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Lettere luterane

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Lettere luterane
AutorePier Paolo Pasolini
1ª ed. originale1976
Generesaggi
Lingua originaleitaliano

«Sappi che negli insegnamenti che ti impartirò, non c'è il minimo dubbio, io ti sospingerò a tutte le sconsacrazioni possibili, alla mancanza di ogni rispetto per ogni sentimento istituito. Tuttavia il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci.»

Lettere luterane è una raccolta di articoli che Pier Paolo Pasolini pubblicò sulle colonne del quotidiano Corriere della Sera e del settimanale Il Mondo nell'ultimo anno della sua vita, raccolti in volume l'anno successivo con il sottotitolo "Il progresso come falso progresso".

Vi sono compresi editoriali e interventi scritti tra l'inizio del 1975 e gli ultimi giorni di ottobre dello stesso anno. I temi affrontati sono quelli dell'estraneità dei giovani, del conformismo, della televisione, del progresso e della politica in Italia.

Pasolini antropologo, poeta e appassionato saggista civile trova in questa raccolta la dimensione che oggi la critica riconosce più suggestiva: una figura solitaria che si scontra con veemenza contro un mondo in rovina, scegliendo un tono provocatorio che alterna nitidi ragionamenti a scatti di sdegno, alle prese con una requisitoria contro il governo democristiano, la sua gestione ipocrita e compromessa delle verità di Stato, le macerie dei valori e l'ansioso conformismo del "penitenziario del consumismo", con i suoi giovani protagonisti.

Indice dei contenuti

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Il primo capitolo si intitola I giovani infelici (sulla trasmissione della colpa tra la generazione dei padri e quella dei figli); seguono la sezione Gennariello (sorta di trattatello pedagogico in 14 paragrafi), 17 articoli riuniti come Lettere luterane e una Postilla in versi finale.

I 17 articoli della terza parte sono:

Della poesia finale, sorta di richiesta di educazione e serietà, ma anche di voglia di ridere e d'innocenza, restano esemplari i punti dal poeta numerati:

  1. "I più adorabili di tutti sono quelli che non sanno di avere diritti".
  2. "Sono adorabili anche quelli che pur sapendo di avere dei diritti, non li pretendono".
  3. "Sono abbastanza simpatici, poi, quelli che lottano per i diritti degli altri".

Il libro uscì postumo presso Einaudi nel 1976. È stato tradotto in diverse lingue: in inglese da Stuart Hood, in tedesco da Agathe Haag, in spagnolo da Josep Torrell, Antonio Gimenez Merino e Juan Ramòn Capella, in francese da Anna Rocchi Pullberg.

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