Papers by Besfort Nedjbi
Undergraduate thesis
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Undergraduate Thesis
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Thesis Chapters by Besfort Nedjbi
“Chi consuma oggi fa gesti autobiografici”. È con questo assunto che nasce questo lavoro di ricer... more “Chi consuma oggi fa gesti autobiografici”. È con questo assunto che nasce questo lavoro di ricerca. In una società post(post)moderna e industrializzata, dove ormai sono andate disintegrandosi le strutture societarie tradizionali, l'individuo è impegnato in progetti identitari, nella costante definizione e ridefinizione della propria identità, tramite i rapporti sociali e il consumo. La propria identità, la propria esistenza ed essenza, sono ridefinite continuamente dalla narrazione che si fa di se stessi. Una narrazione che vede come strumenti prediletti i beni che si consumano, portatori di significati, valori e simbolismi di volta in volta diversi.
In uno scenario del genere, il processo di risignificazione identitaria coinvolge non solamente gli individui ma anche strutture più ampie, come le stesse aziende. Le esigenze di questo processo identitario sono diverse: da una parte, vi è la necessità di rispondere a un’esigenza funzionale e legata alla sopravvivenza stessa dell’azienda: volersi distinguere ed emergere, in qualche modo, in un panorama di profonda indifferenziazione, in una realtà dove il rumore di fondo è sempre più alto e dove differenziarsi diventa sempre più difficile. Costruire una propria identità, risponde, quindi, alla necessità di essere diversi, e essere capiti in quanto diversi.
Dall’altra parte, la narrazione permette all’azienda di capire il proprio posto nella società: capire chi si è, permette di proiettarsi verso il futuro e di stabilire una missione, un punto di arrivo. Narrarsi permette all’azienda di avere chiara questa missione, e di inserirsi culturalmente nel contesto socio-culturale di riferimento, apportando valore e significato alle esistenze dei pubblici interessati.
Il presente lavoro di ricerca si prefigge di indagare come questa narrazione avviene, in particolare, nel caso di una delle aziende italiane più influenti nel mondo della moda che, negli ultimi anni, è riuscita a cambiare profondamente, proprio grazie all’atto del narrarsi, la propria identità e il proprio corso esistenziale: Gucci. Uno storytelling, quello di Gucci, capace di comunicare e ri-definire l’identità stessa del marchio tramite un racconto pregno di valori artistici e culturali.
Nella prima parte della tesi sarà analizzata criticamente la principale letteratura già esistente sull’argomento che andremo a trattare. Sebbene, nello specifico, non vi sia letteratura che tratti precisamente ed esclusivamente l’argomento della ricerca, vi è comunque un’ampia mole di pubblicazioni che abbracciano trasversalmente le macro-tematiche costitutive della ricerca stessa. Andremo, quindi, ad indagare l’uso e l’utilità dello storytelling all’interno delle aziende; il ruolo sempre più centrale e funzionale dell’arte nell’industria della moda; gli effetti che l’arte ha poi sui consumatori, ma anche sui dipendenti stessi dell’azienda che ne fa “uso”.
Nella seconda parte dell’elaborato, verrà dato spazio al quadro teorico con cui si dovrà, auspicabilmente, “leggere” la ricerca stessa. Verrà, quindi, definito il capitale intangibile di un’impresa, e come essa può in qualche modo accrescerlo; sarà poi trattato il fenomeno dell’artificazione, analizzando le sue varie stratificazioni; si discuterà dei brand, di cosa dia loro valore e come essi possano diventare delle vere icone culturali; infine, si parlerà di storytelling, e di come la comunicazione narrativa può avvenire anche, e soprattutto, tramite l’uso delle immagini. La definizione di queste teorie sarà utile per meglio comprendere le ipotesi a cui questo elaborato vuol tentare di dare una risposta.
Nella terza parte della tesi, si entrerà nel vivo del lavoro di ricerca: dopo aver brevemente ma efficacemente esposto la metodologia di analisi adottata, sarà analizzato il caso studio di Gucci, utilizzando gli strumenti teorici e metodologici precedentemente esposti. Tramite l’analisi critica della comunicazione aziendale del marchio, si cercherà di dare una risposta al quesito di ricerca che ci siamo posti.
