La fotografia dell'Ottocento-almeno quella delle origini, dalla fine degli anni Trenta all'inizio... more La fotografia dell'Ottocento-almeno quella delle origini, dalla fine degli anni Trenta all'inizio degli Ottanta, quando con la conquista dell'istantaneità e la nascita della pratica borghese del "dilettante" il panorama muta bruscamente-presenta una straordinaria densità e articolazione di signi-ficati, di cui è ben consapevole Luca Beltrami quando, in un testo sino ad oggi quasi del tutto sfuggito (forse per la sua apparente occasionalità) all'attenzione della critica, com-memorando Archimede Sacchi, docente del Politecnico e figlio del pittore, illustratore e fotografo Luigi (più noto come "impresario" dell'edizione illustrata dei Promessi Sposi del 1840-42), ne ricorda l'eccezionale apprendistato. Beltrami sottolineava infatti come l'occasione che più aveva influito "sullo sviluppo della sua mente" (e quindi sulla futura professione di architetto), fosse stata "accompagnare il padre suo nel giro della penisola". «Fu un giro, precisa, compiuto in condizioni eccezionali; non era il visitare una dopo l'altra le città d'Italia per divertimento, en touriste, e neppure il viaggiare con scopi limitati, o studi prefissi. Il padre di Archimede, artista d'animo e di professione, si era proposto d'illustrare colla fotografia i principali nostri monumenti. Molti di noi certo ricordano le fotografie del Sacchi: presentano sempre un interesse, un'attrattiva speciale. Benché non abbiano quelle minuzie di dettaglio che troviamo nelle recenti fotografie, LA FOTOGRAFIA NEL FONDO BOITO DELL'ACCADEMIA DI BRERA ROBERTO CASSANELLI anzi forse per ciò, le riproduzioni conservano quella grandiosità di effetto che caratterizza la impressione del vero. In fondo, la finezza di riproduzione fotografica al giorno d'oggi, toccando un estremo grado di perfezione, è giunta a risultati che sono eccessivi, perché sorpassano la potenza visiva del nostro nervo ottico, cosicché invece di sottoporci la genuina impressione del vero, ci presentano una tale condensazione e acutezza di effetti e di dettagli, per cui il pregio precipuo del monumento, e cioè l'equilibrio e il rapporto delle masse, si trova bene spesso sagrificato, o perduto» (1). Il "giro" d'Italia al quale Beltrami allude è quello compiuto da Sacchi a partire dal 1852, sulla spinta immediata dell'annuncio di un'analoga campagna di Eugène Piot (che si muoveva secondo lo schema della mappatura monumentale realizzata l'anno prima in Francia dalla Mission héliographique), e nella scia delle prime pubblica-zioni di Blanquart-Evrard, che aveva avviato la perlustrazio-ne fotografica del patrimonio architettonico del nord della Francia (2). L'appassionato attraversamento della penisola, ancora frazionata nei molti stati preunitari, consente al fotografo di radunare oltre trecento immagini, che vengono pubblicate col titolo di Monumenti, vedute e costumi d'Italia, in fascicoli periodici che costituiscono a tutti gli effetti la prima opera di storia dell'architettura illustrata con fotogra-Approfondimenti Abstract: At length, Boito s' workings and private documents have been considered lost. An attentive analysis of the materials contained in the archives at the Brera Academy allowed to identify some scattered documents which, given the little available, acquire a relevant importance. Among these, a small group of photographies, which can be dated between 1850 and early 1900, certainly belong to Boito because they bear on the back or on their supports the signature of the owner or the dedication to him by students and colleagues. A consistent group of these photographies concern study trips carried out by Boito in central Europe (Germany, Poland); others represent buildings designed or restored by Boito during the all period which saw the architect among the protagonists of the debates on architecture of the new style in Italy.
La fotografia dell'Ottocento-almeno quella delle origini, dalla fine degli anni Trenta all'inizio... more La fotografia dell'Ottocento-almeno quella delle origini, dalla fine degli anni Trenta all'inizio degli Ottanta, quando con la conquista dell'istantaneità e la nascita della pratica borghese del "dilettante" il panorama muta bruscamente-presenta una straordinaria densità e articolazione di signi-ficati, di cui è ben consapevole Luca Beltrami quando, in un testo sino ad oggi quasi del tutto sfuggito (forse per la sua apparente occasionalità) all'attenzione della critica, com-memorando Archimede Sacchi, docente del Politecnico e figlio del pittore, illustratore e fotografo Luigi (più noto come "impresario" dell'edizione illustrata dei Promessi Sposi del 1840-42), ne ricorda l'eccezionale apprendistato. Beltrami sottolineava infatti come l'occasione che più aveva influito "sullo sviluppo della sua mente" (e quindi sulla futura professione di architetto), fosse stata "accompagnare il padre suo nel giro della penisola". «Fu un giro, precisa, compiuto in condizioni eccezionali; non era il visitare una dopo l'altra le città d'Italia per divertimento, en touriste, e neppure il viaggiare con scopi limitati, o studi prefissi. Il padre di Archimede, artista d'animo e di professione, si era proposto d'illustrare colla fotografia i principali nostri monumenti. Molti di noi certo ricordano le fotografie del Sacchi: presentano sempre un interesse, un'attrattiva speciale. Benché non abbiano quelle minuzie di dettaglio che troviamo nelle recenti fotografie, LA FOTOGRAFIA NEL FONDO BOITO DELL'ACCADEMIA DI BRERA ROBERTO CASSANELLI anzi forse per ciò, le riproduzioni conservano quella grandiosità di effetto che caratterizza la impressione del vero. In fondo, la finezza di riproduzione fotografica al giorno d'oggi, toccando un estremo grado di perfezione, è giunta a risultati che sono eccessivi, perché sorpassano la potenza visiva del nostro nervo ottico, cosicché invece di sottoporci la genuina impressione del vero, ci presentano una tale condensazione e acutezza di effetti e di dettagli, per cui il pregio precipuo del monumento, e cioè l'equilibrio e il rapporto delle masse, si trova bene spesso sagrificato, o perduto» (1). Il "giro" d'Italia al quale Beltrami allude è quello compiuto da Sacchi a partire dal 1852, sulla spinta immediata dell'annuncio di un'analoga campagna di Eugène Piot (che si muoveva secondo lo schema della mappatura monumentale realizzata l'anno prima in Francia dalla Mission héliographique), e nella scia delle prime pubblica-zioni di Blanquart-Evrard, che aveva avviato la perlustrazio-ne fotografica del patrimonio architettonico del nord della Francia (2). L'appassionato attraversamento della penisola, ancora frazionata nei molti stati preunitari, consente al fotografo di radunare oltre trecento immagini, che vengono pubblicate col titolo di Monumenti, vedute e costumi d'Italia, in fascicoli periodici che costituiscono a tutti gli effetti la prima opera di storia dell'architettura illustrata con fotogra-Approfondimenti Abstract: At length, Boito s' workings and private documents have been considered lost. An attentive analysis of the materials contained in the archives at the Brera Academy allowed to identify some scattered documents which, given the little available, acquire a relevant importance. Among these, a small group of photographies, which can be dated between 1850 and early 1900, certainly belong to Boito because they bear on the back or on their supports the signature of the owner or the dedication to him by students and colleagues. A consistent group of these photographies concern study trips carried out by Boito in central Europe (Germany, Poland); others represent buildings designed or restored by Boito during the all period which saw the architect among the protagonists of the debates on architecture of the new style in Italy.
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