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A brief survey on Tuscan geniuses, such as Masaccio and Leonardo da Vinci, as creators of daily life wonderful objects
Splendida Minima. Picole Sculture preziose nelle collezioni medicee dalla Tribuna degli Uffizi al tesoro granducale, catalogo della mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi, Tesoro dei Granduchi, 21 giugno - 2 novembre 2016, a cura di Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli, Fabrizio Paolucci, 2016
2008
Si tratta della conclusione di una rassegna di sette "cose" analizzate nel loro significato funzionale, ma soprattutto simbolico, per evidenziiarne il ruolo nella storia della cultura.
Atti del XXIV Congresso dell’ADI (Catania, 24-25 settembre 2021), 2023
Che fosse per garantire maggior forza persuasiva ai propri convincimenti politici o per esprimere al meglio una certa idea sull’opera d’arte, d'Annunzio non ignorò mai il potere della parola in quanto tale; ne istituì, anzi, un vero e proprio culto. Ciò è vero non solo per la sua produzione maggiormente nota, poetica e narrativa, ma anche per alcuni racconti fantastici, che egli scrisse nel corso degli anni e che raramente vengono ricordati. La creatività di d'Annunzio infatti sperimentò ogni forma e genere, senza lesinare qualche incursione anche nel territorio del fantastico. L’autore non si preoccupò troppo dello statuto teorico o della varietà intrinseca di quello che Todorov definì, più che una forma narrativa vera e propria, una «frontiera tra i generi»: approfittò invece della generale atmosfera fantastica per comporre brevi racconti a metà strada tra il meraviglioso e la leggenda, alcuni dei quali ambientati in Abruzzo. L'intervento propone un'analisi dei più esemplari: si attingerà alle poche edizioni che in passato li hanno raccolti distinguendoli dal mare magnum della produzione dannunziana (Il mistico sogno di Solfanelli Editore, Favole mondane e frammenti fantastici di Zero91) e agli strumenti della critica testuale.
sQuaderno N°38, 2015
Il progetto Lo stato delle cose - Piccole storie di comunità irreparabili nasce come un ciclo di trasmissioni radiofoniche e un’indagine su cinque comuni disagiati nella zona di confine tra Italia Austria e Slovenia. Per la sua realizzazione, con Andrea Collavino siamo partiti dall’idea che in questi territori, nonostante siano rimasti con pochi, a volte pochissimi, abitanti, ci sia talvolta ancora un “luogo” che funziona come catalizzatore per un’intera collettività. Luogo non riconosciuto uf- ficialmente e nemmeno frutto di una scelta deliberata, ma piuttosto conseguenza e rivelatore di uno squilibrio che ha originato altre pratiche del territorio. Solo una lunga frequentazione e un’attenta osservazione avrebbero permesso di individuare per ognuno di questi comuni, il luogo eletto a nuovo“centro”. Da lì saremmo partiti per raccontare tutto quello che vi si aggrega attorno e per tentare di capire qualcosa delle dinamiche connesse allo spopolamen- to di questi luoghi.
LRCW3 Late Roman Coarse Wares, Cooking Wares and Amphorae in the Mediterranean Archaeology and archaeometry Comparison between western and eastern Mediterranean , 2010
Si presentano le anfore e le ceramiche comuni e da fuoco provenienti dal villaggio tardoantico di Cignana, nel territorio di Naro (AG). Il sito, esteso per più di 10 ettari, è stato indagato in tre successive campagne di scavo, che ne hanno definito le caratteristiche topografiche e, in parte, la successione cronologica delle fasi di vita. I materiali descritti provengono in particolare da due vani, pertinenti a due diverse unità edilizie, databili tra il VI e la prima metà del VII secolo. Dal loro studio emergono interessanti novità, relative sia alle importazioni dall’Oriente e dall’Africa, sia alle probabili produzioni locali.
in "Dante, l'Umbria e i santi", atti delle giornate di studio di Foligno e Assisi (13-16 aprile 2021), a cura di C. Brunelli, pp. 127-140, 2022
La Toscana del marmo, a cura di Alessandra Giannotti, Caterina Toschi, Siena, Edizioni Università per Stranieri di Siena , 2022
L’intervento proposto prende in esame alcune delle discussioni scaturite dal confronto fra pittori e scultori nel corso del Cinquecento nonché le occorrenze della terminologia relativa ai materiali lapidei nel corpo dei vocabolari che cominciano ad apparire al principio del XVII secolo. Seguendo un excursus che ha principio dall’opera del Disegno di Doni (1549) sino all’Istoria delle pietre (1597) del monaco Agostino Del Riccio, si è cercato di portare alla luce l’interesse dei trattati cinquecenteschi verso la composizione e la lavorazione del materiale lapideo. Dalle Vite vasariane (1550) in cui l’autore si sofferma in particolar modo su alcuni materiali lapidei particolarmente usati ed apprezzati, fissandone e codificandone nomi e utilizzo, si prosegue con i trattati che ne hanno sentito fortemente l’influenza. Ne sono un esempio Il Riposo (1584) del letterato Raffaello Borghini, da cui emerge un maggiore interesse verso il collezionismo scultoreo e la già citata Istoria delle pietre, in cui c’è una ripresa degli approfondimenti vasariani circa la lavorazione e composizione dei materiali lapidei. Inoltre, mediante la lettura del Vocabolario toscano dell’arte e del Disegno (1681) di Filippo Baldinucci, si è voluto approfondire l’aspetto legato alle trasformazioni terminologiche circa l’utilizzo degli strumenti adoperati nella lavorazione del marmo. Non è stata trascurata, infine, neppure la peculiare metodologia di restauro delle sculture descritta sia da Raffaello Borghini che dal Vocabolario baldinucciano, con un formulario di pratiche artistiche che anticipa e si distacca da quelle tutte romane e più tarde di Orfeo Boselli e di Bartolomeo Cavaceppi.
http://www.endasravenna.it/wp/pagine-darte/tracce-di-quotidianita-nelle-scene-a-mosaico-ravennati/, 2022
La bellezza che ci viene incontro abbagiandoci letteralmente quando possiamo ammirare mosaici bizantini, ce li rende indiscutibili elementi dell'arte. La visione d'insieme stupisce sempre favorevolmente, e porta a chiedersi se non ci sia molto di più dietro a ciascuna opera che tanto scintilla di dettagli. Chi ha voluto cristallizare immagini del genere, capiamo che ha inteso lanciare un messaggio attraverso i secoli, fatto non solo di aulicità irraggiungibili, ma anche di esibizione di oggetti, dettagli di ogni genere, carichi di significati, affinché si potessero leggere per sempre. Ma se quella bellezza ci parla dopo quindici secoli, lo fa tuttavia in una lingua non più completamente comprensibile, poiché se gli esseri umani non sono sostanzialmente cambiati, sono invecce mutati tutti i parafernalia del quotidiano. Un'indagine tra le "cose" del passato può tuttavia ancora farci riflettere gradevolmente sulle variabili del pensiero umano in tutte le loro sfumature coloristiche.
BEOIBERíSTICA Vol. VII / Número 1 , 2023
FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 577, 2024
Divus Thomas, 2023
Immaginari, Linguaggi, Media, 2024
Daughters of the Goddess: Studies of Identity, Healing and Empowerment, 2000
Pediatrics, 2013
Molecular Plant-Microbe Interactions®, 2012
World Journal of Nephrology and Urology, 2023
Revista em Agronegócio e Meio Ambiente, 2021
Open Access Journal of Biogeneric Science and Research, 2022
JOTAF / Tekirdağ Ziraat Fakültesi Dergisi, 2017