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Roccabruna-Capo Martino

Coordinate: 43°45′26″N 7°28′27″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Roccabruna (Francia))
Roccabruna-Capo Martino
comune
Roquebrune-Cap-Martin
Roccabruna-Capo Martino – Veduta
Roccabruna-Capo Martino – Veduta
Localizzazione
StatoFrancia (bandiera) Francia
Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Dipartimento Alpi Marittime
ArrondissementNizza
CantoneMentone
Amministrazione
SindacoPatrick Cesari (UMP) dal 1995
Territorio
Coordinate43°45′26″N 7°28′27″E
Altitudine300, 0 e 800 m s.l.m.
Superficie9,33 km²
Abitanti12 824[1] (2018)
Densità1 374,49 ab./km²
Comuni confinantiMentone, Gorbio, Peille, Beausoleil, Monaco (MC)
Altre informazioni
Cod. postale06190
Fuso orarioUTC+1
Codice INSEE06104
Nome abitanti(IT) roccabrunaschi
(FR) roquebrunois
Parte diComunità della Riviera francese
Cartografia
Mappa di localizzazione: Francia
Roccabruna-Capo Martino
Roccabruna-Capo Martino
Roccabruna-Capo Martino – Mappa
Roccabruna-Capo Martino – Mappa
Sito istituzionale

Roccabruna-Capo Martino[2][3] (in francese Roquebrune-Cap-Martin, in mentonasco Rocabruna) è un comune francese di 12 824 abitanti, situato nel dipartimento delle Alpi Marittime della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Geografia fisica

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Il territorio del comune di Roccabruna si estende lungo la costa fra il confine con il Principato di Monaco e il torrente Gorbio, che scende dall'omonimo comune. Al centro si protende nel mare con il Capo Martino, che a seconda delle convenzioni può essere visto come l’estremità occidentale della regione geografica italiana.

Il territorio ha fatto da sempre parte della Liguria sotto l'impero romano, nel regno longobardo e nel regno d'Italia formatosi con Carlo Magno.

Il "Castello", costruito quando l'area era soggetta ai feudatari di Ventimiglia, si trova situato nella parte alta del vecchio borgo ed è il più vecchio ancora esistente situato in territorio francese (X secolo). Roccabruna fu parte del Principato di Monaco dal XIV secolo fino al 1848, quando si dichiarò (congiuntamente alla vicina Mentone) città libera sotto la presidenza di Carlo Trenca in occasione della prima guerra d'indipendenza italiana.

Mappa del territorio delle Città libere di Mentone e Roccabruna (1848 - 1849)
Lo stesso argomento in dettaglio: Città libere di Mentone e Roccabruna.

Dopo due anni di relativa "indipendenza" delle Città libere di Mentone e Roccabruna e con un tricolore italiano per bandiera, Roccabruna si mise sotto la protezione del Re di Sardegna. Tra il 1848 e il 1860 una parte della popolazione di Roccabruna e del suo territorio partecipò attivamente agli ideali del Risorgimento italiano, favorendo l'unione all'Italia sotto i Savoia. Ma nel 1860 la città fu annessa alla Francia in seguito a un plebiscito, molto contestato dal nizzardo Giuseppe Garibaldi, e l'imperatore Napoleone III ricomprò Mentone e Roccabruna, per quattro milioni di franchi-oro, dal principe Carlo III di Monaco. Da allora la cittadina è stata chiamata con il nome francese Roquebrune, salvo che nel brevissimo periodo di occupazione italiana durante la seconda guerra mondiale.

Lo stemma del comune di Roccabruna si blasona:

«di rosso, alla torre fondata su un monte uscente da un mare movente dalla punta, il tutto d'oro; al capo dello stesso; al quartier franco fusato d'argento e del campo, attraversante sul tutto.[4]»

Monumenti e luoghi d'interesse

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  • Chiesa di Santa Margherita
  • Castello, costruito da Corrado I di Ventimiglia alla fine del X secolo; il suo dongione è il più antico di tutta la Francia.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti

Lingue e dialetti

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Linguisticamente il roccabrunasco fa parte della Terra mentonasca (Païs Mentounasc), area culturale dove si parla il mentonasco, idioma ligure con influenze occitane.

Cultura di massa

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Emilio di Roccabruna, signore di Ventimiglia, è il Corsaro Nero nei romanzi Il Corsaro Nero e La regina dei Caraibi di Emilio Salgari.

Galleria d'immagini

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  • Giulio Vignoli, Storie e letterature italiane di Nizza e del Nizzardo (e di Briga e di Tenda e del Principato di Monaco), Edizioni Settecolori, Lamezia Terme, 2011.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN264720575 · LCCN (ENn81098932 · GND (DE4233442-1 · BNF (FRcb11949071c (data) · J9U (ENHE987007552760605171
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