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Analisi del film Week End, di Jean Luc Godard Gioia Calzavara Introduzione: Il quindicesimo lungometraggio di Godard, realizzato nell’autunno del ’67 ed uscito nelle sale nel dicembre dello stesso anno, sancisce la fine di una cinematografia godardiana legata all’industria del cinema. A partire dal suo successivo film La Gaia scienza1, il regista francese inizia a lavorare ai margini o al di fuori dell’industria, in altri Paesi europei, per dodici anni2, escludendo il film Crepa padrone, tutto va bene3. Non crea stupore il fatto che sia proprio un film come Week-end ad introdurre la produzione politicamente più impegnata di Godard. Corinne e Roland impersonano la coppia borghese degli anni Sessanta, con tutte le sue contraddizioni, il suo cinismo e materialismo sfrenato. Svincolandosi dalla pratica cinematografica comune, Week-end si può comprendere solo nella totalità dei suoi aspetti formali: si passa dalla presenza di scene slapstick a sequenze violente e truculente in un contenitore che è quello del road movie, anche’esso libero dagli elementi peculiari del genere. Se infatti il viaggio, rappresentato nel Cinema, è generalmente caratterizzato da un senso di libertà, conferito dallo scenario e dal movimento, qui si percepisce come trappola senza via d’uscita. Le strade sono un prodotto dell’uomo, che allontana dalla natura, come distante dalla natura e dai valori reali è la borghesia rappresentata. Come nei lungometraggi precedenti, Due o tre cose che so di lei4 e La cinese5, la situazione politica risulta talmente complicata ed irrisolvibile che la sola soluzione sarebbe un cambiamento radicale della società, modificando e ripensando ogni cosa, tornando a zero6. Ma è in Week-end che questa linea di pensiero viene portata ad un climax culminante nell’apocalissi violenta dominata da guerriglieri cannibali e scontri a fuoco. Il finale apocalittico, è preannunciato dal primo sottotitolo “Un film perso nel cosmo”, portato cioè nello spazio da una grande conflagrazione. La pellicola in questione non compiace gli spettatori, anzi si rende volontariamente indigesta con piani sequenza di quasi dieci minuti, rumori di clacson e urla spropositate ed irritanti, protagonisti riprovevoli ed insensibili. Lo stesso Roland afferma: “Questo film fa schifo”. Non a caso il secondo sottotitolo, “Un film basato sui rottami”, pone l’opera sullo stesso piano dei due personaggi principali e lo consegna al destino di tutte le auto incendiate. Infatti Godard non 1 Titolo originale: Le gai savoir. Inghilterra. Anno: 1969. Soggetto: Jean-Luc Godard e Jaen-Jacque Rousseau. Regia: Jean-Luc Godard. Interpreti principali: Juliet Berto, Jean-Pièrre Léaud e Jean-Luc Godard 2 Roberto Chiesi, Jean-Luc Godard, Gremese editore, Roma 2003, p. 43. 3 Titolo originale: Tout va bien. Italia. Anno: 1972. Sceneggiatura e regia: Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin. Interpreti principali: Yves Montand, Jane Fonda e Vittorio Caprioli 4 Titolo originale: ou choses que je sais d’elle. Francia. Anno: 1967. Soggetto: Catherine Vimenet e Jean-Luc Godard. Regia: Jean-Luc Godard. Interpreti principali: Joseph Gehrard, Marina Vlady e Anny Duperey 5 Titolo originale: La chinoise. USA. Anno: 1967. Soggetto e regia: Jean-Luc Godard. Interpreti principali: Anne Wiazemsky, Jean-Pierre Léaud e Juliet Berto. 6 Douglas Morrey, Jean-Luc Godard, Manchester University Press, Manchester, 2005, p.72 aspirava a creare un film da botteghino, quanto più un’opera legata al suo tempo, capace di presentarne i disagi e prevederne gli effetti: a distanza di cinque mesi dall’uscita del film in Francia ci fu il Maggio francese. Sintesi del film: Il film inizia prima che il titolo sparisca, attraverso l’inserimento anticipato del suono. Da subito quindi si spezzano quelle regole del Cinema che agli autori della Nouvelle Vague non sono mai piaciute, tanto meno a Godard, il regista più innovativo, che vuole esplorare tutte le possibilità dell’espressione cinematografica. Si può, insomma, intravedere dal primo frame della pellicola anche l’ultimo, che sancisce la “Fin de Cinèma”7. Nel loro lussuoso appartamento di Parigi Roland e Corinne sorseggiano un cocktail con un amico. Non appena Roland risponde al telefono emerge l’ipocrisia borghese: Corinne e l’amico sono in realtà