Monica Cristini
Researcher, PI of the project The underground history of the Avant-garde. Cultural exchanges in theatre festivals - Estella, NextGenerationEU, PNRR-MSCA.
2022-2025
Marie Sklodowska Curie Fellow with the project MariBet, La Mama Experimental Theatre: a lasting bridge between cultures.
Oct. 2019 - Sept. 2022
www.researchingtheatre.eu
Phone: +39.349.4401291
2022-2025
Marie Sklodowska Curie Fellow with the project MariBet, La Mama Experimental Theatre: a lasting bridge between cultures.
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the fabric of the writing in the journal, Monica Cristini examines the
ways Craig’s critical thinking develops regarding the theatre of his time and the way he spreads his thoughts through John Semar’s voice in the Editorial Notes of “The Mask”. A comparison between these texts and other, better known writings by Craig, shows that while on the one hand, the editorials provide obvious arguments in support of his poetics, on the other hand they provide new opportunities to further his thoughts about modern theatre.
Il saggio indaga la presenza della scuola negli scritti apparsi sul periodico, soprattutto nei primi anni della sua pubblicazione (la scuola chiuse con nel 1914 a causa della guerra), evidenziando la complementarietà di questi due strumenti di “propaganda” nel progetto di rinnovamento del teatro e insieme l’ambivalenza della rivista: da un lato elemento chiave per la promozione della scuola e la raccolta di sostenitori per la sua fondazione, dall’altro mezzo, insieme alla scuola, per la diffusione delle idee di Craig nel mondo.
Steiner’s method and to the Psychological Gesture in the Technique of the actor of Michael Chekhov: two methods hinged upon on the functioning of the cognitive system for creative work on the character. The essay illustrates the fundamental principles on which the actor’s creative work is based and how some of these are relevant to the anthroposophical vision of Rudolf Steiner.
L’intento di questo volume è di mostrare come la presenza del perturbante abbia giocato un ruolo ugualmente decisivo nelle arti dello spettacolo, non solo nel teatro e nel cinema, ma anche nella danza, nell’opera lirica, nonché in forme di spettacolarità “minore” o laterale, quali le marionette, la pantomima, i freak shows; e di sottolineare come l’importanza della dimensione visiva e di quella corporea faccia dei linguaggi dello spettacolo un ambiente estetico particolarmente adatto e fecondo per la genesi di questa modalità inquietante del fantastico.
the fabric of the writing in the journal, Monica Cristini examines the
ways Craig’s critical thinking develops regarding the theatre of his time and the way he spreads his thoughts through John Semar’s voice in the Editorial Notes of “The Mask”. A comparison between these texts and other, better known writings by Craig, shows that while on the one hand, the editorials provide obvious arguments in support of his poetics, on the other hand they provide new opportunities to further his thoughts about modern theatre.
Il saggio indaga la presenza della scuola negli scritti apparsi sul periodico, soprattutto nei primi anni della sua pubblicazione (la scuola chiuse con nel 1914 a causa della guerra), evidenziando la complementarietà di questi due strumenti di “propaganda” nel progetto di rinnovamento del teatro e insieme l’ambivalenza della rivista: da un lato elemento chiave per la promozione della scuola e la raccolta di sostenitori per la sua fondazione, dall’altro mezzo, insieme alla scuola, per la diffusione delle idee di Craig nel mondo.
Steiner’s method and to the Psychological Gesture in the Technique of the actor of Michael Chekhov: two methods hinged upon on the functioning of the cognitive system for creative work on the character. The essay illustrates the fundamental principles on which the actor’s creative work is based and how some of these are relevant to the anthroposophical vision of Rudolf Steiner.
L’intento di questo volume è di mostrare come la presenza del perturbante abbia giocato un ruolo ugualmente decisivo nelle arti dello spettacolo, non solo nel teatro e nel cinema, ma anche nella danza, nell’opera lirica, nonché in forme di spettacolarità “minore” o laterale, quali le marionette, la pantomima, i freak shows; e di sottolineare come l’importanza della dimensione visiva e di quella corporea faccia dei linguaggi dello spettacolo un ambiente estetico particolarmente adatto e fecondo per la genesi di questa modalità inquietante del fantastico.
Nell’intento di approfondire il disegno di rinnovamento del teatro proposto da Craig, questo studio indaga l’evolversi del suo pensiero pedagogico a partire dalle idee preliminari sulla pedagogia dell’attore, per arrivare a un progetto più strutturato di una scuola che comprenda tutti i mestieri del teatro. Quella che è conosciuta come School for the Art of the Theatre, fondata a Firenze presso l’Arena Goldoni nel 1913, è dunque soltanto il punto d’arrivo della lunga gestazione di un programma che è parte di un piano più ampio di riforma del teatro, il quale prevede, insieme al rinnovamento di recitazione e messa in scena, la pubblicazione della stessa rivista «The Mask». Ripercorrendo le diverse fasi di elaborazione del progetto pedagogico, letto nel contesto di questo disegno e in parallelo con gli scritti dedicati all’attore, Nell’attesa di un terzo dialogo mette in luce il ruolo fondamentale della scuola nella promozione di quello che Craig definisce il Nuovo Teatro.
“L’euritmia è parola visibile”. Con queste parole Rudolf Steiner presenta nel 1918 la prima rappresentazione pubblica di una nuova forma artistica che a ragione si colloca accanto alle sperimentazioni e alle forme di arte del movimento sorte tra fine Ottocento e inizio Novecento; ma non solo all’euritmia si è dedicato l’antroposofo, il quale a partire dalla critica teatrale e letteraria ha rivolto il suo interesse anche alla regia, alla drammaturgia e alla pedagogia dell’attore.
Dall’indagine sul lavoro teatrale di Steiner nasce questa prima monografia dedicata al suo impegno nell’ambito delle arti sceniche; l’analisi storiografica e semiologica della ricerca steineriana ripercorre qui in parallelo la biografia del filosofo, mettendo in luce un nuovo aspetto della figura di questo maestro finora perlopiù trascurato nell’ambito degli studi teatrali.
Vissuto a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo, Rudolf Steiner ha perseguito una ricerca artistica, che pur avendo origine nella sua personale poetica ha di frequente riscontrato punti di contatto con le prassi filosofiche e teatrali del Novecento. In questo volume si evidenzia il percorso del filosofo in ambito teatrale e il suo singolare approccio - antroposofico - alla scena contemporanea, ripercorrendo consonanze e divergenze con le ricerche dei maestri del teatro del Novecento.