Infine, dopo aver discusso della teoria girardiana del desiderio mimetico applicata alla moda, tramite la lettura e interpretazione critica dei risultati di un questionario, si cercherà di comprendere se possa sussistere un legame tra la cultura personale, l’istruzione e l’interesse per l’arte e la considerazione “artistica” di Gucci. Inoltre, si indagherà sull’incidenza del meccanismo mimetico girardiano sui rispondenti.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Besfort Nedjbi
Thesis Chapters by Besfort Nedjbi
In uno scenario del genere, il processo di risignificazione identitaria coinvolge non solamente gli individui ma anche strutture più ampie, come le stesse aziende. Le esigenze di questo processo identitario sono diverse: da una parte, vi è la necessità di rispondere a un’esigenza funzionale e legata alla sopravvivenza stessa dell’azienda: volersi distinguere ed emergere, in qualche modo, in un panorama di profonda indifferenziazione, in una realtà dove il rumore di fondo è sempre più alto e dove differenziarsi diventa sempre più difficile. Costruire una propria identità, risponde, quindi, alla necessità di essere diversi, e essere capiti in quanto diversi.
Dall’altra parte, la narrazione permette all’azienda di capire il proprio posto nella società: capire chi si è, permette di proiettarsi verso il futuro e di stabilire una missione, un punto di arrivo. Narrarsi permette all’azienda di avere chiara questa missione, e di inserirsi culturalmente nel contesto socio-culturale di riferimento, apportando valore e significato alle esistenze dei pubblici interessati.
Il presente lavoro di ricerca si prefigge di indagare come questa narrazione avviene, in particolare, nel caso di una delle aziende italiane più influenti nel mondo della moda che, negli ultimi anni, è riuscita a cambiare profondamente, proprio grazie all’atto del narrarsi, la propria identità e il proprio corso esistenziale: Gucci. Uno storytelling, quello di Gucci, capace di comunicare e ri-definire l’identità stessa del marchio tramite un racconto pregno di valori artistici e culturali.
Nella prima parte della tesi sarà analizzata criticamente la principale letteratura già esistente sull’argomento che andremo a trattare. Sebbene, nello specifico, non vi sia letteratura che tratti precisamente ed esclusivamente l’argomento della ricerca, vi è comunque un’ampia mole di pubblicazioni che abbracciano trasversalmente le macro-tematiche costitutive della ricerca stessa. Andremo, quindi, ad indagare l’uso e l’utilità dello storytelling all’interno delle aziende; il ruolo sempre più centrale e funzionale dell’arte nell’industria della moda; gli effetti che l’arte ha poi sui consumatori, ma anche sui dipendenti stessi dell’azienda che ne fa “uso”.
Nella seconda parte dell’elaborato, verrà dato spazio al quadro teorico con cui si dovrà, auspicabilmente, “leggere” la ricerca stessa. Verrà, quindi, definito il capitale intangibile di un’impresa, e come essa può in qualche modo accrescerlo; sarà poi trattato il fenomeno dell’artificazione, analizzando le sue varie stratificazioni; si discuterà dei brand, di cosa dia loro valore e come essi possano diventare delle vere icone culturali; infine, si parlerà di storytelling, e di come la comunicazione narrativa può avvenire anche, e soprattutto, tramite l’uso delle immagini. La definizione di queste teorie sarà utile per meglio comprendere le ipotesi a cui questo elaborato vuol tentare di dare una risposta.
Nella terza parte della tesi, si entrerà nel vivo del lavoro di ricerca: dopo aver brevemente ma efficacemente esposto la metodologia di analisi adottata, sarà analizzato il caso studio di Gucci, utilizzando gli strumenti teorici e metodologici precedentemente esposti. Tramite l’analisi critica della comunicazione aziendale del marchio, si cercherà di dare una risposta al quesito di ricerca che ci siamo posti.