amanti e sperano nella morte del marito e del padre di Corinne, Roland è al telefono con la sua amante, con la quale progetta l’assassinio della moglie. L’incuranza per le persone si oppone immediatamente all’attaccamento sfrenato per i beni materiali nella stessa sequenza, quando con un’inquadratura fissa dall’alto, che “appiattisce” e giudica i personaggi, vengono mostrati due automobilisti infuriati che si malmenano pesantemente a causa di un faro rotto. Roland torna al telefono sereno come se non fosse accaduto niente, ma con un sottofondo musicale extradiegetico che crea nello spettatore un senso d’inquietudine. Nella sequenza successiva, preceduta dal titolo “Anal ysis”, Corinne racconta al suo amante una fantasia erotica che ha inizio, non a caso, in una Mercedes. La mdp si muove avanti e indietro lentamente per tutta la durata della sequenza di quasi cinque minuti, seguendo le parole della donna, spesso coperte da una musica extradiegetica angosciosa. Al di là dei molteplici temi e riferimenti presenti, la sequenza in questione ci inserisce in un contesto onirico -l’uomo chiede a Corinne se la storia da lei raccontata non fosse in realtà un sogno- allontanandoci definitivamente dalle convenzioni cinematografiche ed orientandoci verso il clima amaro che dominerà il resto del film. “Sabato ore 10” è la didascalia che preannuncia la partenza della coppia, diretta verso la campagna nella quale abita il padre di Corinne, proprietario del palazzo dove i due abitano, molto ricco e prossimo alla morte. Egli potrebbe scrivere il testamento a discapito della figlia e in questo caso i due protagonisti sono uniti con l’unico scopo, anche questa volta di natura vile, di accertarsi l’eredità. 7 Fi e del i e a . Ulti a didas alia alla fi e del fil . Dopo uno scontro con la vicina, sempre a causa di un tamponamento automobilistico, il viaggio inizia per modo di dire, dato che da subito si presentano i disagi del traffico del week-end. Questa è la sequenza più famosa del film, della durata di ben sette minuti senza montaggio, con una carrellata che mostra le macchine in coda e gli automobilisti infuriati, in un delirio di clacson. Non una macchina è uguale ad un’altra e tutti gli automobilisti si stanno cimentando in attività diverse, quasi a voler ribadire la loro individualità, sebbene tutti nello stesso momento stanno andando nella stessa direzione e sono posti su un piano orizzontale: sono prodotti della società capitalista. La sequenza si conclude con l’immagine di un sanguinoso incidente autostradale, che lascia, ovviamente, indifferenti i due protagonisti e che sarà solo il primo di una lunga serie. A questo punto inizia l’avventura della coppia, che dopo aver rifiutato di aiutare una giovane ragazza disperata per la morte del suo ricco fidanzato -che aveva la precedenza su tutti- e la perdita della sua Traub in seguito ad un incidente con un contadino al volante di un trattore, offrono un passaggio ad una ragazza, Maria Maddalena, anch’essa reduce da un incidente e vengono dirottati dal suo compagno di viaggio Giuseppe Balsamo8, “venuto ad annunciare ai tempi moderni la fine dell’era grammaticale, e una nuova era in tutti i campi, soprattutto al Cinema”. Niente di più esplicito per esprimere la volontà di distruggere la forma cinematografica convenzionale della rappresentazione borghese, durante il film stesso. Nonostante sia stato il conte di Castroglio a salire di forza nell’auto dei nostri due protagonisti, sarà lui stesso a volersene andare, viste le richieste superficiali e materialiste dei due coniugi, venuti a conoscenza dei suoi ipotetici poteri miracolosi. Il viaggio continua assumendo quasi la forma di una fuga contro il tempo9 e la mdp si dissocia da questa frenesia, soffermandosi sul paesaggio verde che costeggia la strada, piuttosto che seguire l’auto guidata da Roland . L’ostilità, sempre più aggressiva, verso gli altri utenti della strada -un ciclista, un’auto, un pedone vengono mandati fuori strada-, causa un incidente sorprendentemente non mortale, almeno non per Corinne e Roland, fonte di disperazione per la perdita della borsa firmata Hermès. La serie di incontri surreali 8 Conte di Cagliostro (Palermo, 1743 - San Leo, 1795) , esoterista, alchimista e avventuriero italiano, condannato all’esilio dalla Chiesa pe e esia . Visse el se olo dei Lu i a studiò il o do dell’o ulto e dell’i o os i ile. Dichiarò di non appartenere a nessuna era e di essere superiore a qualsiasi circostanza e a qualunque moda. In Week-end è il figlio di Dio e Alessandro Dumas, autore de Il Conte di Montecristo. In realtà nacque da Pietro Balsamo, un venditore di stoffe, e Felicita Bracconieri. 