Confini e circolazione nello spazio Schengen: dall'isola di Lampedusa alla cittadinanza europea. ... more Confini e circolazione nello spazio Schengen: dall'isola di Lampedusa alla cittadinanza europea. " È l'ultimo giorno di Agosto del 2005 a Lampedusa. Sulla pista d'atterraggio due aerei sono parcheggiati a venti metri l'uno dall'altro e aspettano i rispettivi passeggeri. Una gruppo di turisti lascia la sala d'attesa dell'aeroporto e si dirige disordinato verso l'aereo della compagnia Air One. L'altro velivolo porta le insegne della compagnia croata Air Adriatic e lentamente si appresta ad imbarcare un gruppo di passeggeri ben allineati. Sette gruppi di dieci persone ciascuno sono accompagnati da quattro poliziotti in borghese con vistosi guanti neri di protezione. Il centro di detenzione, separato dalla pista di atterraggio da una barriera di filo spinato, dista solo pochi metri. Dietro il filo spinato ci sono parecchie centinaia di migranti seduti per terra in piccoli gruppi. Quando l'aereo decolla, la maggior parte si alza in piedi e fa cenni di saluto ". Rutvica Andrijasevic, Lampedusa in focus: migrants caught between the Libyan desert and the deep sea La scena a cui assiste l'autrice è legata da una trama di connessioni all'attuale decomposizione e ricomposizione dello spazio giuridico e della cittadinanza europea. Nella descrizione le pratiche di disciplinamento dei migranti, secondo i due modelli della detenzione e della deportazione, contrastano visivamente col movimento disordinato dei turisti. L'evocazione tacita di un ordine tassonomico basato sui riferimenti spaziali interno/esterno legittima la divaricazione tra i due modelli di mobilità in funzione della separazione tra i suoi protagonisti: turisti e migranti. Lampedusa, infatti, isola del Mediterraneo, è un porto turistico, ma anche un punto nodale, come Ceuta e Melilla, del sistema europeo di gestione degli spostamenti trans nazionali di popolazione e, quindi, un'immagine del confine. Secondo l'immaginazione cartografica, prodotta dalle narrazioni e politiche europee relative al fenomeno migratorio, la frontiera esterna dello spazio di Schengen taglia stabilmente le acque del Mediterraneo, delimitando ciò che è dentro e ciò che è fuori. Il confine sembra quindi manifestarsi nella contiguità della pista d'atterraggio nella presenza di quel filo spinato e nella incommensurabilità tra le pratiche spaziali di turisti e migranti: i primi si muovono liberamente, i secondi, inquadrati dalle forze dell'ordine, sono diretti-con tutta probabilità, trattandosi dei voli charter adibiti a questo scopo-in Libia. Ciò che l'immagine tace è la relazione costitutiva tra i detenuti e i deportati e tra questi e i turisti. Ossia, all'ombra del confine lineare, messo in scena dalle pratiche di segregazione spaziale e deportazione nei confronti di chi ha tentato clandestinamente di accedere al territorio nazionale, si organizza un campo di tensioni e contestazioni che lega i cittadini agli stranieri e alla luce del quale l'ordine spaziale interno/esterno perde la propria efficacia esplicativa. Se collochiamo, infatti, quest'immagine in un orizzonte visivo più ampio ci rendiamo conto che la struttura detentiva adiacente alla pista d'atterraggio è una zona di transito per i migranti che l'attraversano e non uno spazio disciplinare per interdire loro l'ingresso. Nota De Genova, in riferimento al confine Usa-Messico, che " la deportabilità (…) è decisiva nella produzione legale dell'«illegalità» messicano/migrante e rispetto alle politiche di militarizzazione del confine tra Stati Uniti e Messico, solo nella misura in cui alcuni vengono deportati affinché i più possano alla fine rimanere (non
Confini e circolazione nello spazio Schengen: dall'isola di Lampedusa alla cittadinanza europea. ... more Confini e circolazione nello spazio Schengen: dall'isola di Lampedusa alla cittadinanza europea. " È l'ultimo giorno di Agosto del 2005 a Lampedusa. Sulla pista d'atterraggio due aerei sono parcheggiati a venti metri l'uno dall'altro e aspettano i rispettivi passeggeri. Una gruppo di turisti lascia la sala d'attesa dell'aeroporto e si dirige disordinato verso l'aereo della compagnia Air One. L'altro velivolo porta le insegne della compagnia croata Air Adriatic e lentamente si appresta ad imbarcare un gruppo di passeggeri ben allineati. Sette gruppi di dieci persone ciascuno sono accompagnati da quattro poliziotti in borghese con vistosi guanti neri di protezione. Il centro di detenzione, separato dalla pista di atterraggio da una barriera di filo spinato, dista solo pochi metri. Dietro il filo spinato ci sono parecchie centinaia di migranti seduti per terra in piccoli gruppi. Quando l'aereo decolla, la maggior parte si alza in piedi e fa cenni di saluto ". Rutvica Andrijasevic, Lampedusa in focus: migrants caught between the Libyan desert and the deep sea La scena a cui assiste l'autrice è legata da una trama di connessioni all'attuale decomposizione e ricomposizione dello spazio giuridico e della cittadinanza europea. Nella descrizione le pratiche di disciplinamento dei migranti, secondo i due modelli della detenzione e della deportazione, contrastano visivamente col movimento disordinato dei turisti. L'evocazione tacita di un ordine tassonomico basato sui riferimenti spaziali interno/esterno legittima la divaricazione tra i due modelli di mobilità in funzione della separazione tra i suoi protagonisti: turisti e migranti. Lampedusa, infatti, isola del Mediterraneo, è un porto turistico, ma anche un punto nodale, come Ceuta e Melilla, del sistema europeo di gestione degli spostamenti trans nazionali di popolazione e, quindi, un'immagine del confine. Secondo l'immaginazione cartografica, prodotta dalle narrazioni e politiche europee relative al fenomeno migratorio, la frontiera esterna dello spazio di Schengen taglia stabilmente le acque del Mediterraneo, delimitando ciò che è dentro e ciò che è fuori. Il confine sembra quindi manifestarsi nella contiguità della pista d'atterraggio nella presenza di quel filo spinato e nella incommensurabilità tra le pratiche spaziali di turisti e migranti: i primi si muovono liberamente, i secondi, inquadrati dalle forze dell'ordine, sono diretti-con tutta probabilità, trattandosi dei voli charter adibiti a questo scopo-in Libia. Ciò che l'immagine tace è la relazione costitutiva tra i detenuti e i deportati e tra questi e i turisti. Ossia, all'ombra del confine lineare, messo in scena dalle pratiche di segregazione spaziale e deportazione nei confronti di chi ha tentato clandestinamente di accedere al territorio nazionale, si organizza un campo di tensioni e contestazioni che lega i cittadini agli stranieri e alla luce del quale l'ordine spaziale interno/esterno perde la propria efficacia esplicativa. Se collochiamo, infatti, quest'immagine in un orizzonte visivo più ampio ci rendiamo conto che la struttura detentiva adiacente alla pista d'atterraggio è una zona di transito per i migranti che l'attraversano e non uno spazio disciplinare per interdire loro l'ingresso. Nota De Genova, in riferimento al confine Usa-Messico, che " la deportabilità (…) è decisiva nella produzione legale dell'«illegalità» messicano/migrante e rispetto alle politiche di militarizzazione del confine tra Stati Uniti e Messico, solo nella misura in cui alcuni vengono deportati affinché i più possano alla fine rimanere (non
Uploads
Papers by Alberto Prioli
Drafts by Alberto Prioli