Infine, dopo aver discusso della teoria girardiana del desiderio mimetico applicata alla moda, tramite la lettura e interpretazione critica dei risultati di un questionario, si cercherà di comprendere se possa sussistere un legame tra la cultura personale, l’istruzione e l’interesse per l’arte e la considerazione “artistica” di Gucci. Inoltre, si indagherà sull’incidenza del meccanismo mimetico girardiano sui rispondenti.
In uno scenario del genere, il processo di risignificazione identitaria coinvolge non solamente gli individui ma anche strutture più ampie, come le stesse aziende. Le esigenze di questo processo identitario sono diverse: da una parte, vi è la necessità di rispondere a un’esigenza funzionale e legata alla sopravvivenza stessa dell’azienda: volersi distinguere ed emergere, in qualche modo, in un panorama di profonda indifferenziazione, in una realtà dove il rumore di fondo è sempre più alto e dove differenziarsi diventa sempre più difficile. Costruire una propria identità, risponde, quindi, alla necessità di essere diversi, e essere capiti in quanto diversi.
Dall’altra parte, la narrazione permette all’azienda di capire il proprio posto nella società: capire chi si è, permette di proiettarsi verso il futuro e di stabilire una missione, un punto di arrivo. Narrarsi permette all’azienda di avere chiara questa missione, e di inserirsi culturalmente nel contesto socio-culturale di riferimento, apportando valore e significato alle esistenze dei pubblici interessati.
Il presente lavoro di ricerca si prefigge di indagare come questa narrazione avviene, in particolare, nel caso di una delle aziende italiane più influenti nel mondo della moda che, negli ultimi anni, è riuscita a cambiare profondamente, proprio grazie all’atto del narrarsi, la propria identità e il proprio corso esistenziale: Gucci. Uno storytelling, quello di Gucci, capace di comunicare e ri-definire l’identità stessa del marchio tramite un racconto pregno di valori artistici e culturali.
Nella prima parte della tesi sarà analizzata criticamente la principale letteratura già esistente sull’argomento che andremo a trattare. Sebbene, nello specifico, non vi sia letteratura che tratti precisamente ed esclusivamente l’argomento della ricerca, vi è comunque un’ampia mole di pubblicazioni che abbracciano trasversalmente le macro-tematiche costitutive della ricerca stessa. Andremo, quindi, ad indagare l’uso e l’utilità dello storytelling all’interno delle aziende; il ruolo sempre più centrale e funzionale dell’arte nell’industria della moda; gli effetti che l’arte ha poi sui consumatori, ma anche sui dipendenti stessi dell’azienda che ne fa “uso”.
Nella seconda parte dell’elaborato, verrà dato spazio al quadro teorico con cui si dovrà, auspicabilmente, “leggere” la ricerca stessa. Verrà, quindi, definito il capitale intangibile di un’impresa, e come essa può in qualche modo accrescerlo; sarà poi trattato il fenomeno dell’artificazione, analizzando le sue varie stratificazioni; si discuterà dei brand, di cosa dia loro valore e come essi possano diventare delle vere icone culturali; infine, si parlerà di storytelling, e di come la comunicazione narrativa può avvenire anche, e soprattutto, tramite l’uso delle immagini. La definizione di queste teorie sarà utile per meglio comprendere le ipotesi a cui questo elaborato vuol tentare di dare una risposta.
Nella terza parte della tesi, si entrerà nel vivo del lavoro di ricerca: dopo aver brevemente ma efficacemente esposto la metodologia di analisi adottata, sarà analizzato il caso studio di Gucci, utilizzando gli strumenti teorici e metodologici precedentemente esposti. Tramite l’analisi critica della comunicazione aziendale del marchio, si cercherà di dare una risposta al quesito di ricerca che ci siamo posti.
Infine, dopo aver discusso della teoria girardiana del desiderio mimetico applicata alla moda, tramite la lettura e interpretazione critica dei risultati di un questionario, si cercherà di comprendere se possa sussistere un legame tra la cultura personale, l’istruzione e l’interesse per l’arte e la considerazione “artistica” di Gucci. Inoltre, si indagherà sull’incidenza del meccanismo mimetico girardiano sui rispondenti.