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Grandi ingegni e oggetti comuni: storie toscane di ordinaria meraviglia

A brief survey on Tuscan geniuses, such as Masaccio and Leonardo da Vinci, as creators of daily life wonderful objects

Search... HOME RICERCA CHI SIAMO ADERISCI Grandi ingegni e oggetti comuni: storie toscane di ordinaria meraviglia Tra i regali che una nobildonna del Rinascimento poteva ricevere in occasione della nascita di un figlio c’era il desco parto, cioè un vassoio circolare di legno che veniva regalato alle puerpere, così che potessero mangiare e bere senza doversi alzare da letto. Per impreziosire il dono, si faceva decorare il desco dagli artisti più rinomati del tempo: Lorenz di Niccolò, Francesco del Cossa, Domenico di Bartolo Tommaso di ser Giovanni Cassai, meglio conosciuto con il nome di Masaccio, che nel 1426 dipinse proprio la scena dell’offerta del desco a una nobildonna fiorentina su uno di questi vassoi, un oggetto che da semplice desco ligneo divenne una straordinaria opera d’arte, oggi conservata nell Gemäldegalerie di Berlino. Insieme al desco, alle puerpere veniva regalata solitamente anche una culla: se ne conserva tutt’ora di bellissime, di legno decorato, intarsiato, modellato nelle forme più fantasiose. Oggetti femminili per eccellenza, come borsette e gioielli, attirarono l’interesse anche di Leonardo da Vinci, che dal binomio bellezza­utilità traeva continua ispirazione: durante i soggiorni milanesi, Leonardo aveva messo a frutto il suo genio per dare vita a qualcosa che oggi chiameremmo ‘industrial design’, disegnando gioielli, fibbie, borsette, tessuti e decorazioni di ogni genere, nonché le macchine per produrli; ancora oggi alcune aziende toscane si ispirano alla manifattura rinascimentale per linee di prodotti che richiamano il gusto e gli accessori del passato. Del resto, la tradizione della decorazione in Toscana è antichissima, come testimonia un manoscritto conservato nella Biblioteca Capitolare Feliniana di Lucca, n. 490, risalente addirittura al tempo di Carlo Magno: una raccolta di ricette, indicazioni e trucchi, per decorare con colori, inchiostro d’oro e d’argento i manoscritti gli oggetti sacri, già preziosi per il loro valore simbolico e rituale, da rend ancora più raffinati grazie alle arti decorative. La ricetta dell’inchiostro dorato dice che l’oro deve essere tritato con un mortaio di porfido, poi lavato con aceto e trattato con sale o soda; infine amalgamato con una soluzione di gomma, così da renderlo simile a un normale inchiostro: poi chiosa il compilatore del manoscritto, «con la stessa penna con cui scriv scrivi ciò che vuoi». Il legame tra arte e artigianato in terra toscana è un percorso a due direzioni, un viaggio di andata e ritorno che comincia nel Medioevo e arri fino al presente: gli artisti che abbiamo citato mettevano in pratica ciò ch loro vena suggeriva, e il momento creativo non era separato da quello de realizzazione materiale degli oggetti, poco importa che fossero quadri o borsette, sculture o semplici vassoi di legno. Gli oggetti così prodotti conservavano – e conservano tutt’ora – la loro funzione originale insieme valore artistico; anche oggi gli artigiani, artefici di bellezza e ricchezza, continuano a ‘fare arte’ trasmettendo, di generazione in generazione, un patrimonio culturale che merita di essere tutelato e raccontato, in quanto patrimonio di tutti noi. La grande storia dell’artigianato: arti fiorentine, 6 voll., Firenze 1998­2003 A. Caffaro, Scrivere in oro. Ricettari medievali d’arte e artigianato (s. IX­XI). Codici di Lucca e Ivrea, Napoli 2003 S. Taglialagamba, Leonardo ‘designer’ alla corte di Milano. Ordine, bellezza e invenzione “Art & Dossier”, 1 (201 pp. 60­65. Copyright © 2015 Madeintuscany.it ­ All rights reserved. | Advertising