9 Il tempo è un altro tema preponderante del film, tracciato dai giorni e dalle ore. Le didascalie segnano lo scorrere del te po, pe sottoli ea e l’a sia e l’affa o dei p otagonisti. Anche questa tematica è ravvisabile fin dalla prima se ue za ua do Rola d a telefo o ipete t e olte Ci vediamo lunedì . continua alla ricerca di un passaggio o di una nuova automobile. Compaiono Saint-Just10, un giovane ragazzo che canta una canzone a telefono e si cura di Corinne e Roland solo quando questi si avvicinano alla sua Porsche, Tom Thumb11 ed Emily Brontë12. Riescono a trovare un passaggio da un pianista che in cambio chiede una mano per il concerto che sta organizzando. La sequenza successiva, quella del concerto appunto, presenta realtà distinte compresenti: un concerto in una fattoria e i due borghesi annoiati in compagnia di contadini, mentre la mdp si muove con panoramiche continue per più di cinque minuti. Una volta salutato il pianista, i due si ritrovano di nuovo nella situazione precedente: alla ricerca di un passaggio per proseguire il viaggio e giungere alla meta. Corinne viene stuprata da un passante, senza che il marito se ne preoccupi, ma il commento musicale che precede la scena ne sdrammatizza la natura e tradisce nuovamente le aspettative del pubblico. Due immigrati al volante di un camioncino accettano di dare un passaggio ai due, i quali finalmente arrivano a destinazione. Ma ormai è troppo tardi: il padre di Corinne è morto e la madre di Corinne non vuole dividere l’eredità con loro. Decidono quindi di ucciderla e di fare sparire il cadavere in uno dei tanti incendi di auto, facilmente trovabili lungo il loro cammino. La scena dell’uccisione della madre di Corinne inizia con il suo strangolamento da parte di Roland nel giardino e prosegue con l’inquadratura fissa del coniglio spellato, che la donna era appena andata a prendere dalla fattoria dei vicini, caduto a terra ed intriso di sangue umano, presagendo quella che sarà la tematica delle sequenze successive, ovvero la carne umana come pasto13. Corinne e Roland ripartono, a piedi verso Parigi, ma vengono rapiti da dei terroristi del “Fronte di Liberazione della Seine-et-Ois”, che uccidono Roland squarciandogli il ventre perché “gli orrori della borghesia si attenuano solo con orrori più grandi”. La scena si è spostata nella foresta dove questi personaggi a metà tra degli hippie e dei guerriglieri combattono contro nemici immaginari e si nutrono di carne umana. Le inquadrature vengono interrotte da didascalie riferite al calendario della Rivoluzione Francese, quasi a voler proclamare la fine di un mondo e l’inizio di uno nuovo basato sui bisogni reali e non sul consumismo borghese incitato dalla società capitalistica. Louis Antoine de Saint-Just (Decize, 1767 – Parigi, 1794), è stato un rivoluzionario e politico francese. Fu tra i principali artefici del Terrore durante la Rivoluzione francese. 11 Personaggio del folklore inglese 12 Emily Brontë (Thornton, 1818 – Haworth,1848), autrice di Cime Tempestose (1847), romanzo ricco di significati simbolici, dove domina una sensazione di tensione e ansia mista ad attesa e curiosità per la rivelazione finale 13 Kaja Silverman and Harun Farocki, Speaking about Godard, New York University Press, New York, 1998, pp. 105106 10 Analisi sequenza dell’incontro con Emily Bronte e Tom Thumb (00:35:18- 00:41:48): Corinne e Roland provengono da una strada dove si è svolto un incidente che ha provocato diverse morti e le auto stanno andando a fuoco, ma si preoccupano solo del fatto che non c’è nessuno che possa fornire loro informazioni per la direzione verso Oinville. La sequenza comincia con un campo lungo della strada vista da una foresta. Dopo una dissolvenza riappare la stessa inquadratura con Corinne che cammina lungo la strada. Questo crea disconnessione e si discosta dalle consuetudini cinematografiche. La donna accorgendosi di una presenza nella foresta cambia direzione e corre addentrandosi tra gli alberi, avvicinandosi alla mdp, mentre chiama