28 maggio-3 giugno 1971 XXVII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 27-29 maggio 1994 € 46,50 € 18,00 1995/96 – atti XXVIII-XXIX Convegno Internazionale della Ceramia Albisola 26-28 maggio 1995 – 24-25 maggio 1996 € 46,50 1968 – catalogo Mostra retrospettiva della ceramica ligure Albisola 29 giugno-21 luglio 1968 1968 – atti La ceramica ligure nella storia e nell’arte Albisola 29 giugno-1 luglio 1968 1969 – atti II Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 31 maggio-2 giugno 1969 1970 – catalogo Mostra della Ceramica Ligure dell’800 1970 – atti 1971 – atti 1972 – catalogo Mostra della Ceramica Monregalese dell’800 Albisola 31 maggio-30 settembre 1972 (esaurito) (esaurito) (esaurito) € 15,00 1972 – atti V Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 31 maggio-4 giugno 1972 1997/98 – atti XXX-XXXI Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 16-18 maggio 1997 – 29-31 maggio 1998 € 46,50 € 18,00 1973 – atti VI Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 30 maggio-3 giugno 1973 € 18,00 1999/00 – atti XXXII-XXXIII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 28-29 maggio 1999 – Savona, 26-28 maggio 2000 € 46,50 1974 – catalogo Mostra di collezioni precolumbiane Ceramica Peruviana Albisola 31 maggio-25 agosto 1974 € 18,00 VII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 31 maggio-3 guigno 1974 € 18,00 VIII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 30 maggio-2 giugno 1975 € 18,00 1976 – atti IX Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 28-31 maggio 1976 € 21,00 1977 – atti X Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 26-29 maggio 1977 € 21,00 XI Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 1-4 giugno 1978 € 18,00 1974 – atti 1975 – atti 2001 – atti XXXIV Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 25-26 maggio 2001 € 32,00 2002 – atti XXXV Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 31 maggio-1 giugno 2002 € 35,00 2003 – atti XXXVI Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 30-31 maggio 2003 € 35,00 2004/05 – atti XXXVII-XXXXVIII Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 28-29 maggio 2004 – 27-28 maggio 2005 € 65,00 2006 – atti XXXIX Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 26-27 maggio 2006 € 35,00 2007 – atti XL Convegno Internazionale della Ceramica Savona-Albissola Marina, 11-12 maggio 2007 € 35,00 1979/80 – atti XII e XIII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 31 maggio-3 giugno 1979, 29 maggio-1 giugno 1980 € 26,00 2008 – atti XLI Convegno Internazionale della Ceramica Savona-Albisola Superiore, 30-31 maggio 2008 € 40,00 2009 – atti 1981 – atti XLII Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 29-30 maggio 2009 € 45,00 2010 – atti XLIII Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 28-29 maggio 2010 € 45,00 2011 – atti XLIV Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 27-28 maggio 2011 € 48,00 2012 – atti XLV Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 25-26 maggio 2012 € 48,00 2013 – atti XLVI Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 24-25 maggio 2013 € 50,00 2014 – atti XLVII Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 23-24 maggio 2014 € 45,00 1978 – atti XIV Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 5-7 giugno 1981 € 18,00 1982/83 – atti XV e XVI Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 27-31 maggio 1982, 28-30 maggio 1983 € 26,00 1984 – atti XVII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 25-27 maggio 1984 1985 – atti XVIII Convegno Internazionele della Ceramica Albisola 31 maggio-2 giugno 1985 1986 – atti XIX Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 30 maggio-1 giugno 1986 € 18,00 € 18,00 € 26,00 1987/88 – atti XX e XXI Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 29-31 maggio 1987, 27-22 maggio 1988 € 31 00 1989 – atti XXII Convegno Internazionale della Ceramica Albisola 26-28 maggio 1989 1968-89 indice Indice per volumi e per autori degli Atti dei Convegni I-XXII (1968-1969) 2015/16 – atti XLVIII-XLIX Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 29-30 maggio 2015 – 27-28 maggio 2016 € 70,00 2017 – atti L Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 6-7 ottobre 2017 € 45,00 2018 – atti LI Convegno Internazionale della Ceramica Savona, 5-6 ottobre 2018 € 58,00 € 21 00 € 10,00 CENTRO LIGURE PER LA STORIA DELLA CERAMICA ATTI 2019 € 45,00 ALB-LII-2019 ISSN 2035-5483 ISBN 978-88-9285-026-2 e-ISBN 978-88-9285-027-9