il marito, che entra in scena scendendo da destra. Roland beve un sorso d’acqua da una pozzanghera, come un animale. Questo gesto, che Godard fa compiere al suo personaggio, è chiaramente un’ ulteriore nota di disprezzo verso la classe borghese. I due richiamano l’attenzione delle due figure nella foresta, senza essere ascoltati. Un controcampo ci mostra i due personaggi misteriosi ripresi leggermente dall’alto, sempre con un campo lungo, opponendoli da subito ai due protagonisti: loro arrivano dalla quiete della foresta, i due coniugi dagli orrori della strada. Si muovono lentamente, avvicinandosi, perché non sono vittime della frenesia borghese. La musica extradiegetica angosciante che continuava dalla scia di morte degli incidenti stradali da poco visti da Corinne e Roland, si interrompe con l’inquadratura dei due personaggi allegorici. Lo stacco della mdp che torna sui due protagonisti, li mostra invece in preda allo stupore e all’ansia di andarsene via in fretta. Un altro controcampo ci rimostra Emily e Tom che continuano camminare lungo il sentiero mentre Tom legge stralci di libri da un foglietto staccato dai suoi vestiti. Quando Tom finisce la lettura Emily gli dona una pietra ed esce dall’inquadratura dirigendosi verso i due protagonisti. L’inquadratura successiva presenta i due coniugi di spalle a figura intera rivolti verso Emily, la quale seppur molto vicina, si trova al di là di un cancello, che segna l’incompatibilità e la distanza non fisica, ma poetica -Emily sta facendo riferimento proprio a questa distinzione- dei due mondi. I due oltrepassano il cancello e la mdp segue il loro movimento verso destra, il lato opposto rispetto a quello in cui si trovano Emily e Tom. La richiesta d’indicazioni per raggiungere Oinville risulta vana, in quanto Emily risponde chiedendo se volessero un’informazione poetica o un’informazione fisica, appunto. È a questo punto che Roland afferma: “Questo film fa schifo”: gli incontri surreali con personaggi della storia, non sono un privilegio, ma un semplice impedimento al loro viaggio e quindi al loro arricchimento. Il mondo del sapere e della cultura è un mondo di matti, dal quale non è possibile trarre alcun profitto. Corinne risponde che è colpa sua in quanto crede ancora a Godard. Questo inserimento del regista nel film è chiaramente un espediente che un autore irriverente come Godard poteva permettersi e che decreta ancora una volta, nel corso del film la fine del Cinema delle convenzioni. Vengono di nuovo inquadrati Emily e Tom mentre questo legge dalla sua mano e lei gli dona un’altra pietra. La voce fuori campo di Corinne continua ad interrogare sulla direzione da prendere. La mdp segue Emily, che raccoglie una pietra e chiede ai due protagonisti cosa sia, con un leggero movimento verso destra. La didascalia “Ducôté Dechez Lewis Carroll”14 introduce la citazione di Emily che avviene durante l’inquadratura della pietra stessa nella mano, coperta da un guanto, della scrittrice, con uno sfondo nero, forse a voler estraniare il momento dall’ambiente circostante per dar maggior rilevanza al significato delle parole di Carroll. Il sasso non è diventato merce perché l’architettura, la scultura, il mosaico e l’oreficeria lo hanno trascurato, ma esiste da prima dell’uomo. Quasi alla fine della citazione si sente il rumore di un motore di automobile in corsa lontano, per ricordarci che non è questo il mondo di cui parla Week-end, ma che si tratta solo di una breve parentesi nella natura. Primo piano di Emily che con sguardo sereno spiega come i sassi siano comunque inanimati e che non sono dotati né indipendenza né sensibilità - ulteriore riferimento alla borghesia- e per questo ci vuole così tanto per smuoverli: alte temperature, terremoti o il tempo che passa troppo in fretta. Su queste ultime parole di Emily si inserisce la voce fuori campo di Roland che con tono molto irritato urla: “Stiamo chiedendo la strada per Oinville!”, quasi come se il termine “tempo” fosse una specie di tasto da non toccare, che fa tornare i personaggi alla loro natura violenta, ricordando loro il perché del loro viaggio: “I Cinquantamila”. La mdp da dietro un albero riprende Roland che attacca Emily, per seguirne il movimento con una panoramica a 180° verso destra durante la quale si inserisce anche la moglie, anche lei contro la scrittrice. La mdp si ferma, Emily esce dall’inquadratura a destra, e da sinistra entra Tom Thumb. Adesso la domanda è cosa siano le foglie. Emily rientra da destra, la mdp si muove nuovamente ma questa volta verso sinistra, seguendo lo spostamento di Emily verso un albero, mentre Tom legge da un altro foglietto attaccato alle sue vesti, nonostante le urla e i fischi fuori campo della nostra coppia. Emily dona un altro sasso a Tom, che esce dall’inquadratura, ormai ferma. Entra Dalla pa te di Le is Ca oll . La didas alia hia ifi a allo spettato e he il passo he E ily si sta app esta do a citare è di Lewis Carroll. Ma il riferimento più sottile riguarda il titolo di u ’ope a di Ma el P oust Du côté de chez “ a . No a aso a he ella e sio e italia a, uesta didas alia è s itta i f a ese. 14 Roland, che tenta di strappare di mano il libro, che Emily si sta apprestando a leggere, Roland non ha nessun interesse per la cultura, che rappresenta solo una perdita di tempo. L’inquadratura seguente riprende Emily di lato in piano americano con Roland in secondo piano che cammina impaziente ed incurante delle lettura di Emily. Il passo letto dalla ragazza è sempre tratto da Carroll, che scompone le categorie del gatto e del pesce in una molteplicità di elementi, che non permette la determinazione degli oggetti in base a tratti comuni. La lettura del passo è accompagnata da una musica extradiegetica. La mdp mostra in campo totale Roland e Tom che lottano con un’ennesima scena in stile slapstick, mentre Tom continua a leggere i foglietti dai suoi vestiti. Roland caccia via Tom tirandogli sassi. Gli stessi sassi che Emily gli donava alla fine di ogni sua lettura e di cui si è appena parlato. Questo indica come questo elemento che, come appena detto, non può essere fonte di profitto, non interessa minimamente il protagonista. Ma se il premio per Tom derivava dalla lettura di biglietti molto simili a quelli usati dagli studenti per copiare a scuola, si potrebbe ravvisare nella sequenza una sorta di umorismo di Godard sulla didattica ed un messaggio insito e provocatorio: la cultura non paga, almeno non nel mondo di Week-end. Stacco su Emily che impreca contro i due coniugi mentre questi la catturano. In questo la macchina, pur restando fissa, si allontana dalla scena con uno zoom out, quasi a volersi distanziare dall’azione compiuta dai protagonisti. Primo piano della mano di Roland che con un accendino dà fuoco alla gonna di Emily e con questo ricomincia la musica extradiegetica angosciosa che ha caratterizzato quasi tutte le scene sanguinolente e con la quale i due erano entrati nella foresta. Roland e Corinne si allontanano e l’inquadratura finale mostra in primo piano Emily a fuoco e Tom in secondo piano, che leggendo da un libro sottolinea come sia inutile parlare con loro, in quanto il loro unico interesse per il sapere nasce dalla possibilità di rivenderlo per trarne profitto. La categoria a cui si riferisce è, chiaramente, la borghesia. L’analisi di una sequenza di un film che per volere dell’autore si distacca dalle convenzioni cinematografiche, non può non fare riferimento al contesto e alle peculiarità della pellicola, più che in qualsiasi altro caso. In questi sei minuti di pellicola si susseguono molti riferimenti letterari non sempre facilmente rilevabili, e forse è proprio qui che Godard rende chiara la sua intenzione di realizzare un film “per pochi”, che potrebbe annoiare un pubblico poco colto, borghese appunto. La sequenza analizzata si immerge scenograficamente in un ambiente naturale che fa da sfondo a tutto il film, ma che non ha nessuna influenza sui personaggi. Eppure sarà sempre nella foresta che il film avrà fine. Bibliografia: Kaja Silverman and Harun Farocki, Speaking about Godard, New York University Press, New York, 1998 Roberto Chiesi, Jean-Luc Godard, Gremese editore, Roma, 2003 Douglas Morrey, Jean-Luc Godard, Manchester università Press, Manchester, 2005 Michel Marie, La Nouvelle Vague, Lindau, Torino, 2006 Sitografia: www.imdb.com Internet Movie Database www.leonardo.it/biografie Filmografia: Week –end. Una donna un uomo da sabato a domenica Un film di Jean-Luc Godard. Con Mireille Darc, Jean Yanne, Jean-Pierre Léaud, Virginie Vignon. Titolo originale Week-end. Drammatico, durata 95 min. - Francia 1967. Il film è stato visionato in lingua originale e in italiano .